Domenica 21 settembre 2025 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 0-1

Da LazioWiki.

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21 settembre 2025 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, IV giornata - inizio ore 12.30

LAZIO: Provedel, Marusic, Gila, Romagnoli, Tavares (46' Pellegrini), Guendouzi, Rovella (46' Cataldi), Dele-Bashiru (14' Belahyane), Pedro (79' Noslin), Dia (62' Castellanos), Zaccagni. A disposizione: Mandas, Furlanetto, Patric, Isaksen, Cancellieri, Hysaj, Provstgaard, Pinelli, Farcomeni. Allenatore: Sarri.

ROMA: Svilar, Celik, Mancini, Ndicka, Rensch, Kone, Cristante (80' El Aynaoui), Angelino (80' Tsimikas), Pellegrini (73' Pisilli), Soulé (73' Baldanzi), Ferguson (65' Dovbyk). A disposizione: Vasquez, Gollini, Ziolkowski, Sangaré, Ghilardi, El Shaarawy.. Allenatore: Gasperini.

Arbitro: Sig. Sozza (Seregno) - Assistenti: Sigg. Baccini e Vecchi - Quarto uomo: Sig. Ayroldi - V.A.R.: Sig. Di Paolo - A.V.A.R.: Sig. Massa.

Marcatori: 38' Pellegrini.

Note: ammoniti 83' Ndicka, 88' Gila. Espulsi 86' Belahyane, 90'+7' Guendouzi . Angoli 3 a 6. Recuperi: 4' p.t., 6' s.t.

Spettatori: 60.000 circa.


Nuno Tavares
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Matteo Guendouzi
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Valentin Castellanos
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Mario Gila
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Nicolò Rovella
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Mattia Zaccagni
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Reda Belahyane
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Boulaye Dia
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Adam Marusic
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Ivan Procedel in un intercento aereo
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La coreografia della Curva Nord
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I calciatori convocati per la partita odierna

La classifica dopo la IV giornata di campionato

• Il Corriere dello Sport titola: “Lorenzo resta magnifico. Sarri respinto dal palo”. Continua il quotidiano sportivo romano: “Finisce in trionfo per la Roma, più solida. Errore fatale di Tavares, espulsi Belahyane e Guendouzi. Rovella e Dele-Bashiru ko, decide il gol di Pellegrini. La Lazio reagisce tardi, incrocio di Cataldi al 95’”.

È finita in tripudio sotto la Curva Sud. L’eroe si chiama Lorenzo Pellegrini, capitano senza fascia, ripescato dopo un’estate in bilico e accarezzando l’idea del divorzio. Non giocava dall’inizio di maggio, ma decidere i derby gli riesce benissimo. Ha segnato per la quarta volta alla Lazio, festeggiando la cifra tonda della Roma (4600 gol in Serie A) nella partita che conta di più. Sir Claudio sorrideva in Monte Mario. Gasp, il suo vecchio delfino, ha fatto centro al debutto. Per le statistiche, sono gli allenatori più anziani ad aver vinto un derby romano. La Roma, più solida e concreta, ha tenuto bene il campo, dimostrando una condizione fisica e mentale superiore. Successo meritato. Per Sarri e la Lazio è finita nella disperazione. Il palo colpito da Cataldi al minuto 95 testimonia la negatività del momento. Se può piovere, diluvia. Gli infortuni di Dele-Bashiru e Rovella (pronosticabili) hanno penalizzato lo sviluppo della partita, perché il gol di Pellegrini è arrivato quando il play della Lazio, rinviando la sostituzione all’intervallo, era fermo o quasi. Provedel, per non dargli la palla, si è girato verso sinistra. Si è aggiunto l’errore di Tavares. Le espulsioni di Belahyane (quando mancavano 11 minuti, recupero compreso) e Guendouzi raccontano i nervi scoperti e annunciano un’emergenza insostenibile, ma i rimpianti di Mau sono legati al solito difetto: una fatica enorme per segnare. L’occasione divorata da Dia grida vendetta. Taty ha mancato di un soffio il bersaglio con un tiro a giro su cui Svilar non poteva arrivare. Ci poteva stare il pareggio per la forza di volontà dimostrata in inferiorità numerica, ma i limiti sono evidenti. La Lazio è apparsa in chiara difficoltà e ha perso nei venti minuti a cavallo dell’intervallo, prima e dopo ha creato più pericoli. La Roma è rimasta compatta, non si è scomposta, ha dominato i duelli. Una sola pecca: poca cattiveria per chiuderla nel finale, quando ci sono state diverse possibilità per filare via in contropiede.

Pressione. Gasp è stato ripagato dalla scelta di puntare su Pellegrini, collocato nella zona di Rovella. Il play della Lazio, afflitto dalla pubalgia, si è piegato in due dopo uno scatto di cinquanta metri (senza capitalizzare l’occasione più limpida) ma è rimasto in campo invece di uscire. La Roma, tignosa, quasi asfissiante, ha capitalizzato con il gol. Bravo Rensch a soffiare la palla al portoghese, appoggio di Soulé e Pellegrini ha bucato Provedel. La Lazio all’intervallo sul filo dei nervi. Era già uscito Dele-Bashiru (stirato) per Belahyane. Zaccagni ha mandato a quel paese Tavares, Sarri ha sganciato subito Luca Pellegrini e Cataldi, rinnegando le scelte iniziali. Il corpo a corpo di Gasperini a tutto campo funzionava. Fisicità superiore, brillantezza. Mancini, in costante anticipo su Dia, chiudeva ogni varco con la copertura di N’Dicka. Celik toglieva il respiro a Zaccagni. Benissimo Koné e Cristante, dominanti. Solo Pedro e Guendouzi, gli unici di livello internazionale, reggevano il confronto di personalità. Lo spagnolo ha alzato la mira da fuori area, Svilar ha risposto al pallonetto di Zaccagni. La Lazio cercava il corridoio. La Roma apriva il gioco su Angelino e Rensch, determinanti per rompere la linea difensiva di Sarri. Provedel ha negato il raddoppio all’olandese.

Cambi. La Roma, nell’avvio del secondo tempo, ha dato la sensazione di poterla chiudere. Invece no, si è fermata. Il raid di Dia, nato da un errore di Mancini, ha restituito coraggio alla Lazio. Cataldi ha velocizzato la manovra, Castellanos ha dato un senso all’attacco, Luca Pellegrini velenoso. La freschezza di Pisilli e Baldanzi ha aiutato la Roma, Dovbik meno. Raddoppio mancato. Gli ultimi assalti, palpitanti. L’incrocio dei pali ha respinto Cataldi e infranto il sogno del Comandante. Gasp era in porto, bandiera al vento.


Il Messaggero titola: “Roma in volo, Lazio al palo”.

Capitano senza fascia, ma con il cuore. Sì, non avrà (ancora) troppa forza nelle gambe, né è (ancora) un atleta, ma dentro ha (ancora) quella magia romanista che lo distingue dagli altri e che, in certe partite, lo rende eroico. Il derby è una favola, e la scrive Lorenzo Pellegrini, che Gasp ripropone titolare dopo più di quattro mesi. Arriva inevitabilmente la quarta rete di Lorenzo alla Lazio, anche questa un bijou come le precedenti, tutte puntate sull'anima della Nord. Una sentenza: Lazio 0 Roma 1, decide Pellegrini. Gol e lacrime, tenute nascoste dall'amico Mancini. E c'è una favola, sull'amicizia, in questo gesto semplice. La Roma si riaccende nel bollore dell'Olimpico estivo - dopo la sconfitta con il Toro - e manda in crisi una Lazio che non ha certo scelto di perdere, né di farsi male da sola, le è solo capitato, anche con un pizzico di sfortuna quando, ad esempio, quasi sul gong la palla di Cataldi si stampa sul palo. Un derby pallido, con pochi guizzi. Intenso, però. Per certi versi bollente. Per Gasp è derby al primo colpo, la terza vittoria in campionato arriva di nuovo per 1-0: il che racconta di una Roma con una buona fase difensiva ma qualche problema in attacco, che non sa uccidere le partite. Le tre reti giallorosse segnate finora sono di Wesley (Bologna), Soulé (Pisa) e Pellegrini (Lazio). Solo l'argentino figura nel parco attaccanti di Gasp, Ferguson e Dovbyk sono ancora a secco, a sinistra, si sa, c'è un problema, che ora - pure in attesa di Baylei - può essere tamponato con il ritorno alla vita del numero 7. La Lazio, oltre l'orgoglio, non è riuscita ad andare, pur giocando benino: arriva la seconda sconfitta di fila per la squadra di Sarri e la classifica - con una vittoria e tre cadute - non è molto rassicurante in vista del futuro, anche alla luce dei problemi fisici capitati a quasi tutti i centrocampisti.

Le mosse. L'impressione è che Sarri non sia riuscito a indirizzare il match come voleva e poi non sia nemmeno riuscito ad aggiustarlo. Gasperini studia bene la partita, il suo piano è chiaro: schermare Rovella con Pellegrini, sfruttando la sua qualità nella gestione del pallone. Il destino vuole che, quando il laziale scappa a Lorenzo, dopo la fuga e il tiro in porta, il pallone finisce a lato; capita invece, al contrario, che il romanista si trovi il pallone tra i piedi e il gol si fa realtà. E per Sarri l'errore sembra doppio: averlo schierato dal primo minuto, pur non essendo al meglio, e soprattutto non averlo sostituito appena dopo quello scatto che ha portato Nicolò al tiro fuori dallo specchio. Il gol della Roma si imbuca proprio in quella sliding doors, mentre Rovella - in nome dello slot - era in campo claudicante. Cataldi entrerà a inizio ripresa, dimostrando di avere un altro passo.

Quello è l'episodio del match, che sia nel primo sia nel secondo si mantiene in equilibrio. E' addirittura la Lazio che nella prima frazione si avvicina più spesso alla porta di Svilar, con Pedro, Tavares e con un colpo di testa di Romagnoli. La rete della Roma non è solo figlia del genio di Pellegrini, ma di un errore grossolano di Tavares, che perde palla sul lato corto della sua area: Rensch (bravissimo per tutta la gara, sfiorando pure un gol a fine primo tempo) serve Soulé, che devia su Pellegrini la palla della festa. La Roma fa praticamente solo quello: Ferguson non trova spazi, Angeliño aspetta il vantaggio per svegliarsi e Cristante perde troppi palloni. Koné porta qualità, ma mai un taglio per gli attaccanti. L'undici scelto da Sarri è quasi provocatorio: non solo Rovella, dentro a sorpresa pure Pedro e Dia, non CancellieriCastellanos, che sarà in seguito l'uomo più pericoloso della ripresa. Boulaye fallisce la vera occasione per centrare il pari a inizio secondo tempo: approfitta dell'unico errore di Mancini, ma si emoziona davanti a Svilar, sparando alto. Sarri - che già aveva dovuto rinunciare a Dele-Bashiru dopo appena 14 minuti del primo tempo - cerca di aggiustare il tiro, togliendo anche Tavares, inguardabile, oltre a Rovella. Ma è la Roma a fare più gioco e, come nel primo tempo, rischia di subire il pari con Castellanos e Zaccagni. La Roma si abbassa nell'ultimo quarto d'ora, i cambi di Gasperini portano a poco: Pisilli fa legna, Dovbyk non difende bene tutti i palloni, un pizzico di brio arriva da Baldanzi. All'esordio anche Tsimikas. Gasp si arrabbia, la Roma soffre più del dovuto, anche in superiorità numerica. L'ultima chance è nei piedi di Cataldi, che con un tiro alla Zaccagni, colpisce il palo esterno alla fine del recupero. Il finale è incandescente. L'arbitro Sozza, bravo fino al minuto 83, quando estrae il primo cartellino (giallo a Ndicka) del match, è costretto a usare la mano pesante. Inevitabile il rosso a Belahyane per un fallaccio su Koné; il giallo a Gila e, a partita finita, l'espulsione di un nervosissimo Guendouzi.


Il Tempo titola: “Fa festa solo la Roma”. Continua il quotidiano romano: “Decide Pellegrini che regala il primo derby a Gasperini. La Lazio resta in dieci nel finale ma Cataldi colpisce un palo. E l’espulsione dopo i tre fischi a Guendouzi mette Sarri nei guai”.

“Conta solo vincerla”. Il diktat di Gasperini alla vigilia della sua prima stracittadina della Capitale, risuona come un mantra al termine dei novantasei minuti giocati in un caldo infernale ieri all'Olimpico. La Roma ha vinto sì il derby contro la Lazio ma le sensazioni complessive non sono di certo esaltanti per una squadra immaginata per correre in “alto”. Ma era il derby, una sfida in grado di far saltare tutti i pronostici e che vale molto più dei tre punti che si agguantano in classifica.

La partita. Primo tempo più Lazio che Roma ma al primo errore i biancocelesti vengono puniti dall'ex capitano giallorosso ripescato a sorpresa dal Gasp. Secondo tempo più Roma che Lazio ma quando alla squadra di Sarri capita la stessa occasione, su un errore clamoroso di Mancini, Dia la spara in Curva. La differenza è tutta lì? Forse no, ma si potrebbe sintetizzare così questa sfida animatissima condizionata come sempre dalla paura di perderla, dalla tensione e probabilmente dalle grandi aspettative della vigilia: e stavolta nemmeno tanto “cattiva”. Già, perché fino a dieci minuti dalla fine l'arbitro Sozza aveva tenuto i cartellini tasca, però nel finale la tensione è salita: prima il giallo a Ndika (82’), poi tre minuti dopo il rosso a Belahyane per “un grave fallo di gioco”. Quindi l'espulsione a tempo scaduto di Guendouzi per proteste: è volata qualche parola di troppo tra il francese e il fischietto di Seregno. Alla fine la Roma ride, la Lazio piange, soprattutto perché è rimasta in partita anche dopo aver incassato il gol letale e alla fine è andata vicinissima al pareggio negato solo dal palo alla sinistra di Svilar: peccato perché Cataldi, entrato nella ripresa per l'infortunato Rovella, ben oltre il novantesimo, aveva fatto tutto bene e inchiodato il portiere giallorosso.

Cosa resta. Ora la situazione biancoceleste si complica, perché tre punti dopo quattro partite sono troppo pochi anche per una squadra che non ha fatto mercato come la Lazio “bloccata” dall'indice di liquidità. E Sarri lunedì sera a Marassi contro il Genoa avrà i giocatori contati e un centrocampo tutto da inventare: complice anche la squalifica di Guendouzi. Starà alla capacità del toscano e alla voglia di questo gruppo trovare la forza per rialzarsi e tornare a correre. Dall'altra parte Gasperini & Co. ripartono all'inseguimento delle prime dopo lo scampato pericolo della stracittadina: una partita nella quale alla vigilia avevano solo da perdere. Ma è andata bene e la “riscoperta” di Pellegrini consegna un'arma in più al tecnico premiato dall'azzardo di mettere in campo un giocatore del quale che aveva pubblicamente detto di poter fare a meno. Lui, l'ex capitano, lo ha ripagato e la Sud ha fatto il resto: “Bentornato capitano”.

Olimpico &CO. Infine il pubblico: stavolta esemplare dentro e fuori lo stadio. Zero scontri (anche se alla vigilia erano state sequestrate mazze e spranghe) nei punti nevralgici fuori dall'impianto e sulle coreografie ben poco da dire come sempre: impressionanti, di quelle che fanno venire la pelle d'oca. Insomma roba da derby: appuntamento alla sfida di ritorno.


La Gazzetta dello Sport titola: “Roma è tuo”. Continua il quotidiano sportivo: “Gasp lo rilancia Lorenzo decide. La reazione Lazio si ferma sul palo. Giallorossi efficaci nel pressing e più cinici. I biancocelesti sbagliano tanto”.

Partiamo dall’azione decisiva, perché spiega tante cose. Minuto 38 del primo tempo: pressato nella sua area da Rensch, il presuntuoso Tavares azzarda un disimpegno di tacco e perde la palla. L’olandese la porge a Soulé che arma il destro di Pellegrini. L’ex capitano della Roma incrocia in rete, prima di abbandonarsi alla commozione. Non giocava titolare dal 4 maggio, non segnava su azione dal derby del 5 gennaio, è al debutto stagionale, dopo aver disfatto le valigie estive. Precettato a sorpresa, è diventato l’eroe della partita più sentita nell’Urbe. Questo per dire che il primo derby romano di Gian Piero Gasperini è stato il derby di Gasperini che ha vinto un po’ più di tutti. L’anno scorso Rensch, a palla persa, non sarebbe rimasto là in fondo a cercare il recupero immediato. Tutta la Roma ormai ha imparato a difendersi correndo in avanti e ha vissuto gran parte del derby nella metà campo della Lazio. Pellegrini è solo l’ultima perla di una collana di giocatori riprogrammati, valorizzati e fatti rifiorire, che va dal Papu Gomez a De Ketelaere passando per Lookman. Ma è stato il derby del Gasp anche per lo spirito della nuova Roma, annunciato alla vigilia. Senza gli infortunati Dybala e Bailey, con la staffetta Ferguson-Dovbyk che anche ieri non gli ha dato quasi nulla e senza gli attaccanti attesi invano dal mercato, spiegava il tecnico: "Dovrò uscire dalla mia zona di comfort e cercare un calcio diverso".

Che difesa. Ecco il calcio diverso. L’allenatore, che ha prodotto 98 gol in un campionato di Atalanta, ha vinto 3 partite segnando solo 3 gol e subendone solo uno. Non avendo, per ora, un grande attacco, cerca di ottenere il massimo dalla solidità difensiva, tenendo fermi i soliti principi di dominio e coraggio. Sono gli ingredienti a disposizione che dettano le scelte del cuoco. Le idee non sono dogmi immutabili, ma abitudini da plasmare a seconda del contesto. Per ora la Roma è questa: cinica a sfruttare le poche occasioni che ha avuto, determinata e solidale nella protezione del vantaggio. Dopo il gol di Pellegrini, i giallorossi hanno sfiorato il ko con Resch (48’), hanno rischiato il pari a inizio ripresa e hanno sofferto nel finale, pur avendo l’uomo più dopo l’espulsione di Belahyane (40’). Mentre Gasperini invocava calma e palleggio, la Roma è andata in palla, si è ritirata e ha agevolato l’assalto disperato della Lazio che ha stampato un palo con Cataldi al 50’. Anche qui, nella gestione mentale del match, i giallorossi hanno ampi margini di miglioramento. Intanto però, la Roma si è portata in zona nobile di classifica, ad altezza Milan che alla prossima incrocerà il Napoli. La squadra giallorossa, che ospiterà il Verona, potrà rosicchiare punti. Ma è presto per fare calcoli. L’obbiettivo del Gasp è di proseguire l’educazione della sua nuova creatura, recuperare gli attaccanti infortunati e mantenersi in quota, trascinandosi fino al mercato di gennaio, quando potrebbero arrivare quei rinforzi offensivi che gli consentirebbero di rientrare nella sua comfort zone, con una squadra che gioca e segna tanto. La fioritura di primavera.

Crisi Lazio. Se Castellanos e Cataldi, entrati nella ripresa, sono stati tra i migliori, significa che le scelte di Sarri sono state meno illuminate. Ma c’era una logica. Il tecnico della Lazio ha scelto un centravanti di movimento (Dia), per togliere riferimenti e aprire varchi agli incursori. Infatti, il piano stava per riuscire. Prima Guendouzi da sinistra, poi Rovella da destra hanno sfiorato l’assalto vincente. L’intraprendente Pedro, inoltre, convergeva spesso da destra per colpire con la porta in faccia. L’idea aveva un senso, ma, purtroppo per Sarri, la Lazio si è giocata il derby a causa di una serie strafalcioni e di episodi sfortunati. Dell’errore di Tavares abbiamo detto. Non meno grave quello di Dia al 9’ della ripresa: tutto solo davanti a Svilar, ha tirato incredibilmente oltre la traversa. Sarebbe stata tutta un’altra storia. L’ingresso di Castellanos, subito pericoloso, è stata la scossa che ha cambiato il match. Ma, mentre la Lazio cresceva e la Roma calava, l’ingenua espulsione del deludente Belahyane ostacolava ulteriormente il tentativo di rimonta, sfiorato all’ultimo respiro dal palo di Cataldi.

In una partita tutto sommato equilibrata, la Lazio ha pagato errori ed episodi sfortunati, compreso l’infortunio di Dele-Bashiru già al 14’. La Roma ha meritato i 3 punti per l’atteggiamento, la volontà e anche per i numeri offensivi: 6 tiri in porta a 2 e maggior possesso palla, che contro una squadra di Sarri, non è banale. Nelle ultime 50 stagioni tre sole volte la Lazio ha perso 3 partite nelle prime 4 giornate. La strada è lunga, ma vedersi là in fondo non aiuta il morale, anche perché il mercato non fatto e una rosa poco attrezzata non aiutano l’ottimismo. La contingenza è grama: Dele-Bashiru infortunato, Belahyane e Guendouzi, espulso per proteste a fine partita, saranno squalificati, Rovella è acciaccato, Vecino fuori. Di 6 centrocampisti, ne è rimasto uno. Sulla rotta per Genova, dopo un doloroso derby perso, il Comandante dovrà riunire la ciurma sul ponte e spremere i cuori.


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.

Mau: "Perso per troppa anarchia". Il tecnico della Lazio deluso per il risultato e l’episodio: "Ci condanna un errore tecnico e di superficialità: nostro limite. Ma si poteva anche pareggiare. Mi dispiace tanto per i tifosi, spero che per i giocatori sia lo stesso".

Per Sarri è dura da digerire, forse troppo. Tre volte ko nelle prime quattro giornate di campionato e un derby chiuso male, malissimo. Il palo colpito da Cataldi, le espulsioni di Belahyane e Guendouzi, gli infortuni di Dele-Bashiru e Rovella. Il play della Lazio si era accasciato un minuto prima del gol di Pellegrini. Pesante l’errore di Tavares, ritenuto decisivo dall’allenatore. "Penso di sì. Sino a quel momento non avevamo concesso nemmeno dei tiri in porta. Abbiamo perso per un erroraccio, vedremo se è tecnico o di superficialità". L’analisi della partita ha toccato tanto altro. La Lazio preoccupa per la sterilità offensiva e la sfiducia. Sarri si è preoccupato di sottolineare gli aspetti positivi. "Eravamo stati pericolosi in due-tre occasioni, gli inserimenti di Guendouzi e di Rovella, un colpo di testa di Romagnoli. Il gol ci ha fatto sbandare per dieci minuti, potevamo prendere il secondo, poi abbiamo ripreso in mano la partita. Nella ripresa ho contato quattro-cinque occasioni nitide per pareggiare. Ci rimane un rimpianto: per la seconda partita consecutiva abbiamo concesso pochissimo, perdendo per banalità e superficialità. Sembravamo più pericolosi del solito. Sul gol non siamo riusciti a uscire sulla sinistra e abbiamo insistito. Non contenti, ci mettiamo due espulsioni. Il limite di questa squadra è evidente, ci dobbiamo togliere anarchia, superficialità e banalità".

Emergenza. Si sono aggiunti gli infortuni. "La ripercussione è materiale, non mentale. Lunedì a Marassi avremo un solo centrocampista. Perdere un derby mi fa male. Ti giri e guardi la Monte Mario, la Curva Nord, la Tevere e pensi che hai deluso un popolo. Spero faccia male anche ai giocatori. Come gruppo sono sicuramente dispiaciuti, non vorrei lo fossero solo per loro stessi, ma per i tifosi". Rovella si era fermato prima del gol, Provedel non poteva dargli la palla. "Non abbiamo perso per quel motivo. Non era al 100%. Non l’ho cambiato subito perché aveva dato la disponibilità a finire il primo tempo, spendere il secondo slot dopo la sostituzione di Dele-Bashiru sarebbe stata dura da gestire fino alla fine". Lo sconforto è proporzionato al risultato. "Sino al gol di Pellegrini, non ho avuto segnali che potessimo perderla. Sensazione? La solita incazzatura, tristezza post derby perso. L’altro era un 3-0 al ventesimo del primo tempo. Storia diversa".

Pazienza. È una botta pesante, la Lazio viene da un’estate di contestazione, l’atmosfera non aiuta. Sarri, sul futuro, non si è sbilanciato. Il tema della pazienza resta attuale. "Obiettivi da rivedere? Può darsi che riusciamo a risolvere i nostri problemi, come anche no. Ho fatto giocare attaccanti di movimento per consentire gli inserimenti ai centrocampisti, qualcosa si è visto. O si impara a giocare più così o sul piano della qualità qualcosa ci potrebbe mancare. Siamo comunque riusciti a tenere la partita equilibrata nonostante gli episodi contrari".

In un altro articolo, le parole del capitano biancoceleste. Rabbia Zaccagni "Errore stupido". La delusione del capitano alle prese con la sciatalgia. "Fa male perdere per superficialità. Ci siamo confrontati nello spogliatoio e lo faremo ancora. L’unica cosa da cui ripartire è l’ottimo atteggiamento avuto in 10 in campo".

È uscito ko sotto tutti i punti di vista, Mattia Zaccagni. Del morale, per la sconfitta. Dei nervi, per la tensione interna al gruppo. Del fisico, per la sciatalgia con la quale ha abbandonato l'Olimpico claudicante e dolorante. Avrà tanto a cui ripensare il capitano della Lazio. Dopo il derby ci ha messo la faccia, presentandosi davanti ai microfoni per analizzare la sconfitta: "Fa male, perdere un derby è sempre brutto. Perderlo per una disattenzione, poi, è ancora più doloroso. Dopo quella rete ci siamo abbassati 15 minuti, poi l’abbiamo ripresa. All'intervallo il mister ci ha corretto su cose tecniche e tattiche. Nel secondo tempo abbiamo tenuto bene la partita, ci è mancato solo il gol. L’atteggiamento era giusto, dispiace tanto. Abbiamo mancato in superficialità in qualche occasione, questo non possiamo permettercelo, soprattutto in un derby. Provo rabbia, delusione, dispiacere. L’unica cosa positiva è l’atteggiamento anche quando siamo rimasti con un uomo in meno".

Tensione. Fa fatica a trovare degli aspetti confortanti, è troppo fresca la rabbia per la terza sconfitta nelle prime 4 giornate di campionato: "Dobbiamo ricompattarci, tre punti in 4 partite sono pochi per una squadra come noi. Dobbiamo reagire meglio in campo alle delusioni. Serve ripartire dall’atteggiamento che abbiamo avuto in dieci. È l’unico appiglio che abbiamo per andare avanti, dobbiamo ripartire da questo col Genoa, dove saremo senza centrocampisti". Una condizione che si è creata per la malasorte, visti gli infortuni di Dele-Bashiru e Rovella già nel primo tempo, ma anche per responsabilità proprie, con i rossi per Belahyane durante la gara e Guendouzi dopo il triplice fischio: "Guendo è stato espulso per l’atteggiamento che ha avuto nei confronti dell’arbitro. Sono comportamenti che dobbiamo toglierci". Quello che però non va giù a Zaccagni è soprattutto l'errore di Tavares che ha portato al gol di Pellegrini. Il capitano, già in campo, aveva avuto una discussione con il terzino portoghese subito dopo l'episodio. Scambio di "vaffa" reciproci. Poi Zac ha rincarato la dose nelle interviste post-gara: "Abbiamo preso un gol per un errore stupido, avevamo la partita in mano". Parole dure, che hanno portato a un confronto di gruppo già nell'immediato post-gara: "Sì, c’è stato negli spogliatoi e ce ne sarà un altro in settimana. Alcune volte è meglio non parlare troppo a caldo".

Sciatalgia. C'è bisogno di voltare pagina e cambiare registro. Certo, con l'emergenza a centrocampo non sarà facile ripartire. Anche perché lo stesso Zaccagni, uno che almeno teoricamente potrebbe adattarsi nel ruolo di mezzala (già ricoperto nella prima fase della sua carriera), non è al top: "Parleremo con il mister in settimana per vedere come superare queste difficoltà". Una volta abbandonata la conferenza stampa, il capitano ha zoppicato vistosamente fino alla sua auto per via di una forte sciatalgia. Nei prossimi giorni cercherà di recuperare per mettersi come sempre al servizio della squadra.



La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica





• La classifica dopo la IV giornata del campionato di Serie A:

Classifica Punti GG V N P GF GS DR Punti C VC NC PC Punti F VF NF PF
Napoli 12 4 4 0 0 9 3 6 6 2 0 0 6 2 0 0
Juventus 10 4 3 1 0 8 4 4 6 2 0 0 4 1 1 0
Milan 9 4 3 0 1 7 2 5 3 1 0 1 6 2 0 0
Roma 9 4 3 0 1 3 1 2 3 1 0 1 6 2 0 0
Atalanta 8 4 2 2 0 9 3 6 4 1 1 0 4 1 1 0
Cremonese 8 4 2 2 0 5 3 2 4 1 1 0 4 1 1 0
Cagliari 7 4 2 1 1 5 3 2 4 1 1 0 3 1 0 1
Como 7 4 2 1 1 5 3 2 4 1 1 0 3 1 0 1
Udinese 7 4 2 1 1 4 5 -1 1 0 1 1 6 2 0 0
Inter 6 4 2 0 2 11 7 4 6 2 0 1 0 0 0 1
Bologna 6 4 2 0 2 3 3 0 6 2 0 0 0 0 0 2
Torino 4 4 1 1 2 1 8 -7 1 0 1 1 3 1 0 1
Lazio Logo Calcio.jpg 3 4 1 0 3 4 4 0 3 1 0 1 0 0 0 2
Sassuolo 3 4 1 0 3 4 7 -3 3 1 0 1 0 0 0 2
Verona 3 4 0 3 1 2 6 -4 2 0 2 0 1 0 1 1
Genoa 2 4 0 2 2 2 4 -2 1 0 1 1 1 0 1 1
Fiorentina 2 4 0 2 2 3 6 -3 0 0 0 2 2 0 2 0
Parma 2 4 0 2 2 1 5 -4 1 0 1 0 1 0 1 2
Pisa 1 4 0 1 3 3 6 -3 0 0 0 2 1 0 1 1
Lecce 1 4 0 1 3 2 8 -6 0 0 0 2 1 0 1 1





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