Domenica 1 ottobre 1972 - Firenze, stadio Comunale - Fiorentina-Lazio 0-1

Da LazioWiki.

Stagione

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1743. Campionato di Serie A 1972/73 - II giornata

FIORENTINA: Superchi, Galdiolo, Longoni, Scala N., Brizi, Orlandini, Merlo C., Sormani, Clerici, De Sisti, Saltutti. (12 Migliorini, 13 Perego). All. Liedholm.

LAZIO: Pulici F., Facco, Martini L., Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Manservisi. (12 Chini, 13 Petrelli). All. Maestrelli.

Arbitro: sig. Casarin di Milano.

Marcatori: 18' Garlaschelli.

Note: giornata mite, e poco nuvolosa, terreno in perfette condizioni. Ammoniti Martini, Longoni e De Sisti. Angoli 11-3 (6-2) per la Fiorentina. Sorteggio antidoping negativo.

Spettatori: 40.000 circa. Incasso £. 38.897.300.

Il biglietto della gara
Chinaglia e De Sisti
Chinaglia in azione
Garlaschelli abbracciato dopo il gol


Chinaglia e Maestrelli
Chinaglia e Maestrelli

Dopo la bella prestazione contro l'Inter, la Lazio scende in campo a Firenze, dove non riesce a vincere da 15 anni. Maestrelli conferma gli undici scesi la domenica prima, speranzoso di portare a casa almeno un pareggio. La partita inizia con la Lazio in avanti a macinare gioco, sulla diagonale Re Cecconi - Frustalupi - Nanni, ed è uno spettacolo tattico. I viola appaiono sorpresi e ogni qual volta De Sisti e Clerici tentano di portarsi in avnti, trovano in Wilson e Facco un baluardo insuperabile. E' il 14', quando Garlaschelli sfiora la parte alta della traversa a portiere battuto.

Al 17' è Saltutti, su cross di Merlo a mandare fuori la palla di poco. Al 18' la svolta, Re Cecconi pesca Garlaschelli al vertice dell'area viola, una posizione utile per un affondo, non per un tiro; e invece la nuova ala inventa un'autentica prodezza: stop e tiro al volo che va ad infilarsi all'incrocio dei pali dalla parte opposta. E' il battesimo del gol in serie A della giovane ala lombarda, acquistato dal Como in estate. Con lo stadio ammutolito, invece di difendersi, la Lazio attacca con Chinaglia e Manservisi che per poco sbagliano la rete del raddoppio. Non riescono a difendersi, i ragazzi di Maestrelli, ma solo ad attaccare. Oddi annulla Clerici, Re Cecconi scavalla lungo le fasce laterali con il passo di un puledro di razza. Il primo tempo finisce con i biancazzurri in vantaggio 1-0. Nella ripresa , la Fiorentina stringe i denti e si porta in avanti. Al 61' traversone di Clerici, che De Sisti e Saltutti mancano per un soffio l'appuntamento col pallone e una rete già fatta. Il brivido scuote la Lazio che ricomincia a macinare gioco ed azioni con l'onnipresente Re Cecconi, migliore in campo. La Fiorentina non avrà più occasioni per segnare e i biancazzurri riusciranno a condurre in porto una vittoria in trasferta che mancava, in Serie A dall'11 aprile 1971. Dopo 2 gare la Lazio si ritrova in testa al campionato con 3 punti, ma soprattutto con la consapevolezza di avere un bel gioco ed ottimi schemi. I neo acquisti Re Cecconi, Pulici, Garlaschelli e Frustalupi si sono ben inseriti, e la prossima giornata vede l'arrivo della Juventus, un bel banco di prova per confermare quanto di buono fatto fin d'ora.

Scrive La Stampa

Una Lazio agilissima, e soprattutto più veloce dell'avversaria a centrocampo, ha vinto con relativa facilità a Firenze, lasciando secchi i viola per tutto il primo tempo e opponendosi poi senza affanno al loro forcing. Il gol è opera di Renzo Garlaschelli di Vidigulfo. Pavia, classe 1950, uno dei nuovi della serie A (l'anno scorso giocava nel Como). L'ala destra laziale ha nettamente sorpreso Superchi con un tiro dal limite dell'area al 18' del primo tempo: quando il tiro è partito aveva tutta l'aria di essere un cross, ma lo stesso Superchi ha fatto sapere, più tardi, che sebbene Re Cecconi avesse chiesto la palla. Garlaschelli aveva cercato volutamente la rete. Quattro minuti prima la stessa ala laziale aveva colpito la traversa con un altro colpo a sorpresa, sul quale il portiere viola era rimasto letteralmente a guardare.

Eppure era stata la Fiorentina a sfiorare per prima il bersaglio con un'azione di Scala culminata con un tiro di Clerici (secondo minuto) deviato in tuffo dall'ottimo Pulici, ex novarese. Ma quando la Lazio, approfittando anche della cattiva posizione di Sormani e del faticoso recupero di De Sisti dopo un lungo periodo di inattività, ha cominciato a imporre il proprio gioco, per la squadra di Liedholm è calata immediatamente la notte. Liedholm ha definito « disastroso» il primo tempo della Fiorentina, e senza dubbio non poteva scegliere parola più adatta. Il bello è che in tutto questo disastro non ha minimamente influito l'avversario più temuto dai viola, ossia Chinaglia. Per meglio dire, il centravanti, opposto a Galdiolo, è stato sempre « nella partita » ma non in maniera decisiva. Ha preso tra l'altro un brutto colpo, ma alla fine ha detto di risentirne appena e che per la partita di sabato prossimo a Lussemburgo tutto andrà certamente bene: e questa, per Valcareggi, è una consolazione grossa così, si immagina. La Fiorentina, reduce da tre successi consecutivi, quelli in Coppa Uefa coi turchi dell'Esitischirspor e quello di domenica scorsa a Marassi contro la Sampdoria. ha confermato (dalla scarsa efficacia del test precedenti) di essere chiaramente in difficoltà, anzitutto con uno dei nuovi acquisti. Saltutti. intorno al quale e già scoppiata una feroce polemica con scontati risvolti in favore del partente Chiarugi.

Anche contro la Lazio l'ex foggiano si è dimostrato lontano dalla condizione migliore e non ha mai avuto uno spunto veramente apprezzabile. D'altra parte sarebbe un grave errore indicare proprio lui come la causa della sconfitta viola. Anche altri giocatori sono andati assai male, e il fatto che un uomo di esperienza come Sormani abbia sbagliato costantemente posizione è un sintomo poco lieto per Liedholm. Sormani, secondo l'allenatore viola, dovrebbe giocare, entro certi limiti, da fermo, in modo da non dissipare energie e da mantenere allo stesso tempo chiarezza di idee. Invece, contro la Lazio e stato in posizione troppo avanzata e troppo nevralgica: ha dovuto cioè battersi su ogni pallone e scattare (o tentare di farlo) per poi piazzare un lancio. La squadra di Maestrelli ha avuto insomma buon gioco; in definitiva ha dovuto concentrare i suoi sforzi su due soli avversari. Clerici e Merlo. Tutti gli altri, più o meno, finivano col mettersi fuori causa da sé, o perché incapaci di cambiare passo (De Sisti) o perché troppo insistenti nel cercare una conclusione personale (Scala). Liedholm aveva in panchina Perego, ma non lo ha « giocato ». Neanche Maestrelli ha ritenuto opportuno fare sostituzioni, ma lui giocava sul velluto, perché la Lazio, anche nei minuti finali, ha dimostrato una autorità perfino sorprendente. Insomma, una Lazio da applausi: e sia chiaro che gli applausi sarebbero rimasti tali e quali anche in caso di pareggio.