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Lazio, Italia, Europa!
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A cinque anni dall'ultimo successo, la Lazio conquista la sua quinta Coppa Italia e acquisce il diritto a partecipare alla Uefa Europa Cup: ancora una volta, vola alta un'aquila nel cielo di Roma. La cronaca, le curiosità, la rassegna stampa e le immagini su LazioWiki!
13 maggio 2009 - 3330 - Coppa Italia 2008/09 - Finale - calcio d'inizio ore 20.45
LAZIO: Muslera, Lichtsteiner, Siviglia, Rozehnal, Kolarov, Brocchi (13' p.t.s. De Silvestri), Dabo, Ledesma, Foggia (80' Del Nero), Pandev (73' Rocchi), Zarate. A disp.: Carrizo, Radu, Diakite, Mauri. All. D.Rossi.
SAMPDORIA: Castellazzi, Campagnaro, Lucchini (6' p.t.s. Gastaldello), Accardi, Stankevicius, Sammarco (91' Dessena), Palombo, Franceschini (88' Delvecchio), Pieri, Pazzini, Cassano. A disp.: Mirante, Raggi, Padalino, Marilungo. All. Mazzarri.
Arbitro: Sig. Rosetti (Torino) - Guardalinee Sigg. Calcagno ed Ayroldi - Quarto uomo Sig. Rizzoli.
Marcatori: 4' Zarate, 31' Pazzini.
Sequenza calci di rigore: Cassano (S) parato, Ledesma (L) gol, Palombo (S) gol, Rocchi (L) palo, Pazzini (S) gol, Rozehnal (L) gol, Gastaldello (S) gol, Kolarov (L) gol, Accardi (S) gol, Zarate (L) gol. Ad oltranza: Delvecchio (S) gol, Lichtsteiner (L) gol, Campagnaro (S) parato, Dabo (L) gol.
Note: ammoniti Foggia per comportamento non regolamentare, Lucchini, Siviglia, Accardi, Delvecchio, Gastaldello, Palombo e Campagnaro per gioco scorretto. Recuperi: 0' p.t., 2' s.t., 0' p.t.s., 0' s.t.s. Presente in tribuna S.E. il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Spettatori: 61.482 di cui circa 16.000 tifosi della Sampdoria, incasso € 2,5 milioni circa,
La Coppa Italia resta a Roma. Finisce nella bacheca della Lazio che si aggiudica la finale infinita con la Sampdoria ai calci di rigore per 7-6. La squadra di Rossi si è così tolta lo sfizio di scucire dalle maglie dei cugini giallorossi la coccarda tricolore e ha regalato al presidente Lotito il primo trofeo della sua gestione, oltre a conquistare la qualificazione all'Uefa e la finale di Supercoppa che si svolgerà a Pechino contro la vincitrice del Campionato.
Una coppa sofferta, rimasta in bilico fino all'ultimo. Perchè l'iniziale vantaggio di Zarate, che sembra mettere la partita in discesa per i biancocelesti, è durato solo 27' allorquando Pazzini ristabilisce la parità nel punteggio. Alla Lazio non è bastato nemmeno dominare gran parte della ripresa, per alzare al cielo la sua quinta Coppa Italia perché è dovuta arrivare fino ai calci di rigore anche per merito di una Sampdoria che non si è arresa mai o, almeno, fino alla conclusione dagli undici metri di Campagnaro respinta da Muslera nei rigori ad oltranza. Quello del difensore blucerchiato è l'errore decisivo e fatale alla compagine ligure perchè, subito dopo, Dabo non perdona facendo esplodere l'Olimpico pieno come ai bei tempi.
I tifosi della Sampdoria sono tutti stipati in Curva Sud e non troppo distante da lì Maurito Zarate va a festeggiare dopo 4' il gol del vantaggio biancoceleste: una fucilata di destro seguita dalle proteste blucerchiate verso Rosetti, colpevole di non avere fermato il gioco con Pazzini a terra. L'arbitro di Torino, poi, non si accorge di una gomitata di Campagnaro a Foggia a gioco fermo né di una manata in faccia di Siviglia a Pazzini in area di rigore, meritevole del penalty. Al 27' Castellazzi tiene in partita la Sampdoria con una doppia prodezza prima su tiro di Kolarov e poi sulla ribattuta successiva di Pandev. Dal possibile 2-0 all'1-1 passano quattro minuti: Cassano crossa dalla sinistra e trova l'anticipo di Stankevicius su Kolarov ma la deviazione decisiva e vincente è quella di Pazzini che di testa brucia Rozehnal e batte Muslera. L'inerzia della gara, ora, passa dalla parte della squadra di Mazzarri e al 44' una potente punizione di Cassano viene alzata in angolo dall'estremo difensore biancoceleste.
Nel segno dell'ex giocatore della Roma si apre anche la ripresa: dopo 48" affonda sulla fascia sinistra e lascia partire un velenoso tiro cross che Kolarov toglie dalla porta. La Lazio capisce che la partita rischia di prendere una brutta china e si riprende il campo schiacciando i genovesi nella loro trequarti. Accardi rischia in un paio di circostanze l'espulsione per doppio giallo ma Rosetti lo grazia. Rossi prova a stringere e mette dentro Rocchi e Del Nero ma si va prima ai supplementari e poi ai rigori.
Nella lotteria dei penalties Muslera si esalta parando il primo tiro di Cassano e intuendone altri. Tuttavia anche Rocchi sbaglia e così si va ad oltranza visto che gli altri calciatori realizzano sempre il tiro di competenza. Il settimo tiro è però quello fatale: il portiere laziale respinge la botta di Campagnaro, Dabo non sbaglia il tiro successivo e la Lazio porta a casa la Coppa Italia 2008/09 ricevendola direttamente dalle mani del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il pianto dirotto di Delio Rossi a fine partita: "Sono felice per la nostra gente. Questo pianto significa anche passione per il proprio lavoro da parte di uno che vuole ottenere risultati per questa squadra. Il futuro? Vedremo"'.
Uno dei protagonisti della gara, il portiere uruguaiano Muslera: "Questa sera mi è toccato anche parare due rigori, ma non è una vittoria mia, è di tutta la squadra. Quando ci sono stati momenti difficili, io sono rimasto sereno. Mi dispiaceva solo per i miei parenti, che da lontano soffrivano. Questa sera la vittoria è per i nostri tifosi. Una vittoria incredibile, meritavamo di vincere la Coppa. E' stata una partita difficile".
Il Presidente biancoceleste Claudio Lotito si esprime così: "Sto vivendo una grande soddisfazione. Da quattro anni stiamo attuando un progetto che tiene in considerazione di più i valori come la professionalità che gli interessi economici. Questa Coppa è una ricompensa per tutti, per i tifosi e il loro attaccamento ai nostri colori. Per i nostri giocatori".
Sebastiano Siviglia ha pronta la dedica per la conquista del trofeo: "E' il mio primo trofeo, sono felicissimo. Bellissimo vincere in casa davanti a questa gente. La cosa più grande che potevamo regalare ai nostri tifosi. La dedica? E' per mia figlia".
Il capitano Tommaso Rocchi: "Abbiamo avuto momenti difficili e li abbiamo superati. Abbiamo vinto anche per il nostro presidente che cercava di conquistare un trofeo, lo dedichiamo a lui. Chiediamo scusa ai tifosi per queste difficoltà che abbiamo avuto in campionato". Su Gabriele Sandri: "E' automatico per tutti coloro che hanno a cuore i colori laziali, è anche sua questa vittoria".
Un altro protagonista, Mauro Matias Zarate: "Se ho vinto il duello a distanza con Cassano? Questo non c'entra, l'importante è che abbiamo vinto. Prometto che questa sarà solo il primo di tanti successi".
Lorenzo De Silvestri rivela i suoi pensieri: "Una dedica particolare per Gabriele Sandri, ad ogni rigore pensavo a lui".
Il tecnico dei blucerchiati Walter Mazzarri: "Finale degna di questo nome. L'abbiamo onorata. C'è rammarico, ma è la vita ed è andata così. I miei sono stati bravi, complimenti a tutti".
La festa dei tifosi laziali non è però solo allo stadio. Bastano pochi minuti e strade e piazze si popolano di persone. Bandiere, clacson all'impazzata e tanti cori. Da piazza Venezia alla Balduina, da Cinecittà all'Eur. Sciarpe, trombette e i classici sfottò sono andati avanti fino a tarda notte. C'è pure chi ha festeggiato stappando una bottiglia in strada e chi, invece, ha preferito immortalare la festa scattando foto con il cellulare.
Il tragitto dallo stadio Olimpico a piazza Venezia, cuore dei festeggiamenti capitolini insieme al Circo Massimo, è stato praticamente un corteo ininterrotto di auto e motorini «vestiti» a festa. Ragazzi persino sui tetti delle macchine. Una gioia che si attendeva dal cinque anni, da quando la Lazio vinse l'ultima Coppa Italia. Ma se nelle strade e nelle piazze, soprattutto del centro storico, si è festeggiato fino a tarda notte, anche il popolo web è letteralmente «impazzito».

Nota
Durante i festeggiamenti in campo, dai magazzinieri viene distribuita una maglia speciale, creata apposta per la finalissima: si tratta di una riproduzione di una copertina della rivista "Lazialità", dopo l'ultimo Derby, opportunamente "modificata". L'immagine rivisitata immortala l'esultanza di Mauro Zarate dopo la rete ai giallorossi, con tanto di Coppa Italia nella mano sinistra e la coccarda tricolore (strappata proprio ai cugini) nell'altra. Sullo sfondo la disperazione di un giocatore della Roma col numero 10 e al centro della maglia la scritta: Io Campione, Tu Zero Titoli. La maglia è stata indossata da tutti i componenti dello staff tecnico e dai giocatori nella festa celebrata all'interno dello stadio.