Sabato 26 luglio 2025 - Frosinone, stadio Benito Stirpe - Avellino-Lazio 0-1
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26 luglio 2025 - Frosinone, stadio Benito Stirpe - Amichevole - 3° Memorial Sandro Criscitiello - inizio ore 20.30
AVELLINO: Iannarilli (46′ Daffara), Cancellotti (79′ Marchisano), Manzi (46′ Armellino), Enrici (62′ Frascatore), Milani (62′ Todisco), Palumbo (62′ Gyabuaa), Palmiero (46′ Kumi), Sounas (62′ Besaggio), Russo (46′ Insigne, 73′ D’Andrea), Crespi (46′ Panico, 79′ Campanile)), Favilli (46′ Lescano). A disp.: Pane. All. Biancolino.
LAZIO: Mandas (46' Provedel), Hysaj (46' Lazzari), Gila (46' Marusic), Provstgaard (46' Romagnoli), Nuno Tavares (46' Pellegrini), Vecino (62' Belahyane), Rovella (46' Cataldi), Dele-Bashiru (46' Guendouzi), Zaccagni (46' Cancellieri), Castellanos (62' Noslin), Pedro (62' Basic). A disp.: Furlanetto, Sana Fernandes, Ruggeri, Pinelli. All.: Sarri.
Arbitro: sig. Perri (sez. Roma 1) - Assistenti: sigg. Yoshikava e Zezza - Quarto uomo: Sig. Di Mario
Marcatori: 90'+2' Guendouzi (rig.)
Note: Angoli 2 a 7. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 10.578


► I calciatori convocati per la partita odierna
► Il Corriere dello Sport titola: “Nodo Lazio segna solo su rigore”. Continua il quotidiano romano: “Nell’amichevole di Frosinone la squadra di Sarri testa il 4-3-3 e prova gli abbinamenti sulle corsie ma ancora non brilla nel gioco. Lo spunto decisivo nel recupero è di Noslin. Prima del penalty, Lescano sfiora il vantaggio. In grande crescita Provstgaard. Gol annullato a Taty, traversa di Gila e rete nel finale di Guendouzi: i biancocelesti, ancora imballati, faticano contro un buon Avellino".
Un rigore di Guendouzi e poco più. Tanto basta alla Lazio per aggiudicarsi a Frosinone il terzo Memorial Sandro Criscitiello e chiudere con una vittoria il ritiro. L'ha decisa il francese, su calcio di rigore in pieno recupero, la partita contro l'Avellino. È stato il primo contatto tra la squadra e i suoi tifosi in questa estate orfana di Auronzo di Cadore e con un ritiro blindato nel centro sportivo di Formello. Sono accorsi in più di 3.000 al Benito Stirpe, si sono fatti sentire per tutta la gara, accogliendo i giocatori in campo con un messaggio di incoraggiamento: "Ogni partita una battaglia... Onorate sempre la nostra maglia". Hanno poi rinnovato a più riprese la contestazione al presidente Lotito (un altro striscione è stato esposto anche davanti alla sua residenza di Villa San Sebastiano).
Scelte. Nel primo tempo Sarri sceglie la via "usato sicuro" sulla destra, mettendo i suoi tre fedelissimi Hysaj (terzino), Vecino (mezzala) e Pedro (ala) a calpestare le stesse zolle, mentre la corsia di sinistra è stata quella sperimentale, con i due volti nuovi per il Comandante, Nuno Tavares e Dele-Bashiru, a dare supporto a Zaccagni. Il risultato è un gioco molto più orientato sul versante mancino (tanti i movimenti del capitano ad accentrarsi per fare spazio alle incursioni del portoghese). Quella destra, invece, si fa schiacciare un po' troppo (facendo infuriare il tecnico nei primi minuti di gioco). Comunque, le azioni migliori arrivano proprio da lì, con cross ad aggirare la difesa da parte di Pedro e Vecino. Uno dell'uruguaiano, in particolare, viene pure trasformato da Castellanos con un bel colpo di testa al 25', reso vano dalla decisione dell'arbitro di fischiare un presunto fallo dell'argentino su Cancellotti. È una delle due occasioni biancocelesti del primo tempo insieme all'incrocio dei pali scheggiato da Gila al 44' con un tiro da fuori sugli sviluppi di un calcio d'angolo.
Difesa. La Lazio cerca di fare la partita, viaggiando a ritmi più alti e con gambe più leggere rispetto alla settimana scorsa. Testata di nuovo la coppia Gila-Provstgaard, con il giovane centrale danese che continua a dare indicazioni molto interessanti dal punto di vista tattico e fisico, concedendo pochissimo agli avversari, mai pericolosi dalle parti di Mandas. Nella ripresa consueta girandola di cambi e squadra quasi completamente ridisegnata (con Marusic centrale di difesa "obbligato" al fianco di Romagnoli per mancanza di alternative). La spinta è più costante, ma poco efficace. A 10 minuti dal termine è l'Avellino ad avere la prima bella occasione per sbloccare la gara con Lescano, che da posizione defilata spara alto. Poi, nel secondo minuto di recupero, Noslin (fino a quel momento poco brillante) si inventa una serpentina in mezzo all'area e conquista il rigore (fallo di Frascatore) poi trasformato da Guendouzi.
► Il Messaggero titola: “Lazio senza guizzi cantiere aperto”. Continua il quotidiano romano: “Poche indicazioni contro l’Avellino a Frosinone, decide un rigore di Guendouzi al 92’. Mancano ritmo, qualità e gol, il 4-3-3 da rodare. Zaccagni: “Un onore essere capitano””.
Un lampo finale di Guendouzi dal dischetto riaccende la Lazio, al buio dopo dodici giorni di ritiro. I biancocelesti si aggiudicano sul gong il "Memorial Criscitiello", battono l'Avellino 1-0 con un rigore conquistato al 91' da Noslin e trasformato dal centrocampista francese un minuto dopo. Ma c'è ancora tanto, troppo da fare, affinché Mau possa trovare la sua vera Lazio. Lavori in corso: mancano linee e ritmo, qualità e gol. E vanno ricercati in casa, senza un aiuto dal mercato. Il 4-3-3 non è collaudato. Ha ragione, il tecnico, impossibile proiettarsi adesso su altri moduli (4-3-2-1 o 4-3-1-2), a meno che non servano a favorire le caratteristiche di questo organico. Difficile dirlo dopo ieri sera allo Stirpe, dopo una prestazione sotto tono, dovuta forse anche ai pesanti carichi di lavoro a Formello. Ne capiremo di più, dopo il prossimo viaggio in Turchia e le amichevoli contro Fenerbahce e Galatasaray a Istanbul.
Le indicazioni. Intanto l’annunciata alternanza dei portieri si comincia a intravedere nel secondo test estivo: stavolta parte Mandas dal 1', Provedel entra nel secondo tempo. Davanti al portierino greco, inizialmente i terzini Hysaj e Tavares, ancora Gila e Provstgaard al centro, con Patric di nuovo ai box (problema alla coscia) e nemmeno convocato insieme a Gigot (mal di schiena), Isaksen (isolato a casa con la mononucleosi) e Dia (botta alla caviglia nella prima amichevole a Formello). Nuove prove a centrocampo con il trio composto da Vecino, Rovella (battitore dei calci d'angolo) e Dele-Bashiru: il nigeriano rompe spesso la linea allungando la squadra e scoprendo il reparto, e non va mai a cercarsi lo spazio per ricevere il passaggio. Sarri è imbufalito, lo richiama di continuo, insieme alla catena di destra con il baricentro troppo basso. Tornano Zaccagni e Pedro, rispettivamente capitano ("Per me è un onore esserlo e darò tutto me stesso per la società e i tifosi") e vice, in attesa di un responso definitivo sulla fascia da parte dello spogliatoio. Prima uscita per Mattia, ancora in fase di recupero e troppo timido dopo l'intervento di fine giugno. Castellanos si muove tanto, viene servito poco, ma fa centro al primo cross di Vecino: gol di testa annullato dall'arbitro Perri per una spinta inesistente su Cancellotti, in fase di stacco. In difesa Hysaj e Gila sono troppo vicini e intralciano la costruzione dal basso. Mau li rimprovera, ma l'Avellino prende coraggio e si affaccia davanti con due corner su cui Mandas è un po' incerto. La Lazio cerca di ritrovare il possesso, ma il palleggio è lento e strozzato, forse anche condizionato dalla condizione e dal caldo. Brutta una punizione di Zaccagni, un piattone dalla distanza di Gila scartavetra invece l'incrocio.
La contestazione. Finisce il primo tempo e Sarri cambia quasi tutti, tranne Vecino, Pedro e Castellanos: entra Provedel fra i pali, Lazzari, Marusic, Romagnoli e Pellegrini dietro; Cataldi (nuovo capitano) e Guendouzi in mediana, Cancellieri è la novità sull'esterno destro. Su un gran cross a giro di Pellegrini, Vecino si divora tutto solo il vantaggio con una capocciata, che non inquadra lo specchio. Provedel è reattivo con i pugni su una punizione velenosa di Palumbo. Entrano Belahyane al posto di Vecino, Basic rileva Pedro e Noslin Castellanos. Buono un assolo improvviso di Lazzari, ma il tiro finisce sul fondo. Mancano le reti, per poco Lescano non ne tira fuori una dal cilindro. I biancocelesti sono invece sterili, spenti, non hanno un guizzo. Lo trova sul finale Noslin, falciato da Frascatore, per rialzare il morale dei tantissimi laziali sugli spalti per il primo appuntamento aperto al pubblico. Sarri li saluta da lontano, serve assolutamente il loro aiuto. La strada è in salita, bisogna stringersi intorno questo gruppo. Viene tenuto fuori Lotito, contestato allo Stirpe già dal riscaldamento. Ieri mattina, anche l'ennesimo striscione davanti a Villa San Sebastiano: "Libera la Lazio".
► Il Tempo titola: “Sarri a marce basse, vince ma non brilla”. Continua il quotidiano romano: “Il rigore di Guendouzi al 92’ decide il test con l’Avellino. Castellanos in difficoltà, in crescita Nuno Tavares. Zaccagni verso la forma migliore”.
La prima vera amichevole della stagione la decide Guendouzi dal dischetto in pieno recupero. Penalty conquistato da Noslin e trasformato dal francese che incrocia e spiazza il portiere avversario. La Lazio si aggiudica il Trofeo Sandro Criscitiello contro l'Avellino dopo una prestazione tutt'altro che esaltante. Fa riflettere la difficoltà di Castellanos, che continua a inseguire il gol in questo precampionato. Contro i biancoverdi, club di Serie B, ha giocato per circa un'ora, si è mosso molto, ha provato a rendersi pericoloso, ma la rete continua a sfuggirgli. L'unico lampo, al 25' del primo tempo, è stato vanificato da un fallo di mano nell'azione che aveva portato alla sua conclusione vincente: l'arbitro ha annullato, spegnendo l'esultanza e rinviando l'appuntamento con la gioia personale.
Un'occasione mancata che pesa, soprattutto in un contesto in cui il mercato – almeno fino a gennaio - non sembra destinato a regalare nuove soluzioni offensive. Toccherà a lui, dunque, alzare l'asticella. Servirà maggior cinismo, più istinto da centravanti vero, magari rinunciando al tocco raffinato per qualcosa di più concreto. Le prossime uscite contro Fenerbahce e Galatasaray potrebbero essere l'occasione per sbloccarsi. Chi ha rubato la scena nella prima frazione è stato senza dubbio Nuno Tavares. Il portoghese è apparso ispirato, in costante proiezione offensiva, e ha ritrovato quell'intesa con Zaccagni che nella prima parte della scorsa stagione aveva fatto ben sperare. Le sue accelerazioni e gli scambi rapidi sulla corsia mancina hanno dato ritmo e imprevedibilità alla manovra biancoceleste. Buoni segnali anche dal numero 10 e capitano, finalmente di nuovo titolare dopo aver saltato la prima uscita perché non al top della condizione.
Zac sembra aver superato del tutto i problemi fisici che lo avevano costretto all'intervento: è tornato pimpante, lucido, presente, pronto a riprendersi il suo ruolo di guida tecnica e carismatica della squadra. Ancora in chiaroscuro, invece, la prova di Dele-Bashiru. Il centrocampista nigeriano si muove, si propone, si inserisce, ma fatica a entrare realmente nel gioco. I compagni lo cercano poco e lui non riesce a ritagliarsi uno spazio centrale nel palleggio della squadra. Serve tempo, certo, ma anche maggiore personalità per guadagnarsi fiducia e palloni giocabili. Pedro, come sempre, porta qualità e spirito: si rende protagonista di alcune iniziative personali interessanti, ma non trova la porta. L'atteggiamento però è quello giusto. Da segnalare, infine, la traversa colpita da Gila, che conferma l'atteggiamento propositivo di una difesa finora poco impegnata ma attenta e capace anche di rendersi pericolosa in avanti.
► La Gazzetta dello Sport titola: “Partita sofferta, poi la risolve Guendouzi”. Continua il quotidiano: “Il francese segna su rigore nel finale. Note positive dalla tenuta della difesa Rovella: “Si deve tornare in Europa””.
Vittoria solo di misura, su rigore e in extremis per la Lazio nella seconda uscita stagionale. Dopo il 3-0 nel test in famiglia con la Primavera, contro l’Avellino a Frosinone finisce 1-0 per i biancocelesti grazie alla rete realizzata dagli 11 metri da Guendouzi in pieno recupero. Vittoria sofferta, dunque, arrivata quando lo 0-0 sembrava inevitabile (ci sarebbero stati i rigori per decidere l’assegnazione del trofeo Criscitiello). Vittoria che conferma come la Lazio sia ancora lontana da un livello di gioco ideale. Le note positive riguardano il reparto arretrato, che l’anno scorso era stato il tallone d’Achille dei biancocelesti. Grazie alla linea difensiva imposta da Sarri la Lazio sembra infatti aver ritrovato una certa solidità. Il rovescio della medaglia riguarda la difficoltà a trovare la porta avversaria. Anche se le occasioni da rete non mancano. Nel primo tempo sfiora il gol prima Zaccagni, poi lo trova Castellanos, ma un fiscale arbitro Perri lo annulla per una lieve spinta dell’attaccante al difensore dell’Avellino Cancelotti, quindi è Gila a colpire la traversa. Nella ripresa le opportunità migliori capitano a Vecino (colpo di testa fuori di poco) e Cancellieri. Prima che nel finale sia Guendouzi a sbloccare il risultato su penalty (assegnato per il fallo di Frascatore su Noslin).
Questione capitano. Sarri schiera tra primo e secondo tempo due formazioni miste titolari-riserve, anche perché molte gerarchie vanno ancora definite. Si rivede Zaccagni dall’inizio ed è lui a indossare la fascia di capitano ("un onore per me portarla, ma starò alle decisioni che prenderà la società", dirà Zac a fine partita), mentre nella ripresa, con Zaccagni out, i gradi passano sul braccio di Cataldi, che nel primo tempo era in panca. La decisione definitiva sarà presa nei prossimi giorni. "La Lazio non può non stare in Europa, deve essere questo il nostro obiettivo", le parole di Rovella a fine gara.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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