Mercoledì 25 ottobre 2017 - Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Bologna-Lazio 1-2

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25 ottobre 2017 – Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Campionato di Serie A, X giornata - inizio ore 20.45


BOLOGNA: Mirante, Krafth, De Maio, Helander, Masina, Pulgar, Crisetig (69' Falletti), Donsah (42' Nagy), Verdi, Destro, Krejci (80' Okwonkwo). A disposizione: Da Costa, Ravaglia, Brignani, Maietta, Poli, Petkovic, Di Francesco, Valencia. Allenatore: Donadoni.

LAZIO: Strakosha, Bastos, de Vrij, Radu, Marusic (89' Patric), Parolo, Leiva, Milinkovic, Lulic (24' Lukaku), Luis Alberto (73' Nani), Immobile. A disposizione: Vargic, Guerrieri, Luiz Felipe, Murgia, Di Gennaro, Jordao, Caicedo. Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: Sig. Massa (Imperia) - Assistenti Sigg. Lo Cicero e Fiorito - Quarto uomo Sig. Chiffi - V.A.R. Sig. Orsato - A.V.A.R. Sig. Peretti.

Marcatori: 4' Milinkovic, 27' Lulic, 50' Lulic (aut).

Note: Ciro Immobile ha fallito un calcio di rigore al 19'. Ammonito al 19' Masina, al 55' Bastos, al 72' Radu, all'85' Falletti tutti per gioco falloso. Angoli 11-3. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 20.070 di cui 13.620 abbonati per un incasso totale di Euro 264.026,00 con un rateo partita pari ad Euro 164.687,00.


Lucas Leiva in azione
Foto Schicchi
Ciro Immobile e Marco Parolo
Foto Fotonotizia
Il tiro vincente di Sergej Milinkovic-Savic
Foto Ansa
Sergej Milinkovic-Savic e Ciro Immobile
Foto Ansa
La rete di Senad Lulic
Foto Ansa
Il calcio di rigore tirato da Ciro Immobile
Foto Ansa
Lqa sfortunata autorete di Senad Lulic
Foto Ansa
Un momento della gara
Esultanza biancoceleste
Foto Fotonotizia
Festeggiamenti dopo la marcatura di Sergej Milinkovic-Savic
Foto Schicchi

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Immobile al palo. È Lazio da record. Ma col Bologna è bella a metà. Ciro resta a secco e nella ripresa rossoblù in rimonta. Biancocelesti mai così in alto dopo 10 giornate".

Continua la "rosea": Bella e forse impossibile - infatti dopo 45' stratosferici è tornata sulla terra - questa Lazio non si ferma più. Mai così bene nella sua storia dopo le prime dieci giornate e per tutto il primo tempo una gioia per gli occhi, anche senza le migliori predicazioni del suo profeta Immobile. Di più: al limite della perfezione come il suo cammino. Ha vinto sette delle ultime otto gare (5 di fila), in trasferta fa solo razzie (altre cinque di fila: non succedeva dal dicembre 2002) e segna senza soluzione di continuità da marzo. Per questo deve rimproverarsi di aver sofferto così tanto, alla fine. In balìa del Bologna come lo era stato il Bologna nel primo tempo, e qui sta il rimpianto per la squadra di Donadoni: impossibile regalare, o farsi costringere a regalare, un tempo così. Per raccontare la sfacciata supremazia della Lazio basti dire che il primo round avrebbe potuto chiudersi (per manifesta inferiorità) sul 6-1. E sì che il Bologna in nove partite aveva subìto appena un gol nei primi tempi. Lazio in vantaggio dopo 4’ scarsi: come dire, la sua partita preferita. In discesa non per caso, però: la combinazione Parolo-Luis Alberto-Lulic, completata dall’"elastico" perfetto di Milinkovic prima di colpire per l’1-0, è l’esatta essenza della Lazio di oggi. Nel suo 3-5-1-1 con Milinkovic che va ad alzarsi sulla linea di Luis Alberto sembra facile tutto quello che viene fatto, ma perché viene fatto benissimo.

Da quel momento è iniziata una specie di mattanza calcistica e il Bologna è entrato in un frullatore, dal quale (non) è uscito choccato: solo errori e rincorse, recuperi affannosi e altri errori, a volte puniti ed altre no. La Lazio ha iniziato ad aprire e chiudere la sua fisarmonica: transizioni all’indietro ad alta velocità e catapulte improvvise. Qualità, precisione e rapidità di pensiero, quella che nasce dal saper perfettamente cosa fare: mai la palla sui piedi più del necessario e quasi sempre a terra, se non per tagliare il campo con un lancio. E uomini scaraventati verso la porta come sassi scagliati da una fionda: subito Immobile due volte, lanciato prima da Luis Alberto (palo pieno) e poi (in fuorigioco) da Milinkovic, finché quel tourbillon non ha indotto Masina, bypassato secco da Marusic, al classico fallo da frustrazione su Milinkovic. Immobile, che non sbagliava un rigore da un anno e mezzo, dal dischetto si è fermato al palo (interno) un’altra volta. La Lazio no. La natura dell’impotenza di quel Bologna fatto a fette è parsa chiara: paura di sbagliare e di scoprire ulteriormente il fianco a quell’uragano, nonostante l’inutile tentativo di compattare il 4-3-3 in un 4-5-1 difensivo solo di facciata. La regia acerba di Crisetig, il baricentro bassissimo dei laterali, zero aggressione degli avversari e degli spazi.

L’esatto contrario del martellamento della Lazio, e l’errore di frustrazione è diventato di confusione su un lancio di Luis Alberto per Lulic: l’esitazione di Mirante ha finito per ingannare anche Krafth e il bosniaco ha infilato il 2-0 di testa. Sfogo finito? Macché. Un altro palo e mezzo (pieno di Leiva e sfiorato da Immobile, ma bravo Mirante) e il conto è salito a quattro. Poteva essere 6-1, appunto. Un rimorso diventato solare nella ripresa, quando è iniziata un’altra partita. Il Bologna è finalmente sceso in campo e la Lazio ha peccato prima di atteggiamento e poi forse anche di stanchezza, scoprendosi via via più lunga, sconnessa, alla fine addirittura spalle al muro. La squadra di Donadoni ha trovato coraggio già dopo 5’, quando Lulic, in contrasto su Pulgar lanciato da Nagy, dai e dai ha "trovato" l’autogol che aveva già sfiorato al 30’. Il Bologna ha capito di poter far gol non per forza su regalo altrui e con il 4-1-4-1 disegnato con l’ingresso di Falletti, e Pulgar abbassato davanti alla difesa, ha assediato la Lazio, costretta a barricarsi dopo che Parolo (sfinito) aveva inghiottito il possibile 3-1. A proposito di rimorsi, tutto.


Il Corriere dello Sport titola: "Lazio da record. Mai così in alto. Venticinque punti in dieci partite: in cima a tre giorni di grandi tensioni e polemiche extra calcio la Lazio in campo trova un’altra vittoria-Champions. Lulic prima manda in gol Milinkovic, quindi raddoppia e fa autogol. Immobile sfortunato. Il Bologna subisce una nuova sconfitta".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Irresistibile e da record la Lazio. Un altro colpo, il settimo in sette trasferte, nella notte forse più complicata dal punto di vista emotivo: 25 punti in 10 giornate, non era mai partita così forte in campionato. Un gol di Milinkovic e un altro di Lulic per mandare al tappeto anche il Bologna al Dall’Ara nonostante lo strano digiuno di Immobile, un rigore sbagliato e altri due pali a cui si è aggiunto il legno colpito da Luis Alberto. Inevitabile soffrire dopo tanto spreco, ma anche una buona gestione della ripresa quando le energie scarseggiavano e bisognava far girare palla. Onore ai rossoblù di Donadoni, mutilati dalle assenze di Palacio, Torosidis, Mbaye, Taider, Gonzalez e iPoli (in panchina): sono rimasti in piedi e in partita credendo nella rimonta sino al novantesimo. Sarebbe servito altro, nell’area di rigore laziale, per creare gol e pericoli. Destro è stato cancellato da de Vrij, gli innesti di Falletti e Okwonkwo nell’ultimo quarto d’ora non sono serviti a riequilibrare il risultato. Angoli e cross in serie senza trovare l’acuto decisivo all’ultimo respiro.

Dentro l’azione del primo gol la foto e lo stato d’animo della Lazio, tre minuti a guardare il pressing del Bologna sino a quando Immobile, di personalità e prepotenza, è tornato sino al limite della propria area a prendersi la palla ed è ripartito in contropiede, duettando con Parolo e dando la scossa a tutta la squadra. Luis Alberto ha ricevuto tra le linee e ha cambiato gioco a sinistra per Lulic. Cross del bosniaco e piatto destro di Milinkovic, salito a rimorchio. De Maio era andato per aria come Helander. Quel gol ha liberato la Lazio dall’ansia e l’ha fatta esplodere in un’armonia di gioco da accarezzare la perfezione. Leiva e Parolo facevano scudo davanti alla difesa, Radu non faceva muovere Verdi, de Vrij e Bastos cancellavano Destro e Krejci, il Bologna era imbottigliato, inerte, senza idee. Una volta di più Inzaghi e il suo staff hanno dimostrato come si preparano le partite a tavolino. Tema di gioco chiaro alternando le imbucate e i colpi geniali di Luis Alberto in verticale al cambio gioco sulle corsie esterne, dove Marusic e Lulic partivano come schegge. Il Bologna soffriva da morire, inspiegabile giustificare una linea difensiva così alta, forse Donadoni voleva creare densità in mezzo ma il risultato è stato devastante. La Lazio si divertiva a correre in campo aperto. Immobile ha colpito il palo dopo aver scartato Mirante in uscita e poi ha fallito il raddoppio su rigore.

Il suo destro è stato respinto dal palo. Primo errore dal dischetto in biancoceleste dopo undici rigori consecutivi in poco più di un anno. La Lazio, però, entrava come voleva e così ha trovato il raddoppio. Lancio lungo di Luis Alberto a scavalcare la linea difensiva rossoblù, uscita assurda di Mirante sul vertice dell’area, colpo di testa di Lulic e la palla si è infilata in rete. Solo per miracolo Donadoni è rientrato all’intervallo con due gol di svantaggio. Mirante, con l’aiuto del palo, ha salvato su Immobile in uscita e poi è stato aiutato dal legno sul corner pieno di effetto di Luis Alberto. Parabola tagliatissima, il portiere del Bologna è uscito a vuoto e Leiva non ha incornato. La Lazio aveva speso tanto, il Bologna è tornato in campo come una furia dopo l’intervallo, ha cominciato a pressare e si è caricato ancora di più quando ha riaperto il conto trovando l’autogol di Lulic. Cross di Nagy (entrato per Donsah) da sinistra, Pulgar non ci è arrivato ma il bosniaco era in scivolata e ha colpito la palla beffando Strakosha. Stanco e nervoso, Lulic non ha digerito il cambio e ha mandato a quel paese Inzaghi che lo stava sostituendo con Lukaku. Donadoni ha inserito Falletti per Crisetig e poi Okwonkwo, Simone aveva sganciato Nani. Parolo si è divorato il gol della sicurezza, il Bologna ci ha provato e riprovato nel recupero, ma la Lazio era ormai in porto.


Il Messaggero titola: "Una Lazio settebellezze. Da Bologna arriva la settima vittoria di fila tra campionato e coppe. I gol di Milinkovic e Lulic confermano il terzo posto. Dopo un grande primo tempo, chiuso avanti due a zero, un’autorete fa correre qualche brivido ai biancocelesti".

Prosegue il quotidiano sportivo: E’ una Lazio settebellezze. Più forte di tutto e tutti. I biancocelesti rispondono sul campo alla bufera che impazza fuori. E così il messaggio più bello arriva da una squadra che tra le sue fila annovera un bosniaco, un serbo, un rumeno, un montenegrino e un albanese. Unione e non divisione. Tolleranza e non razzismo. La Lazio batte il Bologna al Dall’Ara per 2-1 e resta al terzo posto in classifica a braccetto con la Juventus. La vetta è sempre lì a tre lunghezze. Il sogno resta intatto. Settimo successo di fila tra coppa e campionato. Il Bologna, invece, incappa nel secondo ko consecutivo, paga un primo tempo opaco e l’assenza di Poli e Palacio. I due rossoblù più in forma. Il clima in cui si gioca non è certo dei migliori. Lazio fischiata durante il riscaldamento in cui i biancocelesti hanno indossato una t-shirt bianca con l’immagine di Anna Frank e la scritta No all’antisemitismo. Durante la gara la curva dei rossoblù non ha risparmiato cori contro i biancocelesti. Ma gli uomini di Inzaghi sono stati subito più forti di tutto e dopo appena 4 minuti era già in vantaggio. Parolo-Luis Alberto-Lulic e piattone del sergente Milinkovic a far esplodere i duemila tifosi laziali giunti a Bologna.

Ed è proprio Sergej, il più spavaldo della formazione laziale, a caricarsi sulle spalle la squadra all’inizio del primo tempo. La Lazio gioca con la sua consueta tranquillità e autorevolezza, sintomo che la bufera che viene da fuori non ha minimamente intaccato la solidità dello spogliatoio laziale. Il gol a freddo della Lazio manda in bambola il Bologna che non riesce ad esprimersi ai suoi livelli. Tanti, troppi gli errori in fase d’impostazione. E poi i giocatori di Donadoni trovano undici uomini rabbiosi davanti che non mollano un centimetro e aggrediscono ogni pallone. Immobile sfiora il gol in due occasioni, in una prende il palo. Fallisce anche un calcio di rigore. Non è da lui. Il 3-5-2 di Inzaghi è bello da vedere. La palla gira da una parte all’altra del campo trovando poi le diagonali sui tagli degli esterni. E proprio da lì che nasce il raddoppio con Lulic bravo ad anticipare di testa Mirante, uscito a vuoto. Poi il bosniaco impegna Strakosha con un retro passaggio di testa che obbliga il portiere laziale ad un tuffo prodigioso. Immobile si danna l’anima per riscattare il rigore ma è ancora il palo a dirgli di no.

Per non essere da meno, nel giochino centra il legno, Leiva ne coglie uno di testa. Straripante la Lazio nella prima frazione di gioco, tanto che Donadoni deve subito correre ai ripari togliendo un disastroso Donsah. La ripresa si apre con uno sfortunato Lulic che in scivolata, per anticipare Pulgar, si fa gol da solo. La rete scuote il Bologna che reagisce schiacciando la Lazio nella sua metà campo. Inzaghi decide di togliere proprio Lulic, che non gradisce, per Lukaku. Il tecnico aveva bisogno di maggiore spinta sulla corsia sinistra e il bosniaco sembrava un po’ in affanno. I biancocelesti puntano sulle ripartenza e mandano dentro Nani ma mantenendo sempre lo steso modulo. Gli uomini di Donadoni spingono sfruttando la stanchezza inevitabile dei laziali. Ma i biancocelesti alzano le barricate e resistono agli attacchi. Parolo potrebbe chiudere il match ma fallisce incredibilmente a porta vuota. Brividi nel finale per i laziali che esplodono in un urlo al triplice fischio di Massa. Inzaghi alza i pugni al cielo, mai notte fu più dolce per lui.


Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Settima vittoria consecutiva tra campionato ed Europa League, settimo colpo in trasferta dall’inizio della stagione, superati Maestrelli e Reja: la Lazio di Inzaghi è entrata nella storia al Dall’Ara, piazzando un altro record, perché nessuno dei suoi predecessori era mai riuscito a totalizzare 25 punti nelle prime 10 giornate. Terzo posto, il volo Champions continua, la sensazione di solidità e compattezza unita ad un gioco da applausi. La Lazio ha dato spettacolo sino all’intervallo e poi ha gestito, con qualche sofferenza, nella ripresa. "Non era semplice vincere al Dall’Ara, il primo tempo è stato bellissimo, un piacere veder giocare i miei, potevamo segnare quattro o cinque gol. Se non li fai e poi prendi un gol, come succede nel calcio, le partite si riaprono. Abbiamo rimesso in gioco il Bologna, ma siamo stati bravi a respingere tanti palloni. E’ una vittoria importantissima" ha spiegato Inzaghi facendo bene i conti e sapendo quanto sia stato pesante questo successo. "L’Inter qui era stata fermata sul pareggio e il Napoli aveva sofferto, presi tre punti nell’ennesima trasferta, di questo sono felice". La Lazio è rimasta aggrappata alla realtà del campo senza farsi travolgere dall’onda emotiva del caso Anna Frank come poteva succedere dopo 48 ore pazzesche. Sono rimasti tutti sul pezzo, pensando solo a giocare a calcio. "Può essere ci sia stata una reazione per quello che è successo attorno, c’erano dei rischi in questa partita, ma i ragazzi erano consapevoli e non sono stati condizionati da queste cose. Avevo spiegato che sarebbero serviti 95 minuti di altissima intensità per passare al Dall’Ara e così è stato".

Il nervosismo è affiorato. Simone ha cercato di archiviare subito la protesta di Lulic al momento del cambio. "Probabilmente avrebbe voluto restare in campo ad aiutarci, ho optato per il cambio, quando si rivedrà in tv capirà di aver sbagliato, ma non c’è nessun caso. E’ capitato anche a me da giocatore. Stava esprimendo la forza e la voglia che aveva di restare in campo. Io, però, devo fare dei cambi. C’è un ottimo rapporto con Senad. Capirà di aver sbagliato". La Lazio non è stata spietata per chiudere il conto in anticipo. «"Unica pecca solo due gol con tutto quello che avevamo costruito, ma i ragazzi sono stati bravi a soffrire, a non disunirsi. Quando fai un primo tempo del genere, bisognerebbe concretizzare di più. Lo spiegherò ai ragazzi ma farò anche i complimenti per come hanno giocato. Vederli giocare in quel modo è stato un piacere per me e sono convinto anche per i tifosi". Nel cuore della ripresa ha sostituito anche Luis Alberto con Nani. Segnali intermittenti del portoghese, alcuni palloni lavorati bene, altri persi perché protetti male. "Se l’ho fatto entrare è perché Nani mi sta dimostrando in allenamento di stare bene. Luis Alberto è un grandissimo giocatore e ci aiuterà da qui alla fine della stagione, mettendosi a disposizione della squadra" ha sottolineato Inzaghi, quasi ribadendo la necessità di eliminare gli individualismi e partecipare con altruismo alle necessità della squadra. Presto magari ci sarà anche la compagna fuori casa, per scaramanzia preferisce presentarsi solo all’Olimpico. "Gaia tornerà anche in trasferta, lei non c’entra, con qualche palo in meno avremmo fatto soffrire meno tutti". Poche ore di riposo e subito sotto con il Benevento. "Non sarà semplice come trasferta, hanno giocato bene a Cagliari e stanno reagendo, bisognerà prepararla bene questa partita".


Ha messo le ali, ha giocato volando nel primo tempo. Non l’hanno mai fermato, ha carburato subito, ha accelerato, è stato un fulmine, Adam Marusic. Sa dove vuole arrivare: "Tutti noi speriamo nella Champions, è il nostro sogno. A Bologna abbiamo segnato presto e abbiamo giocato benissimo nei primi 30 minuti. E’ arrivato pure il rigore, per quanto sia stato sbagliato. Il raddoppio è venuto poco dopo. Nel secondo tempo la partita è diventata più dura, loro hanno segnato e hanno alzato il baricentro. Contavano i tre punti". Marusic ha trovato continuità, sta riacquisendo la forma migliore. E’ rientrato dopo aver accusato fastidi muscolari in Nazionale, non è ancora al top: "Sono contento di essere qui, di giocare per la Lazio. Tutti mi hanno accolto bene, sto a mio agio". Si gioca ogni tre giorni, non c’è tempo per rifatare e bisogna dare sempre il massimo: "Stiamo giocando partite molto ravvicinate, adesso dobbiamo concentrarci subito sulla sfida di domenica contro il Benevento, non sottovalutiamo la partita anche se in classifica hanno zero punti, non sarà facile. Conta solo andare avanti, continuare a vincere". Marusic sta lavorando sulla fase difensiva con profitto: "Sono portato a svolgere un lavoro difensivo di grande corsa, per poi andare a pungere in avanti. Mi trovo bene, è il mio ruolo. Nel primo tempo ho toccato più palloni, nella ripresa invece il Bologna ha inserito dei giocatori rapidi e ho fatto una partita più difensiva". Sul caso razzismo è intervenuto il diesse Tare, ha parlato in tv: "Va condannato quello che è successo, ma noi da anni siamo una società che dà l’esempio. Chi ha compiuto quel gesto sarà punito, non entrerà più allo stadio. Allo stesso modo certi gesti non vanno strumentalizzati, la Lazio non è la pecora nera. Qualsiasi tifoseria italiana ha una frangia orientata politicamente e non si può controllare allo stadio. Veniamo da un periodo lungo, di lotta, contro questi eventi. La tifoseria biancoceleste da anni sta cercando di trovare la strada giusta. E’ un discorso che va portato avanti per tutto l’anno. Nel quartiere dove abito io ci sono delle scritte sui muri come "laziale ebreo"".



Galleria di immagini sulle reti della gara
Sergej Milinkovic-Savic sblocca il risultato
Il raddoppio di Senad Lulic
La sfortunata autorete di Senad Lulic



La formazione biancoceleste:
Strakosha, Immobile, Milinkovic-Savic, de Vrij, Bastos, Luis Alberto;
Marusic, Radu, Parolo, Lulic, Leiva
La formazione iniziale biancoceleste in grafica





► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:




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