Domenica 17 settembre 1972 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sampdoria 1-0
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17 settembre 1972 - Amichevole pre-campionato 1972/73
LAZIO: Pulici, Facco, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli (46' D'Amico), Re Cecconi, Silva (74' Cinquepalmi), Frustalupi, Manservisi. All. Maestrelli.
SAMPDORIA: Pellizzaro (46' Cacciatori), Santin (46' Rossinelli), Prini, Boni, Negrisolo, Lippi, Badiani, Lodetti, Villa, Suarez, Petrini (46' Tuttino). All. Heriberto Herrera.
Arbitro: sig. Turiano (Reggio Calabria).
Marcatori: 52' Nanni (rig).
Note: giornata estiva, terreno in ottime condizioni. Leggero incidente a Silva (contusione al piede destro). In tribuna l'allenatore della As Roma Helenio Herrera e alcuni giocatori della squadra giallorossa.
Spettatori: 10.000 circa (7.070 paganti). Incasso £. 8.809.400.


• Il Corriere dello Sport titola: "Lazio: ognuno al suo posto e spunta anche il gioco". Continua il quotidiano sportivo romano: "Sensibili progressi con Martini terzino e Nanni mediano (battuta la Sampdoria)".
Probabilmente alla Lazio servivano proprio tutte le condizioni che ha trovato ieri per mostrare, dopo tanto penare, qualcosa di buono: uno stadio semideserto, un clima ovattato e quasi feriale, un avversario alle prese con i suoi stessi problemi. Finalmente è entrata in campo tranquilla, ha avuto il tempo di prendere le misure della Samp senza paura della contestazione o comunque l'assillo di un pubblico pretenzioso ed ha giocato in quasi completa distensione. Alcuni, vicino a noi in tribuna stampa, sostenevano addirittura che persino l'assenza di Chinaglia contribuiva alla realizzazione di una manovra corale senza dubbio più fluida e continua che non nelle precedenti partite, condizionando il centravanti, seppure inconsciamente, più di un compagno di squadra. Ipotesi azzardata, ma non del tutto astratta, anche se non certo per colpa del cannoniere.
La Lazio comunque, pur non essendo guarita miracolosamente dai propri mali, ha saputo raccogliere i primi applausi del suo tormentato avvio conquistando una vittoria che non mancherà di riflettersi positivamente sul morale della squadra in vista del terribile esordio con l'Inter. La Sampdoria, va detto ad onor del vero, non ha opposto una resistenza strenua. Sufficientemente salda in difesa dove Santin e Lippi hanno commesso pochissimi errori, valida a centrocampo dove Boni già corre per due e il tandem Lodetti-Suarez porta un enorme contributo di classe ed esperienza se non di dinamismo, si è dimostrata molto scadente in zona d'attacco, con Badiani, Villa e Petrini in evidente ritardo di forma e probabilmente handicappati da un affiatamento relativo. Tali carenze sono state evidenziate proprio dalle più grosse occasioni da gol: al 27' Villa, liberato da una astuta finta di Petrini, alzava il tiro a non più di cinque metri da Pulici; al 41' Badiani, dalla stessa posizione ma di testa, sciupava banalmente un pezzo di bravura di Suarez: al 56' un malinteso Villa-Badiani permetteva alla difesa laziale di sbrogliare una situazione assai critica. Pulici ha dovuto effettuare gli interventi più difficili sui tiri di Lodetti (30' e 85'), Boni (69') e Lippi (89').
Anche se la vittoria è giunta soltanto attraverso un calcio di rigore - peraltro legittimo - la Lazio ha saputo fare meglio e di più dell'avversario. Innanzitutto ha finalmente cercato il gioco largo, alla realizzazione del quale Frustalupi e Nanni si sono dedicati con grande impegno. Il primo (ex sampdoriano) ha dato il via alle azioni di maggior rilievo della squadra partendo dai margini della propria area, come aveva fatto fino all'anno scorso nell'Inter. Nanni ha saputo fargli da gregario riuscendo persino a superarlo sia per mole che per qualità di gioco. Ottimo nel palleggio (cosa di cui nessuno dubitava) e nei suggerimenti, inserito nel suo ruolo naturale - dopo aver fallito quale ala tornante - Nanni ha indovinato anche i tempi per le proiezioni offensive che hanno costituito il tema tecnicamente più pregevole dell'intera partita. Al 4' una sua staffilata si perdeva di poco a lato (passaggio di Frustalupi); all'11' impostava un ottimo dialogo con Manservisi che Frustalupi concludeva sulla sagoma di Pellizzaro; al 36' carpiva una palla a Prini mettendo poi Garlaschelli solo davanti al portiere al 52' si costruiva il calcio di rigore, prima sparando a rete dal limite, poi raccogliendo la respinta di Lippi, infine superando in dribbling sulla linea di fondo Prini che non trovava di meglio che stenderlo a terra con la collaborazione di Cacciatori; all'84' girava al volo un lungo cross di Frustalupi costringendo il portiere sampdoriano a salvarsi in due tempi.
Nanni, in sostanza, ha saputo interpretare il suo ruolo unendo rapidità di esecuzione e persino un discreto senso tattico alla conosciuta sapienza di tocco e costituendo con Frustalupi il punto di riferimento per ogni tema offensivo e superando di gran lunga Luisito Suarez nel confronto diretto. Di tutto ciò e dell'arretramento di Martini a terzino, ha saputo giovarsi Re Cecconi, finalmente liberato dalla presenza di un compagno che gli toglie spazio e idee. In evidente progresso nel compito di interdittore, l'ex foggiano non e piaciuto altrettanto quando è stato chiamato ad impostare o rifinire l'azione, cadendo nel vecchio vizio di portare la palla anziché cercare la sponda o fiondarla sulle punte e non indovinando che raramente il passaggio pulito. Per un giocatore del suo stampo, comunque, l'importante è raggiungere presto, come ormai sembra certo, la forma atletica migliore. Al centrocampo non ha fatto mancare un frizzante contributo lo stesso Manservisi, assai più mobile che non nelle precedenti occasioni com'era logico prevedere considerato il lungo periodo di inattività.
Ci auguriamo che Maestrelli sappia trarre le logiche deduzioni dall'esempio fornitogli ieri, rinunciando a schierare Re Cecconi e Martini nello stesso settore, fino a quando, almeno, i due giocatori non saranno riusciti a capirsi ed integrarsi. Senza Chinaglia, l'attacco è vissuto soprattutto sulle iniziative e persino le conclusioni dei centrocampisti. Silva, al quale finalmente era stata assegnata la maglia numero 9, ha avuto degli spunti apprezzabili fuori dell’area di rigore, cercando ed ottenendo collaborazione attraverso uno spiccato senso dello smarcamento ed una lucida visione del gioco: una volta dentro il rettangolo “caldo”, però, si è lasciato spesso anticipare da Negrisolo non riuscendo quasi mai a trovare lo spazio per il tiro. Lo stesso Garlaschelli ha denunciato notevoli limiti in fase di realizzazione, arrivando persino a crossare indietro (36') dopo essere giunto quasi a contatto con Pellizzaro. L'ex comasco ha mostrato le cose migliori quando è stato messo in movimento da lanci lunghi (25': riceve da Frustalupi, stop e tiro radente: 28': ancora su servizio di Frustalupi, stop e girata al volo che sorvola la traversa) giovandosi in quei casi della velocità e del dribbling che ne costituiscono le caratteristiche.
Nella ripresa gli è subentrato D'Amico, il quale ha avuto la... sfortuna di trovarsi ben presto in vantaggio con la conseguenza di essere risucchiato nelle retrovie. Nelle rare occasioni in cui si è portato avanti, però, il ragazzino ha suscitato l'impressione di potersi rendere più utile sia di Garlaschelli che del Manservisi attuale. La difesa se l'è cavata a buon mercato più per demerito delle punte sampdoriane che per il proprio valore. Pulici, forse tuttora avvinto da problemi di natura psicologica, ha commesso imperdonabili svarioni, soprattutto sui palloni alti, uno dei quali proprio allo scadere del tempo avrebbe potuto costare il pareggio (uscita a vuoto su cross di Badiani, Facco in spaccata salva su Tuttino). Pur denunciando un rendimento complessivamente buono, non sempre Wilson ha trovato la posizione giusta. Martini e Facco hanno saputo supplire con la grinta ad una forma non certo perfetta. Il migliore, ancora una volta, è apparso il giovane Oddi - un uomo ormai di sicuro affidamento - che ha letteralmente cancellato dal campo Petrini.
La Lazio, in conclusione pur dovendo ancora far fronte a problemi antichi, è apparsa avviata verso un recupero che le precedenti esibizioni (sia di Coppa che amichevoli) facevano prevedere assai difficoltoso. Ci sembra importante, soprattutto, sottolineare che le uniche due vittorie raccolte nella fase pre-campionato siano state ottenute ai danni di altrettante squadre di Serie A, la Ternana prima, la Sampdoria poi. Potrebbe significare che la squadra soffre nel trovare la giusta concentrazione (a causa dell'ambiente turbolento, delle difficoltà di inserimento dei nuovi acquisti, ed altro) ma avverte lo stimolo dell'avversario di rango. La controprova l'avremo a breve scadenza, domenica prossima con l'Inter. La Sampdoria non può sottrarsi ad un giudizio severo. Gioca a ritmo di slow e le tre punte son troppo lontane da un rendimento accettabile per poterne prevedere un'esplosione a breve distanza di tempo. Pur non conoscendo a fondo la nuova squadra, ci assale il sospetto che quella del “tridente d'offesa” non sia, al momento attuale, la formula più produttiva. Heriberto potrebbe, in attesa della maturazione di Badiani e Petrini, sostituire uno dei due con quel Salvi al quale sembra aver dichiarato un vero e proprio ostracismo.
- Rassegna stampa
Da La Gazzetta dello Sport: la presentazione della gara
Il titolo del Corriere dello Sport
Da L'Unità
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