Mercoledì 4 novembre 2020 – San Pietroburgo, Saint Petersburg Stadium – Zenit San Pietroburgo-Lazio 1-1

Da LazioWiki.

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4 novembre 2020 – San Pietroburgo (Russia), Saint Petersburg Stadium - Champions League – Fase a gironi gruppo F, gara 3 - inizio ore 18.55


ZENIT: Kerzhakov, Karavaev, Lovren, Rakits'kyy, Douglas Santos, Zhirkov (78' Krugovoi), Erokhin (61' Mostovoy), Barrios, Ozdoev (91' Sutormin), Kuzyaev (91' Wendel), Dzyuba. A disposizione: Vasyutin, Lunev, Prokhin, Shamkin. Allenatore: Semak.

LAZIO: Reina, Patric, Hoedt, Acerbi, Marusic, Akpa Akpro, Parolo (53' Cataldi), Milinkovic-Savic, Fares (60' Pereira), Correa (85' Luiz Felipe), Muriqi (60' Caicedo). A disposizione: Furlanetto, Alia, Armini, Franco, Pica, Bertini, Czyz. Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: Sig. Dias (Portogallo) - Assistenti Sigg. Tavares e Soares - Quarto uomo Sig. Carvalho-Nobre - V.A.R. Sig. Martins- A.V.A.R. Sig. Godinho – Delegato UEFA Sig. Ilyich (Bulgaria) - Osservatore arbitro Sig. Vassaras (Grecia).

Marcatori: 32' Erokhin, 81' Caicedo.

Note: ammonito al 5' Akpa Akpro, al 7' Kuzyaev, al 59' Milinkovic, al 78' Caicedo, all'86' Krugovoi tutti per gioco falloso, al 55' Inzaghi, al 78' Barrios ed all'85' Lovren tutti per proteste, all'85' Reina per comportamento non regolamentare. Angoli 3-3. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 20.000 circa.


Stacco aereo di Vedat Muriqui
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"Momo" Fares
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Francesco Acerbi
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Joaquin "Tucu" Correa
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Sergej Milinkovic-Savic
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Wesley Hoedt
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Danilo Cataldi
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Jean Daniel Akpa-Akpro
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Adam Marusic
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Wesley Hoedt e Marco Parolo
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Sergej Milinkovic Savic stacca di testa nell'area avversaria
Felipe Caicedo festeggia il gol realizzato
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio last minute. Ci pensa Caicedo. Inzaghi si salva col bomber che colpisce nel finale. I biancocelesti riacciuffano lo Zenit e sono secondi dietro il Borussia Dortmund. Per l’ecuadoriano gol-bis dopo il Toro".

Continua la "rosea": Il pareggio è un esito giusto. La Lazio avrà anche mille guai, però sul campo riesce a tirarsene fuori anche quando sembra spacciata. Che ci riesca da squadra, vedi il successo sul Borussia Dortmund, o con una benedizione improvvisa, vedi Caicedo ieri dopo il 4-3 con il Torino, poco conta. E’ più importante adesso lasciar passare la bufera e continuare ad accatastare punti in Champions. La Lazio arriva a metà girone imbattuta e seconda, evita la caduta contro una rivale poco feroce, limitata nell’aggressività e capace di farsi sentire soltanto quando riesce ad appoggiare il gioco sul gigante Dzyuba. I laziali stavano perdendo un match dopo aver lasciato due soli tiri in porta; hanno riacciuffato la parità quando Inzaghi ha cambiato l’attacco. Poi stavano buttando via la gioia nel recupero per un errore di Milinkovic, fino a quel punto inappuntabile. Per fortuna un fuorigioco sul primo passaggio ha fatto annullare la rete di Mostovoy al 93’. Sarebbe stata una punizione terribile.

Cambi e ricambi. Inzaghi per tutta la partita ha cercato di sistemare la sua banda per farle trovare un assetto redditizio. La posizione da rimonta con due trequartisti (Pereira e Correa) e una punta agile (Caicedo) entra nelle maglie dello Zenit anche perché viene alimentata dalla copiosa offerta di Acerbi a sinistra e dagli inserimenti di Milinkovic. Per arrivare a questa dimensione, la Lazio si aggiusta continuamente. Quando "legge" la sistemazione dello Zenit, l’allenatore decide dopo il via di stendere la sua squadra sulle impronte dei rivali, spesso a 4-4-2, così allarga Patric a destra in difesa, alza Marusic, mentre a sinistra Akpa Akpro ondeggia tra centro e fascia. D’altronde i russi, che erano ancora a quota zero dopo due partite, modificano con spostamenti nemmeno troppo agili l’idea tattica, virando anche su un 4-1-3-2 nel quale l’avanzamento di Erokhin risulta decisivo perché è proprio lui a portarli avanti. I motivi. Non che l’idea di Inzaghi fallisca subito. Per mezz’ora la Lazio tiene inscatolato lo Zenit consentendo un possesso lento, poche vie di passaggio e nessuna sorpresa alle spalle dei difensori. Però i laziali non riescono a infilarsi nella rete difensiva altrui, anche perché c’è poca collaborazione tra Correa e Muriqi e non arrivano passaggi in profondità, non sgorgano scambi veloci che possano mandare in affanno i difensori.

E’ vero che la rete di Erokhin è l’unico tiro in porta della prima parte, però la difesa resta piantata sulla prima incursione di Zhirkov. Si sapeva che Dzyuba aveva nel gioco aereo il suo punto di forza, e sul suo doppio colpo per servire Erokhin sono in ritardo Acerbi e Hoedt. Rimane comunque l’unica concessione in area. Quando l’autore del gol esce malconcio, Dzyuba non ha più l’appoggio immediato. Lo Zenit fa paura con un’incursione del suo sostituto, Mostovoy, però la Lazio comincia a crescere: se da Fares (cambiato con Pereira), Akpa Akpro (impaurito da un cartellino in avvio) e Marusic arrivava poco, la velocità di passaggio e la forza nelle incursioni migliorano con la disposizione dopo gli ingressi di Pereira e Caicedo (3-4-2-1). Le conseguenze. Va comunque sempre ricordato che prima di ogni giudizio sui biancocelesti si deve elencare la lista di assenti, costituita da dieci elementi fra cui Immobile, Luis Alberto, Leiva, Strakosha, Lazzari. In questa emergenza chiudere così "l’andata" del girone dietro al Borussia può portare ottimismo. Bruges e Zenit sono tutt’altro che terribili e dovranno passare dall’Olimpico nella seconda parte del cammino. La Lazio dopo San Pietroburgo ritroverà qualche altro leader e ha buone possibilità di qualificazione.


► Il Corriere dello Sport titola: "Caicedo, è Lazio di cuore. Il Panterone entra e firma il pari nel finale. Decisivi i cambi: bene anche Pereira. Inzaghi rimonta in emergenza e vede gli ottavi. L'ecuadoriano protagonista come a Torino senza Immobile e tantissimi titolari. Ai russi non basta il gol di Erokhin".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Si, la Lazio viaggia come cantava Lucio Battisti, evitando le buche più dure. Non solo cuore e orgoglio per superare la trappola dei tamponi, continuando a correre in Champions nel segno della Pantera Nera: da Torino a San Pietroburgo, stessa magia, trovando un altro gol decisivo all’ultima curva e dopo essersi alzato dalla panchina. Se Caicedo ha risolto, confermando di essere il centravanti più affidabile in assenza di Immobile, il gruppo di Inzaghi in Russia ha dimostrato di possedere un patrimonio tecnico e alternative mai troppo celebrate, altrimenti non sarebbe stato possibile resistere allo Zenit, testa di serie al sorteggio in prima fascia, e riacciuffare un pareggio pesantissimo. Dopo tre giornate la Lazio è seconda e imbattuta, ha piegato il Dortmund e ha raccolto due pareggi in trasferta con il Bruges e ieri a San Pietroburgo che sarebbero state due vittorie certe se avesse giocato al completo. Ora all’Olimpico l’opportunità per chiudere il conto e compiere un altro passo verso la qualificazione agli ottavi, inimmaginabile all’esordio e dopo tredici anni di latitanza in un torneo così prestigioso. Fa rif‌lettere l’altro record centrato da Inzaghi: bisogna risalire al 2001, neppure un anno dopo lo scudetto, per ritrovare una Lazio imbattuta in tre partite consecutive di Champions.

Assenze. Personalità e nessun contraccolpo all’impatto europeo nonostante un elenco inf‌inito di indisponibili, quasi sparito dietro al caso legato alla positività contestata della Scarpa d’Oro. Ecco il grande merito della Lazio, capace di reagire al gol di Erokhin e di restare in partita, rischiando quasi mai il raddoppio, anzi una sola volta, quando Mostovoy non ha inquadrato il bersaglio con Reina in uscita. Mancavano altri cinque titolari (Leiva, Radu, Luis Alberto, Lazzari, Strakosha senza contare Luiz Felipe, sganciato solo negli ultimi minuti perché bisognava limitare i rischi e Inzaghi ha tolto Correa riequilibrando una formazione sbilanciata. Dall’inizio della ripresa, con l’ingresso di Cataldi, Simone aveva alzato la qualità e il palleggio accanto a Milinkovic, vera stella della Lazio, protagonista di un’altra prova da applausi al netto dell’errore in appoggio che ha portato al gol di Mostovoy, annullato per il fuorigioco di Dzyuba. Sarebbe stata una beffa. Svolta. Sono stati decisivi gli ingressi di Caicedo per Muriqi (deludente e in ritardo di condizione) e di Pereira per Fares dando nell'ultima mezz’ora un altro senso e pericolosità all’attacco, testimoniato dalle cifre: 15 tiri della Lazio, di cui 9 nella ripresa, contro i 7 dello Zenit. L’ex Manchester United, dopo l’ennesimo rovesciamento box to box da calcio inglese, ha visto l’inserimento di Acerbi.

Il difensore, ormai trasformato nell’ala aggiunta di Inzaghi, ha scodellato la palla messa dentro da Caicedo, salito a rimorchio, con un sinistro al volo. Giusto così dopo un gol di testa sf‌iorato dall’ecuadoriano, l’occasione fallita da Correa, diverse altre ripartenze fallite per difetto di rif‌initura, il contatto sospetto in area tra Marusic e Karavaev. Mosse. La Lazio si è sciolta, ritrovando il suo gioco e distendendosi alla distanza. Bravo Inzaghi. Una strategia precisa puntare sui cambi e l'attesa del primo tempo, in cui ha cambiato più volte la disposizione, risparmiando energie. Simone ha ordinato quasi subito il 4-4-2 per contrastare l’ampiezza a sinistra dei russi con Douglas Santos e l’eterno Zhirkov, è tornato al 3-5-2 e ha rimescolato in continuazione le pedine, sino a chiudere con Marusic a sinistra e Akpa (meno brillante, condizionato dal giallo) a destra. Il gol dello Zenit alla mezz’ora era arrivato quasi per caso, grazie a tre colpi di testa (l’ultimo di Dzyuba, facendo fuori Acerbi e Hoedt) per favorire la girata del gioiellino Erokhin. Non è bastato per spedire al tappeto la Lazio e tornare in corsa. I russi, all'ultimo posto, sono quasi fuori. Ora bisognerà staccare il Bruges.


Il Messaggero online titola: "Zenit-Lazio 1-1: sempre Caicedo, biancocelesti imbattuti nel girone".

Prosegue il quotidiano romano: "Amami o faccio un Caicedo": il tormentone ritorna a suonare prepotentemente nelle orecchie dei tifosi laziali. E, dopo essere stato decisivo a Torino, la "Pantera" di Simone Inzaghi s'iscrive anche in Russia nel tabellino dei marcatori. Impatto devastante sulla partita e soprattutto preciso sulla palla di Acerbi. Kerzhakov battuto e punto pesantissimo per la Lazio. Che nell'attesa di risolvere la querelle tamponi, continua a dimostrare di essere una squadra forte, compatta, che si esalta nell'emergenza. Primo posto nel girone in attesa dell'altra partita e consapevolezza che, la qualificazione, passa dalle proprie prestazioni. Anche perché, al ritorno, saranno due le partite in casa da affrontare contro altrettanti avversari sulla carta abbordabili. E se Inzaghi riuscirà ad avere tutta la rosa a disposizione, allora sarà tutto più semplice. Si torna a casa con un ottimo risultato e da domani si pensa già alla Juventus. Non è il momento di fermarsi.


► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:

Ancora Caicedo, la Lazio riprende lo Zenit. A San Pietroburgo, i Biancocelesti - senza diversi titolari - vanno sotto trafitti da Erokhin, ma riescono a pareggiare a otto minuti dalla fine grazie all'attaccante dell'Ecuador, già decisivo domenica scorsa contro il Torino.

La Lazio pareggia in rimonta sul campo dello Zenit San Pietroburgo e resta imbattuta nel Gruppo F della UEFA Champions League. In Russia i Biancocelesti, senza diversi "big", vanno sotto nel primo tempo "trafitti" da Aleksandr Erokhin, ma Felipe Caicedo - match-winner domenica scorsa sul campo del Torino - firma il prezioso 1-1 a otto minuti dalla fine. Orfana tra gli altri di Ciro Immobile, Luis Alberto, Lucas Leiva e Thomas Strakosha, la squadra guidata da Simone Inzaghi ha conquistato il secondo 1-1 consecutivo in trasferta, evidenziando ancora una volta grande carattere e capacità di soffrire. Ottenendo un risultato molto importante per l’autostima e le ambizioni europee del club, anche se questa sera Club Brugge o Borussia Dortmund potrebbero portarsi in testa al girone. La prima occasione la creano i Biancocelesti, ma la conclusione di Francesco Acerbi sul cross di Adam Marušić è poco convinta e Mikhail Kerzhakov controlla senza problemi. Joaquín Correa, il "Tucu", mette i brividi ai padroni di casa con un tiro direttamente da calcio d’angolo che per poco non sorprende il portiere avversario, ma alla mezzora è lo Zenit a passare.

Sul cross di Yuri Zhirkov, il capitano Artem Dzyuba serve Erokhin che da due passi calcia al volo e supera Pepe Reina. La squadra di Inzaghi prova a reagire con Vedat Muriqi, ma il colpo di testa sul cross di Marušić dell’attaccante kosovaro - schierato ancora titolare con Correa - termina alto anche se di poco. Nella ripresa Reina blocca un tentativo centrale di Magomed Ozdoyev, poi la Lazio cambia: fuori Marco Parolo, dentro Danilo Cataldi. Alla mezzora il tecnico decide altre due sostituzioni, inserendo Caicedo e Andreas Pereira al posto di Muriqi e Mohamed Farès. Andrei Mostovoy, solo davanti a Reina, sfiora il raddoppio, poi la squadra di Inzaghi vede i suoi sforzi ricompensati a otto minuti dalla fine, con un’azione confezionata proprio da due dei nuovi entrati. Cross preciso di Andreas Pereira e correzione di piatto vincente di Caicedo, che firma l’1-1.


► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Il riconoscimento di Inzaghi, uno spot per la sua Lazio valorosa: "Onore a questo gruppo". Il titolo d’onore l’ha assegnato Simone tributando applausi e complimenti ai suoi uomini, concedendo la benemerenza per i sacrif‌ici fatti e i risultati ottenuti: "E’ una grande soddisfazione avere un gruppo così, è difficile in questo momento chiedere qualcosa in più a tutti, stanno utilizzando tutte le energie che hanno. Nelle ultime due trasferte di Champions eravamo dodici-tredici giocatori. I ragazzi stanno andando al di là di qualsiasi aspettativa, faccio loro i complimenti". Complimenti anche a Inzaghi, recordman della panchina. Per la prima volta la Lazio è rimasta imbattuta dopo le prime tre gare della fase a gironi di Champions (una vittoria, due pareggi): "Pretendo tanto dalla squadra, a f‌ine primo tempo ho detto ai ragazzi che potevano dare di più anche se so che stanno raschiando il barile e non è semplice. Adesso ci aspetta una gara importante contro la Juve, dovremo organizzarla in tre giorni sperando di recuperare qualcuno, dobbiamo recuperare forze". Il Panterone. La mossa "Panterone" ha funzionato di nuovo: "Caicedo entra dalla panchina e ci aiuta. Ma anche quando parte dall’inizio fa bene, ricordo la partita con l’Atalanta. Se non avesse avuto il problema alla spalla, che lo tormenta da quindici giorni, probabilmente non sarebbe partito dalla panchina. Il gol in Champions è un premio meritato per un ragazzo che si è sempre fatto ben volere, dà sempre tutto". Simone ha svelato che sono in corso valutazioni per risolvere il problema che aff‌ligge Caicedo ad una spalla: "Dovremo fare qualcosa durante la sosta perché sta giocando dolorante".

E’ una Lazio indomita: "Abbiamo un’emergenza evidente e inaspettata. I ragazzi sono stati bravi. Abbiamo giocato contro una buona squadra che ha una buona intensità. Ora recuperiamo le forze e affrontiamo l’ultima partita di questo ciclo con la Juve, poi ci sarà la sosta. Abbiamo affrontato la sesta partita in meno di 20 giorni". Il pari e d’oro: "Accogliamo con piacere questo pareggio. Stiamo giocando partite di Champions con i giocatori contati". Cinque punti in classifica, la Lazio è sulla buona strada: "Il Borussia è favorito, ma Bruges e Zenit sono molto preparate. Le abbiamo aff‌iontate in trasferta in un periodo di emergenza. Ci teniamo stretti questi due pareggi". Le indagini. Simone non ha voluto parlare delle indagini della Procura Figc: "Posso parlare di campo, mi spiace essere in queste condizioni. Siamo in forte difficoltà, penso alla bella Lazio che abbiamo visto con Immobile, Luis Alberto, Leiva, Radu, Lulic, Strakosha, Escalante... Sono titolari o alternative importanti, posso solo ringraziare chi scende in campo ogni due giorni e mezzo facendo un sacrif‌icio in più". Ieri era sofferente anche Luiz Felipe, è stato risparmiato, è entrato nel f‌inale: "Aveva un dolore al polpaccio, non riusciva a camminare, l’ho fatto entrare negli ultimi minuti". Lo avrà contro la Juve, buona la "scusa" per farlo riposare.



Galleria di immagini sulle reti della gara
La rete del vantaggio russo
Felipe Caicedo per il pareggio biancoceleste



La formazione biancoceleste:
Reina, Muriqui, Hoedt, Milinkovic, Acerbi, Correa;
Parolo, Akpa-Akpro, Fares, Patric, Marusic
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:






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