Domenica 10 febbraio 1985 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 1-0

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10 febbraio 1985 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1984/85 - XVIII giornata

INTERNAZIONALE: Zenga, Bergomi, Mandorlini (52' C.Muraro), Baresi I, Collovati, Ferri II, Causio, Sabato, Altobelli, Brady, Giamp.Marini. A disp. Recchi, Bini, Laureri, Cucchi. All. Castagner.

LAZIO: Orsi, Calisti, Filisetti, Vianello, Batista, Podavini, Garlini (79' Storgato), Vinazzani, D'Amico, Laudrup, Manfredonia. A disp. Cusin, G.Marini, Spinozzi, Fonte. All. Lorenzo.

Arbitro: Lanese (Messina).

Marcatori: 84' Giamp.Marini.

Note: ammoniti Podavini, Filisetti e Laudrup. Angoli 6-0 per l'Inter.

Spettatori: 35.000 circa.

Il biglietto della gara
Il goal di Marini
Vincenzo D'Amico in azione

Stavolta è stato un micidiale sinistro al volo a stendere la Lazio. Un colpo da ko uscito dal piede esperto del vecchio Giampiero Marini, capace di capitalizzare a favore dell'Inter un rimpallo al limite dell'area che lo aveva trovato solo soletto e perfettamente coordinato per battere imparabilmente il fin lì ottimo Orsi. Perdere così, a cinque minuti dal fischio finale, fa malissimo, ma i biancocelesti, privi di Giordano, messo in castigo dal suo allenatore e lasciato a casa tra la legittima perplessità di Bearzot che viceversa lo vorrebbe per la sua nazionale, si sono consegnati troppo a lungo agli interisti per sperare di sfangarla fino alla fine. Lo smobilitante Lorenzo ha così uguagliato il suo record di 21 anni fa, perdendo la settima partita di fila e anche stavolta mettendoci del suo quando ha tolto Garlini a dieci minuti dalla fine per inserire un altro difensore Storgato e rinunciando così a qualsiasi velleità di ripartenza. La partita è stata bruttina perché l'Inter di Castagner senza Rummenigge è poca cosa e un palo colpito da Altobelli dopo appena otto minuto ha forse illuso i padroni di casa che potesse essere una passeggiata. In realtà il muro laziale ha retto alle spallate nemiche, anche per la già citata ottima vena di Orsi che pure non è un gigante rispetto agli arrembanti milanesi. Due leggerezze del suo dirimpettaio Zenga hanno anzi permesso anche alla Lazio di sfiorare il gol: Laudrup ha colto il palo interno con una parabola giudicata larga dal portiere e poi un disimpegno mal gestito dall'estremo interista ha permesso a D'Amico di rubar palla ma poi concludere sciaguratamente con la porta sguarnita. Pochi palpiti per una squadra che avrebbe necessità di prendere punti in ogni partita per tentare di risalire una china sempre più ripida.