Domenica 21 dicembre 1975 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 3-0

Da LazioWiki.

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21 dicembre 1975 - 1871 - Campionato di Serie A 1975/76 - X giornata

LAZIO: Pulici F., Polentes, Martini, Wilson, Manfredonia, Badiani (I), Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, D'Amico (75' Ferrari G.C.), Lopez. (12 Moriggi, 13 Di Chiara (I)). All. Maestrelli.

CAGLIARI: Buso, Lamagni, Longobucco, Quagliozzi, Niccolai, Tomasini, Nené (69' Virdis), Brugnera, Viola, Roffi, Riva. (12 Copparoni, 13 Mantovani). All. Tiddia.

Arbitro: sig. Gussoni di Tradate.

Marcatori: 23' Garlaschelli, 25' Chinaglia, 44' D'Amico.

Note: giornata soleggiata, terreno in buone condizioni. Prima della partita osservato un minuto di silenzio in memoria dell'ex calciatore della Lazio Silvestro Pisa (I), recentemente scomparso in Argentina.

Spettatori: 38.000 circa.

Il biglietto della gara
Riva e Chinaglia entrano in campo
La rete di Garlaschelli
Garlaschelli in area sarda
Wilson ostacola un tiro di Riva
Il capitano della Lazio anticipa Riva di testa
Lopez e Maestrelli escono dal campo

Quella che fino a qualche stagione fa era una gara di cartello fra due nobili blasonate è diventata un vero e proprio spareggio per non retrocedere fra l'ultima e la penultima in classifica. I biancazzurri devono assolutamente vincere e ci riescono grazie ad un magistrale primo tempo ed alla pochezza tecnico tattica dei sardi sempre più candidati a tornare tra i cadetti. Maestrelli, per ottemperare alle assenze di Ghedin e Ammoniaci, per questa gara inserisce in difesa il giovane Manfredonia e porta in panchina l'altro ragazzo della Primavera Stefano Di Chiara. Manfredonia viene schierato libero al centro della difesa, con il conseguente spostamento di Wilson a terzino.

I biancazzurri partono subito veloci cercando di scardinare la difesa-catenaccio del Cagliari che si difende come può, andando più volte in affanno. Solo un episodio può, però, sbloccare la gara e questo avviene al 23', quando un tiro centrale senza molte pretese di Chinaglia, viene bloccato a terra da Buso che goffamente, si fa sfuggire la palla dalle mani. Garlaschelli, che nel frattempo ha seguito l'azione, è lesto a prender palla e a segnare portando così la Lazio in vantaggio. Sbloccato il risultato, la Lazio arriva al raddoppio due minuti dopo: un cross di Martini dalla sinistra è ribattuto malamente da Lamagni che, invece di liberare fuori dall'area, porge la palla a Chinaglia che, in mezza rovesciata, fulmina il portiere rossoblù.

La Lazio ora gioca sul velluto ed al 44' maramaldeggia con una stupenda azione personale di D'Amico che semina un difensore avversario, entra in area e tira un diagonale dalla sinistra che s'insacca all'angolo opposto della porta. Chi si aspetta un secondo tempo scoppiettante rimane tuttavia deluso. Forse appagata dal risultato, la Lazio non incide più di tanto, anzi, subisce qualche occasione pericolosa dei sardi, ma alla fine quel che conta è la vittoria che mancava dalla prima giornata e la prima dopo il ritorno in panchina di Tommaso Maestrelli. Sono due punti che fanno classifica e morale, ma la strada per uscire dal tunnel è ancora aspra e dura. Intanto scoppia una polemica come scrive La Stampa: Maestrelli vuol lasciare. La vittoria della Lazio sul Cagliari non ha portato la serenità nell'ambiente biancazzurro. Oggi a polemizzare è l'allenatore Maestrelli, chiamato in causa da alcuni consiglieri sulla questione dei premi-partita che sarebbero stati sollecitati dallo stesso tecnico. Maestrelli, naturalmente respinge le accuse, sostenendo che l'impegno della squadra del vittorioso incontro con il Cagliari non era dovuto alla promessa di un premio straordinario. Tuttavia la spiegazione non ha convinto tutti: al punto che adesso Maestrelli chiede un intervento chiarificatore del presidente Lenzini. Altrimenti abbandonerà la Lazio. « Non voglio tornare in clinica — ha detto — e della mia salute devo rendere conto alla mia famiglia, non alla società ».

La polemica prosegue fino al 24 dicembre:

Natale felice per Lazio e Roma vittoriose entrambe, contro Cagliari e Perugia. L'ultima domenica da 4 punti risaliva al lontano 18 maggio dello scorso campionato. Ma mentre i giallorossi si godono la festa in tutta serenità, Il successo del biancoazzurri viene offuscato dall'ombra delle polemiche che si riallacciano all'episodio del due dirigenti che si sono scontrati in pubblico per un presunto premio-partita promesso ai giocatori in caso di vittoria su Cagliari e Cesena. Lenzini ha risposto usando il solito, -teorico- pugno di ferro. Il presidente ha annunciato lo scioglimento del Consiglio Direttivo e la convocazione dell'assemblea entro il mese di maggio. La "rivoluzione", tuttavia, difficilmente contribuirà a sanare la difficile situazione. Si rimprovera al presidente di non aver tenuto nella giusta considerazione le dimissioni del fratello Aldo e di altri tre consiglieri (l'ultimo abbandono è quello di Sciarra che domenica bisticciò con il vice presidente Rutolo): per alcuni di questi il pomo della discordia è stato il ritorno di Maestrelli. Il trainer, prima di accettare l'incarico di riprendere le redini della squadra, pretese sicure garanzie sull'unanimità della scelta da parte del consiglio direttivo. Il torto di Maestrelli fu quello di fidarsi troppo di Lenzini il quale gli assicurò che non esistevano contrasti. Amareggiato da una realtà che si è rivelata ben diversa, il tecnico ha minacciato di dimettersi. Oggi ha lasciato Roma insieme alla famiglia per la montagna. Prima di partire ha dichiarato: Mi stanno rendendo la vita impossibile. Desidero un chiarimento totale, come del resto avevo già auspicato prima di tornare a guidare la squadra. Non ho rancori verso alcuno. E' l'integrità della Lazio che mi sta soprattutto a cuore. Vedremo cosa accadrà nel prossimi giorni. Lenzini lo ha rassicurato e probabilmente tutto finirà nella consueta bolla di sapone.

Fonte: La Stampa