Martedì 25 luglio 2000 - Vaduz, Rheinpark Stadion - Bayer Leverkusen-Lazio 0-0

Da LazioWiki.

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25 luglio 2000 - Amichevole pre-campionato 2000/01

BAYER LEVERKUSEN: Zuberbuhler (67' Matysek), Reeb, Nowotny (67' Hoffmann), Kovac (67' Ojigwe), Gresko (67' Brdaric), Ballack (67' Rink), Ramelow (46' Neuendorf), Zivkovic, Vranjes, Neuville (67' Donovan), Kirsten (67' Ponte). All. Daum.

LAZIO: Peruzzi (46' Marchegiani), Gottardi, Pancaro, Colonnese (84' Domizzi), Pesaresi (75' Santarelli), Lombardo, Nedved, Baronio, De la Peña (75' Luciani), Ravanelli (60' Berrettoni), S.Inzaghi (89' Ruggiu). A disposizione: Marchegiani, Varriale, Scotti. All. Eriksson.

Arbitro: Sig. Meier (Svizzera).

Note: ammoniti Nedved, Zivkovic, Pesaresi e Colonnese. Angoli 7-6 per la Lazio.

Spettatori: 8.000 circa.

Il biglietto (blu) nel "Settore B"
Il biglietto (rosso) nel "Settore A"
Una fase di gioco
Un momento dell'incontro
Attilio Lombardo in azione
Un'immagine della gara
La panchina biancoceleste

La Gazzetta dello Sport titola: Baronio ha già in mano la Lazio. Disinvolto, autoritario, playmaker davanti alla difesa: una sicurezza. I vicecampioni di Germania non esaltano, Peruzzi compie qualche prodezza e la Lazio supera bene il test. Il due Eriksson-Mancini ne approfitta per qualche esperimento. Aspettando Zenden, da ieri nella lista ufficiale. Continua così la rosea:

Indicazioni confortanti dallo 0-0 con il Bayer Leverkusen più avanti nella preparazione. Baronio ha già in mano la Lazio. Disinvolto, autoritario, playmaker davanti alla difesa: una sicurezza. L'avversario è da Champions League. E la Lazio lo riconosce, fa le cose sul serio, capisce che non si tratta di un allenamento come domenica scorsa. La banda dello scudetto ha le gambe assediate da ripetute e pesi, ma rispetta la promessa formulata da Roberto Baronio: siamo campioni d'Italia, niente figuracce. Proprio il fantasista dell'Under 21 è uno dei migliori della serata. È come se avesse fatto bene i compiti a casa. Si vede da come veste l'abito del playmaker davanti alla difesa, il ruolo che può garantirgli più spazio quando il frullato Lazio avrà tutti gli ingredienti, argentini compresi. Colpisce la sua disinvoltura nel coprire, nello spezzare, nel sentirsi addosso compiti che fino a ieri non erano propriamente suoi. E così il Bayer Leverkusen, a sole due settimane dall'inizio del suo campionato in cui dovrà vendicare la beffa del sorpasso all'ultima giornata che gli è costata lo scudetto, l'esatto contrario di quanto accaduto a Eriksson, non si diverte troppo. Lo zero a zero finale non è un risultato esaltante per una squadra che è giunta ormai al dunque e i fischi finali dello stadio sono chiaramente di qualche tifoso tedesco tutt'altro che convinto della prova dei suoi.

Certo ci vuole un Peruzzi già decisamente in palla per evitare che la serata prenda subito una brutta piega. Però c'è dell'altro, anche troppo se si pensa al momento di nervosismo a metà ripresa in cui un'ammonizione a Nedvedscatena un accenno di parapiglia. Eriksson ci tiene. Per un'ora cambia soltanto Peruzzi con Marchegiani. E mischia le carte in mezzo al campo, parte con Nedved sul centro-destra come domenica scorsa per poi spostarlo a sinistra nella ripresa. A tratti Lombardo viene utilizzato da punta aggiunta, una specie di tentazione da 4-3-3, nascosta quando Nedved propone i suoi inserimenti offensivi. Nella ripresa poi riesce fuori lo schema con un unico attaccante (Inzaghi), perché il giovane Berrettoni funziona soprattutto da esterno di centrocampo. Via con gli esperimenti dunque, che questo è il momento. La sensazione è che il duo Eriksson-Mancini stia studiando qualcosa, utilizzi queste partite come laboratorio prima di conoscere tutte le forze a disposizione. La squadra regge. E ciò che è più confortante è che nella ripresa, a parte lo schieramento più prudente con la sostituzione di un Ravanelli autore di una prestazione dignitosa, non si registra la caduta di condizione immaginabile per una squadra con solo una settimana di ritiro (a proposito: ieri sera si sono aggregati al gruppo anche Mihajlovic e Stankovic) alle spalle. Sfogliando il diario del primo tempo si incontra un bel poker di parate di Peruzzi e una risposta della Lazio alla mezz'ora con una punizione di Baronio.

La ripresa è equilibrata con Pancaro che sfiora il gol di testa dopo sei minuti, anche se poco più tardi, al 20', è ancora Baronio a salvare sulla linea un tiro di Nowotny con Marchegiani battuto. Nel finale c'è anche un doppio tentativo di Simone Inzaghi e poi ancora di Berrettoni senza fortuna. Piuttosto c'è anche una novità di mercato, almeno a leggere il programma ufficiale della partita, dove tra i laziali compare il nome di Boudewijn Zenden. Per loro l'affare è fatto.


Il Messaggero titola: "Finisce in parità il primo vero test della stagione. Rissa in campo nella ripresa".

L'articolo prosegue: La Lazio nelle mani di Angelo Peruzzi. Con alcuni applauditi interventi il portiere è il grande protagonista della prima amichevole di lusso dei campioni d'Italia contro i tedeschi del Bayer Leverkusen, secondi in Bundesliga lo scorso anno e molto avanti nella preparazione. Una partita vera, combattuta fino in fondo, nella quale la Lazio dimostra di avere già mentalità e voglia lottare. Un anticipo di Champions League fra due formazioni che già nella passata edizione ebbero modo di affrontarsi in Europa (finì con due pareggi: 1-1). Eriksson (che da oggi avrà a disposizione anche Mihajlovic e Stankovic, presenti in tribuna) schiera ancora la Lazio-2, con una coppia centrale difensiva del tutto inedita: Colonnese e Pancaro. Fari ovviamente puntati sui nuovi biancocelesti: da Peruzzi a Colonnese, da Pesaresi a Baronio, l'elemento forse più seguito da Eriksson per la collocazione tattica che potrà assumere nello scacchiere della Lazio edizione 2000-2001 l'ex reggino.

Dopo il 4-5-1, presentato nell'amichevole inaugurale contro i dilettanti austriaci, il tecnico svedese ripropone il 4-4-2 con Pavel Nedved schierato centrocampista centrale, tra Lombardo e Baronio. Una collocazione tattica nuova che prelude a quello che sarà il ruolo che l'allenatore andrà ad assegnargli nel futuro centrocampo biancoceleste: non più sulla fascia sinistra, (dove dovrebbe giocare Zenden) bensì una posizione di centro-destra, come quella che occupa in nazionale. Si comincia sotto la pioggia e si vede subito che il Bayer ha maggiore velocità e potenza nelle gambe e migliori geometrie nelle manovre, una formazione già collaudata che fa la partita e che dimostra di essere quasi pronta per gli impegni ufficiali. La difesa della Lazio è molto alta e le veloci punte tedesche, Kirsten e Neuville, cadono spesso nella trappola del fuori gioco.

Angelo Peruzzi si presenta subito ai numerosi tifosi laziali arrivati a Vaduz. Due interventi straordinari del neo biancoceleste nel primo quarto d'ora: sul cannoniere Kirsten e su Vranjes. Due parate da portiere esperto, sicuro, di classe. Al cospetto di avversari determinati e già rodati, i campioni d'Italia puntano sul contropiede che, però, raramente riesce a scattare. Solo quando De la Peña e Baronio trovano lo spazio per le giocate profonde il Bayer va in affanno, succede soprattutto nella seconda parte del tempo quando la gara si snocciola su binari di maggiore equilibrio. Un paio di geniali verticalizzazioni di De la Peña ed una punizione potente di Baronio mettono in difficoltà la difesa tedesca. Costretti ad un lavoro di contenimento, i centrocampisti laziali non hanno molte occasioni per accompagnare il gioco delle punte Inzaghi e Ravanelli, troppo statici però il Bayer non dà mai l'impressione di poter schiacciare gli avversari. Ancora Peruzzi protagonista quando (37') neutralizza una conclusione a botta sicura di Neuville. In chiusura, prima un "numero" di Ravanelli in piena area, che libera al tiro Nedved, ed un altro intervento provvidenziale di Peruzzi, questa volta su Kovac.

Lazio subito in attacco nella ripresa con Pancaro che sfiora il gol di testa. Inzaghi e Ravanelli fanno maggiore movimento favorendo il gioco dei centeocampisti che possono affondare i colpi in spazi profondi. Baronio, regista arretrato davanti alla difesa, si danna l'anima, nel pressing e nelle chiusure ed è proprio lui che (13'), respinge sulla riga una conclusione di Novotny dopo un'uscita a vuoto di Marchegiani. La partita si incattivisce in seguito ad un intervento duro del bravo, ma spocchioso, Ponte a metà campo: si accende una maxi-rissa fra lo stesso Conte, Rink, Nedved, Lombardo, Colonnese protagonisti e con due laziali ammoniti dal tollerante Meier. Marchegiani viene graziato prima da Brdaric, quindi da Rink e nel finale è Inzaghi ad avere la palla del possibile successo con tiro che finisce fra le braccia di Zuberbuhler. Finisce in parità, e tra i fischi, con la Lazio tiene bene il campo fino all'ultimo e che dimostra di avere già solidità e gambe.


Tratte da La Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Eriksson promuove a pieni voti la serata: «Mi è piaciuto soprattutto il fatto che avevamo fame, che non ci stavamo a perdere», dice l'allenatore della Lazio decisamente soddisfatto. «Avevo detto che si sarebbe trattato di tutt'altra partita e lo è stata». Si torna sulla posizione di Nedved: «Non è la prima volta che gioca in quella posizione». Il tecnico fa un elogio a Baronio, tenuto in campo per 90 minuti: «E' un giocatore importante per noi». Poi questa «tentazione» di 4-3-3 vista nel primo tempo con l'utilizzo di Lombardo come punta aggiunta al fianco di Ravanelli e Simone Inzaghi: «Stiamo provando varie soluzioni e c'è anche quella dell'attacco con due esterni che salgono e poi sanno ripiegare. Partiamo dal 4-4-2 per poi scegliere anche altre situazioni. Ma c'è ancora tempo per fare delle scelte definitive». Al termine della partita Colonnese è stato ricoverato in ospedale per accertamenti precauzionali dopo lo scontro aereo con Kirsten, nel quale era rimasto stordito durante la partita. Un colpo alla mascella l'ha rimediato anche Simone Inzaghi, senza nessuna conseguenza particolare.