Domenica 21 marzo 1982 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Perugia 1-0

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21 marzo 1982 - 2115 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie B 1981/82 - XXVI giornata

LAZIO: Marigo, Spinozzi (46' Mirra), Chiarenza, Mastropasqua, Pochesci, Sanguin, Vagheggi, Bigon, Surro, De Nadai, Badiani. A disp. Moscatelli, Ferretti, D'Amico, Speggiorin. All. Clagluna.

PERUGIA: Malizia, Nappi (68' Ottoni), Ceccarini (25' Caso), Frosio, C.Pin, Dal Fiume, Bernardini, C.Butti, Cavagnetto, Bacci, Ambu. A disp. Mancini, Cicchella, Morbiducci. All. Giagnoni.

Arbitro: Sig. Prati di Parma.

Marcatori: 3' Badiani.

Note: giornata di sole primaverile. Terreno in ottime condizioni. Ammoniti Bacci, Dal Fiume, Sanguin e Marigo.

Spettatori: 25.000 circa di cui 15.342 paganti.

Il biglietto della partita
Vagheggi prova un tiro
Bigon è anticipato da Malizia
La rete di Badiani
L'esultanza di Badiani dopo la rete

Costretta a rinunciare alla possibilità di intervenire nella volata finale per la serie A, la Lazio si è risollevata ottenendo una vittoria di prestigio. I biancazzurri hanno fatto lo sgambetto al Perugia, aspirante alla promozione, e sono tornati dopo un lungo periodo al successo all'Olimpico, cancellando una settimana di nervosismo e di paura. Dopo aver toccato il fondo a Foggia, la squadra si è risollevata. Forse ha capito la lezione e, al tempo stesso, ha scoperto la sua vera dimensione che non è fatta di orizzonti illimitati, tutt'altro. Fuori dalle illusioni, dai sogni di grandezza, la Lazio ha ritrovato il calcio umile ma concreto. Una difesa attenta e ostinata, centrocampo folto, contropiedi talvolta avventurosi, in un paio di occasioni però micidiali. I progressi dei biancazzurri, dunque, ci sono. Fallito l'obiettivo della «A», Clagluna sta gettando le basi per il futuro che significa: largo ai giovani, sia pure gradatamente.

Dopo Mirra e Viviani, all'Olimpico ha debuttato Leonardo Surro, 20 anni, mezzapunta, attuale capocannoniere assoluto dei quattro gironi del campionato Primavera. L'esordio casalingo di Surro è stato ampiamente positivo, a conferma che il vivaio laziale, nel pieno rispetto di una tradizione formidabile, è ancora in grado di sfornare talenti calcistici. Sul piano del gioco, delle novità apportate da Clagluna, l'esperimento è riuscito. Inoltre il centrocampo, in molte occasioni la croce della Lazio, privo di due cursori, D'Amico e Viola, che rallentano la manovra, ci è sembrato molto migliorato come continuità di rendimento, visione di gioco, azioni di contrasto, rispetto alle precedenti versioni.

Certo, il compito della Lazio è stato agevolato non poco da un Perugia tutto sommato modesto, generoso, ma anche incapace di graffiare e di piazzare la stoccata vincente. (in novanta minuti i biancorossi di Giagnoni non sono riusciti ad impegnare seriamente Marigo nemmeno una volta). Dopo appena tre minuti gli umbri hanno subito il gol, improvviso, una vera pugnalata. L'azione parte da Bigon che pesca in profondità Vagheggi. Scatto dell'ala e appoggio a Badiani che entra in area, vince un contrasto, supera in velocità Pin e Frosio ed infila Malizia con un gran diagonale. Al 5' la Lazio ha l'occasione di raddoppiare: Bigon raccoglie un lungo spiovente di De Nadai calciando al volo: la palla colpisce la parte superiore della traversa e si perde sul fondo.

Il Perugia si fa vivo soltanto al 20' con una punizione dal limite di Frosio finita a lato. Un minuto dopo, ancora Vagheggi, scattato sulla destra, libera per la conclusione Bigon il cui tiro lambisce il montante. Gli umbri riescono a rendersi pericolosi soltanto al 40': Nappi, dopo essersi liberato di Spinozzi, tocca a Cavagnetto, liberissimo al centro dell'area, ma la conclusione del centravanti finisce alle stelle. Nella ripresa, dopo una girata di Ambu a lato, Surro, al 51', si destreggia fra due avversari e batte a rete di sinistro, mancando di poco il bersaglio. Al 60' triangolazione Vagheggi-Badiani e tocco smarcante a Bigon che sbaglia l'appoggio in rete da due passi. Sterile e infruttuosa la reazione del Perugia che va vicino al pareggio al 73': Cavagnetto devia di testa un traversone di Ambu e la palla termina fuori di un soffio.

Fonte: La Stampa