Domenica 28 aprile 1968 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Lecco 1-0

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28 aprile 1968 - Campionato di Serie B 1967/68 - XXXIV^ Giornata

Lazio: Cei, Zanetti, Adorni, Marchesi, Pagni, Ronzon, Mari, Massa, Fortunato, Cucchi, Dolso. A disp. 12° Di Vincenzo. All. Lovati.

Lecco: Meraviglia, Facca, Sensibile, Bacher, Pasinato, Sacchi, Dehò, Azzimonti, Paganini, Del Barba, Innocenti. A disp. 12° Pulici. All. Longoni.

Arbitro: Gonella (Asti).

Marcatori: 46' Massa.

Note: pomeriggio di pioggia, terreno allentato. Presente in tribuna Lorenzo nuovo consulente tecnico del Presidente Umberto Lenzini. La curva Sud dello stadio rimane ancora chiusa al pubblico a seguito dei provvedimenti presi per gli incidenti al Flaminio di Lazio-Livorno. Ammoniti: Paganini e Innocenti. Calci d'angolo: 8-0 per la Lazio.

Spettatori: circa 12.000 con 5.000 paganti per un incasso di £. 6.972.400.

Lorenzo nominato consulente di Lenzini
Il goal risolutivo di Massa
Un'uscita di Cei che di pugno anticipa Del Barba. Da sinistra si riconoscono il lecchese Pasinato, Adorni e, con il numero 8, Massa

Una notizia clamorosa anima la settimana del mondo biancoceleste. Martedì 23 aprile Juan Carlos Lorenzo viene ingaggiato dal Presidente Lenzini con l'incarico di consulente tecnico. Il trainer argentino prende così il posto occupato per un certo periodo, ma senza alcun riscontro significativo, da Roberto Fiore. E' un ritorno imprevisto quello di Lorenzo che accende molte discussioni tra i tifosi che da una parte non dimenticano il tradimento del 1964, allorché don Juan passò alla Roma convinto dai milioni offerti dal Conte Marini Dettina, e dall'altra la qualità del gioco e i risultati conseguiti sulla panchina laziale nelle stagioni 1962/63 e 1963/64. Inoltre le norme federali non consentono il tesseramento di allenatori provenienti da federazioni estere e così il ruolo di consulente tecnico è solo un escamotage per dare una mano alla squadra così in affanno nel campionato. Per il futuro in panchina se ne parlerà a fine stagione, avviando però, nel caso, il necessario conseguimento della nazionalità italiana per il vulcanico allenatore. Anche Lovati, tecnico in carica, chiede e ottiene rassicurazioni sul suo ruolo dopo un sereno incontro con la Società e lo stesso Lorenzo. La partita con il Lecco è di vitale importanza per la pericolante situazione di classifica di entrambe le contendenti. La Lazio riesce a spuntarla tornando al bottino pieno dopo più di due mesi. E' un match a senso unico anche perché i lombardi esprimono da un punto di vista tecnico uno spettacolo di una modestia assoluta. Eppure, malgrado il possesso completo del gioco, i laziali non riescono nei primi quarantacinque minuti a superare le barricate degli ospiti scesi all'Olimpico con il dichiarato obiettivo di non perdere. Ma proprio nei primi istanti della ripresa la Lazio passa e lo fa con il suo giocatore più in forma: Giuseppe Massa. Il piccolo napoletano riceve palla da Fortunato e in progressione supera Sacchi, Bacher e Pasinato per poi battere con un colpo secco e preciso a fil di palo uno sbalordito Meraviglia. La partita, come logica vuole, cambia del tutto, ma le iniziative degli ospiti sono evanescenti. Tocca quindi ai biancocelesti che sfiorano in più di un'occasione il raddoppio. Al 64' Mari ha tra i piedi un pallone d'oro, ma cincischia consentendo a Sensibile un insperato recupero. Ancora l'ala protagonista cinque minuti più tardi al termine di un'azione costruita dalla coppia Massa - Adorni, ma il più facile dei goal è mancato a due passi da Meraviglia. Tocca poi a Dolso far disperare i suoi tifosi dopo una fuga irresistibile per quaranta metri che si conclude con un pallone depositato tra le braccia del portiere in uscita. A tre dal termine ancora una fuga in contropiede, stavolta con Massa che supera diversi avversari e calcia rasoterra un pallone che esce di un soffio a fil di palo. Giunge alla fine il triplice fischio di Gonella e per Lazio arrivano due punti che riportano un po' di fiducia. Buona nel complesso la prova della squadra in cui si segnala il positivo rientro dopo ben 22 giornate di Pierluigi Pagni.