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=== Vita di un campione: Fulvio Bernardini ===
=== 11 Aprile 2009: Lazio batte Roma 4 a 2 ===
(consulta la [[Bernardini_Fulvio|versione completa]] di questo articolo)


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===Biografia===
Fulvio Bernardini ha giocato in tutti i ruoli. Nacque a Roma il [[28 dicembre]] [[1905]] ma fu registrato all'anagrafe il [[1 gennaio]] [[1906]]. Deceduto a Roma il [[13 gennaio]] [[1984]]. Nativo del rione Monti, da bambino cominciò a giocare in una squadra del rione Esquilino chiamata Esquilia. Da ragazzo era soprannominato "sfilatino" perchè era sempre munito di pagnottelle che la mamma, premurosamente, gli metteva nella borsa sportiva.


===Gli anni della Lazio===


''E' una giornata che entra di diritto nella storia delle stracittadine romane, questa vigilia di Pasqua all'Olimpico. Mai prima d'ora, infatti, la Lazio era riuscita a battere la Roma in Campionato marcando 4 reti. Mentre Francesco Totti, capitano della compagine romanista, conferma il proprio poco invidiabile primato di calciatore giallorosso con più sconfitte all'attivo nei derby. Sono ben dodici, infatti, gli scontri con la Lazio che lo hanno visto uscire di campo sconfitto. La cronaca, gli aneddoti e la rassegna stampa e fotografica, nelle pagine di LazioWiki.''
Bernardini arrivò alla Lazio a 14 anni e mezzo, presentato dai soci [[Mangialaio Delfo|Mangialaio]] e [[Riccioni Bindo|Riccioni]]. Poco dopo esordì in porta nel torneo dedicato al calciatore laziale [[Canalini Alberto|Alberto Canalini]] caduto durante la [[Prima Guerra Mondiale]]. Era il [[1919]] e riscosse tanti di quegli apprezzamenti che fu subito promosso portiere titolare fino alla metà della stagione [[1920/21]] quando, dopo una sconfitta con il Napoli per 4-2 e un duro colpo sul capo preso durante un'accesa partita contro la [[Fortitudo]], chiese di poter essere spostato in attacco. I dirigenti, che in un primo tempo non volevano accontentarlo viste le sue grandi capacità come portiere, decisero di provarlo centravanti nella squadra riserve.


La prima partita, contro le riserve dell'[[Audace]] al [[Parco dei Daini]], fu un trionfo e, approfittando della lunga assenza di un compagno di squadra titolare che giocava nel ruolo di mezzala sinistra, prese il suo posto e l'anno dopo finalmente fu spostato nel ruolo di centrattacco. Ma improvvisamente, verso la fine della stagione, chiese ancora di essere sostituito in prima linea e cominciò a giocare nel ruolo di centrale difensivo anche se, in realtà, occupava, a seconda dei momenti della partita, tutti i ruoli. In quegli anni la squadra era allenata da [[Baccani Guido|Baccani]] e giocava alla [[Stadio Rondinella - Roma|Rondinella]]. Si fregiò di molti successi: per tre volte risultò vincitrice delle semifinali interregionali, per altre tre volte fu campione della Lega Sud, due volte finalista della stessa Lega, anche se intervennero decisioni tese a revocare il risultato ottenuto sul campo, e una volta vinse la Prima Divisione.


{{datalink|11|aprile|2009}} - '''[[2009|3324]]''' - [[Campionato]] di [[Serie A]] [[2008/09]] - '''XXXI giornata''' - inizio ore 15:00
E' difficile calcolare con precisione quante partite abbia giocato Bernardini con la Lazio in quanto, in quei tempi, i giornali non riportavano sempre le formazioni. Il numero però dovrebbe avvicinarsi alle 100 presenze mentre i goal furono circa 65. Nelle varie formazioni biancocelesti Fulvio fu compagno dei più forti giocatori romani di quei tempi come [[Saraceni (I) Fernando|Saraceni]], [[Dosio Ugo|Dosio]], [[Faccani Augusto|Faccani]], [[Filippi Dante|Filippi]], [[Raffo Mario|Raffo]], [[Consiglio Marcello|Consiglio]], [[Sclavi Ezio|Sclavi]], [[Vojak Antonio|Vojak]] ed altri. Il [[22 marzo]] [[1925]] Bernardini ebbe l'onore, primo giocatore in assoluto del centro-sud, di essere convocato in Nazionale per la partita Italia-Francia svoltasi a Torino e finita con il punteggio di 7-0 per gli Azzurri. Durante la sua permanenza alla Lazio ebbe anche l'onore di essere convocato in Nazionale altre 8 volte. In quello stesso anno si cominciarono, purtroppo, ad evidenziare degli screzi e delle incomprensioni tra il calciatore e la Lazio.


'''LAZIO:''' [[Muslera Nestor Fernando|Muslera]], [[Lichtsteiner Stephan|Lichtsteiner]] (74' [[De Silvestri Lorenzo|De Silvestri]]), [[Siviglia Sebastiano|Siviglia]], [[Rozehnal David|Rozehnal]], [[Kolarov Aleksandar|Kolarov]], [[Brocchi Cristian|Brocchi]], [[Ledesma Cristian Daniel|Ledesma]], [[Matuzalem (Da Silva Francelino)|Matuzalem]], [[Foggia Pasquale|Foggia]] (80' [[Mauri Stefano|Mauri]]), [[Zarate Mauro Matias|Zarate]] (65' [[Rocchi Tommaso|Rocchi]]), [[Pandev Goran|Pandev]]. A disp.: [[Carrizo Juan Pablo|Carrizo]], [[Diakite Mobido|Diakite]], [[Dabo Ousmane|Dabo]], [[Meghni Mourad|Meghni]]. All. [[Rossi Delio|Rossi]].
La squadra, alla fine del [[Campionato]] [[1925/26]], finì solo terza in classifica preceduta dalle rivali storiche [[Alba]] e [[Fortitudo]]. Bernardini, effettivamente, con la sua grande personalità, condizionava il gioco della squadra e i rapporti interni. Anche fuori dal campo l'atleta cominciò a mostrare una certa insofferenza. Sebbene i suoi compagni lo venerassero, qualcuno ne cominciò a criticare certi atteggiamenti di superiorità. Ebbe un aspro diverbio con Filippi, un altro giovane romano dalle grandi qualità, e anche dure discussioni con [[Nesi Carlo|Nesi]] e [[Fraschetti Aldo|Fraschetti]]. Inoltre cominciarono ad arrivare anche i primi segnali di un interesse delle grandi società del Nord per il calciatore. Fulvio respinse una richiesta della [[Juventus FC|Juventus]] e il dirigente [[Bitetti Olindo|Bitetti]], che lo venne a sapere, ritenne opportuno trovare subito un impiego in banca per il giocatore.


'''ROMA:''' Doni, Motta, Mexes, Panucci, Riise, Brighi (65' Tonetto), De Rossi, Pizarro (89' Taddei), Perrotta (55' Menez), Julio Baptista, Totti. A disp.: Artur, Loria, Diamoutene, Cassetti. All. Spalletti.
Vi è da ricordare che la Lazio riteneva lo sport come puro dilettantismo, soprattutto nelle intenzioni del Presidente [[Ballerini Fortunato|Ballerini]], mentre [[Bitetti Olindo|Bitetti]] aveva intuito che il calcio stava andando verso una dimensione in cui l'aspetto economico era fondamentale e quindi, l'impiego trovato a Bernardini, andava propio in questa direzione. Bernardini fu grato alla società per quel gesto ma improvvisamente arrivò un'offerta dell'[[Internazionale FC|Internazionale]] che proponeva al calciatore uno stipendio mensile di 3.000 lire e un premio di rinnovo annuale di 50.000 lire. [[Bitetti Olindo|Bitetti]] capì immediatamente il pericolo mortale che questa offerta significava per la Lazio e, presentatosi da Bernardini, gli ricordò il fatto che proprio lo stesso giocatore aveva sostenuto, solo qualche tempo prima, la necessità del più puro dilettantismo nello sport. D'altro canto, consapevole della realtà delle cose, tentò di offrire un'adeguata ricompensa al giocatore pur di trattenerlo a Roma.


'''Arbitro:''' Sig. Morganti (Ascoli Piceno) - Guardalinee Sigg. Stefani e Faverani - Quarto Uomo Sig. Mazzoleni.
Per acquisire tale somma [[Bitetti Olindo|Bitetti]] coinvolse alcuni potenti uomini politici del tempo e uno di essi, Cremonesi, il governatore di Roma, convinse l'Associazione Commercianti a raccogliere una somma di denaro per persuadere il giocatore a restare nella Capitale. Bernardini respinse l'offerta e a quel punto [[Bitetti Olindo|Bitetti]] si rivolse all'allenatore [[Baccani Guido|Baccani]] che aveva grande ascendente su "Fuffo", ma il tentativo fallì perchè era proprio [[Baccani Guido|Baccani]] che aveva sempre consigliato al giocatore di non lasciarsi sfuggire l'occasione di trasferirsi al Nord. Non rimase che l'arma del sentimento: Fulvio aveva promesso al padre Augusto, sul letto di morte, che non avrebbe mai lasciato la Lazio e fu proprio questa la leva che [[Bitetti Olindo|Bitetti]] utilizzò per convincerlo. Ma a Fulvio arrivò un messaggio distorto e gli sembrò di capire che Olindo gli avesse rinfacciato le spese sostenute dalla Società per pagare i funerali del suo genitore e a quel punto, furibondo, andò a Milano.


'''Marcatori:''' 2' [[Pandev Goran|Pandev]], 4' [[Zarate Mauro Matias|Zarate]], 10' Mexes, 58' [[Lichtsteiner Stephan|Lichtsteiner]], 80' De Rossi, 85' [[Kolarov Aleksandar|Kolarov]].
L'ultimo che tentò la riconciliazione fu il potente socio biancoceleste [[Vaccaro Giorgio|Giorgio Vaccaro]] il quale, una volta accortosi che tutto era inutile, impose a Bernardini, in virtù dei regolamenti, di pagare un indennizzo di 20.000 lire alla Società. Nonostante le proteste del giocatore, suo fratello Vittorio firmò 20 cambiali da 1.000 lire l'una versandole alla Società. Comunque se ne era andato un giocatore che per tanti anni era stato il simbolo stesso della Lazio e per il quale i tifosi biancocelesti stravedevano. Il [[20 agosto]] fu il [[Corriere dello Sport - Stadio|Corriere dello Sport]] a pubblicare la notizia ufficiale del trasferimento.


'''Note:''' giornata calda, terreno perfetto. Espulsi Spalletti (allenatore [[Roma AS|A.S. Roma]]) e [[Tare Igli|Tare]] (dirigente S.S. Lazio) per comportamento non regolamentare nell'intervallo, Panucci per doppia ammonizione, Mexes e [[Matuzalem (Da Silva Francelino)|Matuzalem]] per reciproche scorrettezze. Ammoniti De Rossi per proteste, Pizarro, [[Brocchi Cristian|Brocchi]] e [[Mauri Stefano|Mauri]] per gioco scorretto, [[Lichtsteiner Stephan|Lichtsteiner]] e Mexes per comportamento non regolamentare. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t. Squadre con il lutto al braccio. Osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime del terremoto che ha colpito l'Abruzzo il [[6 aprile]]. Presente in tribuna l'ex [[Campione d'Italia]] [[2000]], [[Salas Melinão José Marcelo|Marcelo Salas]]. Incidenti fra opposte tifoserie durante e dopo la gara, con arresti delle Forze dell'Ordine.
===Gli anni dell'Internazionale e della Roma===


'''Spettatori:''' 60.000 circa.
Nell'[[Internazionale FC|Internazionale]] "Fuffo" rimase fino al [[1928]] confermando tutte le sue grandi qualità: giocò 58 partite e segnò 27 reti. Nel frattempo trovò anche il tempo e la forza di volontà per laurearsi alla Bocconi in Scienze Economiche. Va ricordato che nello stesso periodo vi erano soltanto altri due giocatori laureati: Rava e Frossi. La Lazio nel frattempo aveva cominciato ad abituarsi all'assenza del giocatore ma, quando nell'estate [[1928]] Bernardini accettò di trasferirsi alla [[Roma AS|Roma]], le ferite che si stavano rimarginando ricominciarono a sanguinare. Il giocatore divenne in breve il punto di forza dei giallorossi e si immedesimò talmente nel carattere della squadra testaccina che, insieme ad [[Ferraris (IV) Attilio|Attilio Ferraris (IV)]], ne divenne il simbolo, schierandosi quasi sempre nel ruolo di centromediano. Avversario implacabile nei [[Derby]], si distingueva alla fine della partita per la signorilità e l'affetto con cui salutava i calciatori biancocelesti come se quei colori fossero sempre rimasti, indelebili, nell'anima del campione.




Dopo tre sconfitte consecutive la Lazio resuscita nel [[Derby|derby]] capitolino battendo i cugini giallorossi per quattro reti a due dopo una partita che ha regalato molte emozioni al pubblico dell'[[Stadio Olimpico - Roma|Olimpico]]. La giornata è calda ed il terreno in ottime condizioni, ma le motivazioni con le quali le due formazioni si presentano alla gara sono di natura opposta perché se da un lato la [[Roma AS|Roma]] cerca di rimontare i punti che la distanziano dal quarto posto (utile per l'ingresso nella prossima [[Champions League]]), dall'altro la Lazio è reduce da un periodo poco felice, culminato nel ritiro (forse punitivo) a Norcia, in Valnerina.
Nella [[Roma AS|Roma]] giocò fino al [[1939]], disputando 286 partite e segnando 45 reti. Paradossale fu il suo rapporto con la Nazionale: fino al [[1932]] giocò 26 partite, segnando anche 3 goal e conquistando la medaglia di bronzo alle Olimpiadi del [[1928]], ma il rapporto con il C.T. Vittorio Pozzo fu molto ambiguo se non addirittura conflittuale. Pozzo non lo portò infatti né ai [[Mondiali]] del [[1934]] né a quelli del [[1938]], giustificandosi con la frase: "Fulvio gioca troppo bene per essere capito dai compagni". Nel frattempo, a testimonianza dello spessore intellettuale dell'uomo, Bernardini scriveva su [[Il Littoriale]] interessanti articoli riguardanti la tecnica e la tattica nel gioco del calcio tanto che, una volta finita la carriera, divenne giornalista professionista. Va ricordato ancora che Bernardini, una volta lasciata la [[Roma AS|Roma]], giocò fino al [[1943]] con la squadra romana della Mater.


Il clima, inoltre, risente almeno all'inizio, della tragedia che ha colpito all'inizio della settimana la provincia e la città dell'Aquila. Le due squadre, unitamente alla terna arbitrale, si mischiano a centrocampo nel minuto di silenzio che tutto lo stadio tributa alle vittime del sisma che ha colpito l'Abruzzo.
===Il calciatore===


La Lazio si schiera con il 4-4-2 con la coppia d'attacco [[Pandev Goran|Pandev]]-[[Zarate Mauro Matias|Zarate]] supportata da [[Foggia Pasquale|Foggia]] e [[Rozehnal David|Rozehnal]] torna in difesa, mentre il tecnico giallorosso sceglie Perrotta e Baptista per coadiuvare Totti in attacco, mentre piazza in mezzo Brighi affiancato da De Rossi e Pizarro. La Lazio parte subito bene: passano poco meno di due minuti ed i biancocelesti conquistano un calcio d'angolo molto contestato dai romanisti che vedono la palla toccata per ultimo da [[Zarate Mauro Matias|Zarate]] dopo un recupero di Mexes. L'arbitro, nonostante le proteste, assegna ugualmente il tiro dalla bandierina ed i biancocelesti sono abili a batterlo velocemente, con [[Brocchi Cristian|Brocchi]] che scodella al centro un cross che giunge sul secondo palo e [[Pandev Goran|Pandev]], pronto al volo di sinistro, piazza la palla all'angolo opposto battendo Doni e fermando il digiuno di reti laziali a meno di trecento minuti.
Fulvio Bernardini è stato un fuoriclasse tra i più grandi che il calcio italiano abbia espresso. Poliedrico e completo, dotato di un fisico calcisticamente perfetto, portò nel calcio la modernità, anticipando di qualche decennio il modo di giocare che si sarebbe imposto negli anni '60 e '70. Quando il calcio era privo di schemi, quando il pallone veniva scagliato in avanti dalle retrovie lasciando agli attaccanti il compito di raccoglierlo, Bernardini, con il pallone tra i piedi al limite della sua area, con calma solenne e lo sguardo rivolto sempre ai compagni, serviva con passaggi millimetrici i mediani per poi scattare in avanti e ricevere da loro la palla di ritorno; da lì ancora avveniva lo scambio con le mezze ali che poi potevano servire le ali o tentare di servire il centravanti per la conclusione. Non era mai in difficoltà o in affanno e riusciva a rendere concreta l'idea di chi ritiene il calcio un gioco semplice in cui è sufficiente rendere facili e spontanee le cose che appaiono difficili. Dotato di un passaggio preciso e di un tiro potente con ambedue i piedi anche se preferiva il sinistro, abile anche di testa, faceva sentire in campo la sua presenza e costituiva, grazie alla sua personalità, un esempio per tutti.


Neanche due minuti dopo la Lazio raddoppia: da un fallo laterale, la sfera giunge a [[Zarate Mauro Matias|Zarate]], solite serpentine dell'attaccante argentino e tiro in diagonale da fuori area che non lascia scampo a Doni. E' la rete del 2-0 che fa scoppiare di gioia lo stadio di fede laziale. La [[Roma AS|Roma]] accusa il colpo ma piano piano riesce a riprendere in mano la gara, forse aiutata anche dalla Lazio che sembra tirare i remi in barca per il risultato sin qui conseguito. I giallorossi, infatti, si rendono pericolosi con Panucci e Baptista, ma [[Muslera Nestor Fernando|Muslera]] nega la rete. Al 10', su un corner, Baptista schiaccia la palla in area ed il giovane portiere biancoceleste nulla può sulla battuta ravvicinata di Mexes che porta la [[Roma AS|Roma]] sul 2-1.
===L'allenatore===


La rete segnata galvanizza gli uomini di Spalletti che sovente cercano l'appoggio su Baptista capace di sovrastare, sulla destra, [[Lichtsteiner Stephan|Lichtsteiner]]. I giallorossi si fanno nuovamente minacciosi dalla parte di [[Muslera Nestor Fernando|Muslera]] in almeno in paio d'occasioni, con Baptista che, di testa, coglie il palo con De Rossi che non riesce a ribattere e con Brighi che, dopo una ribattuta, scaglia un tiro violento intercettato quasi sulla linea di porta e deviato in corner da [[Matuzalem (Da Silva Francelino)|Matuzalem]]. La Lazio prova a ripartire in azioni di contropiede ma lo fa in maniera velleitaria: sia [[Pandev Goran|Pandev]] che [[Zarate Mauro Matias|Zarate]] sono un po' troppo lasciati soli in avanti. La Lazio si rivede su calcio di punizione a pochi secondi dal fischio finale del primo tempo, con [[Ledesma Cristian Daniel|Ledesma]] che scaglia un tiro che finisce di poco a lato alla sinistra dell'estremo difensore giallorosso.
Dopo l'abbandono dell'attività agonistica e la parentesi drammatica della guerra, Fulvio Bernardini cominciò la carriera di allenatore con la [[Roma AS|Roma]] nel [[1949/50]] ma il rapporto si chiuse bruscamente con un esonero. Dal [[1951]] al [[1953]] allenò il [[Vicenza]] in [[Serie B]]. Nel [[1956]], alla guida della [[Fiorentina AC|Fiorentina]], vinse uno storico [[Scudetto]] che replicò con il [[Bologna]] nel [[1964]]. I suoi successi furono completati con la vittoria della [[Coppa Italia]] del [[1958]] ottenuta proprio allenando la Lazio. Va sottolineato che questi successi furono gli unici ottenuti da squadre non di Milano o di Torino nel dopoguerra fino agli anni '70.


La ripresa, atteso il risultato sin qui maturato, lascia presupporre un secondo tempo di passione per la Lazio. Infatti, tolte le due marcature, i giallorossi hanno dato una migliore impressione, specie nella reazione alle reti di svantaggio. Quando le squadre tornano in campo per dar vita alla seconda frazione di gioco, sulla panchina romanista non compare più Luciano Spalletti che, si scoprirà dopo, è stato espulso dal direttore di gara per una lite scoppiata nel tunnel che conduce agli spogliatoi unitamente a [[Tare Igli|Igli Tare]].
Nella Lazio del Presidente [[Siliato Leonardo|Siliato]] fu allenatore dal [[1957/58]] al [[1960/61]] totalizzando 92 panchine. Dal [[1961/62]] al [[1965]] fu a Bologna per poi trasferirsi a Genova alla guida della [[Sampdoria]] fino al [[1971]]. Chiuse la sua carriera a livello di club, ricoprendo il ruolo di direttore tecnico nel [[Brescia]]. Nel [[1974]] fu chiamato dalla Federazione per allenare la Nazionale italiana reduce dal fallimento dei Mondiali di Germania e ricoprì questo delicato ruolo fino al [[1977]]. Modificò profondamente la mentalità difensivista attuata fino allora dall'Italia, esaltando la razionalità del gioco unita ad un grande movimento in cui ogni giocatore doveva occupare una ben precisa zona del campo con un ruolo e un compito specifico. Il pallone non andava mai passato al compagno, ma spedito nella zona di campo dove, chi riceveva il passaggio, doveva trovarsi grazie a un rapido spostamento.


La Lazio però riparte con un piglio diverso rispetto a come aveva chiuso il primo tempo: la formazione biancoceleste, infatti, è più aggressiva e si porta più avanti per cercare di creare pericoli alla porta di Doni. La [[Roma AS|Roma]] sostituisce Perrotta con Menez e questo permette alla Lazio di spaziare meglio in avanti. Al 56' una magistrale azione di contropiede non è finalizzata al meglio da [[Pandev Goran|Pandev]] che, pur solo, spara sul portiere giallorosso. Ma la Lazio colpisce ancora al 58': un cross di [[Foggia Pasquale|Foggia]] dalla destra vede svettare dal limite dell'area piccola la testa di [[Lichtsteiner Stephan|Lichtsteiner]] che segna la rete del 3-1. Lo svizzero, alla sua prima rete stagionale, corre sotto la Nord impazzita di gioia.
Gli scambi dovevano avvenire tenendo il pallone sempre rasoterra perchè, come affermava Fulvio, il pallone passato alto impiega più tempo per arrivare e ne rende più arduo il controllo. Inoltre il calciatore che imposta l'azione e che manovra deve avere, come qualità indispensabile, "i piedi buoni". Dopo la rifondazione della Nazionale ricoprì il ruolo di Direttore Generale nella [[Sampdoria]] fino al [[1979]]. Morì a Roma il [[13 gennaio]] [[1984]] e fu rimpianto da tutti. A suo nome è intitolato il Centro Sportivo di Trigoria della [[Roma AS|A.S. Roma]]. Come nota di colore si può ricordare la sua interpretazione cinematografica nel film "Gli undici moschettieri" del [[1952]].


Pochi minuti più tardi la [[Roma AS|Roma]] resta in dieci uomini quando Panucci commette fallo su [[Zarate Mauro Matias|Zarate]], sfuggito alla marcatura del giallorosso, e battibecca con [[Lichtsteiner Stephan|Lichtsteiner]]. Entrambi i calciatori vengono ammoniti da Morganti e per il difensore romanista è il secondo cartellino giallo che vuol dire espulsione. Spalletti manda in campo Tonetto al posto di Brighi e [[Rossi Delio|Delio Rossi]] sostituisce [[Zarate Mauro Matias|Zarate]] con [[Rocchi Tommaso|Tommaso Rocchi]]. La partita, tuttavia, si incattivisce e Morganti, al 75', è costretto ad espellere Mexes e [[Matuzalem (Da Silva Francelino)|Matuzalem]] a causa di una lite che rischia di degenerare. All'80' la [[Roma AS|Roma]] accorcia le distanze: una punizione di Pizarro è toccata di testa da De Rossi che manda in rete la sfera del 3-2.
=== Palmares ===


La speranza dei giallorossi ridotti in nove di pareggiare i conti, dura però meno di cinque minuti perché [[Kolarov Aleksandar|Kolarov]], dopo aver ricevuto la palla direttamente da [[Muslera Nestor Fernando|Muslera]] in difesa, fugge con un'azione solitaria fino al limite dell'area romanista e lascia partire un tiro di destro molto angolato che si infila nell'angolino basso opposto alle spalle di Doni. E' la rete che mette fine alla gara che la Lazio vince per la gioia dei propri tifosi. Per i giallorossi, che con questa sconfitta vedono allontanarsi il quarto posto, da segnalare il record negativo del proprio capitano Francesco Totti, giunto alla dodicesima sconfitta nelle stracittadine romane, mentre per i biancazzurri è il record del maggior numero di reti segnate alla Roma in una gara di [[Campionato]]: quattro. Non era mai successo negli 82 anni del "[[Derby|derby]] del Cuppolone".
* 1 Coppa Italia (Lazio) nel [[1957/58]]


Il post partita è comunque "pepato": ''"A fine primo tempo sono andato a parlare con Morganti di un episodio avvenuto al 15'"'', dice Spalletti a Sky. ''"Ricordo che Morganti è lo stesso arbitro che l'anno scorso diede alla Lazio un rigore per un fallo di Juan, espulso per questo, su [[Bianchi Rolando|Bianchi]]. Io gli ho ricordato quell'episodio, gli ho detto che è stata fatta una differenza perché anche in questo caso era vicino all'azione e ha visto tutto, in quel momento è venuto [[Tare Igli|Tare]] a discutere e gli ho chiesto cosa volesse. Morganti, poi, ci ha giustamente cacciati entrambi. [[Tare Igli|Tare]] non sapeva cosa stessi dicendo all'arbitro che, peraltro, sa difendersi da solo ed è venuto a discutere"''.


Il dirigente laziale così ribatte: ''"Ho visto tutti i giocatori della [[Roma AS|Roma]], con Spalletti in testa, lamentarsi con l'arbitro. Ho detto al tecnico che questo non è corretto e da lì è partita una frase molto amichevole di Spalletti verso di me che ha acceso tutto il resto"''. Il tecnico giallorosso all'inizio glissa sul contenuto della frase ma [[Tare Igli|Tare]] lo incalza: ''"Non sei un uomo se non dici la verità"''. ''"Ti ho detto di mettere il dito da un'altra parte"'', dice Spalletti spiegando meglio stavolta la frase che ha fatto scaturire le due espulsioni. ''"Tu sei partito da venti metri col dito puntato, me l'hai messo sul naso e sei un bugiardo perché davanti a Morganti c'ero solo io. Poi ci siamo dati la mano davanti a dieci persone"''.
[[Categoria:Biografie|Bernandini Fulvio]]

[[Categoria:Calciatori|Bernardini Fulvio]]
[[Kolarov Aleksandar|Aleksandar Kolarov]] sulla partita: ''"Speriamo sia la gara della svolta così come lo fu per la [[Roma AS|Roma]], che vinse il [[Derby|derby]] d'andata e poi andò molto bene"''. Sulla rete del 4-2 che ha messo al sicuro il risultato: ''"Ho saltato due uomini in velocità, poi ho guardato Doni, ho capito che aspettava il mio tiro da una certa parte, allora ho provato col destro a metterla sul palo lontano. Mi è riuscito e sono stato pure fortunato perché non l'ho presa benissimo. Dedico questo gol al mio popolo. Era un risultato che ci voleva. È una vittoria molto importante, ottenuta col cuore, perché questa squadra merita di andare in Europa"''.
[[Categoria:Allenatori|Bernardini Fulvio]]

[[Categoria:Pionieri|Bernardini Fulvio]]
[[Foggia Pasquale|Pasquale Foggia]]: ''"E' stata una partita perfetta e vincere il [[Derby|derby]] così è il massimo. Questo [[Derby|derby]] l'abbiamo preparato bene, con il piglio e la grinta giusta. La svolta probabilmente c'è stata in quei primi 4' all'inizio. Adesso dobbiamo continuare così, a Genova e nella semifinale di ritorno della [[Coppa Italia]] con la [[Juventus FC|Juve]]. Questa partita ha dimostrato che non siamo quelli delle tre sconfitte consecutive e che col sacrificio di tutti si può andare lontano."'' Sull'eccessivo nervosismo il giocatore si esprime così: ''"Ce n'è stato troppo, ma in una partita così tesa basta un attimo per accendere gli animi di tutti"''.

[[Pandev Goran|Goran Pandev]]: ''"Mi dispiace per il nervosismo perché eravamo entrambe cariche, volevamo vincere questa partita, ma un [[Derby|derby]] è così. I giocatori della [[Roma AS|Roma]] l'hanno messa sulla rissa, forse perché stavano rosicando per la partita che stavano perdendo."''

== Note: ==

La gara vinta oggi dalla Lazio stabilisce il nuovo record di reti segnate alla [[Roma AS|AS Roma]] in un derby da parte dei biancazzurri. Mai in 82 anni di stracittadine, la Lazio aveva segnato quattro reti in gara ufficiale di campionato, ai rivali storici.
Il record precedente era stato stabilito il [[Domenica 10 dicembre 2006 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 3-0|10 Dicembre 2006]] con un 3-0.


'''Vai alla [[Galleria immagini Lazio-Roma 4-2 11 Aprile 2009|Galleria Immagini del derby e Rassegna stampa]]


{{incontro| |20090411|2008/09| |200809}}

Versione delle 02:39, 13 apr 2009

11 Aprile 2009: Lazio batte Roma 4 a 2

(consulta la versione completa di questo articolo)


E' una giornata che entra di diritto nella storia delle stracittadine romane, questa vigilia di Pasqua all'Olimpico. Mai prima d'ora, infatti, la Lazio era riuscita a battere la Roma in Campionato marcando 4 reti. Mentre Francesco Totti, capitano della compagine romanista, conferma il proprio poco invidiabile primato di calciatore giallorosso con più sconfitte all'attivo nei derby. Sono ben dodici, infatti, gli scontri con la Lazio che lo hanno visto uscire di campo sconfitto. La cronaca, gli aneddoti e la rassegna stampa e fotografica, nelle pagine di LazioWiki.


11 aprile 2009 - 3324 - Campionato di Serie A 2008/09 - XXXI giornata - inizio ore 15:00

LAZIO: Muslera, Lichtsteiner (74' De Silvestri), Siviglia, Rozehnal, Kolarov, Brocchi, Ledesma, Matuzalem, Foggia (80' Mauri), Zarate (65' Rocchi), Pandev. A disp.: Carrizo, Diakite, Dabo, Meghni. All. Rossi.

ROMA: Doni, Motta, Mexes, Panucci, Riise, Brighi (65' Tonetto), De Rossi, Pizarro (89' Taddei), Perrotta (55' Menez), Julio Baptista, Totti. A disp.: Artur, Loria, Diamoutene, Cassetti. All. Spalletti.

Arbitro: Sig. Morganti (Ascoli Piceno) - Guardalinee Sigg. Stefani e Faverani - Quarto Uomo Sig. Mazzoleni.

Marcatori: 2' Pandev, 4' Zarate, 10' Mexes, 58' Lichtsteiner, 80' De Rossi, 85' Kolarov.

Note: giornata calda, terreno perfetto. Espulsi Spalletti (allenatore A.S. Roma) e Tare (dirigente S.S. Lazio) per comportamento non regolamentare nell'intervallo, Panucci per doppia ammonizione, Mexes e Matuzalem per reciproche scorrettezze. Ammoniti De Rossi per proteste, Pizarro, Brocchi e Mauri per gioco scorretto, Lichtsteiner e Mexes per comportamento non regolamentare. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t. Squadre con il lutto al braccio. Osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime del terremoto che ha colpito l'Abruzzo il 6 aprile. Presente in tribuna l'ex Campione d'Italia 2000, Marcelo Salas. Incidenti fra opposte tifoserie durante e dopo la gara, con arresti delle Forze dell'Ordine.

Spettatori: 60.000 circa.


Dopo tre sconfitte consecutive la Lazio resuscita nel derby capitolino battendo i cugini giallorossi per quattro reti a due dopo una partita che ha regalato molte emozioni al pubblico dell'Olimpico. La giornata è calda ed il terreno in ottime condizioni, ma le motivazioni con le quali le due formazioni si presentano alla gara sono di natura opposta perché se da un lato la Roma cerca di rimontare i punti che la distanziano dal quarto posto (utile per l'ingresso nella prossima Coppa dei Campioni - Champions League), dall'altro la Lazio è reduce da un periodo poco felice, culminato nel ritiro (forse punitivo) a Norcia, in Valnerina.

Il clima, inoltre, risente almeno all'inizio, della tragedia che ha colpito all'inizio della settimana la provincia e la città dell'Aquila. Le due squadre, unitamente alla terna arbitrale, si mischiano a centrocampo nel minuto di silenzio che tutto lo stadio tributa alle vittime del sisma che ha colpito l'Abruzzo.

La Lazio si schiera con il 4-4-2 con la coppia d'attacco Pandev-Zarate supportata da Foggia e Rozehnal torna in difesa, mentre il tecnico giallorosso sceglie Perrotta e Baptista per coadiuvare Totti in attacco, mentre piazza in mezzo Brighi affiancato da De Rossi e Pizarro. La Lazio parte subito bene: passano poco meno di due minuti ed i biancocelesti conquistano un calcio d'angolo molto contestato dai romanisti che vedono la palla toccata per ultimo da Zarate dopo un recupero di Mexes. L'arbitro, nonostante le proteste, assegna ugualmente il tiro dalla bandierina ed i biancocelesti sono abili a batterlo velocemente, con Brocchi che scodella al centro un cross che giunge sul secondo palo e Pandev, pronto al volo di sinistro, piazza la palla all'angolo opposto battendo Doni e fermando il digiuno di reti laziali a meno di trecento minuti.

Neanche due minuti dopo la Lazio raddoppia: da un fallo laterale, la sfera giunge a Zarate, solite serpentine dell'attaccante argentino e tiro in diagonale da fuori area che non lascia scampo a Doni. E' la rete del 2-0 che fa scoppiare di gioia lo stadio di fede laziale. La Roma accusa il colpo ma piano piano riesce a riprendere in mano la gara, forse aiutata anche dalla Lazio che sembra tirare i remi in barca per il risultato sin qui conseguito. I giallorossi, infatti, si rendono pericolosi con Panucci e Baptista, ma Muslera nega la rete. Al 10', su un corner, Baptista schiaccia la palla in area ed il giovane portiere biancoceleste nulla può sulla battuta ravvicinata di Mexes che porta la Roma sul 2-1.

La rete segnata galvanizza gli uomini di Spalletti che sovente cercano l'appoggio su Baptista capace di sovrastare, sulla destra, Lichtsteiner. I giallorossi si fanno nuovamente minacciosi dalla parte di Muslera in almeno in paio d'occasioni, con Baptista che, di testa, coglie il palo con De Rossi che non riesce a ribattere e con Brighi che, dopo una ribattuta, scaglia un tiro violento intercettato quasi sulla linea di porta e deviato in corner da Matuzalem. La Lazio prova a ripartire in azioni di contropiede ma lo fa in maniera velleitaria: sia Pandev che Zarate sono un po' troppo lasciati soli in avanti. La Lazio si rivede su calcio di punizione a pochi secondi dal fischio finale del primo tempo, con Ledesma che scaglia un tiro che finisce di poco a lato alla sinistra dell'estremo difensore giallorosso.

La ripresa, atteso il risultato sin qui maturato, lascia presupporre un secondo tempo di passione per la Lazio. Infatti, tolte le due marcature, i giallorossi hanno dato una migliore impressione, specie nella reazione alle reti di svantaggio. Quando le squadre tornano in campo per dar vita alla seconda frazione di gioco, sulla panchina romanista non compare più Luciano Spalletti che, si scoprirà dopo, è stato espulso dal direttore di gara per una lite scoppiata nel tunnel che conduce agli spogliatoi unitamente a Igli Tare.

La Lazio però riparte con un piglio diverso rispetto a come aveva chiuso il primo tempo: la formazione biancoceleste, infatti, è più aggressiva e si porta più avanti per cercare di creare pericoli alla porta di Doni. La Roma sostituisce Perrotta con Menez e questo permette alla Lazio di spaziare meglio in avanti. Al 56' una magistrale azione di contropiede non è finalizzata al meglio da Pandev che, pur solo, spara sul portiere giallorosso. Ma la Lazio colpisce ancora al 58': un cross di Foggia dalla destra vede svettare dal limite dell'area piccola la testa di Lichtsteiner che segna la rete del 3-1. Lo svizzero, alla sua prima rete stagionale, corre sotto la Nord impazzita di gioia.

Pochi minuti più tardi la Roma resta in dieci uomini quando Panucci commette fallo su Zarate, sfuggito alla marcatura del giallorosso, e battibecca con Lichtsteiner. Entrambi i calciatori vengono ammoniti da Morganti e per il difensore romanista è il secondo cartellino giallo che vuol dire espulsione. Spalletti manda in campo Tonetto al posto di Brighi e Delio Rossi sostituisce Zarate con Tommaso Rocchi. La partita, tuttavia, si incattivisce e Morganti, al 75', è costretto ad espellere Mexes e Matuzalem a causa di una lite che rischia di degenerare. All'80' la Roma accorcia le distanze: una punizione di Pizarro è toccata di testa da De Rossi che manda in rete la sfera del 3-2.

La speranza dei giallorossi ridotti in nove di pareggiare i conti, dura però meno di cinque minuti perché Kolarov, dopo aver ricevuto la palla direttamente da Muslera in difesa, fugge con un'azione solitaria fino al limite dell'area romanista e lascia partire un tiro di destro molto angolato che si infila nell'angolino basso opposto alle spalle di Doni. E' la rete che mette fine alla gara che la Lazio vince per la gioia dei propri tifosi. Per i giallorossi, che con questa sconfitta vedono allontanarsi il quarto posto, da segnalare il record negativo del proprio capitano Francesco Totti, giunto alla dodicesima sconfitta nelle stracittadine romane, mentre per i biancazzurri è il record del maggior numero di reti segnate alla Roma in una gara di Campionato: quattro. Non era mai successo negli 82 anni del "derby del Cuppolone".

Il post partita è comunque "pepato": "A fine primo tempo sono andato a parlare con Morganti di un episodio avvenuto al 15'", dice Spalletti a Sky. "Ricordo che Morganti è lo stesso arbitro che l'anno scorso diede alla Lazio un rigore per un fallo di Juan, espulso per questo, su Bianchi. Io gli ho ricordato quell'episodio, gli ho detto che è stata fatta una differenza perché anche in questo caso era vicino all'azione e ha visto tutto, in quel momento è venuto Tare a discutere e gli ho chiesto cosa volesse. Morganti, poi, ci ha giustamente cacciati entrambi. Tare non sapeva cosa stessi dicendo all'arbitro che, peraltro, sa difendersi da solo ed è venuto a discutere".

Il dirigente laziale così ribatte: "Ho visto tutti i giocatori della Roma, con Spalletti in testa, lamentarsi con l'arbitro. Ho detto al tecnico che questo non è corretto e da lì è partita una frase molto amichevole di Spalletti verso di me che ha acceso tutto il resto". Il tecnico giallorosso all'inizio glissa sul contenuto della frase ma Tare lo incalza: "Non sei un uomo se non dici la verità". "Ti ho detto di mettere il dito da un'altra parte", dice Spalletti spiegando meglio stavolta la frase che ha fatto scaturire le due espulsioni. "Tu sei partito da venti metri col dito puntato, me l'hai messo sul naso e sei un bugiardo perché davanti a Morganti c'ero solo io. Poi ci siamo dati la mano davanti a dieci persone".

Aleksandar Kolarov sulla partita: "Speriamo sia la gara della svolta così come lo fu per la Roma, che vinse il derby d'andata e poi andò molto bene". Sulla rete del 4-2 che ha messo al sicuro il risultato: "Ho saltato due uomini in velocità, poi ho guardato Doni, ho capito che aspettava il mio tiro da una certa parte, allora ho provato col destro a metterla sul palo lontano. Mi è riuscito e sono stato pure fortunato perché non l'ho presa benissimo. Dedico questo gol al mio popolo. Era un risultato che ci voleva. È una vittoria molto importante, ottenuta col cuore, perché questa squadra merita di andare in Europa".

Pasquale Foggia: "E' stata una partita perfetta e vincere il derby così è il massimo. Questo derby l'abbiamo preparato bene, con il piglio e la grinta giusta. La svolta probabilmente c'è stata in quei primi 4' all'inizio. Adesso dobbiamo continuare così, a Genova e nella semifinale di ritorno della Coppa Italia con la Juve. Questa partita ha dimostrato che non siamo quelli delle tre sconfitte consecutive e che col sacrificio di tutti si può andare lontano." Sull'eccessivo nervosismo il giocatore si esprime così: "Ce n'è stato troppo, ma in una partita così tesa basta un attimo per accendere gli animi di tutti".

Goran Pandev: "Mi dispiace per il nervosismo perché eravamo entrambe cariche, volevamo vincere questa partita, ma un derby è così. I giocatori della Roma l'hanno messa sulla rissa, forse perché stavano rosicando per la partita che stavano perdendo."

Note:

La gara vinta oggi dalla Lazio stabilisce il nuovo record di reti segnate alla AS Roma in un derby da parte dei biancazzurri. Mai in 82 anni di stracittadine, la Lazio aveva segnato quattro reti in gara ufficiale di campionato, ai rivali storici. Il record precedente era stato stabilito il 10 Dicembre 2006 con un 3-0.


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