Mercoledì 24 aprile 2019 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 0-1

Da LazioWiki.

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24 aprile 2019 – Milano, stadio Giuseppe Meazza - Coppa Italia, Semifinale di ritorno - inizio ore 20.45


MILAN: Reina, Musacchio, Caldara (65' Cutrone), Romagnoli, Calabria (40' Conti), Kessie, Bakayoko, Laxalt, Suso, Piatek, Castillejo (57' Calhanoglu). A disposizione: Donnarumma G., Donnarumma A., Abate, Rodriguez, Zapata, Bertolacci, Biglia, Borini, Paquetà. Allenatore: Gattuso.

LAZIO: Strakosha, Luiz Felipe, Acerbi, Bastos, Romulo, Milinkovic (15' Parolo), Leiva, Luis Alberto (85' Badelj), Lulic, Correa (74' Caicedo), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Wallace, Patric, Durmisi, Marusic, Jordao, Cataldi, Neto. Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo) - Assistenti Sigg. Paganessi e Vivenzi - Quarto uomo Sig. Giacomelli - V.A.R. Sig. Massa - A.V.A.R. Sig. Alassio.

Marcatori: 58' Correa.

Note: ammonito al 37' Luiz Felipe ed al 70' Musacchio entrambi per gioco falloso, al 78' Caicedo per simulazione, al 79' Bakayoko per proteste. Angoli 6-5. Recuperi: 3' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 61.045 per incasso di Euro 1.267.958,20.


Lucas Leiva in azione
Foto sslazio.it
Joaquin Correa, Sergej Milinkovic-Savic, Lucas Leiva
Foto sslazio.it
Marco Parolo in azione
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Sergej Milinkovic-Savic esce dal campo dopo l'infortunio
Foto sslazio.it
Luiz Felipe
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Luis Alberto
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"El Tucu" Correa festeggiato dopo la marcatura
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Ciro Immobile in azione
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Romulo
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Joaquin Correa
Foto Ansa
Il tocco vincente del Tucu Correa
Foto Ansa
Luis Alberto abbraccia Joaquin Correa

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Sprofonda il Milan, gode la Lazio. Ci pensa Correa. Diavolo dominato e fuori dalla Coppa. Resta solo il 4° posto. In finale i biancocelesti, che hanno dominato con una qualità superiore. Quella che è mancata a Rino".

Continua la "rosea": Il 15 maggio, nel suo stadio, la Lazio inseguirà la sua settima Coppa Italia che torna in palio dopo 4 anni di tirannia juventina. In finale Simone Inzaghi troverà l’Atalanta o la Fiorentina che si sfidano stasera. Per la cronaca, ha deciso un gol di Correa a inizio ripresa, per la storia del match ha deciso la superiore qualità della squadra romana che ha controllato, colpito e avrebbe potuto dilagare: 8­-2 il bilancio dei tiri in porta. Per 85’ il Milan non è andato oltre un tiretto di Calabria. Piatek non ha calciato, mai lo hanno rifornito. Sarebbe facile gettare la croce su Gattuso che ha azzardato una formazione nuova e ha creato così poco. Ha le sue colpe. Per esempio, ha preso un contropiede simile, con angolo a favore, anche dall’Udinese. Mancano delle conoscenze. Ma è anche vero che chi poteva dargli qualità (Calhanoglu, Biglia, Paquetà) ieri era fuori, più o meno acciaccato. E poi, soprattutto, la verità vera vola più alta di Rino: questo Milan non ha grandi giocatori, in particolare a centrocampo dove si decidono i destini. Questo Milan, sopravvalutato, non deve essere rifinito, ma rifondato con profili molto più alti di Suso, Biglia, Calhanoglu e forse anche di Paquetà. Con quello che ha in mano, Gattuso ha ottenuto il massimo. Per stare in Champions serve un altro Diavolo. Non percepiti in campo (forse), prima, durante e dopo la partita, si sono uditi cori e ululati beceri lassù, tra i tifosi laziali, dove ondeggiavano banane gonfiabili: la liturgia razzista dei soliti idioti. Per quanto ancora?

Gattuso non è nato ieri. Sa bene che cambiare modulo e rilanciare Caldara, fermo dal 20 settembre, in una partita da dentro o fuori che vale mezza stagione, è un bel rischio. Se lo fa è perché si è convinto che il triste Milan di Parma abbia bisogno della scossa di una rivoluzione. E poi perché la difesa a 3, a partita in corso, gli ha dato spesso buone risposte. Anche con la Lazio. Rino sa pure che a opporre quasi solo muscoli e corsa alla mediana della Lazio, ricca di tocco e di idee, si rischia di non vedere palla, ma i colletti bianchi (Biglia, Calha, Paquetà) non sono al top e partono in panca. L’idea è quella di spostare la contesa dal livello tecnico a quello agonistico, dove la Lazio potrebbe soffrire. Per aiutare la costruzione e il filtro Suso e Castillejo stanno molto più all’interno del solito, cioè 3­-4­-2­-1, come tanta densità in mezzo. La Lazio concede le prime mosse al Diavolo e perde dopo un quarto d’ora il tribolato Milinkovic Savic che nel 2019 ha segnato un solo gol. Un anno fa sarebbe stato un trauma. Ora... Entra Parolo. Il Milan invece perde Calabria al 40’ (entra Conti). La partita, risucchiata nella tonnara del centrocampo, procede in parallelo. Tra il 27’ e il 28’ due tiretti di Immobile e Calabria. Nessuno guadagna il centro del ring. Il Milan per carenza di qualità, la Lazio per eccessiva prudenza. Luis Alberto, che qui dominò l’Inter, resta nascosto tra le pieghe del match.

Sarebbe quello che potrebbe prenderlo in mano. Ma nei minuti di recupero la Lazio si smarca con due occasioni vere: Bastos mette fuori di un amen da angolo e Correa spara su Reina dopo bel triangolo. Un messaggio di guerra per la ripresa? Comunque all’intervallo è 0­-0, come negli ultimi tre precedenti di Coppa Italia. Un vizio. Non dimentichiamo che si affrontano i settimi attacchi della serie A, 47 gol come il Sassuolo. E dire che la Lazio aveva chiuso il campionato scorso come miglior attacco. Più della Juventus. Altri tempi. Piatek ha ricevuto briciole. Il secondo atto comincia com’era finito il primo. Due occasioni nitide per la Lazio: Leiva e Bastos. La qualità dei romani sale a galla come l’olio. Il Milan arretra. Il talentuoso argentino Correa fa volare ancora Reina. E’ un’altra partita. Gattuso prova a intervenire con Calha (fuori Castillejo) per recuperare possesso, ma, mentre lo fa, i suoi, con un angolo a favore, subiscono un contropiede assurdo a tutto campo. Succede spesso nei Pulcini. Stavolta Correa, lanciato da Immobile, non sbaglia (13’) a tu per tu con Reina. Assalto del Diavolo con Cutrone e il 4­-4­-2, ma spaventa di più la Lazio in contropiede. Finisce così. Per Simone Inzaghi è festa grande. Gattuso deve raccogliere i cocci e le forze perché la partita di domenica a Torino vale il futuro. Di tutti.


► Il Corriere dello Sport titola: "Che diavolo di Lazio! Correa e Immobile si scatenano, biancocelesti in finale dominando. Il Milan cade su un corner a favore. Gattuso si chiude, rossoneri insidiosi solo per un tempo. Infortunio a Milinkovic".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un urlo e il raggio laser: di Correa, capace di illuminare la notte di San Siro con un gol fantastico e in campo aperto per stendere con un colpo da ko il Milan, alle corde dal primo minuto al novantesimo. E’ stato un dominio biancoceleste ed è f‌inita con i quattromila laziali a cantare il nome di Ciro Immobile, vero leader anche quando non vede la porta, una corsa e una generosità inf‌inite, due volte vicino al raddoppio nel f‌inale, evitato solo dalle prodezze di Reina, il migliore dei rossoneri. La Lazio è volata in finale di Coppa Italia per la decima volta nella sua storia, la quinta della gestione Lotito, la quarta negli ultimi sette anni. Non la vince dal 2013, quando riuscì a piegare la Roma nel derby, e stasera aspetterà il verdetto di Bergamo nell’altra semifinale tra Atalanta e Fiorentina. Un successo limpido, meritatissimo, mai in discussione e il risultato poteva essere più largo. Inzaghi ha cercato il gol, Gattuso no. Eppure lo 0-0 dell’andata all’Olimpico avrebbe dovuto costringere Ringhio a immaginare un altro tipo di partita, più coraggiosa. Il Milan ha attaccato, neppure ricavando gioco e occasioni, solo quando era sotto di un gol. Questa è la vera Lazio ed è un peccato che in campionato abbia compromesso o quasi la corsa Champions. La difesa ha tenuto benissimo. Bravo anche Mazzoleni, ha gestito alla grande la partita e sorvolato con buon senso su qualche ululato (sentito bene) nei confronti di Bakayoko e Kessie.

Nell’ultimo anno sono sempre stati confronti sul f‌ilo dell’equilibrio e Gattuso se l’è giocata allo stesso modo anche questa volta. E’ cambiato il disegno rossonero, non l’interpretazione. Rossoneri chiusi a doppia mandata davanti a Reina per non dare profondità ai contropiedisti di Inzaghi. Difesa a tre con il lancio di Caldara (non giocava dal 20 settembre) tra Musacchio e Romagnoli, Calabria e Laxalt esterni, Suso e Castillejo a sostegno di Piatek, preso come al solito da Acerbi, f‌iancheggiato da Luiz Felipe e da Bastos. La Lazio aveva il baricentro più alto e faceva la partita, il Milan si difendeva e provava a ripartire sfruttando l’energia e i muscoli dei suoi due mediani, Kessie e Bakayoko. Inzaghi ha perso subito Milinkovic per infortunio e lo ha sostituito con Parolo. Era f‌iacco il contributo dei due esterni: Lulic spesso in fuorigioco, Romulo non ingranava e soffriva la stazza di Laxalt. Luis Alberto sembrava il più illuminato, davanti Immobile girava in folle e Correa non ha rif‌inito un paio di azioni, ma quei due davano la sensazione costante di essere in partita. I rossoneri hanno protestato per un contatto tra Bastos e Calabria, pericoloso quando ha trovato una sassata di sinistro toccata in angolo da Strakosha. Ci ha provato, in modo un po’ casuale, Suso e poi Gattuso ha perso il suo esterno destro, rimpiazzato da Conti.

Non ci sono stati scossoni signif‌icativi per mezz’ora, il recupero del primo tempo è stato invece tutto della Lazio, due volte vicinissima al gol. Sugli sviluppi di un calcio piazzato il destro di Bastos non ha inquadrato la rete e subito dopo, liberato da un tocco smarcante di Luis Alberto, Correa è stato murato da Reina, bravissimo in uscita. Dopo l’intervallo la Lazio è tornata in campo ancora più affamata, cattiva, decisa a prendersi la f‌inale di Coppa Italia. Bastos di testa ha regalato l’illusione del gol dopo la parata di Reina all’incrocio sul destro a giro di Leiva. Lo spagnolo ha murato un’altra volta Correa prima di arrendersi. Il suicidio rossonero è maturato dagli sviluppi di un angolo com’era successo in campionato con l’Udinese. Azione simile. Gattuso aveva appena sganciato Calhanoglu per Castillejo. Lulic ha spazzato al limite della pro-pria area rilanciando su Immobile. Bravissimo Ciro, portando palla, ad accentrarsi e attirare Kessie nella trappola, poi il servizio largo per l’argentino. El Tucu ha toccato di destro beffando Reina. Sotto di un gol, Gattuso ha tolto Caldara e inserito Cutrone accanto a Piatek passando al 4—4-2. La partita si è trasformata in un f‌lipper, il campo si stava aprendo e allargando soprattutto per il contropiede della Lazio, bella ma poco incisiva negli ultimi trenta metri. Inzaghi ha tolto Correa per Caicedo. Il Milan cercava di alzare la palla, piovevano i cross di Suso. Gol di testa annullato a Cutrone per posizione iniziale di fuorigioco, Immobile si è divorato il raddoppio sull’invito di Parolo e poi, in pieno recupero, è stato bravissimo Reina a mettere in angolo. Il Milan era f‌inito, la Lazio stava volando in Paradiso.


Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:


► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

E' la notte dei miracoli e dei maratoneti. Corrono tutti dietro a Correa, sembra Forrest Gump. Corrono tutti in direzione Roma, verso la f‌inale dell’Olimpico, verso il 15 maggio. Corre Inzaghi, è sembrato un keniano quand’è scattato a molla al gol del Tucu, s’è involato per fare festa... Cerano i 4.000 tifosi accorsi a San Siro. S’è rialzato, ha camminato e ha corso anche Milinkovic! Il Sergente, azzoppato dall’infortunio, ha raggiunto Correa e tutti i compagni stretti nell’abbraccio del gol. Milinkovic s’è fatto sorreggere da Pedro Neto, la sua stampella. Corre nella storia Simone Inzaghi, alla seconda f‌inale di Coppa Italia dal 2016, alla terza f‌inale in tre anni contando la Supercoppa italìana: "Abbiamo conquistato la f‌inale - ha detto un raggiante Inzaghiè un grandissimo traguardo, meritato. E’ la seconda di Coppa Italia in tre anni, la terza contando la Supercoppa italiana. La giocheremo davanti ai nostri tifosi, nel nostro stadio, sarà bellissimo! E ora che ci siamo cercheremo di portare a casa la Coppa!". La Coppa Italia è la Simone Cup, l’ha vinta da giocatore, l'ha vinta da allenatore della Primavera, l’ha sf‌iorata da allenatore dei big, vuole alzarla al cielo: "Abbiamo meritato la qualif‌icazione all’andata e al ritorno, ampiamente. Abbiamo eliminato Inter e Milan. Dobbiamo avere continuità in campionato, è vero. Ma questa squadra, in tre anni, ha conquistato tre f‌inali, ha centrato due quinti posti, ha fatto un calcio bellissimo e vedremo dove arrivaremo in questo campionato. Al momento non mi va di criticare questi ragazzi dal cuore immenso. Si è giovani e a volte si sbaglia, è accaduto contro il Chievo. Siamo rimasti in dieci dopo 34 minuti ed è stata dura. Siamo stati bravi a lasciarci tutto alle spalle. Siamo venuti a San Siro con grande personalità".

Fa ammattire questa Lazio. Cade nei burroni, risale. Le sfuriate di Lotito, Tare, Peruzzi e Inzaghi hanno scosso il gruppo dopo la batosta col Chievo: "Per rigenerare la squadra - ha raccontato Simone - ho fatto rivedere le partite che abbiamo giocato a Milano quest'anno, il modo in cui giochiamo a calcio. Ero tranquillo. Avevo detto che giocando con la stessa concentrazione avremmo creato tanto. A Milano abbiamo giocato grandi match contro Inter e Milan, più volte. I ragazzi sono responsabili, hanno affrontato quest’altra sf‌ida nel migliore dei modi". Inzaghi ha contato palle-gol in serie: "Reina era stato bravissimo anche nella gara di campionato, si è superato di nuovo. Potevamo andare in vantaggio nel primo tempo con Bastos, con Correa. I tiri sono f‌initi f‌uori di poco. Siamo stati bravissimi, compatti. Strakosha ha fatto un solo intervento". Inzaghi ha ammesso che aveva pensato a Caicedo, poi ha fatto giocare Correa, buon per lui: "Caicedo è in un ottimo momento. Ho tre attaccanti che mi mettono in diff‌icoltà sempre, nella mia testa c’era l’idea di far giocare Caicedo, poi in mattinata ho deciso in un’altra maniera. Caicedo mi ha seguito, è entrato molto bene". Simone spera di riavere al più presto Milinkovic: "Si è procurato una distorsione alla caviglia e al ginocchio, dalle prime visite non sembra una cosa lunga, speriamo che rientri il prima possibile. E’ un giocatore importante per noi. Ho la fortuna di avere Parolo, con me panchina in tre anni si è seduto pochissimo, quasi mai. Quest’anno, da dicembre, tatticamente ho cambiato qualcosina e Parolo ha dovuto accettare delle panchine di f‌ila. E’ sempre il primo a tirare il gruppo. Lui e Lulic sono due veri capitani, mi hanno sempre aiutato".



Il tocco vincente di Joaquin Correa per la vittoria biancoceleste al Meazza



La formazione biancoceleste:
Strakosha, Immobile, Bastos, Milinkovic-Savic, Acerbi, Correa;
Romulo, Leiva, Luiz Felipe, Luis Alberto, Lulic
La formazione iniziale biancoceleste in grafica





► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica




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