Mercoledì 11 novembre 1998 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 1-1

Da LazioWiki.

Stagione

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11 novembre 1998 - 1804. Coppa Italia 1998/99

MILAN: Lehmann, N'Gotty, Ayala, Maldini, Helveg, Albertini, Boban (80' Donadoni), Ziege, Morfeo (46' Leonardo), Weah, Ganz. A disp. Rossi, Sala, Cruz, Ambrosini, Guglielminpietro. All. Zaccheroni.

LAZIO: Ballotta, Pancaro, Negro, Mihajlovic, Favalli (71' Lombardi), Stankovic, Venturin, Almeyda, Sergio Conceicao, R.Mancini, Salas (86' Baronio). A disp. Marchegiani, Okon, Iannuzzi. All. Eriksson.

Arbitro: Braschi (Prato).

Marcatori: 41' Salas, 55' Ganz.

Note: ammonito Almeyda per gioco falloso. Espulso Sergio Conceicao per comportamento scorretto verso Helveg. Calci d'angolo: 9-0. Antidoping: Donadoni e Sala (M), Mancini e Lombardi.

Spettatori: 22.702, incasso 466.680.000.

Il tocco vincente di Marcelo Salas
La tipica esultanza del bomber cileno dopo la marcatura
Il pareggio rossonero
Un momento della gara

Dalla Gazzetta dello Sport:

Passa il turno la Lazio, che andrà ad affrontare l'Inter nei quarti. E questa non è una gran notizia. Non era facile rimediare al 3-1 dell'andata, e l'1-1 di San Siro è lontano dalle necessità di un ribaltone. Ma semmai la sorpresa della serata l'ha offerta il Milan nella ripresa: un altro Milan e un'altra partita. La Lazio che era passata in vantaggio con Salas e quindi aveva una assicurazione granitica sulla qualificazione, è stata letteralmente sorpresa e travolta. L'1-1 finale è quantomai bugiardo. Un gol di Ganz, una traversa di Weah, almeno 3 parate miracolose di Ballotta e tanti tiri a fil di palo, testimoniano di una supremazia assoluta da parte dei padroni di casa. Pareva di assistere a un'altra partita, ma soprattutto di vedere un'altra squadra e non il Milan inconcludente e molliccio del primo tempo. Se avesse cominciato a giocare sin dall'inizio con questa grinta e questo ritmo, anche il 3-1 dell'Olimpico sarebbe stato a rischio. Ma la trasformazione del Milan non è casuale, e risponde anche alla trasformazione di uomini e tattica operata da Zaccheroni tra un tempo e l'altro: fuori Morfeo (assolutamente inutile in quella posizione di ala destra che non gradisce) e dentro Leonardo, ma soprattutto Weah e Ganz uniche punte libere di muoversi a piacimento con il brasiliano al loro servizio e in grado di dare maggior ritmo e incisione alla manovra. Ne è venuto fuori un tornado rossonero che ha messo alle corde la Lazio e ha ripagato la fedeltà di quel pubblico che non ha voluto saltare l'appuntamento. Alla fine la folla rossonera gridava: "Vi vogliamo così!". La Lazio credeva di fare una scampagnata a Milano, specie dopo aver vivacchiato per tutto il primo tempo senza rischiare nulla contro un Milan che, senza artigli e sotto ritmo, giocava come se Bierhoff fosse in campo e non squalificato.

Il bel gol di Salas aveva illuso oltremodo i laziali che la partita si era conclusa anzitempo. Invece nella ripresa il brusco risveglio che non ha causato danni solo grazie a Ballotta e ad un certo mestieraccio. Non ha espresso molta fiducia sulle possibilità dei suoi beniamini il pubblico rossonero. San Siro è per tre/quarti vuoto, ci sono appena 20mila spettatori quando le due squadre entrano in campo. Formazioni rimaneggiate per squalifiche (Milan) e infortuni (Lazio), con i due portieri titolari entrambi in panchina. E' il solo vezzo che i due tecnici si concedono in nome del turnover. In attacco subito il Milan con Morfeo, che pesca Weah con un bel passaggio verticale: ma si alza la bandierina del guardalinee a segnalare il fuorigioco. Il tempo per capire che anche senza Bierhoff, Zaccheroni impone a Weah di mantenere, almeno in partenza, la posizione di sinistra. Al centro c'è Ganz. Al 6' Weah, servito da Boban, si conquista una punizione dal limite: batte Boban, ma la sua palla bassa viene rallentata da più di una deviazione e giunge "morta" tra le braccia di Ballotta. Al 17' Morfeo dalla propria metà campo lancia con tempismo Ganz a destra: cross al centro per l'accorrente Weah, ma il pallone finisce in braccio a Ballotta. Il Milan stacca con maggiore frequenza, anche perché la Lazio non fa molto per uscire dal guscio. Attende ben coperta che l'avversario venga avanti per poi cercare il contropiede. Semmai i rossoneri non sembrano in grado di alimentare un gran ritmo. Si muove anche con una certa eleganza, ma manca loro il sacro fuoco agonistico indispensabile per ribaltare il 3-1. Al 18', su angolo, prima Ganz di piede e poi Maldini di testa cercano di centrare la porta senza riuscirvi. Partita senza sussulti con la Lazio che sfrutta con la sua difesa gli errori di misura, a volte marchiani, degli attaccanti rossoneri in fase di rifinitura.

Ma anche i laziali a loro volta sbagliano molto quando si avvicinano all'area avversaria. La loro giustificazione è che il 3-2 per il momento li garantisce. Ci vuole allora una punizione di Mihajlovic, al 33', per creare una situazione di pericolo per Lehmann. Sul forte spiovente del difensore e respinta di testa di N'Gotty, Venturin stoppa fuori area e fa partire un forte diagonale che supera il portiere rossonero e sfiora il palo. Si gioca prevalentemente nella metà campo della Lazio ma Ballotta non viene chiamato mai in causa. Una sua presa alta in uscita al 38' rappresenta il suo unico intervento di rilievo. Molto bello sull'altro fronte un millimetrico lancio in verticale di Mancini per Salas, che però riesce a toccare il pallone senza indirizzarlo in porta. Sembra la prova generale del gol della Lazio, che arriva al 41'. Stavolta a lanciare è Mihajlovic: parabola più lunga, anche se ugualmente verticale, a superare praticamente tutto il Milan. Lo scatto di Salas è puntuale, come del tutto sballato il tentativo di fuorigioco di Ayala. Il risultato è che il cileno può stoppare con gran bravura e volare solissimo verso Lehmann, superato con un preciso e abbastanza semplice pallonetto. Il gol gela San Siro, perché adesso ci vogliono tre reti da parte dei rossoneri per arrivare almeno ai supplementari. E non ci sembra proprio la serata giusta. La flebile reazione dei rossoneri con Ganz si spegne sul piede di Mihajlovic che protegge Ballotta. Riposo. C'è Leonardo in campo quando si riprende il gioco. Morfeo è rimasto negli spogliatoi. Zaccheroni cerca di avere più sprint per un'impresa disperata. Una punizione di Leonardo, al 5', chiama fuori porta Ballotta per la respinta di pugno. Al 6' c'è forse la prima palla gol per il Milan, offerta da Weah a Ganz che però, una volta dentro l'area, dopo essersi aggiustato il pallone, non riesce ad inquadrare la porta. Al 9' Ziege allunga a Weah che trova un varco in area e tira sull'uscita di Ballotta, ma mette sul fondo.

Il Milan sembra un po' più incisivo anche per un'evidente fase di deconcentrazione della Lazio che culmina al 10' con un erroraccio di Stankovic: lo jugoslavo perde palla vicino all'area di rigore rossonera facendosela rubare da Ziege che è bravo a lanciare subito Ganz scattato sul filo del fuorigioco. Trenta metri di corsa solitaria e poi, sull'uscita di Ballotta, palla nell'angolino più lontano. C'è un sussulto di orgoglio e anche di ritmo dopo l'1-1 da parte del Milan: la folla incita e prima Helveg (girata a fil di palo), poi Ganz e Weah in azione insistita, mettono in difficoltà una Lazio chiaramente sorpresa. Ritornano a farsi sentire i tifosi rossoneri. Ganz cade in area avversaria a contatto di Favalli, ma dopo quello che era successo domenica ci vuole altro per smuovere Braschi. Il Milan sembra trasformato in questa ripresa, specie dopo il gol. E' anche cambiato tatticamente. Ora Weah gioca a destra e Ganz a sinistra, ma soprattutto Leonardo si è piazzato in centro alle spalle dei due, e sulle fasce vengono più avanti Helveg e Ziege. Una disposizione dei rossoneri più confacente alle loro caratteristiche e alle necessità della partita, che ora vede una Lazio frastornata per un cambio di ritmo e di posizioni in campo degli avversari che non si aspettava. Al 26' Eriksson cerca di modificare qualcosa e fa uscire Favalli per mandare in campo Lombardi, ma il Milan continua ad attaccare e con Helveg accarezza ancora il palo facendo gridare al gol. Al 26' un bellissimo diagonale di Mancini pesca Salas nei pressi dell'area di rigore rossonera scatto ma in due lo chiudono e l'azione sfuma. Ci si avvia in fretta verso la fine e il Milan non trova il secondo gol che potrebbe riaprire la gara.

Al 35' Zaccheroni fa entrare Donadoni al posto di Boban. Ma al 37' una partita tutto sommato tranquilla si accende: Conceicao, dopo essere caduto in contrasto con Helveg, rincorre l'avversario e, a gioco fermo, gli va sotto muso contro muso e a parere dell'arbitro non si ferma a questo (uno sputo?). Senza esitazione l'espulsione del laziale da parte di Braschi. In undici contro dieci, il Milan si scatena: al 40', su passaggio di N'Gotty, Ganz tira a colpo sicuro da pochi metri e Ballotta respinge miracolosamente. Un minuto dopo Weah colpisce in pieno la traversa. Al 42' Eriksson toglie il cileno Salas e getta nella mischia Baronio. Il finale è un autentico tiro a segno dei rossoneri con Ballotta che vola da tutte le parti (specie su colpo di testa di N'Gotty). Non cambia il risultato che qualifica la Lazio, ma il Milan della ripresa non merita di uscire dalla coppa Italia.


Da Il Messaggero:

Sia pure con una partita molto diversa da quella con l'Inter in campionato, la Lazio è uscita da San Siro con l'obiettivo che si era prefisso: la qualificazione ai quarti di Coppa Italia dove troverà proprio gli acerrimi rivali nerazzurri. E' stato un pareggio faticosissimo quello col Milan, inoffensivo nel primo tempo, sotto di un gol, ma capace di una ripresa garibaldina, in cui ha messo davvero in ambasce la difesa laziale, sfiorando un successo pieno che probabilmente avrebbe meritato. Biancocelesti solidi in retroguardia ma sciagurati nel concedere il contropiede del pareggio rossonero, che li ha poi costretti a difendere coi denti il passaggio del turno. L'espulsione di Conceicao nel convulso finale ha complicato il tutto e c'è voluto un grande Ballotta per portare a casa il prezioso risultato. Il Milan, per la prima volta senza Bierhoff, rimarrà dunque col solo obiettivo del campionato. Senza il tedesco, ha cercato nel primo tempo sentieri rasoterra per arrivare al tiro, mostrando di essere ancora lontano dalle idee tattiche di Zaccheroni, che impongono ben altra velocità. Così la Lazio ha potuto impostare una partita assolutamente difensiva, badando a chiudere i triangoli milanisti, troppo elaborati e ricamati per essere davvero incisivi. Ne è venuto fuori un inutile rimpiattino, con i biancocelesti impegnati a lanciare lungo più che a costruire, anche per la serata non felicissima di Almeyda in fase d'impostazione e i legittimi stenti di Sergio Conceicao, abbandonato a sinistra e portato inevitabilmente più a stringere verso il centro che ad azzannare sulla fascia. Il gol, certo, ha dato ragione alla tattica laziale, perché Mihajlovic ha nei cromosomi i tempi per il lancio e Salas non poteva avere in Ayala e N'Gotty avversari all'altezza sul piano della velocità: bruciante lo scatto del cileno, delizioso il suo pallonetto d'istinto sull'uscita fin troppo precipitosa di un Lehmann che conferma tutte le sue incertezze.

Prima di emozioni reali ce n'erano state davvero pochine. Ballotta, sostituto del convalescente Marchegiani, si era intravisto solo per l'uscita su un cross e per qualche rinvio non proprio impeccabile. Troppo involuto Morfeo, troppo precipitoso Ganz. Solo i numeri di Weah, sulla trequarti, a tener vive le speranzielle di Zaccheroni. La difesa laziale aveva contenuto senza patemi, con Pancaro e Favalli molto tosti nelle chiusure, Mihajlovic sicuro nella posizione e Negro pronto ad intervenire sui palloni vaganti. In tutto un tiro di Venturin e un altro di Stankovic, contro un paio di palloni male addomesticati in area da Ganz. Inevitabile, alla ripresa del gioco, l'innesto di Leonardo per Morfeo, reo di abulia continuata. E Milan subito più determinato, con Ganz pescato solo in area da Weah ma sventato nella conclusione alta. Poi è stato lo stesso liberiano a sfiorare il palo con un diagonale d'esterno destro. Ma è stato in contropiede che la Lazio è riuscita incredibilmente ad incassare il pareggio. I centrocampisti si sono fatti trovare tutti nei pressi dell'area milanista, Ziege ha vinto un rimpallo su Venturin e ha pescato a destra il lanciatissimo Ganz, che stavolta il diagonale non poteva fallirlo. Un piccolo suicidio che ha messo le ali ai rossoneri, subito vicini al raddoppio con Helveg.

Proprio il danese avrebbe più tardi graziato la Lazio, orfana di Favalli (sostituito da Lombardi), su una prepotente percussione di Weah: debole e sul palo esterno il suo piatto a colpo sicuro. Sintomi di sofferenza per i biancocelesti, che hanno commesso l'errore di allungarsi troppo, nel tentativo di chiudere la partita col secondo gol. Almeyda si è fatto ammonire e salterà la prossima, come Conceicao sorpreso da Braschi a litigare a brutto muso con Helveg. E così al proscenio è salito Ballotta, miracoloso sui colpi di testa ravvicinati di Ganz e Ayala e su un gran tiro da fuori di Albertini. E Weah ha colpito pure una traversa. Si poteva prevedere che non sarebbe stato facile ma i nove calci d'angolo a zero la dicono tutta sulla partita, esclusivamente difensiva, che questa Lazio pratica e intimidita, ha dovuto inventarsi per andare avanti.