Sabato 21 giugno 1958 - Roma, stadio Olimpico - Roma-Lazio 2-3

Da LazioWiki.

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21 giugno 1958 - Coppa Italia 1957/58 - III turno

ROMA: Panetti, Griffith, Losi, Menegotti, Stucchi, Magli (46' Guarnacci), Morbello, Pestrin, Secchi, Da Costa, Lojodice. All. Nordahl. D.T. Busini.

LAZIO: Lovati, Colombo, Lo Buono, Carradori, Pinardi, Pozzan, Bizzarri, Burini (46' Fumagalli), Tozzi, Tagnin, Prini. All. Bernardini.

Arbitro: sig. Annoscia di Bari.

Marcatori: 10' Tozzi, 26' Da Costa, 48' Tozzi, 57' Lojodice, 69' Bizzarri.

Note: spettatori 50.000 circa. Calci d'angolo 10-3 a favore della Roma (p.t. 4-2). Egidio Fumagalli è il primo giocatore a subentrare come sostituto in un incontro ufficiale della Lazio.


Una fase dell'incontro
Il portiere biancoceleste Lovati
Mischia in area
Il raddoppio di Tozzi
da Il Calcio Illustrato
Il gol decisivo di Bizzarri, nulla da fare per il portiere romanista Panetti
da Il Calcio Illustrato
La vendita dei biglietti
dal Corriere dello Sport

Il primo derby "notturno" della storia nella cronaca dei principali quotidiani.

Il Messaggero titola: “All’insegna del gran gioco e della velocità il derby di Coppa Italia vinto dalla Lazio – Tre a due per i biancazzurri, presenti circa quarantamila spettatori – Cinque gol, tre pali e tanti tiri da una parte e dall’altra hanno entusiasmato i presenti – Le due squadre hanno dato spettacolo e se la Lazio ha vinto, la Roma ha contrastato ottimamente il passo sul piano tecnico – Da segnalare la prova di Fumagalli – Ottimi Tozzi e Da Costa”.

Il derby romano della Coppa Italia è stato vinto dalla Lazio. “Fuffo nostro”, che per i romanisti è diventato "Fuffo di quegli altri", ha imbroccato tattica e gioco. Ne siamo contenti per Bernardini, ma dobbiamo dire che la Roma, in misura non certo minore della Lazio, è stata protagonista della più bella, divertente, veloce partita che si sia vista in questi ultimi tempi, non soltanto sotto i riflettori, ma anche alla luce del sole.

Se il cronista dovesse raccontare tutti gli episodi di questa gustosa notturna, sorgerebbe per lui l’alba dalle rosee dita. Cinque gol, tre paletti, tanti tiri, da una parte e dall’altra, con eccedenza da parte laziale, hanno deliziato i trentacinquemila e più spettatori accorsi all’Olimpico. La Coppa evidentemente sta prendendo piede. E giocassero sempre così le squadre il suo successo sarebbe immancabile.

Il lettore non creda – e non poteva essere – che Lazio e Roma non abbiano rivelato difetti. Ma hanno divertito. Hanno giocato con lo spirito della Coppa del Mondo, tanto per capirci; hanno corso, hanno svolto un gioco velocissimo, hanno entusiasmato. Specialmente Tozzi è stato irresistibile. I suoi scatti, i suoi tiri hanno strappato gli applausi. E Costa, almeno nel primo tempo, gli è stato vicino.

La Lazio ha vinto per la migliore organizzazione del suo attacco. Nella ripresa, quando Burini è stato sostituito da Fumagalli, il giovane che Bernardini definisce un emulo di Selmosson, la tattica dei due centravanti ha impegnato Menegotti e Stucchi alla frusta. La Lazio allora ha svolto un’infinità di azioni ariose, tagliando i difensori romanisti con triangolazioni veloci. Fumagalli ha più volte giocato Menegotti, ieri sera piuttosto propenso a scivolare, e si è rivelato veramente un giocatore promettente e interessante. Quanto a Tozzi, trasformato dalle partite di campionato, ha dominato completamente il buon Stucchi che, pur di non mancare a questo derby, ha interrotto la luna di miele. Un applauso alla sua entrata in campo lo ha premiato. Poi, naturalmente, le ovazioni sono state tutte per Tozzi. In sostanza la Lazio, che aveva a terzini Lo Buono e Colombo, se l’è cavata bene anche in difesa. Invece nella Roma c’è stata un poco di confusione e anche Panetti, autore di numerose parate, non è sato sempre felice.

E’ troppo presto per un giudizio sulla Lazio. Pure Tagnin si è riabilitato nella ripresa, giuocando in posizione arretrata, dopo un primo tempo deludente e se Fumagalli è apparso la rivelazione, Bizzarri, che ha segnato un bel gol, e Prini, al solito impiegato da ala tornante, non sono affatto dispiaciuti. La Roma, a differenza della Lazio, è stata debole a metà campo, specialmente quando Guarnacci ha preso il posto di Magli. La luce artificiale non dovrebbe esser gradita a Griffith. Comunque si può dire che i giallorossi sono stati meno brillanti dei laziali e meno fervidi.

E passiamo alle note che limiteremo alle azioni essenziali. La prima rete veniva al 10’. E forse Panetti, di giorno, non l’avrebbe subita. Tozzi, che già aveva aggiustato la mira, tirava forte e teso da trenta metri. Panetti parava inchinandosi, ma il pallone gli sfuggiva e finiva in rete. Al 21’ la Roma pareggiava. Costa scendeva sino all’area di rigore, nessuno si smarcava e allora da fermo tirava una schicchera impressionante che colpiva la faccia interna del paletto, alla destra di Lovati, e terminava in rete. Si aveva un’occasione di rigore per parte, una dimostrazione di grinta da parte di Tagnin, qualche partenza ottima di Secchi, che poi non sapeva aggirare l’avversario, e si era al riposo.

La Lazio segnava al 2’ della ripresa. Fumagalli, interno sinistro, scendeva veloce, veniva affrontato in area da Menegotti che cadeva, centrava di precisione a Tozzi, tutto solo, che infilava con una cannonata dal basso in alto che batteva sotto la traversa. La Roma era lesta a pareggiare. Al 12’ Lojodice sfuggiva a Colombo, in area centrava imbeccando Secchi, che perdeva la palla sullo “stop”, ma poteva recuperarla e mettere in rete da quattro metri.

Seguivano due azioni veramente entusiasmanti di Fumagalli che per poco non portavano in vantaggio nuovamente la Lazio, ma al 23’ Bizzarri, spostato sulla sinistra, partiva in discesa da tre quarti di campo, centrava in area dove Menegotti cadeva dopo essere stato dribblato e tagliava un pallone in diagonale che sorprendeva Panetti. Ma era un pallone difficile, data la luce artificiale. Losi riusciva poco dopa a sbilanciare Tozzi e salvava. Seguiva un pallone di Tozzi sul paletto, quindi, quattro minuti dopo, su azione di Fumagalli, Prini colpiva una traversa.

Il serrate finale era della Roma. Parata di piedi di Lovati su Lojodice e quindi pallone alla base del palo di Costa. Con la Roma all’attacco, terminava una partita veramente da vedere. Per chi non è stato all’Olimpico si può parlare di un’occasione perduta.

► Nell'articolo de La Gazzetta dello Sport, la cronaca della partita.

Roma - Nella ricerca di un gioco conveniente da adattare al suoi nuovi giocatori, Bernardini ha limitato per ora la sua indagine e le sue applicazioni alla sola manovra offensiva. Tagnin, In attesa presumibilmente del ritorno di Selmosson, gli consiglia di schierare il reparto avanzato con Burini interno e Tozzi unica punta avanzata, riservandosi poi di disporre lo svedese e lo stesso Tozzi uomini di punta, con Tagnin solo a centro campo, in aiuto di volta in volta delle due ali, Prini e Bizzarri.

Fra questi due schieramenti non è impossibile che Bernardini scelga il secondo, in considerazione di quanto s'è visto stasera con la Roma nella ripresa, allorché il giovane Fumagalli, subentrato a Burini, ha costituito con Tozzi una coppia più che efficace. Naturalmente la prestazione del brasiliano, davvero spettacolosa, ha consentito di assistere a fasi interessanti, specie nella ripresa, con la Lazio che ha finito per dominare marcando due reti, colpendo due pali, e mancando alcune azioni a portiere battuto in maniera davvero ingenua. Per la difesa biancazzurra considerazioni meno confortanti: Bernardini è in cerca di una sistemazione e non vale giudicare la squadra adesso.

La Roma, puntando come al solito sulla validità della sua mediana, ha retto bene il confronto per circa un'ora, dando financo a tratti l'impressione di poter pareggiare. Con l’uscita di Magli, la squadra s'è Invece disunita nel suo ottimo organico a centro campo e allora gli avanti Inziali hanno potuto raggiungere Panetti con preoccupante frequenza. Nella ripresa, poi, Da Costa è praticamente scomparso, di conseguenza le probabilità offensive della Roma ai sono annullate, ad eccezione di un buon finale, apparso però inutile per due provvidenziali interventi di Lovati.

Ecco le fasi delle segnature. 10': Tozzi, da 30 metri e privo di compagni cui passare la palla, preferisce tirare direttamente a rete e forse la luce artificiale tradisce Panetti. Replica pronto Da Costa al 21': ripete la prodezza del suo avversario e da oltre venti metri coglie prima il palo quindi segna.

Nella ripresa la Lazio va subito in vantaggio al 2': Tagnin-Fumagalli, cross e intervento al volo di Tozzi davvero stupendo. 13': fugge Lojodice sulla destra, su allungo di Menegotti: perfetto passaggio a Secchi solo in area; sul primo tentativo il romanista sbaglia la palla, ma nel secondo batte Lovati. 21': doppio sbaglio a centro campo, uno laziale e uno romanista, quindi Bizzarri scatta sulla sinistra, evita l’intervento di Menegotti e batte imparabilmente Panetti. Nel prosieguo del gioco, due pali in pieno di Tozzi e uno di Prini, quindi tre facili reti sbagliate dai laziali e un buono ma inutile finale romanista.

Il Tempo titola: “Bellissima vittoria della Lazio (3-2) ma la Roma non avrebbe demeritato il parteggio – Gol iniziale di Tozzi, pareggiato da una prodezza di Da Costa – Nella ripresa, replica di Tozzi, pareggio di Secchi e infine spettacolosa rete decisiva di Bizzarri – Due pali per i laziali, uno per i giallorossi”.

Siamo certi che mai si è registrata una pressoché uguale soddisfazione al termine di un derby calcistico stracittadino concluso con la vittoria di una delle due squadre (e, di conseguenza, con la sconfitta dell’altra). Eppure, ieri sera, all’uscita del Foro Italico, se i tifosi della Lazio erano giustamente euforici, quelli della Roma apparivano tutt’altro che mortificati. La loro squadra aveva perduto, ma non era stata per nulla inferiore all’avversaria.

E’ vero che la Lazio aveva messo a segno tre gol contro due e colpito (dopo il terzo gol) un palo e la traversa, ma, nell’incandescente finale della partita, la Roma si era vista respingere fortunosamente dal piede di Lovati la palla del pareggio e subito dopo aveva colpito a sua volta il palo. Infine, proprio allo scadere del tempo regolamentare, su calcio d’angolo, il pareggio era stato ancora sfiorato dai giallorossi. Insomma, la Lazio aveva meritato la vittoria, ma la Roma – nel serrate finale – non avrebbe demeritato il pareggio.

Ecco perché, ripetiamo, se i tifosi laziali erano giustamente esultanti per aver conquistato, con la vittoria nel primo derby notturno, preziosi punti per il successo finale nel girone di Coppa Italia, i tifosi della Roma non apparivano mortificati; tanto più che mentre la Lazio poteva considerarsi in una della migliori formazioni (data l’assenza del solo Selmosson), ai giallorossi mancavano due pedine importanti quale è Ghiggia e quale sarà David.

Alla base della pressoché uguale soddisfazione negli opposti campi del tifo capitolino, sta il magnifico spettacolo offerto da due squadre italiane; spettacolo al cui confronto reggono ben poche partite – analizzate sullo schermo televisivo – del cosiddetto Campionato del Mondo. Come velocità di gioco, possiamo tranquillamente affermare (pur tenendo calcolo dell’illusione di un ritmo più rapido suscitata dal pallone bianco e dalla luce artificiale) che nessuna partita della Coppa Rimet, programmata in Eurovisione, è stata pari a questo derby Roma-Lazio. E quanto a bellezza di gol e di tiri in porta (parati dai portieri e dai “legni”) i due di Tozzi, quello di Da Costa e soprattutto il gol di Bizzarri, potrebbero figurare tra i più belli segnati in questi giorni nel torneo svedese.

Insomma, molti fra i 40.000 spettatori di questa stupenda edizione notturna del derby capitolino sono andati a dormire concludendo che il calcio italiano, benché escluso dalla Coppa Rimet (escluso, come tutti sappiamo, per un concorso di fatalità e colpe), è capace di sviluppare un gioco non meno bello di quello praticato dalle nazionali più quotate. Grazie alla Televisione, il bruciore per l’assenza dal torneo svedese si è gradatamente spento, per lasciar posto alla speranza di una nostra non lontana rivalutazione in campo internazionale.

Chiusa la doverosa digressione, torniamo al derby, premettendo che la cronaca sarà necessariamente stringata, gli episodi di rilievo essendo tanti e tanti da richiedere (se dovessimo tener conto di tutti) uno spazio enorme. Ci limiteremo pertanto alla parte sostanziale del gioco vibrante messo in vetrina dalle due squadre, così affascinate dal tema del “tutto attacco”, sono stati gli elementi di prima linea a dominare. In campo laziale, la palma del numero uno a Tozzi, e non solo perché ha segnato due gol e colpito la traversa; nessuno è apparso più travolgente di lui. A suo vantaggio, una maggiore esperienza in fatto di partite alla luce artificiale, esperienza sfruttata con forti tiri da lontano, contro cui i portieri (e ieri sera ne abbiamo avuto ripetute prove) hanno ben poco da fare.

Iniziale girandola dei giallorossi: Da Costa, Secchi, Da Costa: buon lavoro di Lovati. Improvvisamente (10’) gol di Tozzi: un tiraccio assassino da 25 metri, contro cui Panetti ha opposto mano e corpo, ma senza impedire alla palla bassa di entrare in rete alla sua sinistra. Undici minuti dopo, pareggio di Da Costa: una galoppata personalissima da centro campo, tre scatti e tre arresti, finché (palla sul sinistro) è partito il bolide: scortecciato l’interno del palo a destra di Lovati, rete scossa con violenza.

2’ della ripresa. Centro da sinistra (operato dall’intraprendente Fumagalli, entrato al posto di Burini), stop e frecciata di Tozzi da dieci metri, secondo gol per la Lazio. 12’: fuga di Lojodice sulla destra, ripetutamente ostacolato da Colombo, con abbondanti “arrangiamenti” (prese per la maglia e tentativi di falciata); arbitro che applica la regola del vantaggio e giocatore che centra; stop e tiro di Secchi, da cinque metri; Lovati fuori causa. Al 24’ il più bel gol della partita. Fuga di Bizzarri, da sinistri, sua stupenda finta di corpo che lo affranca di colpo dalla marcatura di Menegotti; poi un fortissimo traversone di destro nell’angolo opposto della rete di Panetti. Poi i tre “legni” cui abbiamo più sopra accennato: il primo di Tozzi al 28’ (spigolo del palo a sinistra di Panetti); il secondo di Fumagalli al 33’ (spigolo della traversa); il terzo di Da Costa al 42’ (base del palo alla destra di Lovati).

Alla fine, giocondi falò di giornali sulle gradinate. In precedenza, un paio di razzi colorati, come un piccolo anticipo dei “fochi di S. Giovanni”. I romani non potevano passare meglio di così la prima sera d’estate.

Il Giornale d'Italia titola: "Conferma di gioco della Lazio di Bernardini. Tozzi batte Da Costa nello spettacolare derby notturno".

Due reti del cannoniere biancoazzurro contro una del romanista, hanno segnato anche Secchi e Bizzarri, due volte i pali hanno salvato Panetti, ma nel finale la Roma è andata vicino al pareggio, felice l'esordio di Fumagalli. Il primo derby notturno ha superato largamente le previsioni dal punto di vista sia tecnico che spettacolare: erano presenti circa 50.000 spettatori, cifra sorprendente in rapporto all'affluenza finora registrata in partite di Coppa Italia e tale da incoraggiare l'azione di rafforzamento delle due società romane per il futuro ed a stimolarle a far sempre meglio.

La fiducia del pubblico questa volta è stata ripagata dai cinque gol, dalle emozioni (due pali ed una serie di parate fortunose) ed in parte anche dal gioco, animoso ed aggressivo quello della Roma, più freddo ma anche più ragionato e limpido quello della Lazio. Pertanto ne è scaturito uno spettacolo divertente, vivace, anche se l'occhio dello spettatore medio, impressionato com'è dalle immagini del campionato del mondo e portato, ora per polemica ed ora per istintivo ragionamento, a rilevare certi limiti e certe lacune quasi radicate nella nostra storia calcistica.

La Lazio ha rispettato in pieno il pronostico, ha attaccato di meno, ma meglio, ha giocato sprecando minori energie e con un maggior gioco collettivo e fantasia individuale. Bernardini sta rendendo interessante e leggera la convalescenza della squadra, facendole dimenticare il passato, ridandole fiducia, idee e disciplina. Il tecnico sta spendendo bene il suo tempo cercando gli orientamenti senza distaccarsi dalle sue formule tradizionali e preferite.

La Lazio ha impostato la partita sul contropiede, mantenendosi costantemente su questo schema, anche quando il meccanismo stentava a porsi in movimento. Le partenze degli attaccanti erano sporadiche, ma sempre veloci e lucide. Le incursioni di Tozzi costituivano delle autentiche sciabolate, sia quando il giocatore cercava la soluzione personale, sia quando faceva da trampolino per l'incursione delle due ali perennemente in movimento e sempre pronte ad invertirsi e ad incrociarsi.

Tozzi realizzò due reti, confermando la propria straordinaria condizione, e colpì un palo che gli impedì la terza marcatura, sicuramente quella di maggior effetto e di maggior abilità, aggiudicandosi così il duello con Da Costa che costituiva una delle premesse più allettanti dell'incontro in virtù del suo spettacolare stato di forma. Tuttavia fu una vittoria di stretta misura dal momento che la rete con cui Da Costa ristabilì la parità fu la più bella della serata, inoltre «Dino» si trovò a lottare da solo in una prima linea che, priva di Ghiggia, era estremamente sprovvista di risorse tecniche per l'evidente mediocrità di elementi come Secchi, Pestrin e Morbello, solo parzialmente bilanciata dal dinamismo e dall'estro di Lojodice. Questo su un piano di un polemico diretto confronto, puramente convenzionale.

Sul piano del gioco, la vittoria laziale è risultata più netta, anche se nel finale alcuni tentativi di «Dino» non hanno avuto buona sorte ed hanno lasciato nell'animo dei romanisti un certo rimpianto. Ma il successo è stato più netto di quanto non dica il risultato numerico, lo stanno a dimostrare la traversa colpita da Prini ed il palo da Tozzi. Quest'ultimo individualmente è stato il protagonista principale, seguito da Tagnin meno preciso del solito, ma sempre utile, tenace ed autorevole all'occorrenza, poi le due ali perfettamente inserite nello schema del gioco e pronte al tiro, come lo dimostra la traversa di Prini ed il gol di Bizzarri (l'ultimo della serie), improvviso e spettacolare che ha preso Panetti alla sprovvista.

Note positive anche dai due laterali Carradori e Pozzan ed infine il giovanissimo Fumagalli che, al suo esordio, ha confermato la fiducia in lui riposta da «Fulvio» che lo ha usato con compiti analoghi a quelli di Selmosson ed il ragazzo ha risposto intelligentemente con abilità, rapidità nello scatto e prontezza nel tiro, un bell'atleta che potrà riservare piacevoli sorprese. Meno bene la difesa, che ha avuto in Colombo l'elemento più lucido e che tuttavia va rafforzata e rivista senza farsi pericolose illusioni. Portieri incerti e spesso in ritardo, a cui la luce artificiale non ha certo agevolato il compito.