Domenica 20 novembre 1988 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Verona 3-1

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20 novembre 1988 - 2387. Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1988/89 - VI giornata - Inizio ore

LAZIO: Martina, Marino, Icardi, Pin, Gregucci, Gutierrez, Dezotti, Di Canio, Rizzolo (55' Acerbis), Sclosa, Sosa (80' Beruatto). A disp. Fiori, Piscedda, Muro. All. Materazzi.

VERONA: Cervone, Berthold, Volpecina, Soldà, Pioli, Iachini, Caniggia, Troglio, Galderisi, Bortolazzi, Pacione. A disp. Zuccher, Terracciano, Marangon II, Bonetti I, Gasparini. All. Bagnoli.

Arbitro: Di Cola (Avezzano).

Marcatori: 1' Rizzolo, 31' Caniggia, 52' Rizzolo, 70' Pin.

Note: pioggia a tratti. Ammoniti Berthold, Gregucci, Marino, Troglio, Iachini e Di Canio. Angoli 10-1 per il Verona. In tribuna l’ex allenatore della Lazio Eugenio Fascetti.

Spettatori: 28.000 circa di cui 15.249 paganti per un incasso di L. 717.112.000.

La rete di Pin
Sosa mette in ginocchio Pioli
Di Canio fermato da tre scaligeri
Il secondo gol di Rizzolo
Rizzolo raddoppia
Rizzolo abbracciato da Di Canio dopo il secondo goal
Sosa tenta la fuga

Giuseppe Materazzi può essere soddisfatto. Con la sua Lazio non solo ha infranto il tabù-vittoria, ma ha insegnato al calcio italiano che rischiare si può. Tre attaccanti di ruolo (Sosa, Dezotti e Rizzolo) ed uno per propensione (Di Canio) gli hanno consentito di sconfiggere il Verona. Due punti e l'imbattibilità al pari dell'Inter, un risultato non da poco per una neopromossa. Chi aveva criticato alla vigilia la scelta spregiudicata del tecnico biancazzurro è stato costretto dal fatti a ricredersi.

Il Verona non ha comunque demeritato. Per tutti i novanta minuti ha tenuto in mano le redini del centrocampo (reparto al quale Materazzi aveva in pratica rinunciato), ha creato occasioni, ma ha pagato lo scotto dell'inconsistenza delle sue punte, Galderisi e Pacione, che hanno vagato come anime in pena nella zona mista laziale. Gli ottimi Troglio e Bortolazzi hanno perciò visto più volte vanificarsi i loro tentativi di rendere difficile la vita a Martina, potendo contare in fase di realizzazione solo sul solito Caniggia. Che la Lazio non avesse il timore di trovarsi impreparata all'improvvisa novità tattica del «quadridente» lo si è capito dopo soli quarantacinque secondi. Conquistata la palla nella propria trequarti, Sosa seminava avversari e serviva un pallone d'oro a Rizzolo, sistematosi sul limite del fuorigioco. Il giovane centravanti era lesto ad evitare Cervone in uscita e a mettere la sfera nel sacco.

Molte le proteste dei veronesi sulla posizione di Rizzolo, ma Di Cola convalidava. n Verona, comunque, non è squadra da arrendersi di fronte alle prime avversità. Gli insegnamenti di Osvaldo Bagnoli dovranno pur servire a qualcosa. Cosicché da quel momento cominciava un martellante assedio alla porta di Martina. Preso atto della latitanza dei due presunti attaccanti, Bortolazzi (17') cercava la soluzione personale, ma il suo potentissimo destro da fuori scuoteva la traversa a Martina battuto. Ma il Verona era vivo e la sua guizzante ala bionda con fascetta ne era la più lampante testimonianza. Al 31', sfruttando un traversone di Bortolazzi, Caniggia s'incuneava quatto tra le maglie della difesa laziale e di testa fulminava Martina. L'uno a uno era risultato giusto, ma nell'intervallo la sensazione era che, osando di più, uno del due contendenti avrebbe potuto avere la meglio.

Ed era la Lazio la prima ad osare. Un affondo e gol. Al 4' Rizzolo, ancora lui, si trovava puntuale all'appuntamento con il cross di Pin e siglava la doppietta personale, riportando la sua squadra in vantaggio. Diversamente dal primo tempo, i veronesi non trovavano la forza di reagire. Gli infaticabili Iachini e Volpecina, alla lunga, tradivano questa nomea, ed anche Bortolazzi si spegneva. I soli Troglio e Caniggia potevano poco contro il muro difensivo laziale. I veneti correvano qualche rischio di troppo e ad undici minuti dal termine venivano infilati per la terza volta.

Soldà cercava, su passaggio dalla destra di Bortolazzi, la soluzione di potenza da venticinque metri, ma il suo tiro veniva rimpallato e conquistato da Sosa: la fuga dell'uruguayano, lunghissima, veniva interrotta in area fallosamente da Cervone, ma Pin rifiutava il rigore e chiudeva a porta vuota la partita. Negli spogliatoi, Bagnoli si lamentava: «Abbiamo regalato la vittoria, ma sul primo gol c'era un fuorigioco netto di Rizzolo». Ecco, invece, Materazzi: «Abbiamo meritato i due punti, anche se il Verona ci ha messo spesso in difficoltà. Rizzolo non sì scopre adesso, rimetterlo in panchina non sarà facile».

Fonte: La Stampa