Domenica 4 ottobre 1981 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 4-1

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Stagione

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4 ottobre 1981 - 2.093 - Campionato di Serie B 1981/82 - IV giornata

LAZIO: Marigo, Chiarenza, De Nadai (60' Badiani), Mastropasqua, Pighin (87' Spinozzi), Sanguin, Vagheggi, Bigon, D'Amico, Ferretti, Viola. A disp. 12 Di Benedetto, 15 Manzoni, 16 Marronaro. All. Castagner.

FOGGIA: Laveneziana, Stimpfl, Bianco, Frigerio, Petruzzelli, De Giovanni, Gustinetti (68' Sciannimanico), A.Rocca, Bozzi, Pozzato, Paradiso. A disp. 12 Nardin, 14 Caravella, 15 Cassano, 16 Conca. All. Tagliavini (in panchina Puricelli).

Arbitro: Sig. Facchin (Udine).

Marcatori: 21' D'Amico, 22' Frigerio, 67' Ferretti, 72' D'Amico (rig), 83' D'Amico (rig).

Note: pomeriggio di sole, terreno in buone condizioni. Ammoniti per scorrettezze De Giovanni, Sanguin e Chiarenza. Espulso all'86 Ferretti dopo uno scontro con Sciannimanico (che è stato ammonito).

Spettatori: 11.879, incasso L. 53.832.500 (abbonati 7.072, quota L. 43 milioni 900.000).

L'undici biancoceleste

La Stampa titola: "Lazio alla riscossa. Scatenati i laziali dopo un rigore Puricelli: "Un fallo inesistente!". Il Foggia liquidato (4 a 1) da tre gol di D'Amico e uno di Ferretti. Castagner: "Era ora"".

Tre gol di D'Amico e uno di Ferretti, contro uno segnato dal foggiano Frigerio, hanno consentito alla Lazio di conquistare il primo successo della stagione scacciando, almeno momentaneamente, una crisi che stava assumendo proporzioni allarmanti. Per lunghi tratti la Lazio è apparsa la copia perfetta della squadra "strapazzata" dalla Spal sul campo neutro di Terni. Mentre i foggiani potevano contare su una "marcia in più" sia sul piano atletico che del gioco, la compagine di Castagner "camminava" penosamente cercando invano il filo di una manovra che non è quasi mai riuscita a trovare. Nei primi 15 minuti, in campo si è vista soltanto la squadra di Puricelli. Ma, improvvisamente, i biancoazzurri si portavano in vantaggio sfruttando un errore della difesa ospite: Vagheggi faceva partire un lungo cross sul quale "bucava" clamorosamente la difesa pugliese, raccoglieva D'Amico che, dopo aver dribblato molto bene Frigerio e il portiere, insaccava a porta vuota. Trascorreva appena un minuto e il Foggia, con un bolide di Frigerio, che entrava in porta all'incrocio del pali, riequilibrava le sorti del confronto. Alla Lazio sembrava mancare soprattutto il consueto apporto di Viola e Bigon che si ripercuoteva negativamente su tutta la squadra. Solo Pighin si salvava dal naufragio generale. Lazio e Foggia andavano al riposo con un risultato di parità che aveva il sapore di un premio eccessivo per i romani.

Nella ripresa mutava totalmente il volto della gara. Si scuotevano Viola e Bigon, e soprattutto Vagheggi; D'Amico sfoderava qualche bel numero del suo repertorio, Mastropasqua e Sanguin erano più assidui nelle avanzate dal centrocampo, mentre i foggiani, che forse avevano speso troppo, calavano vistosamente. A pagare lo sforzo era soprattutto Rocca, nettamente il migliore in campo nel primo tempo. La Lazio aumentava il ritmo della sua offensiva andando ripetutamente vicina al bersaglio che centrava al 66' dopo che un minuto prima Sanguin aveva mandato la palla a colpire il palo: Viola forniva un ottimo suggerimento a Ferretti che, con tiro ben calibrato, scavalcava il portiere foggiano portando la Lazio sul due a uno. Per la squadra pugliese c'era tutto il tempo per tentare di rimettere in discussione il risultato, quando l'arbitro Facchin, al 71', decideva di chiudere il conto con l'assegnazione di un dubbio calcio di rigore a favore del romani per fallo di mani in area di Di Giovanni su tiro di Mastropasqua. Realizzava dal dischetto D'Amico. L'episodio ha avuto più tardi una vivace ripercussione negli spogliatoi dove Puricelli, fuori di sé dalla rabbia, ha sparato a zero sul direttore di gara: "Era una partita segnata in partenza. I nostri avversari sono stati tutta la settimana a piangere. Sono stati accontentati. Il fallo da rigore era inesistente, Di Giovanni aveva le braccia sul ventre per proteggersi. L'arbitro ci ha inferto una autentica mazzata. A quel punto la gara non ha avuto più storia, la Lazio ha potuto passeggiare tranquillamente".

In effetti, sul 3-1, gli uomini di Castagner, "sbloccati" psicologicamente, diventavano padroni assoluti del campo esibendo manovre spettacolari e pericolose. Siglavano all'83' la quarta rete con D'Amico ancora su calcio di rigore per un atterramento in area di Vagheggi da parte di Stimpfl. Castagner, che stava meditando di rassegnare le dimissioni in caso di sconfitta, dopo la gara sembrava l'immagine della felicità: "Finalmente è passata la paura. La squadra ha sofferto nei primi 20 minuti nel timore di sbagliare. Poi è venuta fuori imponendosi sul piano atletico e tecnico. D'ora in poi andrà meglio".