Domenica 11 gennaio 1981 - Cesena, stadio La Fiorita - Cesena-Lazio 2-1

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11 gennaio 1981 - 17 - Campionato di Serie B 1980/81 - XVII^ Giornata

CESENA: Recchi, Mei, Ceccarelli, Bonini, Oddi, Perego, Roccotelli, A.Piraccini (88' F.Bozzi), A.Bordon, Lucchi, Garlini. A disp. Boldini, Mosconi, Arrigoni, Fusini. All. Bagnoli.

LAZIO: Nardin, Spinozzi, Ghedin (82' Albani), Perrone, Pochesci, Citterio, Viola, Sanguin (42' Cenci), Chiodi, Bigon, Greco. A disp. Marigo, Pighin, Simoni. All. Castagner.

Arbitro: Sig. Bergamo (Livorno).

Marcatori: 8' Garlini, 34' Pochesci, 55' A.Bordon.

Note: giornata serena, ma fredda. Ammoniti Sanguin, Bonini e Bigon. Angoli 3-0 per il Cesena.

Spettatori: 20.000 circa.

La rete di Pochesci
La gioia dei giocatori del Cesena
La gioia di Chiodi dopo la rete di Pochesci
Una fase della gara
La rete di Pochesci

Per la Lazio è un momento difficile. La squadra di Castagner, nello spazio di appena una settimana, è «caduta» per la seconda volta sul campo del Cesena. La sconfitta con il Milan, subita domenica scorsa all'Olimpico, aveva fatto squillare il campanello d'allarme. Si confidava, però, nel pronto riscatto dei biancoazzurri per cancellare quello che poteva considerarsi solo un episodio, contro un avversario del calibro dei rossoneri. Invece, sul terreno della «Fiorita», la Lazio ha mostrato preoccupanti limiti. Probabilmente la compagine romana non fallirà l'obiettivo della Serie A verso il quale stava marciando con grande sicurezza. Però dovrà lottare, riordinare file e idee se non vorrà correre il rischio di essere risucchiata in una mischia pericolosa. A parziale scusante dei biancoazzurri hanno pesato le squalifiche di Garlaschelli e Mastropasqua, specialmente di quest'ultimo, il quale avrebbe potuto assicurare maggiore compattezza ad un centrocampo che continua a balbettare.

Le ottime prove di Pochesci e Sanguin non sono state infatti sufficienti a mascherare la fragilità del reparto il cui apporto negativo ha finito per ripercuotersi sulla difesa. A peggiorare le cose è intervenuto anche l'infortunio a Sanguin costretto a lasciare il campo al 42'. In altri frangenti la squadra ha potuto contare sulla gran vena di Fernando Viola che da solo riusciva a guidare la «barca» e a realizzare lui stesso gol importanti. Ma da qualche settimana Viola ha cominciato a girare a vuoto, insieme con Bigon, e si è «spenta la luce». Anche nella linea attaccante sono emersi squilibri inquietanti. Greco ancora una volta non è riuscito a dare una mano al centrocampo e neppure al povero Chiodi rimasto solo, come un'anima in pena, a battersi nell'affollata area romagnola. Il tandem offensivo Bordon-Garlini costituisce una garanzia di funzionalità e lo ha dimostrato anche ieri mettendo a segno i due gol del successo.

Nelle retrovie, inoltre, i romagnoli hanno potuto fare affidamento su uomini di peso ben diverso rispetto ai diretti avversari. Le note di maggior merito vanno a Bonini. giovane promessa del calcio italiano, a Perego, ma soprattutto a Piraccini e Roccotelli, apparsi i due autentici marziani per la Lazio vista ieri. Con la vittoria il Cesena ha posto una seria ipoteca sulla conquista del terzo posto. La partita si è messa male per la Lazio quasi in apertura di gioco. Al 9', dopo qualche fiammata romagnola che aveva già creato un certo sbandamento fra gli avversari, il Cesena si portava in vantaggio: scendeva sulla destra Perego che crossava verso il centro dell'area biancoazzurra. Il terzino Spinozzi cadeva in un fatale attimo di indecisione, consentendo a Garlini di controllare la sfera, attendere l'uscita del portiere Nardin per infilarlo poi di precisione. Impostata tatticamente e psicologicamente per conquistare un risultato di parità, la Lazio veniva a trovarsi in grave imbarazzo.

Il vivacissimo Cesena sorretto dal pubblico che sta ritrovando l'entusiasmo di un tempo, andava vicinissimo al raddoppio al 32' quando Spinozzi salvava sulla linea di porta un astuto cross di Bordon che aveva scavalcato anche Nardin. Ma nonostante le critiche, che a volte sono inevitabilmente più aspre per una compagine che mira in alto, la Lazio ritrovava il guizzo per portarsi in parità, al 34', con un magnifico colpo di testa di Pochesci che aveva raccolto con ottima scelta di tempo una punizione battuta da Sanguin. Riequilibrate le sorti, i biancoazzurri hanno dato l'impressione di poter ribaltare totalmente il risultato. Il loro gioco ha cominciato a scorrere con manovre più fluide e precise. La Lazio riusciva a mantenere la stessa fisionomia nei primi minuti della ripresa. Crescevano Greco e Bigon, ma si faceva sentire l'assenza di Sanguin. Il Cesena riprendeva a macinare gioco con le sue sortite frenetiche e al 56' si assicurava il successo: Bonini fuggiva sulla destra con bella progressione, rimetteva al centro per Piraccini che dal limite faceva partire un ottimo pallone filtrante per Bordon.

La difesa laziale pasticciava, il centravanti ne approfittava per centrare il bersaglio da corta distanza con un debole rasoterra. Cinque minuti più tardi anche la fortuna dava una mano ai romagnoli: da una mischia spuntava la testa di Bigon che indirizzava verso la rete sguarnita. Ma la palla veniva deviata in extremis dall'intervento di Perego. La Lazio si sbilanciava in avanti nell'estremo tentativo di rimontare lo svantaggio esponendosi però ai pericolosissimi contropiede degli avversari i quali sfioravano altre marcature con Lucchi e soprattutto con Bordon che si vedeva annullare il terzo gol da una prodezza di Nardin. Queste ultime immagini lasciavano sulla gara il marchio di un successo più che legittimo.

Fonte: La Stampa