Lunedì 29 settembre 2025 - Genova, stadio L. Ferraris - Genoa-Lazio 0-3

Da LazioWiki.

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29 settembre 2025 – Genova, stadio L. Ferraris - Campionato di Serie A, V giornata - inizio ore 20.45

GENOA: Leali, Norton-Cuffy, Ostigard, Vasquez, Martin (84' Venturino), Masini (69' Stanciu), Frendrup, Ellertsson, Malinovsky (69' Ekhator), Vitinha (69' Carboni), Colombo (69' Ekuban). A disposizione: Siegrist, Sommariva, Thorsby, Erlykke, Sabelli, Marcandalli, Martinez, Otoa, Fini, Cornet. Allenatore: Viera.

LAZIO: Provedel, Marusic (32' Hysaj), Gila, Romagnoli, Pellegrini (69' Tavares), Basic (84' Patric), Cataldi, Cancellieri, Dia (84' Pedro), Zaccagni, Castellanos (84' Provstgaard). A disposizione: Mandas, Furlanetto, Noslin, Isaksen, Pinelli, Farcomeni. Allenatore: Sarri.

Arbitro: Sig. Ayroldi (Molfetta) - Assistenti: Sigg. Cecconi e Zingarelli - Quarto uomo: Sig. Zanotti - V.A.R.: Sig. Abisso - A.V.A.R.: Sig. Dionisi.

Marcatori: 4' Cancellieri, 30' Castellanos, 63' Zaccagni.

Note: ammoniti 1' Vasquez, 16' Norton-Cuffy, 36' Cataldi, 51' Masini, 62' Malinovsky, 90'+2' Ostigard. Angoli 6 a 0. Recuperi: 2' p.t., 6' s.t.

Spettatori: 28.101 paganti.


Boulaye Dia
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Valentin Castellanos
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Toma Basic e Danilo Cataldi
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Luca Pellegrini
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Adam Marusic
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Alessio Romagnoli
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Ivan Provedel
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Matteo Cancellieri scossa il tiro vincente
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Valentin Castellanos per il raddoppio biancoceleste
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Mattia Zaccagni fissa il risultato finale
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I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: “Di colpo riecco la Lazio”. Continua il quotidiano sportivo romano: “In un momento difficile e in piena emergenza, Sarri ridisegna la squadra con il 4-4-2 e ottiene risposte convincenti. E quando il Genoa ci prova, ci pensa Provedel. Biancocelesti dominanti e chirurgici a Marassi. Cancellieri e Castellanos a segno nel primo tempo, il sigillo è di Zaccagni. Infortunio per Marusic”.

È una fiammata di riscossa: Cancellieri in serata di gloria (gol e palo), Taty centravanti-fionda (assist e gol), Zaccagni Arciere (per il tris). Non era facile vincere. Ma la Lazio, malmessa, tornata squadra, ha vinto dopo il derby perso, dopo l’emergenza, dopo tutto. E’ una nuova Lazio, momentaneamente desarrizzata, difesa più coperta con il 4-4-2, un modulo più facile da interpretare, con linee strette, con gli attaccanti che difendono e segnano. Una mossa segno della disperazione e della logica. La mano santa di Sarri, anima pia, ha fatto prima della benedizione di Don Galloni che Lotito vuole convocare per far benedire la squadra. Mau è il primo chiamato a fare miracoli, si sta snaturando e sacrificando più di tutti per il bene comune. E’ senza totem, è rimasto senza centrocampo, ha dovuto chiedere un misericordioso aiuto a Basic (mediano per oltre 80'), in campionato non si vedeva dal 2023, in generale dal 2024, eroico per impegno e sforzo. Mau continua a perdere pezzi (Marusic e Pellegrini), ha chiuso con Patric accanto a Cataldi. Il colpo di Genova non è da snobbare viste le condizioni critiche.

La chiave. Tutti mobilitati alla vigilia, anche i santi, si fa per dire. Centrocampo a due per Mau dopo 525 partite. Il Comandante ha spedito Tavares in panchina. Vieira (squalificato, in tribuna) con sei cambi rispetto alla Coppa Italia: Ostigard, Norton Cuffy, Masini, Vitinha, Ellertsson e Malinovskyi nel 4-2-3-1. Squadra operaia, questa Lazio. Distanze corte, gioco in 30 metri. Cataldi e Basic stretti, Dia e Castellanos sempre in aiuto. Tutti e quattro hanno disturbato Masini, Frendrup e Malinovskyi. In più Zaccagni e Cancellieri pronti a lanciarsi su Norton-Cuffy e Martin, pronti anche a correre all’indietro per coprire Pellegrini e Marusic. L’azione del Genoa non è mai partita e la “nudità” dei rossoblù è stata d’aiuto: difesa alta contro pressione alta. Dopo 30 secondi è stato ammonito Vasquez per fallo su Dia (alla fine ne determinerà 3 di gialli). La fotografia della partita nell’1-0 dopo 4 minuti. Cancellieri è partito in percussione galoppante e ha scambiato con Taty dopo la riconquista di Basic. Piattone del primo. La difesa del Genoa ha continuato a scappare all’indietro in ritardo e la Lazio ha continuato a colpire alle spalle di Aaron Martin trovando le combinazioni Cancellieri-Taty, vicini di zona. Sarri ha disposto l’argentino sul centrodestra, Dia sul centrosinistra. A volte erano di fianco, altre in verticale. Uno si abbassava in pressing, l’altro si inseriva. S’è costruito di più a destra, più isolato Zaccagni. Il Genoa ha continuato a ballare. E’ arrivato il giallo per Norton-Cuffy, il secondo in difesa. Sempre da destra il raddoppio: aggressione di Marusic su Vitinha, ancora da Cancellieri a Taty, triangolo con Marusic e colpo di slancio dell’argentino. Il montenegrino s’è accasciato dopo l’assist, un altro sospetto stiramento. Dentro Hysaj (30'). Qui la Lazio s’è abbassata. Doppio volo di Provedel su Colombo e Malinovskyi.

La ripresa. Petardi e fumogeni, un po’ di interruzione. Lazio con la difesa alta, gioco al Genoa (alla fine 65% di possesso). Dia ha fatto prendere il giallo a Masini. Ayroldi ha fischiato rigore (braccio di Romagnoli), tolto dopo revisione. Altro giallo preso da Dia (fallo di Malinovskyi), è la punizione del tris. Pellegrini crossa, Cancellieri stacca sul palo. Il pallone arriva a Zaccagni, tap-in (tenuto in gioco da Vasquez). Pellegrini ko, dentro Tavares immusonito. E se fosse nata un’altra Lazio senza Nuno e Dele-Bashiru?


Il Messaggero titola: “Urlo Lazio tre squilli per risalire”. Continua il quotidiano romano: “Sul campo del Genoa primi importanti punti in trasferta. Segna subito Cancellieri, poi il raddoppio di Castellanos. Chiude Zaccagni. Ma Marusic e Pellegrini si fanno male”.

A volte la semplicità premia più di mille schemi e del bel calcio: due contropiedi, una punizione e tre gol. Ne erano stati segnati quattro in quattro giornate sino a ieri, in trasferta zero. Cancellieri, Castellanos e Zaccagni regalano tre punti d'oro a una Lazio nell'emergenza assoluta a centrocampo e con la sorte sempre di traverso. Forse servirà comunque la benedizione prevista da Lotito, ma intanto il Genoa sprofonda negli abissi della classifica, e invece i biancocelesti si rialzano almeno al dodicesimo posto con grinta, cuore e coraggio. Sarri è il primo a sfoggiarlo: addio al collaudato 4-3-3, largo al più elementare dei moduli, il 4-4-2, forzato pure dagli acciacchi di Pedro. C'è Dia al fianco di Castellanos, sulla stessa linea, ma rimane il partner perfetto come ai tempi del predecessore Baroni, ora in bilico sulla panchina del Torino e prossimo avversario all'Olimpico. Con questa boccata d'ossigeno a Marassi, la sfida di sabato pomeriggio si potrà affrontare con tutt'altro spirito, prima della sosta del campionato.

La svolta del modulo. Con l'handicap del mercato bloccato, tutti possono tornare utili alla causa della Lazio. Su questo aveva ragione Mau. E infatti, al fianco di Cataldi, riecco Basic, appena reintegrato al posto di Dele-Bashiru e meglio del nigeriano all'esordio dal 1' contro il Genoa, la stessa squadra contro cui a dicembre 2023 aveva giocato l'ultima gara biancoceleste (in Coppa Italia, mancava invece da mille giorni in campionato). Ironia del destino, proprio il centrocampista croato avvia l'azione del vantaggio: Cancellieri riceve, triangola con Castellanos e rifila uno splendido mancino a giro sul palo più lontano. Primo centro dell'esterno in Serie A con la maglia della Lazio. Sarri conferma l'iniziale castigo a Tavares dopo l'errore nel derby perso, ma il sostituto Pellegrini per poco non combina un altro pasticcio. Il Genoa non molla e pressa, ricerca ampiezza nel 4-2-3-1: Vitinha calcia di poco alto e poi viene anche murato. Il tattico Unzué suona la carica, dà indicazioni al posto di Vieira squalificato. La Lazio inizia a complicarsi la vita da sola con la costruzione dal basso: Cataldi fa un regalo a Vitinha, Colombo si divora il pareggio. La gara vive di fiammate improvvise, resta in equilibrio fino a quando Cancellieri non recupera una palla per il secondo contropiede avviato e chiuso da Castellanos. Raddoppio nell'angolino basso, il Taty torna nel tabellino a Marassi, dove aveva segnato l'ultima volta in trasferta il 28 aprile dello scorso campionato. Decisivo l'assist di Marusic, che si accascia però al suolo nello scatto e chiede subito il cambio: al 32' entra Hysaj al suo posto. La scelta di Sarri di tenersi un terzino in più nella lista Serie A si rivela subito decisiva per un altro scherzo del Fato avverso. I biancocelesti soffrono, Provedel è un muro in uscita su Ellertsson, poi compie un altro prodigio su un tiro al volo ravvicinato di Colombo, forse in fuorigioco.

La paura scampata. Non c'è modo di addormentare l'incontro col minimo palleggio, il Genoa mantiene il possesso (alla fine del 67%), è vivo e lotta anche a inizio secondo tempo: su un cross di Vitinha, Ayroldi fischia un rigore per un mani di Romagnoli, ma poi lo revoca al Var perché il tocco (dopo una sponda di Colombo) "è troppo ravvicinato". Dia si riconquista subito un fallo prezioso sulla trequarti, Pellegrini batte la punizione e Cancellieri svetta in cielo: Leali para con l'aiuto del palo interno, ma poi Vasquez e Frendrup si tamponano a vicenda e Zaccagni è spietato col tapin del 3-0. Pellegrini si scontra con Norton-Cuffy e ne fa le spese il suo ginocchio destro: dentro Tavares per un altro terzino ko. Per fortuna, il Genoa ha il morale sotto i tacchetti e non gioca più: Cancellieri ha l'occasione del poker, Zaccagni lo sfiora con una rovesciata a fil di palo. Anche la Lazio è allo stremo e Sarri è costretto a ricorrere a un triplice cambio. Basic in particolare non ha i 90' nelle gambe, il redivivo Patric chiude addirittura la partita in mezzo al campo. Le difficoltà rafforzano la Lazio, ma ora bisogna "matare" anche il Toro per respirare davvero.


Il Tempo titola: “Bentornata Lazio”. Continua il quotidiano romano: “La squadra di Sarri torna a muovere la classifica e ora la sfida all’ex Baroni. Contro il Genoa apre il gran gol di Cancellieri. Raddoppia Castellanos e Zaccagni firma il tre a zero”.

Cuore e grinta. La Lazio riemerge da una settimana terribile post derby e passa 3-0 a Marassi contro un Genoa arrendevole e pieno di problemi. Segnano Cancellieri, Castellanos e Zaccagni per la seconda vittoria in campionato e una classifica che ora è meno preoccupante. Applausi per tutti, davvero una prova di carattere di una squadra rabberciata ma capace di lottare su ogni pallone senza mai perdere la concentrazione. Viera (in tribuna per squalifica) in formazione tipo con Colombo terminale d'attacco e i fantasisti Malinovskyi e Vitinha alle sue spalle. Sarri si affida alla Lazio più offensiva possibile, del resto la lista degli indisponibili è lunghissima e comprende Vecino, Guendouzi, Rovella e Belahyane, tutti mediani. Difesa con il solo Pellegrini al posto di Tavares rispetto alle ultime uscite, centrocampo a due con i reduci Cataldi e Basic (non gioca una partita da oltre un anno), tridente formato da Cancellieri, Dia e Zaccagni, dietro a Castellanos. Modulo 4-4-2 o 4-2-3-1 ma poco importa, di certo c'è uno schema cambiato dopo 525 volte consecutive di 4-3-3 per il tecnico toscano solo per necessità e non per scelta (mossa decisiva).

Stadio esaurito con mille laziali nel settore ospiti e Genoa all'assalto per conquistare la prima vittoria scacciacrisi dopo un avvio sfortunato proprio come quello della Lazio. Ma la partenza della squadra di Sarri è sorprendente e, alla prima uscita manovrata, Castellanos manda in porta Cancellieri che realizza il primo gol ufficiale con la maglia biancoceleste. I padroni di casa spingono soprattutto dalla parte di Vitinha, Lazio dietro ma pronta a ripartire e, poco prima della mezz'ora arriva il raddoppio: assist di Marusic e Taty fa secco Leali. Incredibile nell'azione si fa male il terzino montenegrino, costretto a lasciare il campo a Hysaj per un guaio muscolare. La partita gira e così il Genoa guadagna campo e sfiora la rete con Ellertsson e Colombo ipnotizzati da Provedel.

Dopo l'intervallo Genoa arrembante alla ricerca dell'episodio che troverebbe pure grazie all'arbitro Ayroldi che concede un rigore per un fallo di mano di Romagnoli. Richiamato dal Var Abisso il direttore di gara annuncia a Marassi il suo errore. Buon per la Lazio che Pellegrini pennelli poco dopo una punizione che Cancellieri spizza di testa sul palo, doppio rimpallo e Zaccagni fa tris. Pochi secondi e si fa male pure Pellegrini, dentro Tavares, poi il Genoa si affida a Ekuban, Carboni, Stanciu e Ekhator. Sarri inserisce nel finale anche Provstgaard, Patric e Pedro (esce Basic, buona prova del croato). Finisce così la Lazio risale con merito e sabato ospita all'Olimpico il Torino per continuare la rimonta e allontanare i cattivi pensieri.


La Gazzetta dello Sport titola: “Sarri show è la sua Lazio”. Continua il quotidiano sportivo: “Il Comandante ritrova gol e gioco. Genoa in crisi aperta. Stavolta poco possesso palla e più verticalizzazioni. Cancellieri, Castellanos e Zaccagni per i tre punti”.

Con un modulo tutto nuovo e un gioco che del sarrismo duro e puro ha davvero poco, Maurizio Sarri ritrova la Lazio e un successo che ai biancocelesti serviva come il pane e che consente loro di respirare e allontanare gli spettri di una crisi che era dietro l’angolo, se non ancora più vicina. In crisi ci va invece ufficialmente il Genoa, ancora a secco di vittorie in campionato e adesso ultimo in classifica a 2 punti, insieme con Lecce e Pisa. Per Vieira (ieri in tribuna perché squalificato) è probabilmente giunto il momento di inventarsi qualcosa per far ripartire una squadra che - comprensibilmente - a fine gara è stata fischiata dai propri sostenitori.

Vittoria chirurgica. Che non sia la solita Lazio, impacciata e abulica, vista (quasi sempre) fin qui, lo si capisce sin dalle prime battute. E non solo perché tatticamente è messa in campo in modo diverso dal consueto, ma ancor di più perché diverso è l’atteggiamento, volitivo e determinato. Quanto le due cose siano legate non è facile stabilirlo, ma sicuramente non è casuale che i biancocelesti ritrovino motivazioni e geometrie passando dal 4-3-3 al 4-4-2. Linee strette, reparti compatti e sfruttamento chirurgico delle fasce sono i dogmi di questa nuova Lazio che si disinteressa con estrema naturalezza del possesso palla (uno dei cardini del sarrismo) e preferisce puntare subito la porta avversaria con improvvise verticalizzazioni. Alla fine il possesso palla dei sarristi sarà appena del 34% (contro il 66% del Genoa), quasi un’abiura del gioco che ha reso il Comandante conosciuto in tutta Europa. È proprio da una di queste verticalizzazioni improvvise che nasce la rete che rompe subito l’equilibrio e indirizza la gara. La combinazione Castellanos-Cancellieri sulla destra consente a quest’ultimo di presentarsi tutto solo davanti a Leali e freddarlo senza problemi (prima rete con la Lazio per l’attaccante romano). È il manifesto della “nuova” Lazio. Che, passata in vantaggio, abbassa senza vergogna il baricentro per aspettare la prevedibile reazione della squadra di casa. Che però non c’è proprio perché la doppia linea della Lazio si rivela un muro invalicabile. E, quando decide di ripartire, la formazione di Sarri è chirurgica. Alla mezzora nuova combinazione letale, sempre sulla destra, con Marusic che serve a Castellanos la palla del 2-0.

Profondo rossoblù. A quel punto mancherebbe ancora un’ora di gioco, ma la sensazione che si respira sugli spalti di Marassi è che solo un miracolo potrebbe cambiare le sorti della serata. E il miracolo puntualmente non avviene. Per la Lazio la gara si mette talmente in discesa che gli uomini di Sarri, dopo aver realizzato il terzo gol (con Zaccagni bravo a ribadire in rete un colpo di testa di Cancellieri fermato dal palo e poi da Leali), si permette pure il lusso di buttare alle ortiche un paio di occasioni per il poker. Il Genoa invece tira subito i remi in barca. Vieira, tramite il vice Wilson, a metà ripresa ne cambia addirittura quattro tutti insieme, ma l’inerzia della partita non muta. I padroni di casa vanno avanti a folate individuali più che attraverso un progetto collettivo. Qualche buona opportunità la producono pure (prima dell’intervallo Provedel è decisivo in due occasioni), ma l’impressione è che la squadra rossoblù non creda troppo a quello che fa. E soprattutto mostra una fragilità difensiva che è una lacuna grande come una casa per una formazione che ha come obiettivo la salvezza. Ai genoani non gira neanche troppo bene, peraltro. Perché, prima del 3-0 di Zaccagni, Ayroldi concede loro un rigore che poi il Var (giustamente) toglie per un mani fortuito di Romagnoli. Ma non è certo il caso di attaccarsi a questo episodio per giustificare una serata tutta da dimenticare. Vieira, del resto, in settimana aveva lanciato l’allarme: "Quest’anno ci sarà da soffrire". Aveva visto giusto.


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.

Cancellieri: Non vedevo l’ora”. Con il primo gol in A da biancoceleste spiana la strada alla Lazio. E colpisce anche un palo. “L’esultanza? Aspetto una bimba. Sono contento, questa rete per me è un motivo di orgoglio e felicità”.

La volta buona è stata la 34esima (presenza). Mai così tanto Cancellieri, scatenato a Marassi. Ha scelto la serata dell'emergenza totale per mostrare il pacchetto completo dei colpi finora mancati. Il gol, il pallone riconquistato per il raddoppio, il palo colpito, la seconda rete sfiorata, l'assist perfetto per Zaccagni (sprecato in acrobazia). Partita di tecnica e personalità, prestanza fisica e maturità. La migliore in assoluto con la Lazio. Il primo timbro in biancoceleste, ora, non deve rimanere isolato. Va accompagnata da altre gemme che il potenziale permette, l'ha dimostrato a Genova. Ha sbloccato il risultato dopo 4 minuti. Triangolo e ringraziamenti sentiti a Castellanos per il filtrante, se l'è portata sul mancino e ha preso la mira: palla all'incrocio, Leali ci è arrivato a malapena con lo sguardo. "Non vedevo l'ora di segnare. L'esultanza? Aspetto una bimba, sono contento, per me è un motivo di orgoglio e felicità", ha detto nelle interviste.

Gasato. C'è tanto del suo merito sulla strada messa subito in discesa, poi percorsa dalla squadra fino al termine. "Abbiamo attaccato fin dai primi minuti, sapevamo di dover dimostrare qualcosa. Ci siamo preparati bene e si è visto". Il suo gol ha aperto la sfida e l'ha gasato, non s'è accontentato. È aumentata la fiducia, è migliorata la prestazione. Ha costretto i difensori al fallo, senza paura li ha puntati. Ha protetto palla e l'ha giocata con precisione quando ha potuto accelerare. Per poco non ha trovato di testa il 3-0, arrivato sul doppio tap-in di Dia e Zaccagni (sua la deviazione decisiva). Aveva sfruttato la punizione di Pellegrini, soltanto la sfortuna e il rimpallo palo-gamba di Leali gli ha negato il bis.

Il migliore. Un unico errore in 90 minuti. Taty l'aveva ripescato sulla corsa, di prima intenzione non ha inquadrato lo specchio, aveva tentato di nuovo la conclusione all'incrocio. L'imprecisione di Zaccagni, invece, gli ha tolto la gioia dell'assist. Aveva calibrato il cross dalla destra. Ha brillato dall'inizio alla fine, per questo Sarri non l'ha sostituito nemmeno in corsa. In estate aveva lanciato continui segnali positivi, Cancellieri però si era spento con l'inizio delle gare ufficiali. Titolare, senza incidere, nelle prime 3 giornate di campionato. Poco convincente, tanto da rimanere in panchina per tutto il derby. Con il Genoa, senza ombra di discussione, ha ricevuto il premio come "man of the match". Che sia il primo passo verso una prospettiva completamente diversa.

Sarri: Che bella reazione i ragazzi più bravi di me”. Post derby e emergenza, Mau esce da una settimana delicata con un 4-4-2 tutto nuovo e soprattutto vincente: “Io ero inferocito per il derby, loro se lo sono messi alle spalle. Se siamo questi non conta il modulo. Basic? Ottima risposta la sua. Bravo Cancellieri e grazie Provedel. Il legame che ho con i nostri tifosi sento di doverglielo. Bisognava reagire”.

Ha tutto da perdere, Sarri più di tutti. È stato così da quando ha scoperto che il mercato era bloccato: "Ho accettato di tornare ad altre condizioni, ma la scelta ormai era stata fatta e mi sembrava un tradimento tirarmi indietro soprattutto nei confronti dei tifosi che anche a Genova erano numerosi". Aveva tutto da perdere anche ieri a Genova, Mau. Ha vinto cambiando tutto, ricostruendo la Lazio con il 4-4-2, vincendo la prima partita in trasferta, trovando i primi gol fuori. È una nuova chiave, forse la base di un nuovo futuro: "I 4 attaccanti hanno fatto una partita di grandissimo livello. Bisogna vedere nel lungo periodo se questo modulo ci consentirà di avere equilibrio o no. Se siamo questi davanti e siamo equilibrati può essere il modulo che useremo di più altrimenti dovremo pensare ad altre soluzioni". Sarri, più di tutto, vuole anima e carattere: "Se la Lazio gioca con questa determinazione e voglia di fare risultato il modulo passa in secondo piano. Questo assetto lo abbiamo adottato nei finali di partita spesso, è dall’estate che dedichiamo tempo ad altre soluzioni anziché quella abituale. Non credo che la variabile sia questa. Fa piacere che in una settimana difficile ci sia stata la prestazione. Avere 6 centrocampisti fuori su 7 è stata fonte di preoccupazione. La vittoria è più che legittima, merito anche di Provedel e di 2-3 parate di ottimo livello".

Sarri si è snaturato tatticamente e si è dovuto sforzare per non far percepire il peso del derby, l’ha sentito per giorni: "Le corde da toccare erano quelle che avevamo perso un derby in maniera discutibile e che la nostra classifica andava risollevata molto velocemente. C’era consapevolezza che continuando su quella strada si poteva fare qualcosa di positivo. La reazione della squadra alla sconfitta è stata migliore della mia, ero il più abbattuto e arrabbiato. I giocatori hanno accumulato voglia di riscatto. Hanno fatto quello che gli chiedevo, ossia né di essere pessimisti o ottimisti, ma realisti. Ero io quello che seguiva meno le mie indicazioni. Loro ci hanno creduto, io sono stato inferocito". E’ il senso del suo legame con la Lazio e i laziali: "Io non penso dipenda dalla carica che rivesti all’interno del club, dipende molto dal rapporto che senti con il popolo della Lazio. La mia settimana è stata dura, non so quella degli altri".

I cambi. Basic al posto di Dele-Bashiru, tagliato. Pellegrini al posto di Tavares. Sarri ha spiegato ogni scelta: "Abbiamo fatto una riunione con i medici, la prognosi più lunga era di Dele-Bashiru, ho fatto questa scelta. Quando sarà guarito cercheremo il modo di rimetterlo dentro, non è una scelta tecnica. Il reintegro era dovuto, eravamo rimasti senza centrocampisti. Il 31 agosto dissi a Basic che era fuori lista, ma non fuori rosa, e che probabilmente sarebbe rientrato in base alle esigenze. Mi fa piacere essere stato di parola e mi fa piacere la risposta, non era facile per lui". Pellegrini e Nuno: "Ci sono state due scelte legate al fatto che giocavamo con un attaccante in più. Una è Pellegrini e una Cancellieri, due giocatori più adatti per questa partita a darci più equilibrio nonostante uno schieramento molto offensivo". Elogio a Cancellieri, finalmente esploso: "Ha qualità espresse solamente in parte, un buon piede quando tira, grande gamba in accelerazione. Deve migliorare in qualche scelta, negli ultimi venti metri. L’evoluzione vista è molto positiva, calcistica e personale".




La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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