Domenica 20 luglio 2014 - Auronzo di Cadore, stadio Rodolfo Zandegiacomo - Lazio-Nazionale Indonesiana U23 2-0

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20 luglio 2014 - Auronzo di Cadore (BL), Stadio Rodolfo Zandegiacomo - Amichevole - inizio ore 17.00

LAZIO: Marchetti (46' Strakosha), Basta (46' Konko), Novaretti (46' Cana), Ciani (46' Filippini), Braafheid (46 Radu), Cataldi (46' Antic), Elez (46' Ledesma), Mauri (46' Vinicius), Pereirinha (46' Felipe Anderson), Keita (46' Djordjevic), Cavanda (46' Oikonomidis). A disposizione: Guerrieri, Rozzi, Alfaro. Allenatore: Pioli.

NAZIONALE INDONESIANA U23: Ardihiyasa, Saputra, Igbonefo, Lestusen, Tuasalamony, Kusnandar (82' Pellu), Bakri, Lestaluhu (75' Maulana), Gatra (87' Setiawan), Sulaiman (65' Estusen), Makatindu (53' Ramdhani). A disposione: Triana, Amiruddin, Zaenuri, Syahrizal, Cahya, Sofyan, Babu. Allenatore: Aji Santoso.

Arbitro: Sig. Tommasi (Bassano del Grappa) - Assistenti Sigg. Paganessi (Bergamo) e Tegoni (Milano).

Marcatori: 14' Pereirinha, 64' Djordjevic.

Note: al 18' Keita si fa parare un calcio di rigore.

Spettatori:


La formazione biancoceleste
Il calcio di rigore battuto da Keita
Foto LaPresse
Luis Pedro Cavanda
Una fase di gioco
Foto LaPresse
Keita Balde Diao al tiro
Foto LaPresse
Filip Djordjevic festeggiato da Vinicius dopo la marcatura
Foto LaPresse
Un momento dell'incontro
Foto LaPresse
Luis Pedro Cavanda
Foto LaPresse
Milos Antic
Chris Oikonomidis
Josip Elez
Djordjevic festeggiato dopo il gol del 2-0
Christian Ledesma
Un'altra foto della formazione con la bandiera del Lazio Club Indonesia

La Gazzetta dello Sport titola: "Vanno a segno Pereirinha e Djordjevic. Minala viene riammesso nel ritiro".

Continua la "rosea": Due gol, tre pali, un rigore sbagliato. Dopo le scorpacciate nei primi due test, la Lazio si contiene con l'U.23 indonesiana. Due reti, una per tempo (di Pereirinha e Djordjevic) possono bastare, anche perché a negare una nuova goleada sono i pali (uno di Djordjevic, gli altri due di Keita, che si fa pure parare un rigore). Buone le indicazioni per Pioli, che insiste col 4-3-3 e svela qualche schema curioso (come il "trenino" sugli angoli). Festeggia pure la società che grazie a questa amichevole incassa i soldi di uno sponsor indonesiano che ha messo il proprio logo sulle maglie biancocelesti (la partita è andata in diretta tv in Indonesia). Intanto dalla Germania Klose fa sapere che tra un anno smetterà, mentre ad Auronzo è in arrivo Joseph Minala, "riammesso" in ritiro dopo l'esclusione iniziale.


Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio c'è, Keita non ancora. Due pali, un rigore fallito e troppi individualismi per lo spagnolo, schierato centravanti. Pereirinha ancora a segno. Djordjevic ha raddoppiato nel secondo tempo: piace sempre di più".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Un gol per tempo. Anzi, un gol per Lazio. Prima Pereirinha (ci ha preso gusto), poi Djordjevic (non smette più). Si sono distinti in due schieramenti diversi, Pioli ha alternato due squadre lungo i novanta minuti schierandole con il solito 4-3-3. Nel mezzo ci sono stati un rigore parato a Keita e due pali timbrati dal baby d'oro, non era la sua giornata. Va a sprazzi, contro l'Indonesia Under 23 ha giocato da punta centrale per via dell'assenza di Rozzi, bloccato da un affaticamento muscolare. Non è il suo ruolo, si sa. In discussione in questo inizio di stagione non è il suo talento, ma il comportamento in campo. Ieri è partito maluccio, ha trovato le motivazioni in corsa. Il rigore se l'è procurato e se l'è fatto parare dall’indonesiano Ardhiyasa (può succedere), i pali glieli ha messi sulla strada il destino, l'individualismo è una sua pecca. Confermata. Bagliori e qualche dribbling di troppo: nelle due occasioni lo spagnolo era stato bravo a liberarsi, a slalomeggiare tra gli avversarsi e a calciare, è stato sfortunato. Ma quando devi misurarti con un bel passato c'è sempre il rischio che il presente ti sfugga e il futuro si ribelli. Keita deve essere il primo a non illudersi, deve cercare le giocate semplici in modo speciale, così come ha fatto l'anno scorso. Quando s'intestardisce sbatte contro i muri, dopo un'azione solitaria (insistita) ha fatto mugugnare ad altissima voce i tifosi presenti nel ritiro di Auronzo.

Keita ha tenuto il pallone oltre il dovuto, l'atteggiamento non è piaciuto. Per effimeri che possano risultare gli indizi del calcio estivo possono diventare fatti assodati, le conferme arrivano di amichevole in amichevole. Piace il centravanti serbo. Le orme di Filip Djordjevic sono profonde e possono portare lontano: nel secondo tempo s'è catapultato in rete sfruttando un assist di Vinicius, ha scatenato la sua potenza inserendosi da dietro, l'hanno abbracciato tutti. Così si sfonda la porta. Peccato per quella traversa beccata da lì a poco a porta spalancata, sarebbe stata una bella doppietta, il bis se l'è divorato. Ma sta guadagnando considerazione. La Lazio di Pioli, considerando i carichi e le assenze dei big, persegue un'apprezzabile compattezza, continua a praticare un calcio palla a terra. E vuole sorprendere gli avversari utilizzando schemi particolari su punizione e corner. Ieri hanno colpito i calci d'angolo, il modo in cui sono stati battuti: i giocatori creavano un "trenino" in mezzo all'area di rigore, non davano punti di riferimento, s'appiattivano. Quando il battitore di turno calciava, ognuno trovava sistemazione. E' stata provata anche una punizione "schermata": erano in tre sul pallone, nascondevano il tiratore scelto. Trucchetti a parte, Pioli chiede movimenti precisi. Nel primo tempo ha fatto da regista il croato Elez, garantiva una presenza costante nel cuore del centrocampo, il tecnico lo guidava dalla panchina. Cataldi e Mauri, le mezze ali, si muovevano continuamente, garantivano affondi e suggerimenti per il tridente offensivo: gli esterni d'attacco Cavanda e Pereirinha e il centravanti Keita (tutti e tre adattati nei ruoli). Cataldi può far tutto, può dispensare emozioni e munizioni.

Pioli pretende che tutti possano avere la possibilità di andare al tiro. Ecco perché Pereirinha è tra i "cannonieri" dell'estate (ieri ha sfruttato un assist di Cavanda e con un piattone ha bucato la rete). I terzini, Basta (in palla) e Braafheid (fuori forma), nel primo tempo rimanevano più che altro bloccati. Quando il serbo saliva, Pereirinha doveva accentrarsi per lasciargli campo libero. Nel secondo tempo s'è messo in mostra il baby Oikonomidis insieme a Djordjevic, è stato promosso dopo aver giocato benissimo le Final Eight con la Primavera di Inzaghi. E' intraprendente il greco-australiano, non ha paura di andare al tiro, viene utilizzato da esterno offensivo nel 4-3-3. Ha rischiato grosso la difesa per un buco di Cana (un neo consueto). Il centrocampo, senza Cataldi e Mauri, con Vinicius e Antic mezzali, è stato meno ordinato, non è bastata la regia di Ledesma. Pioli vola basso, scansa le trappole delle analisi troppo superficiali. I suoi uomini ne stanno annusando la praticità e il carisma, quel fare che deve riaccendere un sogno. Lazio-Indonesia Under 23 come uno spot commerciale: sulla maglia bianca era stampato il logo "Alia Wisata", la compagnia area indonesiana ha fatto da sponsor per l'evento. Aspettando nuovi partner...


Il Messaggero titola: "Due gol e tre pali. Pioli può sorridere".

Prosegue il quotidiano romano: Tre legni colpiti, un rigore sbagliato, la Lazio vince 2 a 0 contro la Nazionale Indonesiana Under23. Bel diagonale di Pereirinha nel primo tempo, tap-in da rapinatore di Djordjevic, nella ripresa. Pioli può sorridere anche per la prestazione di Felipe Anderson, Keita resta croce e delizia: colpisce un palo, poi si mangia un penalty; dribbla avversari, ma è troppo testardo. Il primo vero test dell'estate biancoceleste è scandito da ritmi ancora lenti. Il tecnico invoca la circolazione di palla, ma il 4-3-3 va rodato. Bene comunque nel complesso. La Lazio giocava con la terza maglia, bianca a righe celesti, ispirata alla casacca del 1933 e presentata ieri insieme alla seconda amaranto. Radu e il vice-capitano Ledesma i modelli: "Speriamo ci portino bene, noi le impregneremo di sudore". Commenti divisi dei laziali sulla maglia da trasferta, West Ham style: "Ma che c'entra quel colore con la Lazio?", si son chiesti in tanti. Tutto crea dibattito in casa biancoceleste, ma Lotito rimane il discorso preferito. Valanga di striscioni ieri ai piedi delle Dolomiti: "Non è cambiato niente, tu non sei il mio presidente", il più significativo, dopo un faccia a faccia venerdì fra una delegazione della Nord e Pioli. Neanche il nuovo tecnico riesce a fare da "pacificatore": "Rispetto il vostro pensiero, ma per noi il vostro appoggio sarebbe molto importante", ha detto a una Curva irremovibile dalla contestazione.

Punizione finita intanto per Minala: bloccato a Formello da Tare per l'atteggiamento troppo esuberante nelle Final Eight, Joseph oggi raggiungerà i compagni ad Auronzo proprio insieme al diesse. Dopo la toccata e fuga a Roma, Klose si aggregherà invece al gruppo fra il 7 e l'8 agosto: "Ora darò tutto solo per la Lazio", ha giurato a Tare. Già perché, dopo Lahm, anche Miro potrebbe salutare subito la Nazionale campione del mondo. E non solo: "In linea di massima nel 2015 penso di smettere", ha confidato in patria. Se così fosse, come in occasione del rinnovo, Lotito gli proporrà di nuovo un ruolo da dirigente/ambasciatore biancoceleste. Klose però vuole allenare.



La formazione iniziale: Novaretti, Elez, Ciani, Mauri, Marchetti; Keita, Pereirinha, Cataldi, Cavanda, Basta, Braafheid



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