Domenica 18 ottobre 1981 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Lecce 4-0

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18 ottobre 1981 - 2.095 - Campionato di Serie B 1981/82 - VI giornata

LAZIO: Marigo, Spinozzi, Chiarenza, Mastropasqua, Pighin, Badiani, Viola, Bigon, D'Amico, Ferretti, Speggiorin (73' Marronaro). A disp. Di Benedetto, De Nadai, Sanguin, Manzoni. All. Castagner.

LECCE: De Luca, G.Mancini, Lo Russo (58' Bruno), L.Ferrante, Imborgia, Progna, Cannito, Improta, Magistrelli (70' Biagetti), Merlo, Tacchi. A disp. Vergallo, Mileti, Maragliulo. All. Di Marzio.

Arbitro: Sig. Casarin (Milano).

Marcatori: 29' Bigon, 63' Ferretti, 78' D'Amico, 84' D'Amico (rig).

Note: ammoniti Tacchi, Merlo, Viola per scorrettezze.

Spettatori: 28 mila circa.

Fernando Viola in azione
La rete di Bigon
Speggiorin mette in affanno la difesa leccese
(Gent.conc. Lorenzo D'Amario)
Una fase di gioco che vede impegnati D'Amico e Speggiorin
Il biglietto della partita


La Stampa titola: "I laziali tentennano per mezz'ora poi Bigon segna e il Lecce affonda".

L'articolo così prosegue: Sullo slancio dei successi ottenuti su Foggia e Brescia, la Lazio ha centrato la terza vittoria consecutiva battendo all'Olimpico il Lecce con un secco 4-0. Due pali colpiti da Ferretti hanno completato la positiva giornata dei biancoazzurri che non hanno incontrato difficoltà nel far valere la loro chiara superiorità. Il ruolino di marcia dei pugliesi e la favorevole tradizione personale che Di Marzio vanta nei confronti di Castagner, avevano reso incerto il pronostico della vigilia. Il vago timore che serpeggiava fra i biancoazzurri, ha in parte frenato il loro gioco solo nella prima mezz'ora del primo tempo quando Merlo e Improta hanno potuto sfruttare in pieno una ottima lucidità a centrocampo. Intorno ai due giocatori, la compagine di Di Marzio si muoveva con sufficiente ordine pur mostrando i suoi limiti nella zona d'attacco dove Magistrelli e Tacchi, ben marcati rispettivamente da Pighin e Spinozzi non sono quasi mai riusciti a portarsi in zona tiro. Tuttavia, con la sua tattica fatta di strette triangolazioni e rapidi lanci in avanti, il Lecce reggeva dignitosamente il campo dando l'impressione di poter competere ad armi pari con la più titolata avversaria.

La Lazio si impegnava in una manovra eccessivamente elaborata che non trovava sbocchi concreti per la mancanza di una punta efficace. Anche ieri è parso evidente che il problema non può essere risolto da Speggiorin, forse il peggiore in campo. Su quello che sembra essere il "tallone d'Achille" dei romani, si è espresso in modo esplicito lo stesso Castagner: "Abbiamo giocato con una punta e tre spalle. Dobbiamo trovare una soluzione con il reperimento sul mercato d'autunno di un attaccante che assicuri un maggiore potenziale offensivo". In effetti, assente uno stoccatore, i biancoazzurri hanno tentato a turno di inserirsi nelle fasi conclusive ricevendo il giusto premio. Nel complesso l'intera squadra ha saputo giostrare su toni di gioco qualitativamente apprezzabili. Ma i protagonisti principali, che hanno segnato la svolta del successo, sono stati l'inesauribile "corridore" Badiani, il tenace Spinozzi e soprattutto Ferretti (autore dello splendido secondo gol) e D'Amico che ha centrato una doppietta. Il sostanziale equilibrio dei primi trenta minuti, veniva interrotto al 29' da un colpo di testa di Bigon che segnava sfruttando un preciso cross di Chiarenza e portava la Lazio in vantaggio. Un minuto più tardi Magistrelli veniva sgambettato in area da Pighin, ma l'arbitro Casarin, che tornava sui campi da gioco dopo una sosta "punitiva" di sei mesi, diceva di no all'invocazione del calcio di rigore. Forse le cose si sarebbero potute aggiustare momentaneamente per i pugliesi, ma non avrebbero mutato la fisionomia della gara.

Al 37', al termine di una precisa triangolazione con Viola, Ferretti, con il portiere in uscita coglieva la traversa. Ma lo stesso Ferretti si faceva perdonare al 63' con un bolide scagliato da fuori area che terminava la corsa infilandosi all'incrocio dei pali della porta pugliese. Mentre il Lecce calava sempre più vistosamente, la Lazio assumeva decisamente le redini della gara non incontrando più ostacoli sulla sua marcia. D'Amico si esibiva in numeri di alta classe suggellando la sua ottima prestazione al 78': il giocatore si destreggiava abilmente sull'angolo destro dell'area leccese, poi faceva partire un diagonale che sorprendeva nettamente il portiere De Luca. Due minuti più tardi ancora un palo colpito da Ferretti (rivelazione della giornata) e infine il quarto gol siglato da D'Amico su calcio di rigore all'84 per atterramento di Ferretti da parte di Progna.