Mercoledì 24 ottobre 2001 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Galatasaray SK 1-0

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24 ottobre 2001 - Roma, stadio Olimpico - Champions League - Fase a gironi gruppo "D", gara 5

LAZIO: Peruzzi, Stam (46' Pancaro), Nesta, Favalli, Negro, Giannichedda, Mendieta, Cesar, Fiore (62' Stankovic), C.Lopez (71' S. Inzaghi), Crespo. A disposizione: Marchegiani, Couto, Baggio, Kovacevic. Allenatore: Zaccheroni.

GALATASARAY: Mondragon, Perez, Vedat (16' Suat), Emre, Ergun, Bulent, Fleurquin, Victoria (80' Serkan), Hasan Sas, Sergen, Umit Karan (63' Arif). A disposizione: Kerem, Ayhan, Faruk, Horwath. Allenatore: Lucescu.

Arbitro: Sig. Levnikov (RUS) - Assistenti Sigg. Lebedev (RUS) e Germanchuk (RUS) - Quarto arbitro Sig. Ivanov (RUS).

Marcatori: 76' Stankovic.

Note: ammonito S. Inzaghi.

Spettatori: 20.363 paganti.

La formazione laziale
Claudio Lopez in azione
Stefano Fiore cerca di fermare un'azione turca
Stefano Fiore
L'esultanza di Dejan Stankovic dopo la marcatura
Il biglietto della partita

Dal Corriere dello Sport:

Zaccheroni sceglie la coppia offensiva Crespo-Lopez lasciando in panchina il bomber europeo Simone Inzaghi. Dall'altra parte Lucescu ha alcuni problemi di formazione, in particolare nel reparto difensivo. I primi 45 minuti non si possono di certo definire emozionanti. La partita si gioca su ritmi bassi soprattutto per l'atteggiamento difensivo degli ospiti. La Lazio deve fare la partita ma non ci riesce. Fiore e Cesar restano imbrigliati nella morsa degli uomini di Mircea Lucescu, così la prima frazione di gara passa tra gli sbadigli. L'unico sussulto arriva al 37' con un break offensivo da parte dei rosso-gialli che arrivano alla conclusione con Bulet, la respinta di Peruzzi non è delle migliori e Umit si lancia sulla ribattuta, ma il portiere della Nazionale si riscatta e salva il risultato. L'intervallo non cambia la partita. Al Galatasaray il pari va bene e in campo si vede. Linee corte, corsa e pressing mettono in evidente difficoltà i padroni di casa che da parte loro sono troppo lenti e poco precisi per pensare di impensierire Mondragon. Per cambiare la partita allora Zaccheroni pensa ai cambi, e azzecca le mosse.

Tre cambi tra il 45' e il 70'. Il primo è quello di Pancaro, l'ultimo quello si Simone Inzaghi, in mezzo quello decisivo: Stankovic. Il serbo prende il posto di un evanescente Fiore intorno all'ora di gioco e sin da subito dimostra di poter cambiare la partita. Ma prima è decisivo ancora una volta Peruzzi che disinnesca miracolosamente una deviazione sottoporta di Suat, per giunta di mano. Il minuto che cambia le sorti della partita è il 77' e l'uomo decisivo veste la maglia numero 5. I turchi perdono palla sulla trequarti offensiva e i biancocelesti ripartono velocissimi. Stankovic riceve sulla linea mediana e si invola verso l'area turca, salta il suo diretto avversario e arrivato sui 25 metri scarica un destro che si va ad infilare nell'angolo alla destra di Mondragon. Il muro eretto da Lucescu crolla a meno di 15' dalla fine e il Galatasaray è costretto a uscire dalla sua metà campo lasciando ampi spazi al contropiede laziale. Ma la serata degli attaccanti biancocelesti non è sicuramente delle migliori e prima Inzaghi, subentrato a Lopez, e poi Crespo non riescono a chiudere la partita. Il triplice fischio del direttore di gara Levnikov pone fine al match e fa esplodere la gioia della Curva Nord.


Dal Corriere della Sera:

Dal nulla esce la grande speranza. La Lazio più brutta di una brutta stagione pesca il massimo dal primo tiro verso la porta avversaria (Stankovic al 31' della ripresa) e dal regalo che arriva da Eindhoven, dove Psv e Nantes hanno pareggiato 0-0. Ora non ci sono più calcoli da fare. La Lazio deve vincere a Nantes, martedì, e sarà qualificata al secondo turno della Champions League. Tutto è nelle sue gambe e nella sua testa. Poco prima del gol di Stankovic, con ironia, la Curva nord aveva intonato un coro: "Un tiro in porta, perché no?". Era uno sfottò, si è trasformato in una premonizione. E' bastato un tiro e mezzo - c'è anche un'occasione per Inzaghi, quando il Galatasaray si era allungato per cercare il pareggio - unito alla solita paratissima di Peruzzi. Due sono le strade per commentare questa squadra. La prima, più colorita e un po' banale, è rifarsi al cosiddetto "cul de Zac". L'altra è prendere atto che questa squadra rumina calcio, ma prende pochissimi gol: e questa, nel calcio, è sempre una buona base. Importante è anche il riflesso psicologico: arrivare al derby con uno 0-0 e l'eliminazione dall'Europa avrebbe caricato i giocatori di una pressione ai limiti dell'insostenibile.

Ora, comunque vada, la sfida alla Roma non sarà l'ultima spiaggia. Ci sarà Nantes, con l'Europa da inseguire. Il Galatasaray ha pagato una distrazione difensiva (nessuno ha chiuso su Stankovic) e l'aver giocato sempre al risparmio. Cercava lo 0-0, ma contro la Lazio di ieri sera, forse, rischiare un calcio meno sparagnino avrebbe pagato. Difficile dire se, con due esterni di emergenza e del tutto inadatti al ruolo (Negro) o ai ritmi del calcio europeo (Cesar), la squadra si sia presentata al via senza sentire il fuoco della partita senza futuro. Facile vedere il nulla creato nel primo tempo, se non la parata decisiva di Peruzzi (al 37'): tiro di Sergen e prima respinta non impeccabile, poi un miracolo a valanga su Umit Karan. L'uscita di Stam (riacutizzarsi del problema al tendine, derby a forte rischio) ha reso obbligata una mossa logica: dentro Pancaro a centrocampo e Negro retrocesso a centrale difensivo. Con l'ingresso di Stankovic per Fiore questo poco è stato abbastanza. Il serbo, finalmente nel suo ruolo dietro le punte, ha inventato l'azione decisiva. L'Europa è ancora lì. Bisogna andare a prenderla in Francia.