Mercoledì 20 febbraio 2019 - Siviglia, stadio Ramón Sánchez-Pizjuán - Siviglia-Lazio 2-0

Da LazioWiki.

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20 febbraio 2019 – Siviglia, Ramón Sánchez-Pizjuán - Europa League – Sedicesimi, ritorno - inizio ore 18.00


SIVIGLIA: Vaclik, Mercado, Kjaer, Sergi Gómez, Navas, Vázquez, Roque Mesa (81' Rog), Sarabia, Escudero (6' Promes), André Silva (63' Amadou), Ben Yedder. A disposizione: Soriano, Arana, Gil, Munir. Allenatore: Machin.

LAZIO: Strakosha, Patric (48' Correa), Acerbi, Radu, Marusic, Cataldi, Badelj (76' Durmisi), Milinkovic (56' Romulo), Lulic, Caicedo, Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Parolo, Leiva. Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: Sig. Taylor (Inghilterra) - Assistenti Sigg. Beswick e Nunn - Quarto uomo Sig. Betts – Addizionali Sigg. Attwell e Atkinson.

Marcatori: 20' Ben Yedder, 78' Sarabia.

Note: espulso al 59' Vázquez per doppia ammonizione, al 71' Marusic per gioco violento. Ammonito al 17' Vázquez, al 31' Caicedo, all'84' Immobile tutti per gioco falloso, al 20' Patric per proteste. Angoli 6-6. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 40.000 circa.

Un momento della gara
Foto Epa
Una fase di gioco
Foto Getty Images
Sergej Milinkovic-Savic circondato da avversari
Foto AFPS
Francesco Acerbi
Foto EPA
Patric e Milan Badelj
Foto AP
Un fotogramma della gara
Foto AP
Adam Marusic
Foto AP
Danilo Cataldi
Foto sslazio.it
Ciro Immobile
Foto sslazio.it
Senad Lulic

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio, quanti rimpianti. Il Siviglia non perdona. La squadra di Inzaghi, a cui manca un rigore, spreca tanto e viene punita da Ben Yedder e Sarabia: è addio all’Europa".

Continua la "rosea": Quando i rimpianti nascono anche, forse soprattutto, da proprie colpe, diventa difficile anche chiamarli così. Alla terza sconf‌itta di fila in sette giorni, la quarta consecutiva in Europa League e dodicesima complessiva, la Lazio saluta il primo obiettivo stagionale, e per primo si intende in ordine cronologico. Per il Siviglia no, è il primo e basta: conta quello, conta l’Europa League, il resto viene dopo. Ma alla squadra di Machin servirà altro, rispetto a quanto fatto vedere nella doppia sfida con la Lazio, per vincerla: anche nel suo fortino, dove ha vinto tutte le sette gare europee di questa stagione segnando 24 gol e subendone uno, ieri è stato tutt’altro che perfetta. E qui iniziano i rimpianti della Lazio, al netto di quelli per aver affrontato la sf‌ida di giovedì scorso troppo conciata per essere vera. Chiudere con più possesso palla del Siviglia al Sanchez Pizjuan non è cosa di tutti i giorni, e non è dipeso (solo) dall’aver giocato 11’ (quelli fra i due rossi a Vazquez e Marusic, entrambi esagerati) in superiorità numerica.

Il problema è che quel momento di diff‌icoltà del Siviglia, in dieci rifugiato in un 3-4—2 che si allargava in una difesa a cinque, è rimasto presunto. Perché la Lazio non ha scoperchiato fino in fondo le sue difficoltà difensive, segnando il gol che le avrebbe dato il coraggio per credere davvero nella rimonta: alla chance per l'1-1 già sprecata in precedenza da Acerbi, libero e bello davanti a Vaclik, si sono aggiunte quelle di Romulo (ostacolato da Correa, o viceversa) e soprattutto Immobile, che ha mirato alto un pallonetto solo da mordere. E’ vero, anzi verissimo, che dopo 17’ la partita poteva raccontare un’altra storia, se Taylor avesse valutato da rigore un piede su piede di Mercado su Lulic, spedito in porta da un sonno collettivo del Siviglia. Ma è vero anche che questo ex luna park del gol è diventato una squadra che segna con il bilancino. Trovare la porta oggi è una fatica un tempo sconosciuta (due dei tre tiri nello specchio sono stati di Acerbi, un difensore...): così al Siviglia, non un mostro di impenetrabilità, è bastato restare compatto e affidarsi appena possibile alla sua qualità offensiva.

Anche in questo caso, grazie alla Lazio: soprattutto nel primo tempo troppi errori tecnici, troppe palle sporche, troppo poco pressing alto delle punte, per non lasciare agli spagnoli il governo del gioco, ovvero il loro rifugio. La Lazio, dopo lo 0-1 dell’andata, sapeva di non poter sbagliare nulla e invece — eccolo un altro rimpianto - lo ha fatto dopo 20’: ha "visto" il gol (rigore non concesso) e 3’ dopo lo ha preso, per una palla persa da Milinkovic che ha avviato la solita ripartenza micidiale, condita alla perfezione dai movimenti di Ben Yedder, puntuale anche nel raccogliere la debole respinta di Strakosha su tiro di Sarabia. Poi implacabile come il franco tunisino, quando nel finale Jesus Navas gli ha indicato dove e come tagliare in area per urlare definitivamente lo scampato pericolo. Anzi, pericoli: ma la Lazio non ha fatto abbastanza perché non restassero tali.


► Il Corriere dello Sport titola: "Lazio fuori con rabbia. Ben Yedder e Sarabia non perdonano. A Lulic manca un rigore (più rosso) sullo 0-0. Niente remuntada a Siviglia. Finisce 2-0 per gli spagnoli tra errori clamorosi dell’arbitro ma anche dei laziali".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Troppo forte il Siviglia, figuriamoci se in campo europeo si aggiunge il solito arbitraggio vergognoso. Lazio eliminata e danneggiata. Un "aiutone" al Ramon Sanchez Pizjuan per gli spagnoli, sorretti dal fischietto inglese quando erano sul punto di rischiare la qualificazione agli ottavi. Due momenti chiave. Un rigore tolto a Lulic e il cartellino rosso abbonato a Mercado al 18' del primo tempo. L’episodio, tre minuti prima del gol di Ben Yedder, ha indirizzato la partita. L’espulsione di Marusic, al 21' della ripresa, l’ha chiusa, ristabilendo la parità numerica e cancellando le speranze di rimonta della Lazio, a quel punto padrona del campo e in undici contro dieci. Il Siviglia aveva perso Franco Vazquez per somma di ammonizioni. Le occasioni fallite da Acerbi, Correa e Immobile. La Lazio, che Inzaghi aveva corretto poco dopo l’intervallo con il cambio di modulo (fuori Patric e 4-3-1-2 con El Tucu trequartista), stava dando la sensazione di poter pareggiare e costruire il sorpasso nell’ultima mezz’ora. L’illusione è durata poco, appena sei minuti, anche perché la squadra biancoceleste ha pagato i propri limiti, legati alla condizione fisica precaria di diversi big, al livello scarso di alcune alternative e alla mancanza di personalità di un paio di titolari, su tutti Marusic, senza coraggio nel primo tempo e ingenuo nell’occasione in cui si è fatto cacciare da Taylor "sbracciando" su Roque Mesa.

Poco per giustificare il rosso diretto ma quel movimento, disinteressandosi della palla e andando a cercare il regista del Siviglia, ha consentito all’arbitro di infierire, rovinando le ultime possibilità della Lazio. A dodici minuti dalla fine è arrivato il raddoppio di Sarabia, abilissimo a costruire e finalizzare l’azione rifinita da un gioiello di Jesus Navas. Il trequartista, vera chiave tattica di Machin, era entrato nell’azione del primo gol ed è stato il migliore in campo dopo la prova da protagonista all’Olimpico. Ha fatto la differenza nei 180 minuti con Ben Yedder. Si è chiusa male la campagna europea di Inzaghi: 5 sconfitte su 8 partite rappresentano il peggior bilancio per la Lazio tra le recenti partecipazioni all’Europa League. Il terzo ko consecutivo in una settimana, dopo Marassi, non è un bel segnale a pochi giorni dalla semifinale di Coppa Italia con il Milan e dal derby con la Roma. La flessione di Radu e Lulic dopo 60-70 minuti è stata evidente, Badelj non è apparso brillante come a Genova, Immobile non sta bene e non segna più, Milinkovic è appena rientrato. Inzaghi avrà poco tempo per recuperare la fatica e qualche altro giocatore. Irritante Correa, ingiustificabili le proteste di Patric, sostituito a inizio ripresa e inseguito dal tecnico negli spogliatoi. Imbarazzante Durmisi. Le risposte buone sono arrivate da Cataldi e da Romulo, due su cui si può contare per allargare il ventaglio delle soluzioni, ma anche dal cambio di modulo. Il coraggio paga. Senza lo squalificato Banega, Machin aveva perso per infortunio dopo cinque minuti Escudero, sostituito da Quincy Promes.

Roque Mesa vertice basso del centrocampo, ma la rotazione dei tre mediani era costante. Sarabia si aggiungeva ai due attaccanti, Franco Vazquez diventava il secondo mediano in costruzione. Inzaghi aveva studiato meglio le contromisure e il centrocampo, rispetto all’andata, era meno passivo. Contrastava subito per evitare le ripartenze. L’apporto dinamico di Cataldi, il più preciso con la palla, rappresentava la diversità. Venti minuti buoni ma la partita è girata quando Taylor non ha concesso il rigore per l’entrata di Mercado su Lulic, solo davanti a Vaclik. Era una chiara occasione da gol e ci sarebbe stato il cartellino rosso, l’arbitro inglese ha lasciato proseguire. La Lazio subito dopo si è ritrovata sotto in modo ingenuo. Una palla persa da Milinkovic, Sarabia è andato al tiro facile. Strakosha ha respinto la palla sul destro di Ben Yedder, tenuto in gioco da Patric. Tocco a porta vuota e gol. La Lazio è rimasta aggrappata alla partita, ha continuato a giocare e ci ha creduto, almeno sino al rosso di Marusic. Fuori dall’Europa, ma ancora in corsa per due obiettivi stagionali, a patto di ritrovarsi sul serio.


Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:


► Il sito web Uefa.com commenta così la gara:

La Lazio cede ancora al Siviglia e saluta la UEFA Europa League. Al Ramón Sánchez Pizjuán, la squadra andalusa batte 2-0 i Biancocelesti – già sconfitti 1-0 all’andata – e si qualifica per gli ottavi: in una sfida caratterizzata dalle espulsioni di Franco Vázquez e Adam Marušić, sono i gol di Wissam Ben Yedder e Pablo Sarabia a condannare la squadra di Simone Inzaghi. La sfida inizia con un contrattempo per i padroni di casa, che perdono per infortunio Sergio Escudero: al posto del difensore, probabilmente vittima di uno stiramento muscolare, il tecnico Pablo Machín manda a sorpresa in campo l'attaccante olandese Quincy Promes. Al 20', comunque, il Siviglia passa in vantaggio: Sergej Milinković-Savić perde il pallone, Sarabia calcia e trova la risposta di Thomas Strakosha, che però non può nulla sul tap-in di Ben Yedder, tenuto in gioco da Patric. Nella ripresa Inzaghi si presenta con Joaquín Correa - un ex come Ciro Immobile - al posto di Patric. Poi il tecnico richiama Milinković-Savić e inserisce Rômulo. La partita si infiamma, vengono espulsi prima l'ex giocatore del Palermo Vázquez, poi Marušić, punito per una gomitata al francese Ben Yedder, l'autore del vantaggio. A dodici minuti dalla fine i padroni di casa raddoppiano e chiudono la gara. Il gol lo firma Sarabia, che non dà scampo a Strakosha dopo essere stato pescato alla grande dal capitano Jesús Navas. Finisce 2-0 per il Siviglia, che si qualifica; per la Lazio la UEFA Europa League termina ai sedicesimi.


► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Urla contro l’arbitro Taylor: "Era rigore netto su Lulic, ma avrebbe potuto calciare ugualmente. E il rosso di Marusic è completamente inventato. L’espulsione è stata forzata, ha chiuso i giochi. Vazquez, tra l’altro, andava espulso prima. Gli arbitraggi delle due partite con il Siviglia non mi sono piaciuti, non sono stati favorevoli. Ma ci abbiamo messo tanto del nostro". Urla per i gol mancati: "Se non fai gol tra andata e ritorno è giusto che esci dall’Europa. Abbiamo avuto occasioni clamorose con Acerbi e Immobile. Ci siamo mossi bene in campo, serve più cattiveria per portare gli episodi a nostro favore. L’anno scorso siamo stati il miglior attacco d’Italia, ora abbiamo questo problema, ci sono uomini non al meglio". Inzaghi urla contro tutti, non sa con chi prendersela di più, se con l’arbitro o con i suoi uomini: "C’è grandedelusione, abbiamo creato tanto. Siamo stati con un uomo in più per alcuni minuti, avevamo il controllo della gara. E’ un periodo che va così. C’è rammarico, abbiamo fatto bene contro un grande Siviglia, ma ce la saremmo potuta giocare meglio". Spiace, il primo obiettivo è sfumato.

Simone, bell’atteggiamento, non cerca alibi, per atto di fede e orgoglio, e pensa già alla Coppa Italia (martedì la semifinale di andata contro il Milan): "La Coppa Italia è un obiettivo stagionale, dovremo interpretare bene la partita col Milan. Avremo qualche giorno di recupero, sarà una corsa contro il tempo per recuperare qualche difensore". Inzaghi e la Lazio si stanno giocando tanto se non tutto: "E’ un momento decisivo della stagione, ci sono state tante defezioni. Gli arbitraggi non devono essere un alibi e neppure gli infortuni. Siamo senza difensori, con poche alternative, Leiva e Parolo non erano al massimo pur essendo in panchina". C’è amarezza, c’è rabbia: "C’è grandissima delusione. Il Siviglia, in casa, in Europa, non aveva mai sofferto come successo contro di noi. Se Acerbi e Ciro avessero segnato, e se Marusic non fosse stato espulso, avremmo avuto speranze di passare il turno, la partita la stavamo dominando. Portandola almeno sull’1-1 avremmo giocato gli ultimi 25 minuti per qualificarci". Inzaghi ha spiegato le scelte in corsa: "Ho cambiato modulo perché Roque Mesa si alzava spesso su Badelj, l’ingresso di Correa avrebbe potuto creare problemi al Siviglia". Simone è partito con Milinkovic e Ciro titolari: "Alla vigilia pensavo di non farli giocare 90 minuti. Milinkovic ha fatto bene, poi l’ho cambiato. Ciro è rimasto in campo, ho dovuto optare per altri cambi. Ci sono giocatori che non stanno bene. Ma, ripeto, non voglio cercare alibi".

Galleria di immagini sulle reti della gara
La prima rete spagnola
La rete del definitivo 2-0



La formazione biancoceleste:
Strakosha, Immobile, Caicedo, Badelj, Acerbi, Milinkovic-Savic;
Radu, Patric, Cataldi, Marusic, Lulic
La formazione iniziale biancoceleste in grafica





► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica




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