Martedì 14 marzo 1995 - Dortmund, Westfalenstadion - Borussia Dortmund-Lazio 2-0

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14 marzo 1995 - 2645 - Coppa UEFA 1994/95 - Quarti di finale - gara di ritorno

BORUSSIA DORTMUND: Klos, Schmidt, Kree, Freund, Julio Cesar, Sammer, Reuter, Tretschok, Chapuisat, A.Moller (90' Ricken), Riedle. All.: Hitzfeld.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Chamot, Di Matteo, Bergodi, Cravero, Rambaudi, Fuser, Boksic, Winter, Casiraghi. A disp.: Orsi, Bonomi, Bacci, Venturin, Di Vaio. All.: Zeman.

Arbitro: Vagner (Ungheria).

Marcatori: 11' Chapuisat (rig), 89' Riedle.

Note: ammoniti Chamot, Di Matteo, Fuser, Boksic, Casiraghi, Freund, Schmidt. Espulso Chamot all'89'. Calci d'angolo: 4-4. Tremila tifosi al seguito della Lazio.

Spettatori: 50.000 circa.

Il biglietto della gara
Tifosi biancocelesti al seguito
Una fase della gara
Una fase della gara
Il rigore del vantaggio tedesco
Chamot in contrasto su Chapuisat

Sfrattata dall'Europa a un soffio dai supplementari, la Lazio viene ridimensionata brutalmente. E la vendetta, firmata Riedle, quasi azzera ogni ambizione stagionale, nonostante i faraonici investimenti cragnottiani. Arriviamo da una giornata di birra e tifosi gemellati, ma non basta per temere meno questo Westfalenstadion, dove il Borussia ha passato un anno (e diciannove partite) senza sconfitte. L'illusione resiste dieci minuti: i biancazzurri cominciano subito contratti, introduzione balorda, quasi un segnale d'improvvisa paura in terra prussiana. Qua, relegato in tribuna Signori (l'ecografia esclude lesioni, rientrerà fra tre settimane dopo l'infiammazione al muscolo della coscia destra), la qualificazione alle semifinali Uefa torna in discussione al primo assalto dei panzer, preceduto da due ammonizioni per Boksic e Casiraghi, che accentuano il nervosismo biancazzurro nel disordine tattico. Cambia marcia Moeller oltre Di Matteo, scegliendo la soluzione Chapuisat che stanga dai venti metri: Marchegiani non trattiene e sa appena ostruire l'irrompente Riedle. Rigore raggelante, anche se il portiere laziale dà la sensazione di farcela, accompagnando dentro porta il tiro di Chapuisat. Addio all'ultima occasione biancazzurra per impreziosire la stagione su e giù, traboccante sensazioni opposte? Adesso, nonostante Kree, Rambaudi smette di ripiegare dietro Tretschok quale aiuto centrocampistico o terzino aggiunto, per convergere e ricomporre un tridente d'emergenza. Impresa ardua: Schmidt picchia duro su Boksic, Sammer regola i meccanismi difensivi e le ripartenze, Julio Cesar sovrasta Casiraghi nel gioco aereo. Comunque le cadenze frenetiche dei borussiani, evitato un altro pericolo Sammer Riedle Moeller grazie a una coraggiosa uscita di Marchegiani, s'acquietano. Quanto basta per vedere il nostro terzo ammonito Chamot all'arrembaggio, con Reuter arrancante, e il fruitore Boksic sempre incapace di finalizzare. La Lazio si sta riprendendo ed è già qualcosa, come dimostra una girata di Winter, terminale dell'incrocio Rambaudi-Boksic. La Lazio pare ripristinare soprattutto attorno a Fuser un centrocampo che filtra meglio, che finalmente accartoccia le idee dei creativi Moller Sammer, che alleggerisce (troppo tardi?) i problemi dei centrali Cravero e Bergodi, certamente lenti per fronteggiare tanto Riedle quanto Chapuisat, innescati dalle precedenti girandole tedesche. Così, superato l'intervallo, prevale ancora l'arruffata produzione biancazzurra, come se gli avversari in calo energetico dovessero dosare le energie, aspettando l'attimo propizio. Li salva l'arbitro Vagner, davvero presbite quando Casiraghi, assist man Di Matteo, controlla e poi crolla dentro l'area causa un calcio in petto rifilatogli dal ritardatario Sammer. La sfida diventa cattiva, spezzettata. L'imprecisione dei passaggi favorisce il ping pong senza varchi decisivi. E misteriosamente esce Boksic (bisogno fisiologico?) dal 60' al 67', permettendo il ripristino della superiorità tedesca almeno nel possesso palla. Per cinquemila tifosi al seguito è il prolungamento d'un supplizio, con l'ex Riedle "cascatore" reclamante accanto all'incolpevole Bergodi; e Marchegiani in volo per togliere dall'angolo la stangata Kree o abbrancare un rasoterra ancora di Kalle. E' un Borussia modesto, che pesca il jolly all'ultima carica, causa il solito Chamot, scorretto su Chapuisat e inevitabilmente cacciato. Cartellino rosso chiama raddoppio: alla punizione calibrata lo svizzero, e Riedle, proprio lui, in mischia anticipa Marchegiani. Addio Lazio. Addio amaro e polemico. Cravero parla di "vergogna" a proposito dell'arbitro. Zeman, sconvolto, sottolinea l'insussistenza del rigore per i tedeschi e l'ingiustizia di due rigori negati a Boksic e Casiraghi. Ma è proprio Casiraghi a dare lezione di sportività: "Inutile cercare alibi". Addio Lazio.

Fonte: Corriere della Sera