114° anniversario della fondazione della S.S. Lazio 1900

Da LazioWiki.
La locandina sulla mostra alla Fondazione Gabriele Sandri
Le tavole su Giacomo Bigiarelli e Galileo Massa
Le tavole su Arturo Balestrieri e Alberto Mesones
Le tavole, tutte prodotte da LazioWiki, su Luigi Bigiarelli, Giulio Lefevre e Odoacre Aloisi
Varie tavole su Giacomo Bigiarelli
Le note biografiche su Enrico Venier ed Alceste Grifoni
Non basta una pagina per raccontare centoquattordici anni di Storia...
Gli auguri alla S.S. Lazio sulla pagina Facebook della Serie A

Stagione


Il comunicato ufficiale della Presidenza Generale della S.S. Lazio:

"La Presidenza Generale della Società Sportiva Lazio rende noto che, in coerenza con quanto deliberato dal proprio Consiglio Generale, l’occasione della ricorrenza del 9 gennaio (114° anniversario della costituzione del sodalizio biancoceleste) quest’anno non sarà accompagnata da specifici festeggiamenti, in segno di solidarietà con i sostenitori biancocelesti tuttora detenuti in Polonia e con le rispettive famiglie. La stessa Presidenza Generale intende comunque, in occasione di tale ricorrenza ed ancor di più in ragione delle circostanze di disagio menzionate, farsi promotrice di un momento di testimonianza ideale e comunanza di spirito fra i componenti della famiglia biancoceleste. A tal fine patrocina la mostra "9 ragazzi 1 sogno dal 1900", promossa da Fondazione Gabriele Sandri, Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento e LazioWiki, in programma in data 8 e 9 gennaio 2014 in Piazza della Libertà. La mostra presenterà, attraverso pannelli e cimeli, la figura dei 9 fondatori della Società Sportiva Lazio, l’ideale sportivo biancoceleste all’alba del XX secolo ispirato ai Giochi Olimpici dell’età moderna.

La Presidenza Generale ricorda, inoltre, che il prossimo mese di maggio ricorreranno distintamente il 40° anniversario della conquista del 1° scudetto della Sezione Calcio, il centenario della nascita dell’indimenticabile Presidente Generale Ing. Renzo Nostini, il decennale della conquista della 4^ Coppa Italia della Sezione Calcio; auspica, pertanto, che in detto periodo ricorrano le idonee condizioni ambientali per ricordare nella maniera più degna quegli storici eventi. Da ultimo, memore del motto scelto dai 9 Fondatori, "concordia parvae res crescunt", la Presidenza Generale auspica la massima condivisione fra atleti, tecnici, dirigenti e sostenitori biancocelesti dello spirito e dei contenuti esposti e la conseguente traduzione in comportamenti ispirati al massimo della lealtà, del rispetto e dello spirito biancoceleste".


Alcuni articoli tratti da vari organi di stampa sull'evento:

Corriere dello Sport del 9 gennaio 2014:

Patrocinata dalla S.S. Lazio ed organizzata dalla Fondazione Gabriele Sandri, dal Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento e da LazioWiki, ha preso il via ieri e si chiuderà oggi la mostra "9 Ragazzi 1 Sogno dal 1900". Mostra che, allestita presso la sede della Fondazione Sandri in Piazza della Libertà a Roma (ore 10-20), punta a far rivivere, attraverso pannelli e cimeli le origini della S.S. Lazio e la storia del sodalizio biancoceleste le gesta di Luigi e Giacomo Bigiarelli, Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Alceste Grifoni, Giulio Lefevre, Galileo Massa, Alberto Mesones e Enrico Venier, i 9 nove ragazzi che sognarono la Lazio all’alba del XX secolo, innamorati dell’ideale olimpico. Stasera alle ore 19 le testimonianze di dirigenti, tecnici, atleti e discendenti dei fondatori.


Estratto dalla La Gazzetta Dello Sport del 10 gennaio 2014:

Altro che arroccati in pochi metri a protezione della propria metà campo. Ieri i giocatori della Lazio hanno dato dimostrazione di aggredire ed occupare gli spazi come nessun altro in Serie A. Da nord a sud, da est a ovest hanno "invaso" lo sterminato territorio della capitale per festeggiare con i tifosi la ricorrenza del 114° anniversario della fondazione del club. Un gruppo (Lulic, Biava e Cavanda) era ad ovest, nel Lazio Style di Parco Leonardo, a Fiumicino; un altro (Biglia, Onazi Ogenyi Eddy, Ederson (Campos Ederson Honorato) e Novaretti) a sud nel Lazio Style di Valmontone; un altro ancora (Balde Diao Keita, Perea Vargas Brayan Andrés e Pereirinha Marques Bruno Alexandre) a est, nel Lazio Style di via Prenestina e un ultimo (Ledesma e Gonzalez) a nord, nel Lazio Style di Talenti. Un dispiegamento di forze da parte dei giocatori laziali cui ha fatto da riscontro una grande partecipazione popolare. In un Lazio Style, quello di Fiumicino, sono stati addirittura accesi dei fuochi di artificio. E i giocatori non si sono tirati indietro nell’assecondare tanto entusiasmo. Il più applaudito, manco a dirlo, è stato Senad Lulic, l’autore del gol-vittoria nella finale-derby di Coppa Italia. "Però – ha detto il bosniaco – non sono stato io a vincere quel derby, ma tutta la squadra che per questo è entrata nella storia. Ora però pensiamo al presente. Dopo la positiva vittoria sull’Internazionale FC dobbiamo trovare continuità, per questo andiamo a Bologna per vincere".


Dal Corriere dello Sport del 10 gennaio 2014:

Martedì 9 gennaio del 1900 gravavano nuvoloni neri su Roma e la temperatura era rigida, intorno ai dieci gradi. Poche automobili sbuffavano per le strade, dovevano fare attenzione a non investire greggi di pecore che pascolavano dove oggi troneggia lo stadio Olimpico. Lungo il Tevere erano già sorti i primi circoli sportivi, riservati però alla buona borghesia. Il popolino si fermava sul barcone del "Pippa Nera", sotto il ponte Margherita. E fu proprio attorno a un tavolino di "Pippa Nera", fra panini con la mortadella e un buon rosso dei castelli, che il sottoufficiale dei bersaglieri Luigi Bigiarelli e otto suoi amici stesero l’atto costitutivo della Società Podistica Lazio. Furono loro, studenti e militari del Regio esercito di Re Umberto I (il quale, poveretto, solo un anno dopo sarebbe stato assassinato dall’anarchico Bresci), a portare 114 anni fa il calcio a Roma, capitale d’Italia da neanche 30 anni, appena 450.000 anime sparse fra un centro assai ristretto – rispetto alle altre capitali europee – e una periferia rurale. Il compleanno della Lazio vive ormai di racconti scritti e di immagini sbiadite, il tempo ha interrotto le testimonianze dirette. E però, paradossalmente, proprio questa storia ultra secolare irrobustisce ogni anno la leggenda dei colori bianco e celeste tratti dalla Grecia e dell’aquila simbolo dell’impero romano. Se nel calcio italiano c’è un primato che spetta ai tifosi della Lazio, questo è l’orgoglio delle proprie radici e la custodia della tradizione. Non c’è compleanno che non venga celebrato, piazza della Libertà diventa un salone delle feste, sui social network impazzano gli scambi di auguri fra laziali di tutto il mondo. Solo su Facebook, in questi giorni, ho contato centinaia di pagine e di messaggi. Si è distinto il Lazio Fans Tunisia per iniziative e azioni di raccordo alle quali hanno risposto dalla Romania, dalla Francia, dagli Stati Uniti, persino dalla Thailandia. Molti hanno cinguettato i loro saluti alla Lazio su Twitter. Anche giocatori, nuovi e vecchi.

Non ho riscontrato altri esempi nel nostro panorama calcistico, di tanti giocatori che non riescono a togliersi dalla pelle la maglia che hanno indossato. Per il 114° compleanno (neanche una ricorrenza imponente come può essere una cifra tonda) hanno inviato messaggi augurali, per radio, televisione oppure on line, figurine antiche o meno antiche della squadra biancoceleste come Giordano, Fascetti, Veron, Oddo, Stankovic, Dabo, Crespo, Siviglia e tanti altri che nei passati decenni hanno lottato per questi colori, e non tutti ricevendone gloria e ricchezza. Chissà, forse è la storia tribolata di questa ex polisportiva ad iniettare nelle vene dei suoi atleti – di ogni tempo – il proprio sangue e quindi un sentimento indissolubile di fratellanza. Pochi trionfi e tanta sofferenza hanno evidentemente creato (e continuano a creare) una selezione naturale nel popolo laziale, quello che si agita sugli spalti e quello che corre in campo. Restano coloro che oltre alla passione, sentimento passeggero, hanno saputo unire l’amore. Non sono tantissimi ma sono incrollabili. Peccato che la società non riesca a nutrire gli stessi sentimenti e ad affiancare questo enorme e granitico patrimonio.






Panoramica a 360° della mostra





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