Domenica 18 novembre 1934 - Roma, campo Testaccio - Roma-Lazio 1-1

Da LazioWiki.

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18 novembre 1934 - 425 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1934/35 - VI giornata

ROMA: Masetti, Gadaldi, Bodini (II), Frisoni (II), Bernardini, Tomasi, Costantino, Scopelli, Guaita, Scaramelli, Fusco.

LAZIO: Blason, Bertagni, Del Debbio, Ferraris (IV), Viani (I), Fantoni (II), De Maria, Fantoni (I), Piola, Bisigato, Levratto. All. Alt.

Arbitro: sig. Scorzoni di Bologna.

Marcatori: 13' pt Guaita (rig), 23' st Piola (rig).

Note: 24.000.

Spettatori: giornata bella. Terreno ben tenuto.


Immagini della gara
da Il Calcio Illustrato
I due grandi ex rappresentati in un disegno
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► Da Il Littoriale: “In una partita cavalleresca ed emotiva la Roma e la Lazio si equivalgono – Una giornata di sana passione sportiva – Il primo tempo si chiude alla pari e, nella ripresa, Guaita e Piola segnano su rigore – La Roma si distingue per più efficace concezione d’attacco, e la Lazio per eccellenza di difesa – I migliori della Roma: Masetti, Bernardini, Costantino, Scaramelli, Bodini; della Lazio: Blason, Bertagni, Viani, Fantoni II”.

Decisione rinviata. Se su tutti i campi d'Italia si è giocato ieri in una cornice così imponente di spettatori e con copia di emozioni e di pregi di gioco pari a quella che Roma e Lazio hanno saputo offrire al pubblico nel loro diretto confronto, si può veramente dire, senza tema di esagerare, che la memorabile settimana, che ha avuto per episodio culminante la battaglia di Highbury, sia degnamente conclusa.

La Roma e la Lazio hanno chiuso alla pari l'attesissima partita: squadroni, entrambi, ed entrambi gelosissimi delle loro prerogative e decisi a far valere questi titoli, hanno gettato nella lotta tutto l'ardore, hanno messo nel lavorare il pallone tutto l'impegno, a servizio della tecnica calcistica, che l'una e l'altra posseggono in grado elevato; ma non sono riuscite a sopraffarsi a vicenda.

Se il vantaggio del campo non fosse, da squadre concittadine, un beneficio più teorico che pratico, si potrebbe anche dire che del pareggio, è la Lazio che ha maggior motivo di compiacersi. Questo può essere anche vero, dal momento che gli azzurri sopravanzano ancora di due punti i giallorossi in classifica: ma perde molto del suo valore, pensando che lo stesso imponente pubblico, con le stesse disposizioni d'animo, con l'identico fervore d'affetto per i propri colori, si ritroverà tra cinque mesi sulle gradinate dello Stadio, in attesa di quella decisione che ieri è stata inviata.

Mancheranno così tutte quelle sovrastrutture di rancori, di ripicchi che sovente guastano la bellezza delle battaglie leali: si giocherà tra Roma e Lazio non per cancellare o confermare; ma solo per stabilire una superiorità. Quella superiorità che ieri - il risultato lo dice equamente - non è stata stabilita. Con occhio lungimirante. Perché, a voler essere obbiettivi, senza soffermarsi a pesare con bilanci e da orafo i pro e i contro, i pregi e i difetti dei singoli, sul risultato pari, nessuna obbiezione può essere fatta. Il dettaglio stesso che né la Roma, né la Lazio siano riusciti a raggiungere l'obiettivo su azione manovrata, ma bensì abbiano ottenuto il loro gol su calcio di rigore, è la riprova che, in linea di rendimento, una superiorità da una parte e dall'altra non vi è stata.

In linea di stile, come lavoro di attacco, la Roma nel primo tempo si è messa certamente in migliore luce della Lazio. Guaita, che al pari di Piola nel campo avverso era sottoposto ad una marcatura feroce, implacabile (e per ferocia si deve intendere continua, attenta, esatta, ma non scorretta!), ha saputo meglio del rivale districarsi più spesso di autorità per cercare da solo la via del successo, e più spesso e meglio di Piola, ha allargato il gioco sul fronte, facendo lavorare le ali. Ma Blason, se pure ha avuto da parare palloni difficili, che hanno messo in risalto tutte le sue doti, non ha tuttavia avuto un lavoro adeguato, come quantità, all'insistenza dell'attacco romanista. Segno evidente che la difesa sapeva il fatto suo; e che, con la difesa, la mediana azzurra teneva il campo da brava.

Quando, verso il quarto d'ora della ripresa, l'arbitro decretava il calcio di rigore - sbocco inevitabile di un affannarsi e di un insistere completamente irregolare e falloso di tre, di quattro avversari contro Guaita - e lo stesso Guaita portava la Roma in vantaggio, il gol sanzionava la maggiore insistenza dei giallorossi. Che anche nella prima fase della ripresa avevano martellato la rete di Blason. E non avevano tutti i torti, i supporters giallo-rossi, a imprecare alla sfortuna, quando qualche minuto dopo, per un fallo dei difensori della Roma commesso in area di rigore su Piola, e in tutto e per tutto identico a quello contro Guaita, Scorzoni indicava per la seconda volta, adesso però a favore della Lazio, il dischetto bianco del rigore.

La partita era da ricominciare: e in campo romanista si pensava con amarezza a quel gol annullato dall'arbitro. Due minuti dopo la realizzazione del rigore giallorosso, per un motivo sfuggito alla quasi totalità degli spettatori (noi tra questi, diciamolo apertamente), come era sfuggito il fischio dell'arbitro. Non ci era però sfuggito l'agitare della bandierina bianca di uno dei guardalinee: sì che, quando a partita ultimata, l'arbitro ci ha dichiarato di aver rilevato un fuorigioco di Guaita precedente alla parata senza bloccamento di Blason, abilmente sfruttata da Costantino, abbiamo chinato la testa. Quando un arbitro del valore di Scorzoni (chi all'infuori di quell'episodio, si sentirebbe infatti di attaccarne l'operato?) spiega con tanti dettagli il suo operato, non è possibile, a chi si trovava a 50 o 60 metri di distanza, contestarne le dichiarazioni.

E il risultato pari, in quel momento, diciamolo pure, fortunato per la Lazio, divenne poi perfettamente equo dopo che, negli ultimi venticinque minuti di gioco, furono gli azzurri ad assumere le redini della partita e a fare più di una volta trepidare gli spettatori romanisti. Se Blason nel primo tempo era stato un gran santo, Masetti, sul finale, fu quasi un Dio! Con minore arte dei giallo-rossi, ma con maggiore decisione, e più freschi, gli attaccanti azzurri sottoposero la Roma a così seri pericoli e con tanta insistenza, nel secondo tempo, da non permettere recriminazioni sul risultato.

Rilievi sul gioco e sugli uomini. La causa principale del ripiegare della Roma nella fase conclusiva fu probabilmente il calare di Bernardini; ma il rilievo non può avere sapore di critica, quando si tenga presente la mole e la qualità del lavoro svolto per più di un'ora da Fulvio. E venuto a mancare il rifornimento, preciso e costante di Bernardini, da considerarsi egualmente uno dei migliori in campo, anche l'attacco giallo-rosso, abbandonato un po’ a se stesso, non ebbe più la continuità precisa del primo tempo. Ma, quando scese a minacciare la porta avversaria, ebbe ancora il contributo di tutti e cinque i suoi componenti, tra i quali va specialmente elogiato Costantino, insistente e tenace sino all'ultimo nella ricerca del successo. Costantino è stato indubbiamente il più abile ed efficace dei quattro giocatori d'ala; e il gol da lui segnato, anche se poi annullato per il precedente fuorigioco., rimane pur sempre una cosa bellissima, e torna tutto suo onore. Ottimi anche Guaita, specialmente nel primo tempo, e, pur se il piede non era centratissimo, Scaramelli, Frisoni, e brillantissimo il rientro di Bodini.

La Lazio, che ha sempre prevalso sui rivali nel gioco di testa e per scatto, deve gran parte del risultato alla magnifica tenuta di Viani, che, senza essere troppo appariscente, ha tuttavia sostenuto il peso della partita con bellissima continuità. Del portiere abbiamo detto. Bertagni, Fantoni II e Bisigato (un lavoratore prezioso) sono stati gli altri uomini che più si sono distinti tra quelli in maglia azzurra.

Legittimando in pieno con l’animoso finale un risultato che poteva anche prestare il fianco a qualche critica, la Lazio ha dimostrato di non essere solo la squadra dalle partenze fulminee, ma di completarsi perfettamente anche con le doti di recupero. Se De Maria e Levratto fossero stati un po’ più in palla, chi sa come potevano andare le cose… Ad ogni modo, la sua forza è tale che chiudersi in difesa contro di essa, è una tattica pericolosa. La Roma, che da squadrone qual è se n’è accorta, ha usato altre armi; e ha mantenuto il pareggio.

L’Urbe ha, in difesa dei suoi colori, due grandi squadre: ma bisognerà attendere la fine del campionato per sapere quale sia la più forte. Per adesso, all’infuori della classifica, si può parlare di equilibrio perfetto.

I novanta minuti di emozionante contesa. Manca più di mezz’ora all’inizio e già il Testaccio è gremito. Tribune, popolari, parterre e installazioni provvisorie nereggiano di folla, si che – fatte le debite proporzioni – sembra di essere sul campo di Highbury, mercoledì scorso. Né l’atmosfera che avvolge l’attesa della folla è meno febbrile: è diverso soltanto, e quanto più bello lo scenario. Qui non le grigie nebbie nordiche, ma un sole splendente luminoso, in un limpido cielo azzurro.

Il premio agli azzurri. Il campo è al completo. Si chiudono le porte. Gli altoparlanti danno le formazioni delle squadre, e subito dopo entrano in campo i sei nazionali della Roma e della Lazio, prescelti per gli ultimi incontri di Londra e di Genova, a ricevere un premio che, per mano del gr. uff. Sacerdoti, la Roma offre loro. Sono Ferraris, Guaita, Scopelli, Blason, Piola e Masetti.

Le accoglienze a Ferraris sono… contraddittorie. Molti applausi ma anche molti fischi: e i fischi si ripetono verso la Lazio – anche se contrapposti agli applausi – quando le squadre entrano in campo: vediamo Piola mettersi le dita nelle orecchie per non udire…

Ed è questo, insieme con pochi altri trascurabili episodi di dettaglio, l’unico punto nero di una partita bellissima e giocata con spirito agonistico vivissimo, ma mantenuto in una linea di stretta cavalleria.

Entra in capo l’arbitro, Scorzoni di Bologna, assistito dai guardalinee Corradini e Mastellari. Le squadre salutano poi schierate dinanzi alla tribuna d’onore dove sono le LL. AA. RR. il Duca e la Duchessa di Pistoia, il Duca di Bergamo, le LL. EE. Teruzzi, Galeazzo Ciano con la contessa Valle, il Segretario Federale dell’Urbe Vezio Orazi, gli on.li Marinelli, Delcroix, Melchiori e Riccardi; Bruno e Vittorio Mussolini e altre personalità. In tribuna, confuso fra il pubblico, vediamo S. M. Alfonso XIII.

Preliminari: i capitani, Ferraris e Bernardini, si abbracciano fraternamente. Il sorteggio del campo favorisce la Lazio: la Roma gioca contro sole e dà il calcio d’inizio. Sono le 14,30 precise.

Gioco scintillante. La discesa iniziale di Costantino ostacolato da Del Debbio, si perde in fallo. Sulla rimessa, la minaccia si accende ancora veemente tra Guaita e Scaramelli, Scopelli è in agguato: ma Blason, con uscita quanto mai audace e decisa, sventa il pericolo. Al 2’ è Tomasi che rompe un tentativo di De Maria in collaborazione con Fantoni I: sulla rimessa in gioco, Piola ha la palla e la serve a Bisigato, che tira: Masetti para. Una mano di Del Debbio, sul contrattacco, è punita dall’arbitro. Nulla di fatto sul tiro di Costantino. Una bella respinta di Bertagni su centro di Fusco, e un altro tiro di Scaramelli finito in fallo laterale. Masetti libera, uscendo, una insidiosa puntata di Levratto, al 4’.

Continui capovolgimenti di fronte: su centro di Fusco al 5’, Ferraris non riesce a intervenire; ma Guaita cade, e non può tentare la via del goal. Entrano ora in azione Costantino e Scopelli, e la difesa azzurra lotta con ordine e sagacia. Al 7’, Blason deve parare un pericoloso tiro di Scopelli, su servizio di Scaramelli; tiro reso tanto più difficile da una involontaria deviazione impressa alla traiettoria del pallone fatta da Fantoni II. Fuori gioco di Levratto all’8’; e poco dopo una magnifica azione Guaita-Scaramelli, spezzata da Del Debbio. Su punizione di Del Debbio, Masetti para poi un tiro di Bisigato, quando però Scorzoni aveva già fischiato il fuori gioco di Piola.

Non c’è tempo di registrare tutte le azioni, tanto le inversioni di campo sono fulminee. Piola si fa pericoloso, e Masetti esce su centrata di De Maria: ma non afferra il pallone, che è respinto da Gadaldi. Fantoni II a sua volta libera l’area azzurra dal pericolo: al 13’, bellissima respinta di pugno di Blason su tiro di Scopelli, e subito dopo sullo sviluppo dell’azione un tiro di Scaramelli, bellissimo, dà l’illusione del goal; ma è solo un’illusione, poiché il pallone è andato dietro la rete. Un tiro di Guaita è salvato in estremis da Blason. Nulla di fatto nemmeno su un calcio d’angolo contro la Roma, e nulla, per fuori gioco di Fusco, su trama Scaramelli, Scopelli, Costantino, deviato da Del Debbio.

La pressione giallo-rossa. Al 16’ punizione contro la Roma per sandwich a Piola: parata di Masetti. Indi un allungo di Bernardini a Fusco si perde in fallo; al 18’ due consecutive puntate di Levratto, sventate una da Bodini e una da Masetti. Al 20’ rovesciata alta di Guaita, su servizio di Fusco, attivo e preciso quanto mai: egli subito dopo sfugge a Viani, serve il centro, ma Del Debbio respinge; riprende Guaita con un tiro da posizione inverosimile, che però Blason blocca sicuro. Al 22’ la Roma è in angolo: batte Levratto, respinge Frisoni. Ma la Lazio, con accorta manovra, permane per qualche battuta in area giallo-rossa. Un minuto dopo, su calcio di punizione contro la Roma, battuto da De Maria, la situazione si fa pericolosa per la Roma, ma il tiro conclusivo di Fantoni I passa alto.

Una salve di fischi saluta al 25’ una nuova punizione contro Ferraris; ma anche questa volta i difensori giallo-rossi non permettono agli avversari di impegnare Masetti. Un fallo di Fantoni II su Costantino e relativa punizione, frutta al 27’ un calcio d’angolo contro gli azzurri. Blason compie al 28’ una bella parata.

Risveglio laziale. Come trame di attacco i giallo-rossi sono migliori: ma la Lazio prevale nel gioco di testa, e batte sempre gli avversari sullo scatto. Adesso si rimane a preferenza sotto la rete di Blason, il quale tuttavia è scarsamente impegnato. Una trama Fusco-Scopelli è da Bertagni deviata in angolo. Batte Costantino e Scopelli, in un groviglio di uomini, spedisce a lato (30’). Rimette bene il pallone agli attaccanti Bernardini, ma intercetta Fantoni II, che cerca di lanciare Piola. Gadaldi lo ostacola e respinge lungo a Costantino. Questi centra un perfetto pallone che Guaita colpisce di testa e spedisce a lato.

Adesso i giallo-rossi intensificano la pressione: Scaramelli, Scopelli, Guaita non danno tregua. Un contrasto Piola-Bernardini frutta un calcio libero alla Lazio, che sfruttato abilmente da Levratto per pochissimo non frutta il goal agli azzurri. Al 35’ Bisigato, su passaggio di Piola, manca ancora di poco il successo. E si torna, auspice Bernardini, in area laziale; Scopelli non intuisce un preciso passaggio di Costantino, e perde un’occasione buona. Ma si capovolge ancora il fronte, e Frisoni rende un gran servigio ai suoi, scivolando tra i piedi di Levratto e togliendogli una palla da goal. Sterile punizione contro la Roma al 40’, per fallo di Tomasi su De Maria; al 41’ mentre Piola e Bisigato minacciano ancora, interviene Frisoni, a sbrogliare di nuovo la situazione. Fallo di Fantoni I al 42’, e di Frisoni al 43’, che provoca una parata a pugno di Masetti; un minuto dopo, Piola, solo, avanza e tira da lontano con forza e precisione, ma la palla sfiora la traversa. Prima del riposo ancora una volta il portiere giallo-rosso deve liberarsi, con audace uscita da un’altra pericolosa puntata laziale.

Gioco meno pregevole nella ripresa. L’inizio del secondo tempo coincide con un’altra bella trama romana, che respinta da Bertagni non può esser sfruttata dagli azzurri perché Levratto è in fuori gioco. Al 2’ Blason compie una bellissima parata su tiro di Scaramellli che raccoglie a volo un pallone su punizione di Gadaldi. Risponde Masetti un attimo dopo togliendo dal piede di Piola una palla centrata da De Maria sfuggita a Tomasi.

Il gioco si sposta ancora veloce: molta decisione ma nessuna durezza o irregolarità nonostante il pubblico sia di parer contrario. Virtuosismi dell’attacco giallo-rosso, prodezze di Ferraris e Fantoni. Puntata di Guaita ostacolato da Bertagni; uscita di Blason che salva. I giallo rossi sono tutti nella metà campo avversario; al 7’ Bodini sciupa un calcio di punizione, all’8’ la Lazio si chiude in corner; Guaita con le spalle alla porta, scuote con un colpo di testa la parte superiore dell’esterno della rete.

Piola sfugge, Bernardini lo ostacola irregolarmente… Punizione. Si passa in area giallo-rossa: ma Bisigato sbaglia mira; subito dopo, uno scontro con Frisoni, lo stesso Bisigato è a terra, ma si rialza subito. Punizione di Fantoni II, e salvataggio di Bodini. Altra bella trama sulla sinistra giallo-rossa all’incidente si ripete al 13’; Guaita solo l’11’: ma al momento buono Scopelli, caricato, non può tirare. Più grave, davanti alla porta è stretto da tre avversari, sgambettato. L’arbitro decreta il rigore; Guaita segna.

Sventolio di drappi giallo-rossi, grida; ma non c’è tempo di dar sfogo all’entusiasmo che il gioco riprende, accesso, avvincente più che mai. Due falli di Scaramelli su Fantoni II e di Fusco su Bertagni, un salvataggio accorto di Bernardini. Si snoda poi un altro attacco romano; Guaita, ostacolato, tira alto. Un attimo dopo, su bellissima azione di Guaita (18’), e parata difettosa di Blason, Costantino arretrando accortamente infila ancora la porta laziale; ma il magnifico punto è annullato dall’arbitro, il quale, sapremo poi, aveva su segnalazione del guardalinee rilevato il fuori gioco di Costantino, precedentemente al tiro di Guaita.

Calcio d’angolo contro la Lazio al 20’, dopo che Piola, a sua volta ha portato un’altra seria minaccia. Sulla respinta di De Maria fugge ma in fuori gioco. Bernardini salva; ma la Lazio visto il momento propizio non dà tregua. Si ripete così al 22’, ai danni di Piola, un fallo analogo a quello contro Guaita, che aveva fruttato il goal alla Roma. Anche questa volta, Scorzoni non esita un momento a decretare il rigore, che Piola con tiro secco, tramuta in goal. È il pareggio.

La Roma si innervosisce, incassa ancora una punizione; ma subito dopo, altra bellissima azione personale di Guaita, mentre Scopelli vigila; e ci vuole tutta l’accortezza di Blason e Bertagni per sventare il pericolo. Al 25’ un tiro di Levratto si perde fuori. La Lazio ha ripreso vena, la Roma si difende. Masetti blocca con grade abilità al 27’, una rovesciata bellissima di Piola su centro di De Maria. Levratto fugge poi, inseguito da Fusco; cade, recita un po’ di commedia: ma Scorzoni… non beve. È poi Piola che zoppica, colpito in uno scontro, e l’arbitro alza la palla. Al 29’ su passaggio di Piola, una palla pericolosa di Bisigato sfiora l’asta trasversale. Una mano di Fantoni II origina una punizione di Bernardini che riporta la pressione in area laziale; Blason para con difficoltà un impreciso passaggio di Bertagni e resiste a un intelligente intervento di Costantino.

Finale di marca azzurra. Bernardini è stanco: la Lazio torna all’attacco. Scambio Levratto-Bisigato al 32’ e colpo di testa finale di De Maria a lato; cannonata di Piola e parata di Masetti, bellissima, al 34’. Continuano, in serie, le punizioni, indi, su avanzata di Scaramelli, Fusco centra ma Bertagni salva.

Ferraris, con un tiro di punizione dà al 36’ nuovo lavoro a Masetti. Un marchiano fuori gioco di Levratto spezza sul nascere un’offensiva laziale. Indi un fallo di Bernardini su Bisigato, e al 40’ Ferraris salva su discesa di Fusco, su corner. Tirato male, il calcio d’angolo origina un veemente contrattacco Piola-De Maria, che Masetti risolve di piede dieci metri fuori dell’area di rigore. Insiste la Lazio, ma il tiro conclusivo di Bisigato, al 41’, va fuori.

Stanche, le squadre sembrano paghe del risultato. Una gomitata di Scaramelli a Bertagni rende vano, al 42’ un suo generoso tentativo. Fugge Tomasi, Fantoni I lo ferma in cintura: ma dalla inevitabile punizione, nulla nasce. Blason blocca al 43’ un tiro di Costantino e al 44’ uno spiovente di Scopelli cade sopra la rete mentre Blason rimane appeso a dondolarsi alla traversa. Poi dopo alcuni palleggi a metà campo, la fine, sottolineata da vivi applausi e anche dai fischi dei soliti sconsigliati.