Domenica 4 gennaio 1976 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cesena 2-2

Da LazioWiki.

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4 gennaio 1976 - 1872 - Campionato di Serie A 1975/76 - XI giornata

LAZIO: Pulici, Polentes, Martini, Wilson, Ghedin, Badiani, Garlaschelli (75' Giordano), Re Cecconi, Chinaglia, D'Amico, Lopez. (12 Moriggi, 13 Di Chiara (I)). All. Maestrelli.

CESENA: Boranga, Zuccheri, Oddi, Festa (65' Ceccarelli), Danova, Cera, Bittolo, Frustalupi, Urban, Rognoni, Mariani G. (12 Bardin, 14 Petrini S.). All. Marchioro.

Arbitro: sig. Panzino di Catanzaro.

Marcatori: 12' Garlaschelli, 19' Zuccheri, 75' Chinaglia, 84' Rognoni.

Note: giornata serena, temperatura mite, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Cera, Badiani, Frustalupi, Wilson. Antidoping negativo. Angoli 8-3 per la Lazio. Dopo la gara tentativo di aggressione al portiere Boranga a cui viene danneggiata l'automobile.

Spettatori: 50.000 circa (paganti 26.898).

Garlaschelli esulta dopo la rete
Chinaglia esulta dopo la rete (Foto Marcello Geppetti)
Panoramica della Curva Sud

La pesante situazione di classifica dei biancazzurri sta esasperando gli animi dei tifosi che, per contestare la squadra, non espongono i consueti striscioni dei club. Per questa gara Maestrelli recupera in extremis Moriggi, mandando in tribuna il terzo portiere Rezzonico che, fino a poche ore prima della gara, era segnalato in panchina. I romagnoli sono in un momento di forma entusiasmante e giocano un ottimo calcio.

Il Cesena si conferma squadra di alta classifica. A Roma non gioca molto bene, sarebbe meglio dire che piace meno di altre volte, ma strappa egualmente un pareggio (2-2) e si affianca al Napoli ed al Bologna al terzo posto della graduatoria. Marchioro non è molto contento, ma i bianconeri di Romagna continuano la loro marcia, una marcia che dura da oltre 2 mesi e mezzo, cioè dalla trasferta del 19 ottobre a Napoli. Il segreto del Cesena è noto: interessa il dinamismo. La predisposizione tattica, l'utilizzazione moderna dei due liberi, Cera e Frustalupi, entrambi difensori ed entrambi centrocampisti, ed infine la straordinaria adattabilità di molti a difendere ed a contrattaccare. E' una squadra che deve spingersi in avanti per rendere al massimo, che soffre ad essere attaccata. La diagnosi è facile: ha difensori che manovrano, che giocano la palla, che a volte tentano il gol. La prova sta nel fatto che il primo pareggio di oggi porta la firma del terzino Zuccheri. Ad un Cesena così bravo si è opposta una Lazio altrettanto brava, una Lazio stile Maestrelli, determinata, volonterosa, decisa.

Diciamo pure anche poco fortunata. Maestrelli ha ridato carattere ai suoi. Martini, Wilson, Garlaschelli e D'Amico sono stati i migliori, seguiti da un Chinaglia sempre pronto a sfruttare le occasioni favorevoli. Non è la «grande» Lazio dei tempi dello scudetto, ma è una squadra in netta ripresa, decisa a risalire la classifica. Deve soltanto recuperare in pieno Chinaglia, che ha colpe, ma anche attenuanti. Long John sbaglia, ma è male servito, non è aiutato, spreca energie in corse inutili per mancata collaborazione. E' soltanto questione di tempo. Si comincia al piccolo trotto sotto un sole primaverile. D'Amico si sistema in cabina di regia e dà ordini a tutti. I suoi tocchi sono deliziosi, invitanti, perfetti.

Garlaschelli corre, Chinaglia si adatta. Ma gli altri ? Re Cecconi tarda ad entrare nel gioco, Badiani sbaglia troppo, Martini, a cui Bittolo concede troppo spazio, avanza a suggerire azioni che non approdano a nulla per imprecisione nei tiri finali. Il Cesena non sta a guardare. Regge il confronto con una ragnatela di piccoli passaggi che si interrompono improvvisamente per far posto ad allunghi intelligenti di Cera o di Frustalupi. Festa, mediano di notevoli capacità, interviene nella manovra, Zuccheri, utilizzato come terzino, ma in realtà centrocampista di valore, segue il gioco con autorità. Nonostante i preziosismi di D'Amico, gli ospiti dominano il centrocampo.

Però è un gioco di attesa, che non ha affondo. E difatti passa la Lazio: D'Amico, sfugge a Zuccheri e centra. Sulla palla c'è un groviglio di uomini, Garlaschelli — spalle girate alla porta — è lesto a toccare di tacco in gol. I romagnoli reagiscono con determinazione. L'attacco dei bianconeri è massiccio. Avanzano anche i difensori. Al 19' Rognoni serve di precisione Zuccheri che lascia partire un tiro teso e potente. La palla fila dritta in rete: 1 a 1. C'è stata deviazione? Nessuno conferma. E' gol del terzino Zuccheri. I padroni di casa subiscono l' iniziativa degli avversari. Due minuti dopo Rognoni serve Urban che tira. Pulici devia come può, interviene Mariani, ma Polentes salva sulla linea. Al 24' Pulici riesce miracolosamente a fermare un rasoterra di Mariani. La unica vera azione laziale si registra al 44': inizia Chinaglia, poi D'Amico dà a Garlaschelli che calcia a rete. Boranga, nonostante sia coperto, riesce a deviare in angolo.

La ripresa registra un vivace risveglio dei romani. I cesenati stanno a guardare. Si limitano a controllare la situazione per non correre rischi. Attacca la Lazio: Chinaglia tenta il gol con una bella rovesciata (55'), Badiani calcia in braccio a Boranga da facile posizione (63'). Il Cesena sembra soggiogato. Manca agli ospiti il coraggio di reagire. Marchioro tenta la carta della sostituzione: manda in campo Ceccarelli al posto di Festa (65'). La situazione non cambia. Domina sempre la Lazio, che va in gol al 73': Il tiro finale è di Martini, un rasoterra imprendibile. Davanti a Boranga c'è Chinaglia, proprio nell'area di porta. Panzino annulla. Le proteste durano poco: due minuti dopo Re Cecconi (finalmente!) manda al centro un prezioso pallone. Boranga esce, tenta la deviazione ma serve involontariamente Chinaglia che di testa butta in rete (75').

Maestrelli approfitta dell'interruzione per mandare negli spogliatoi Garlaschelli, leggermente infortunato. La reazione del Cesena è immediata. I romagnoli attaccano in forze. C'è qualche sbandamento nella difesa biancazzurra. Siamo all'84' e Polentes, generoso ma scorretto, blocca Mariani con una evidente spinta poco fuori dall'area di rigore. Panzino concede la punizione. Frustalupi tocca a Rognoni che indovina il corridoio esatto: la palla sfiora il montante destro della porta di Pulici e finisce in rete: 2 a 2. Non c'è più tempo per rimediare. Anzi fugge ancora Mariani, Panzino lo ferma fischiando la fine.

Fonte: La Stampa





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