Domenica 14 settembre 2025 - Reggio Emilia, Mapei Stadium - Sassuolo-Lazio 1-0
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14 settembre 2025 – Reggio Emilia, Mapei Stadium - Campionato di Serie A, III giornata - inizio ore 18.00
SASSUOLO: Muric, Walukiewicz (46' Coulibaly) Idzes, Muharemovic, Doig, Vranckx (64' Volpato), Matic, Koné, Berardi (81' Thorstvedt), Pinamonti (81' Cheddira), Laurienté (64' Fadera). A disposizione: Satalino, Turati, Candè, Boloca, Pieragnolo, Romagna, Moro, Lipani, Iannoni, Pierini. Allenatore: Grosso.
LAZIO: Provedel, Marusic, Gila, Romagnoli, Nuno Tavares, Guendouzi (80' Isaksen), Rovella (40' Cataldi), Dele-Bashiru (46' Belahyane), Cancellieri (60' Pedro), Castellanos (60' Dia), Zaccagni. A disposizione: Mandas, Furlanetto, Pellegrini, Noslin, Hysaj, Provstgaard. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. Tremolada (Monza) - Assistenti: Sigg. Fontemurato e Cavallina - Quarto uomo: Sig. Marinelli - V.A.R.: Sig. Meraviglia - A.V.A.R.: Sig. Pairetto.
Marcatori: 70' Fadera.
Note: ammoniti 24' Vranckx, 28' Rovella, 42' Marusic, 45'+4' Muharemovic, 58' Doig, 76' Pinamonti, 85' Belahyane, 90' Matic, 90'+5' Volpato. Angoli 3 a 8. Recuperi: 4' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 15.016 per un incasso di 254.649 euro.

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► I calciatori convocati per la partita odierna
► Le dichiarazioni dei protagonisti
► La classifica dopo la III giornata di campionato
• Il Corriere dello Sport titola: “Lazio, già l’ora dei fischi". Continua il quotidiano sportivo romano: "In vista del derby una prova negativa: Grosso fa festa e incassa tre punti pesanti. A Reggio Emilia poca qualità e poche occasioni. Il Sassuolo vince nella ripresa con il gol di Fadera. E alla fine la sentenza di 6.000 tifosi biancocelesti”.
La pena cresce per Sarri, scappato in macchina a fine partita, ufficialmente per "motivi familiari". Via mentre la Lazio era a testa china davanti a 6.000 tifosi infuriati. Frustrazione sonora, fischi ai giocatori, cori contro Lotito. E adesso il derby senza Rovella, ko dopo 40 minuti, a rischio stiramento. Incomprensibile la scelta di Sarri di farlo giocare dopo lo sbotto contro l’Italia. Era affaticato, l’accusa. Ma a insaputa degli azzurri. Un bel pasticcio. Si trema anche per Taty (coscia destra). Le emozioni sono tutte del Sassuolo, balla felice sotto la Sud, ha cancellato lo zero in classifica mangiandosi la Lazio nel secondo tempo, guidato da un infinito Matic, 37 anni, regista, uomo-ovunque. Ha chiuso con i crampi dopo un allungo (era quasi il 90') da difensore centrale aggiunto. Bravo Grosso a farsi consegnare la partita svoltando con il 4-2-3-1: al 18'st dentro Volpato e Fadera con Pinamonti e Berardi. Più il terzino Doig, rimasto altissimo. Il gol di Fadera, su angolo di Volpato, è arrivato dopo 7 minuti. Troppi i limiti della Lazio per sperare anche in Sarri, allenatore-mutante per trovare un mix di gioco: palleggio e gamba. La fatica del gol è un malanno che ritorna. Taty, più trequartista da sponda, ha di nuovo misurato la distanza dalla porta (zero tiri). Dele-Bashiru è stato sostituito dopo 45' minuti, quando aveva finalmente trovato due raid (e un tiro da comica) infilandosi a sinistra. Non solo stanchezza, tanta inadeguatezza, si affanna soltanto. Belahyane è andato meglio, ha servito di nuovo Dia davanti alla porta, ma per i gusti di Sarri tiene troppo il pallone, poi l’ha visto spegnersi. Mau ci ha provato con Pedro e Dia, con l’esanime Isaksen Gustav Tang. Dopo il Verona ci si aspettava ciò che non si trova: qualità e continuità.
Le chiavi. Squadre a specchio: 4-3-3. Sarri ha chiesto una Lazio alta. Il Sassuolo: Matic saliva su Rovella quando si era in pressing alto, oppure s’abbassava. Palleggio e gamba dei laziali. Col palleggio si innescava Castellanos Giménez Valentín Mariano José per lanciare Cancellieri, freccia spuntata. La Lazio ci ha provato con i lanci inutili di Provedel per Dele-Bashiru. O con Zaccagni dentro al campo. Mancava l’inserimento del nigeriano. Il Sassuolo innescava Laurienté e Berardi, spiazzamenti fulminei. Partita bloccata fino al 24', quando Vranckx è entrato su Rovella. Tremolada ha estratto il rosso, dopo revisione ha invertito col giallo. L’annuncio: "Fallo imprudente". Rovella ha iniziato a innervosirsi. Il Sassuolo ha punto con Pinamonti. Raptus di Rovella, giallo per proteste. Al 40' è andato ko. Ha rincorso Koné, gli ha tirato la maglia rischiando il doppio giallo. Dentro Cataldi. Battibecco di Rovella e Pellegrini dalla panchina con un tifoso del Sassuolo. Sono entrati Coulibaly per Walukiewicz e Belahyane per Dele. Lazio sgasata. Dentro Dia per Taty e Pedro per Cancellieri]. Pedrito ha giocato tra le linee, Guendouzi Olié Mattéo Elias Kenzo più largo. Suo il cross per Zaccagni: volo di Muric. La svolta di Grosso: Volpato per Vranckx e Fadera per Laurienté. Pedro ha tirato addosso a Muharemovic, niente rigore. Da un giro palla (9 passaggi) l’apertura di Matic per Doig, il cross che ha prodotto il corner battuto da Volpato. Muharemovic ponte per Fadera, suo il tap-in. Lo teneva in gioco Zaccagni. Dia murato. Sarri col 4-2-3-1 e Isaksen Gustav Tang. Assalto con Gila. Thorstvedt si è scontrato con Provedel in area. Era il 96' e Ivan rifaceva il centravanti. Sarri, infuriato con tutti, arbitro compreso, è andato via. Non può essere un abbandono.
• Il Messaggero titola: “Lazio al minimo e la caduta fa molto male”. Continua il quotidiano romano: "Secondo ko esterno dopo quello di Como, i biancocelesti faticano a incidere. Infortuni muscolari per Castellanos Giménez Valentín Mariano José e Rovella. Il Sassuolo vince 1-0, decisivo il gol di Fadera nel secondo tempo”.
Schiacciati da un modestissimo Sassuolo, questo secondo ko (in tre giornate) pesa come un macigno. Non tanto per la classifica è troppo presto per guardarla quanto per l'inatteso e inspiegabile passo indietro, al di là dei limiti e di una mancanza di qualità, impossibile da colmare senza il mercato. Lazio di nuovo timida, senza idee né personalità, né gioco. Dr.Jekyll e Mr.Hyde, riecco il mostro lontano dall'Olimpico. Tre tiri in porta, tanti quanto gli emiliani, ultimi della Serie A sino a ieri pomeriggio: Fadera regala i primi tre punti a Grosso. Stavolta non c'è di fronte il terribile Como a giustificare questo disastro. E nemmeno la sosta per le Nazionali o la trasferta possono rappresentare un alibi concreto. Traditi seimila tifosi biancocelesti, felici dopo la reazione contro il Verona, e ora di nuovo furiosi al triplice fischio per non aver trasmesso alcuna grinta o carica a questa Lazio. Col derby all'orizzonte, si preannuncia una settimana da incubo, nonostante la medesima sconfitta della Roma AS col Toro.
Blackout. Al Mapei Stadium sembra di giocare in casa all'Olimpico, eppure si sprofonda come ad agosto in riva al lago. Forse per questo, nonostante la stracittadina vicina, Sarri teme un'altra trappola e si affida ai titolarissimi, rischiando anche un affaticato Rovella dal 1'. La Lazio parte con il pressing alto, aggressivo, palleggia alla ricerca della profondità per aprire gli spazi, ma si spegne subito e non fa mezzo tiro per tutto il primo tempo. L'unico brivido lo regala l'esordiente Muric, che rischia l'autogol con uno stop maldestro. I reparti sono slegati, Zaccagni e Cancellieri fantasmi, il Taty ha fantasia, ma torna a specchiarsi troppo e non conclude nulla di buono. Gara da sbadigli, rianimata al 24' da un pestone di Vranckx a Rovella, su cui Tremolada in un primo momento estrae il rosso diretto. L'arbitro viene però richiamato al Var da Meraviglia e, dopo la revisione, lo trasforma in un giallo meno severo. Episodio chiave, perché qui la Lazio sparisce e il Sassuolo si rianima all'improvviso: Provedel stoppa Pinamonti col piattone sul primo palo. Rovella è nervoso, viene ammonito e poi graziato per una successiva trattenuta su Koné, prima di accasciarsi a terra e venire sostituito. Dovrebbe essersi fermato in tempo, oggi lo scopriremo.
Reazione tardiva. Entra Cataldi per rimettere in ordine nella Lazio. Dele-Bashiru scompare e riappare, ma non è mai incisivo: Sarri lo taglia all'intervallo e ridisegna con Belahayane il centrocampo. Ci sono più geometrie, ma servono a poco senza un guizzo vero. Tavares sgomma, ma inciampa su se stesso. La Lazio è lenta, sotto ritmo e dà coraggio al Sassuolo. Mau decide di riprendere metri con forze fresche in attacco: fuori Taty (risentimento muscolare) e Cancellieri, dentro Dia e Pedro. Guendouzi Olié Mattéo Elias Kenzo, ultimo a mollare, accelera sulla fascia destra e fa partire uno splendido cross: Zaccagni si tuffa di testa a porta vuota, ma Muric compie un autentico miracolo, deviando sopra la traversa un gol praticamente già fatto. Pedro invoca invano un rigore per un tocco di mano di Muharemovic, che poi si catapulta nell'area avversaria e svetta su un calcio d'angolo: colpo di testa in mezzo a Guendouzi Olié Mattéo Elias Kenzo e Romagnoli, deviato dal subentrato Fadera, tenuto in gioco da Zaccagni in ritardo. La Lazio ha una minima reazione d'orgoglio: bel filtrante di Belahyane per Dia, ma Muric è un muro. Sarri è disperato e, a 10' dalla fine, rilancia nella mischia Isaksen Gustav Tang e passa al 4-2-3-1. Parte l'assedio tardivo: Gila non inquadra due volte la porta da calcio d'angolo. Sull'ultimo corner, Provedel si tuffa davanti e viene atterrato da Thorstvedt, ma Tremolada anticipa la fine dell'incontro. Non c'è nemmeno un misero pareggio, tutti fischiati e respinti a brutto muso dai tifosi biancocelesti dentro lo spogliatoio.
• Il Tempo titola: “Disastro Lazio”. Continua il quotidiano romano: “Altra sconfitta in trasferta e brutto passo indietro dopo il poker rifilato al Verona. Biancocelesti ko contro il Sassuolo: decide Fadera. Male la direzione del giovane arbitro Tremolada”.
Seconda sconfitta in tre partite, classifica imbarazzante e un derby all'orizzonte da giocare con umiltà per non avvitarsi in una crisi dall'esito incerto. Il Sassuolo vince 1-0 col gol di Fadera senza nemmeno accorgersene, la Lazio gioca malissimo e soprattutto mostra la stessa arrendevolezza di Como. In pratica è una resa senza lottare, senza provare almeno a metterci il cuore per portare a casa il pareggio che i seimila tifosi presenti al Mapei Stadium avrebbero strameritato almeno come risarcimento morale per la seconda trasferta vergognosa. Nessun sussulto in una gara che conferma le lacune di un gruppo che sembra davvero avere poca voglia di andare oltre i guai societari. Sarri non ha grandi colpe ma deve cercare soluzioni diverse per fare male agli avversari, così il possesso palla è troppo sterile e poco produttivo in termini di tiri in porta e occasioni costruite. Le avvisaglie di un'annata durissima ci sono tutte, meglio darsi una svegliata per non trovarsi a Natale in una posizione di classifica anonima o, peggio ancora, preoccupante.
Si parte e dopo una ventina di minuti di studio in cui la Lazio prova a fare la partita e il Sassuolo sceglie di ripartire con i lanci per Laurienté, arriva il fattaccio: il giovane arbitro Tremolada espelle Vranckx per un intervento diretto sulla caviglia di Rovella che resta dolorante a terra. Siamo al limite, sarebbe un intervento da arancione ma il Var interviene e trasforma il rosso in giallo tra le proteste della panchina laziale e del regista della nazionale. Ormai è ufficiale, arbitra il Var perché qui non c'era chiaro ed evidente errore, valeva il giudizio del campo sull'intensità dell'intervento scomposto e pericoloso. Tant'è, Rovella, prende un'ammonizione insensata poi si arrende al problema muscolare rimediato con l'Italia. Non una buona notizia in chiave derby, intanto entra Cataldi sul finire di un primo tempo dove la Lazio non tira mai in porta nonostante il lungo possesso palla e Provedel deve respingere l'unica conclusione del Sassuolo, sinistro di Pinamonti su un buco di un Romagnoli un po' spaesato dopo la lunga assenza.
Nella ripresa subito Belahyane al posto di Dele-Bashiru, spento e impalpabile. Dopo un quarto d'ora entrano anche Dia e Pedro per dare la scossa e accendere una squadra troppo piatta. Nel cuore della ripresa la svolta: Zaccagni fallisce di testa un'occasione solare, bravo il portiere Muric, sul ribaltamento di fronte angolo per il Sassuolo che decide il match. Sponda Muharemovic e tap-in di Fadera da poco entrato insieme con l'ex romanista Volpato con il capitano laziale che sbaglia a risalire e tiene in gioco l'esterno di Grosso. Ci sarebbe tempo per riprenderla ma non ci sono idee e grinta, davvero una brutta Lazio visto anche il valore dell'avversario. Cinque minuti di recupero sono l'ultima presa in giro dell'arbitro Tremolada che permette le perdite di tempo (tra crampi e infortuni finti i padroni di casa c'è ne sarebbero stati almeno il doppio) e, nel dubbio così come accaduto a Como, va sempre a favore dei biancocelesti. Ma niente alibi la Lazio è davvero poca cosa e forse è il momento di volare basso e pensare a una stagione di transizione senza alimentare obiettivi europei che, al momento, sembrano solo una ridicola utopia.
• La Gazzetta dello Sport titola: “Il Sassuolo fa infuriare Sarri”. Continua il quotidiano sportivo milanese: “Grosso prima gioia. Lazio contestata e il tecnico se ne va. Decide un gol di Fadera. Biancocelesti spenti e l’allenatore riparte da solo per “motivi familiari””.
La Lazio ci ricasca, il Sassuolo si risolleva. Con un gol di Fadera a metà ripresa la squadra di Grosso si schioda dallo zero in classifica, incamera i primi 3 punti del suo campionato e comincia a respirare dopo un avvio da incubo. Vittoria meritata, non tanto sul piano del gioco, quanto del carattere e della lucidità. La formazione emiliana è sul pezzo dall’inizio alla fine, lotta su tutti i palloni, ha la capacità di intuire quando è il momento di colpire e lo fa. Sia i giocatori in campo, sia l’allenatore in panchina che fa i cambi giusti al momento giusto. Dall’altra parte c’è invece una Lazio supponente e svagata, fotocopia di quella vista a Como alla prima giornata. Una squadra che non dà mai l’impressione di voler mettere le mani sulla partita. Anche quando c’è da rimontare lo svantaggio (con 20 minuti più recupero ci sarebbe tutto il tempo per farlo).
Polveriera Lazio. È una sconfitta che fa molto male. Perché è figlia di una prova incolore e ancor di più perché arriva ad una settimana dal derby. Il clima è già infuocato. La squadra è stata pesantemente contestata a fine gara dai 6 mila tifosi arrivati al Mapei. Grossa tensione anche tra i giocatori. E il tecnico Sarri ha disertato la conferenza post-partita, ripartendo subito (da solo) per far ritorno a casa. La società ha spiegato che la decisione del tecnico è stata presa per motivi familiari. Oggi parlerà ai canali ufficiali del club. Il Comandante, in ogni caso, a fine gara era su tutte le furie per il comportamento della sua squadra. Che, all’inizio, approccia il match in maniera volitiva, provando a mettere alle corde il Sassuolo, come aveva fatto col Verona all’Olimpico. Ma il tutto dura pochissimo, il tempo che serve ai padroni di casa per prendere le misure e chiudere i varchi. La Lazio arriva così all’intervallo senza aver mai tirato in porta, a differenza dei padroni di casa che, pur mantenendo il baricentro basso, ripartono appena possono e costruiscono una grossa occasione con Pinamonti (Provedel salva di piede). L’episodio che potrebbe far girare la gara in favore dei laziali c’è a metà primo tempo, quando l’arbitro Tremolada estrae il rosso per un duro intervento di Vranckx su Rovella. Il Var corregge però la decisione (l’entrata è dura, ma sul piede, non sulla tibia).
Ripartenza Sassuolo. La squadra di Grosso, rinfrancata da un primo tempo meno duro del previsto, nella ripresa cresce e si prende la partita. Lo fa mettendo su un mattoncino alla volta, crescendo in maniera non clamorosa ma costante. La spallata decisiva la dà l’allenatore con in cambi giusti al momento giusto. Cambi di uomini e di modulo. Perché Grosso (dopo aver inserito Coulibaly per Walukiewicz a inizio ripresa) mette dentro Volpato e Fadera per Vranckx e Laurienté, abbandona il 4-3-3 e passa al 4-2-3-1. È la goccia che fa traboccare il vaso (laziale). A segnare il gol decisivo è proprio uno dei nuovi entrati, Fadera, che devia in rete il colpo di testa di Muharemovic su angolo dell’altro nuovo entrato, Volpato. I cambi di Sarri non hanno invece lo stesso effetto. Dopo quello forzato, prima dell’intervallo, di Cataldi per Rovella e quello di Belahyane per Dele-Bashiru, il Comandante si gioca le carte decisive (che però non riveleranno tali) al quarto d’ora con Pedro e Dia per Cancellieri e Castellanos (problemi muscolari per Taty che, come Rovella, è a rischio per il derby). Poi, a dieci dalla fine, entra anche il redivivo Isaksen per Guendouzi e pure la Lazio passa al 4-2-3-1. Ma la prova monocorde dei biancocelesti continua. Manovra lenta e senza sussulti, occasioni da gol col contagocce. L’unica vera c’è sullo 0-0 grazie a un lampo Guendouzi-Zaccagni, con colpo di testa di quest’ultimo che Muric sventa in maniera prodigiosa. Troppo poco per recriminare.
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.
Sarri lascia il Mapei senza parlare. Motivi familiari. Il secondo Ianni: “Due sconfitte in tre gare, bottino troppo magro Il derby? Svolta per la stagione. L’occasione di Zaccagni troppo poco per vincere”. Fabiani garantisce rinforzi a gennaio.
Sarri è scappato dal Mapei al 96', lasciando la Lazio sul campo, mentre 6.000 laziali fischiavano, trovando una via di fuga. Da dove? Verso cosa? "Motivi familiari", la prima comunicazione della Lazio. "Parlerà della partita domani alle 12 (oggi, ndi) su Lazio Style Radio", la seconda. Una fuga giustificata dal club con una versione ufficiale. Ma la velocità dell’uscita dallo stadio è stata accentuata dalla rabbia per il secondo ko in due partite, per le parole al vento della vigilia, non recepite dalla squadra. Mau è andato via dopo aver visto una squadra di nuovo povera, incapace di tirare nel primo tempo. Dopo un finale amaro. Dopo un’estate in cui è passato per credulone. Dopo un mercato inesistente. Dopo tutto quello che ha saputo in corsa e ha voluto accettare per amore. I retroscena ricostruiti in serata raccontano che Sarri aveva raggiunto il ritiro di Reggio Emilia in macchina già sabato e sempre in macchina ieri è andato via. Nella stessa macchina il diesse Fabiani che nel prepartita, intervistato da Dazn, mentre la Curva biancoceleste colma di tifosi contestava e inveiva, aveva garantito interventi di mercato: "A gennaio faremo delle valutazioni. Laddove dovessimo ravvisare la necessità, o il mister ci darà delle indicazioni, faremo un mercato adeguato alle esigenze della squadra". Fabiani ha parlato di mercato a saldo zero per adesso, un’uscita e un’entrata alle stesse cifre. Ma Lotito sta provando a sbloccarlo totalmente, chissà se ci riuscirà. "Si possono fare uscite ed entrate, è fuori discussione", la conclusione di Fabiani che amplifica i dubbi.
Ianni. Al posto di Sarri ha parlato Marco Ianni, il suo vice: "Sarri non avrebbe mai saltato la conferenza se non avesse avuto problemi familiari, posso garantirlo. Noi in primis dobbiamo fare molto di più. Due sconfitte in tre partite è un bottino troppo magro. Il derby? Abbiamo l’obbligo di vedere questa partita come un’opportunità, una svolta per la stagione". I limiti secondo Ianni: "Il coraggio non l’abbiamo messo sul campo. Nel primo tempo la squadra era anche padrona, ma troppo lenta. Non tiriamo in porta. Nel secondo tempo abbiamo avuto l’occasione di Zaccagni, ma è troppo poco per vincere". La crisi di mercato non può essere un alibi: "Se dovesse incidere sarebbe grave. Siamo professionisti e rappresentiamo una maglia prestigiosissima e non possiamo crearci alibi. Se non alziamo l’intensità non c’è una grande differenza tecnica". Sarri e lo staff non si sentono sotto processo: "Ci sentiamo in dovere di dimostrare qualcosa. Il derby può portare energia positiva, il coraggio per fare giocate che altrimenti non fai". Ecco cosa manca: "Bisogna prendere più iniziativa". Rovella e Taty a rischio: "Nicolò veniva da un problema dalla Nazionale, forse si è riacutizzato, speriamo entrambi stiano bene perché abbiamo bisogno di tutti". Il 4-2-3-1 come soluzione? "Negli ultimi 20 metri l’ultimo passaggio fa la differenza. Il modulo è un’alternativa, dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra le due fasi. C’è da lavorare tatticamente, ma c’è da mettere tanta energia". Il piano derby: "Una Lazio diversa, sicuramente nell’atteggiamento. Per caratteristiche non abbiamo centrocampisti con tanti gol, quindi dobbiamo puntare sulla circolazione di palla. La soluzione è mettere chi gioca davanti in condizione di attaccare meglio".
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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• La classifica dopo la III giornata del campionato di Serie A:
| Classifica | Punti | GG | V | N | P | GF | GS | DR | Punti C | VC | NC | PC | Punti F | VF | NF | PF |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Napoli | 9 | 3 | 3 | 0 | 0 | 6 | 1 | 5 | 3 | 1 | 0 | 0 | 6 | 2 | 0 | 0 |
| Juventus | 9 | 3 | 3 | 0 | 0 | 7 | 3 | 4 | 6 | 2 | 0 | 0 | 3 | 1 | 0 | 0 |
| Cremonese | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 | 5 | 3 | 2 | 3 | 1 | 0 | 0 | 4 | 1 | 1 | 0 |
| Udinese | 7 | 3 | 2 | 1 | 0 | 4 | 2 | 2 | 1 | 0 | 1 | 0 | 6 | 2 | 0 | 0 |
| Milan | 6 | 3 | 2 | 0 | 1 | 4 | 2 | 2 | 3 | 1 | 0 | 1 | 3 | 1 | 0 | 0 |
| Roma | 6 | 3 | 2 | 0 | 1 | 2 | 1 | 1 | 3 | 1 | 0 | 1 | 3 | 1 | 0 | 0 |
| Atalanta | 5 | 3 | 1 | 2 | 0 | 6 | 3 | 3 | 4 | 1 | 1 | 0 | 1 | 0 | 1 | 0 |
| Cagliari | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | 1 | 4 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 |
| Como | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 3 | 2 | 1 | 4 | 1 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 1 |
| Torino | 4 | 3 | 1 | 1 | 1 | 1 | 5 | -4 | 1 | 0 | 1 | 0 | 3 | 1 | 0 | 1 |
| Inter | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 9 | 6 | 3 | 3 | 1 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 1 |
| Lazio |
3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 4 | 3 | 1 | 3 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 |
| Bologna | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 1 | 2 | -1 | 3 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 |
| Sassuolo | 3 | 3 | 1 | 0 | 2 | 3 | 5 | -2 | 3 | 1 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 1 |
| Genoa | 2 | 3 | 0 | 2 | 1 | 1 | 2 | -1 | 1 | 0 | 1 | 1 | 1 | 0 | 1 | 0 |
| Fiorentina | 2 | 3 | 0 | 2 | 1 | 2 | 4 | -2 | 0 | 0 | 0 | 1 | 2 | 0 | 2 | 0 |
| Verona | 2 | 3 | 0 | 2 | 1 | 1 | 5 | -4 | 1 | 0 | 1 | 0 | 1 | 0 | 1 | 1 |
| Pisa | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 1 | 3 | -2 | 0 | 0 | 0 | 2 | 1 | 0 | 1 | 0 |
| Parma | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 1 | 5 | -4 | 1 | 0 | 1 | 0 | 0 | 0 | 0 | 2 |
| Lecce | 1 | 3 | 0 | 1 | 2 | 1 | 6 | -5 | 0 | 0 | 0 | 1 | 1 | 0 | 1 | 1 |
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