Mercoledì 28 giugno 1972 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Napoli 3-0

Da LazioWiki.

Stagione

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28 giugno 1972 - 1736 - Coppa Italia 1971/72 - Girone B gara 5

LAZIO: Bandoni, Facco, Oddi, Wilson, Polentes, Martini, Massa (78' Abbondanza), Gritti (65' Fortunato), Chinaglia, Nanni, D'Amico. A disp. Mosa, Legnaro, Facchin. All. Maestrelli.

NAPOLI: Zoff, Pogliana, Vianello, Zurlini, Panzanato (65' Saccoccio), M.Perego, Manservisi, Juliano, Sormani, Improta, Macchi (76' Pincelli)). A disp. Trevisan, Martella, Esposito. All. Chiappella.

Arbitro: Branzoni (Pavia).

Marcatori: 38' Gritti, 60' D'Amico, 75' Chinaglia.

Note: serata calda, terreno in ottime condizioni. Calci d'angolo: 9-2 per la Lazio.

Spettatori: 40.000 circa con 21.799 paganti per un incasso di £. 39.810.500.


Il titolo Il Messaggero
Biglietti in vendita
dal Corriere dello Sport
Il titolo de l'Unità
I capitani Juliano e Wilson si salutano
Missile di Gritti, Zoff è a terra battuto
da Il Tempo
Polentes esulta dopo il goal di Gritti
Il titolo del Corriere dello Sport
Chinaglia e compagni lanciano palloni al pubblico
dal Corriere dello Sport
Il festoso abbraccio dei tifosi ai calciatori
dal Corriere dello Sport
Chinaglia ringrazia i compagni dopo l'esordio in Nazionale di qualche giorno prima
dal Corriere dello Sport
Maestrelli elogia i suoi
La classifica del girone di Coppa Italia
da La Gazzetta dello Sport
La pagina de Il Tempo
Il titolo di Paese Sera

► Titolo in prima pagina del Corriere dello Sport: “Dopo il trionfo sul Napoli anche la Lazio spera – Coppa Italia: chi sarà l’avversario del Milan in finale? – Festoso addio al pubblico romano con tre gol di Gritti, D'Amico e Chinaglia – La Fiorentina ha vinto a Bologna – Decisive le due partite di sabato prossimo”.

Era il suo giorno di festa e la Lazio ha voluto celebrarlo nel modo più degno fino in fondo, con una vittoria-capolavoro contro un avversario tradizionale e celebre come il Napoli, propiziata da tre formidabili gol, e con la clamorosa affermazione dell'ultimo "gioiello" della covata biancazzurra, quel D'Amico che, non ancora diciottenne, si è affacciato alla ribalta della prima squadra con l'autorità e la personalità del ragazzo destinato ad un sicuro avvenire e baciato anche dalla fortuna che gli ha offerto, nell'occasione, la possibilità di mettere in vetrina il suo magnifico talento con la girata al volo del 2-0 che ha praticamente riportato in discussione l'intero girone centro-sud delle finali di Coppa Italia.

Una Lazio viva, ardente, fresca come una rosa, organizzata alla perfezione, l'avevamo già ammirata domenica scorsa a Firenze. Una volta liberatasi dell'ansia della promozione da raggiungere ad ogni costo ed a qualunque prezzo, la squadra di Maestrelli ha trovato d'incanto la gioia e la voglia di giocare. Prima la Fiorentina, poi il Napoli, che credevano forse di farne un sol boccone, sono rimaste così ad occhi spalancati ad ammirarla, incapaci di contrastarne il gioco aggressivo e spumeggiante. E se domenica il vantaggio del fattore campo e la mancanza dei “pezzi da novanta” biancazzurri avevano consentito ai viola di pareggiare, con un calcio di rigore di Clerici, stavolta la Lazio, che, oltre a disporre di Chinaglia e di Massa, poteva anche contare sul conforto di un pubblico appassionato, non ha lasciato al Napoli un attimo di tregua e di respiro, nemmeno quando, sull'1-0, il Napoli ha accennato un timido tentativo di reazione.

È stato proprio a quel punto, anzi, che i biancazzurri hanno saputo sfoderare gli artigli per piazzare il gol tecnicamente più valido della partita. Se l'1-0 è venuto infatti da un tiro-spaccatutto di Gritti su calcio di punizione (con la colpevole complicità dello sbadatissimo Zoff), ed il 3-0 è stato completato da Chinaglia su un'altra battuta dal limite preparatagli da Massa, il gol della certezza - il 2-0 - ha avuto uno sviluppo ed una conclusione da applausi a scena aperta. Dall'apertura geniale di Massa verso destra, all'intuizione immediata di Gritti ed al suo cross magistrale, all'aggancio sensazionale di D'Amico, il più giovane dei giocatori in campo, è stata tutta un'azione da manuale.

Certo, se i meriti della Lazio sono stati eccezionali, anche le responsabilità del Napoli sono state notevolissime. Una squadra che aveva a portata di mano la finalissima di Coppa Italia - con conseguenti benefici economici non soltanto immediati e possibilità di una valorizzazione anche a livello internazionale con la prossima Coppa delle Coppe - dopo il campionato più deludente, avrebbe avuto l'obbligo di presentarsi in condizioni perlomeno decenti e di impegnarsi magari un po'.

Il Napoli è andato invece incontro all'umiliante sconfitta con la beata incoscienza di chi assolutamente non ha alcun interesse né per il risultato né, ed è quello che è peggio, per le fortune della propria società. Se non fosse da multare in blocco questo Napoli - ed anche abbastanza severamente! - significherebbe che ormai ai signori giocatori di calcio può essere permesso di prendere in giro chiunque, sempre e dappertutto. Non facciamo nomi, per carità di patria e soprattutto perché nessuno degli azzurri dell'Olimpico merita di essere salvato. Lo stesso Zoff, lo ripetiamo, ha incassato almeno un gol, il primo, che grida ancora vendetta.

Elogi in blocco, invece, per la Lazio. Su un piano elevato dal primo all'ultimo minuto, il blocco di difesa, comandato alla grande da un impeccabile Wilson, con un Bandoni paratutto, un Facco attentissimo, un Polentes che non ha avuto nemmeno bisogno di faticare troppo per cancellare lo spento Sormani ed un Oddi all'altezza dei migliori titolari. Martini ha sofferto ma non ha di certo sfigurato nel confronto con Juliano. In netto progresso con il passar dei minuti Massa, dopo un inizio un po' incerto. Spettacoloso il primo tempo di Nanni e di Gritti, logicamente ed inevitabilmente calati alla distanza, ma sempre su un accettabile livello.

Chinaglia ha cercato il gol con un coraggio, con un'ostinazione ed una costanza che sono stati finalmente premiati ad un quarto d'ora dalla fine. D'Amico ha fatto registrare tali progressi che non ci sembra azzardato pronosticare che, nella prossima stagione, lo ritroveremo perlomeno nella rosa dei titolari biancazzurri.

Insomma. la più drammatica stagione della Lazio — quanto batticuore quando la promozione, ad un certo punto, sembrava allontanarsi irrimediabilmente e quali pericoli e quanta pena per il bravo Maestrelli! — sta concludendosi trionfalmente, al di là di ogni più rosea previsione. I tifosi, che l'hanno affettuosamente accompagnata dal primo all'ultimo giorno e che stasera hanno invaso il campo a fine partita per sfogare il loro entusiasmo, sono stati una volta tanto ripagati.

Entriamo adesso in cronaca diretta. Si comincia un po' in ritardo, dopo aver esaurito tutto il cerimoniale previsto per i festeggiamenti. Wilson “libero”, naturalmente, da parte laziale; Oddi-Manservisi, Polentes-Sormani e Facco-Macchi; dall'altra parte Zurlini “libero”, Pogliana-D'Amico, Panzanato-Chinaglia, Vianello-Massa. A centrocampo, Martini-Juliano (un autentico esame ad alto livello per il sempre più promettente mediano livornese), Gritti-Improta e Perego-Nanni.

Parte allegramente la Lazio ed il Napoli, che ha qualcosa da perdere, assume un atteggiamento prudente. Parato facilmente da Zoff il primo tiro della partita, di Gritti, al 7'. Felice scambio D'Amico-Nanni al 13' con fiacca conclusione. Bel tiro-cross di Nanni che costringe Vianello a salvarsi precipitosamente in calcio d'angolo al 14'. Lunga fuga di Chinaglia sulla sinistra, sventata in extremis da Zurlini al 15'.

Ancora due calci d'angolo consecutivi per la Lazio, che attacca a tutto spiano, ben controllata però dalla retroguardia napoletana, dove fa spicco il sempre tempestivo Zurlini. Antipatico battibecco Zurlini-Wilson al 22'. Cross di Oddi, stacco perfetto di testa di Chinaglia, applaudita parata alta di Zoff al 25'. Alle stelle al 32' un calcio di punizione battuto da Sormani per un fallo di Wilson ai danni di Vianello che aveva azzardato l'affondo.

Splendido dialogo Massa-Gritti-Chinaglia e gol irresistibile, al 37', del contrattacco laziale, scattato però d'un soffio in fuorigioco: il segnalinee non si lascia sorprendere e l'arbitro annulla il punto giustamente. Ma la Lazio passa in vantaggio più che meritatamente al 39'. Fallo di Pogliana su D'Amico, batte la punizione da 25-30 metri Gritti e forse Zoff non ci pensa nemmeno: parte invece un tiro che è un autentico proiettile, il portiere azzurro se ne accorge troppo tardi, alza istintivamente le braccia e forse tocca anche il pallone, che però gli schizza in porta. Davvero un gol formidabile!

E l’1-0 per la Lazio non dimostra nemmeno sufficientemente la incontrastata superiorità biancazzurra. Sono stati infatti 45' a senso unico, con Chinaglia e i suoi “prodi” sempre generosamente impegnati all'assalto alla porta di Zoff, e con un Napoli che sembrava quasi disinteressato, nonostante la classifica... del risultato del match.

Soltanto la retroguardia napoletana ha resistito ed è riuscita a contenere il risultato in termini ancora rimediabili. Zurlini ha tamponato falle da tutte le parti. Panzanato ha sofferto parecchio davanti agli assalti di Chinaglia. Pogliana è stato messo frequentemente in difficoltà dal giovanissimo D'Amico. Vianello non ha saputo approfittare della posizione molto arretrata di Massa. È intervenuto a dar man forte nella propria metà campo anche Juliano, che ha avuto se non altro il merito di frenare lo slancio dello stantuffo biancazzurro Martini. mentre Perego è stato messo ripetutamente in crisi da Massa.

La Lazio ha forse sentito la partita più del previsto, sollecitata da un pubblico accorso numeroso ed entusiasta. I piacevoli schemi e la freschezza delle iniziative dei biancazzurri, ad ogni modo, avevano già riscosso la generale ammirazione domenica scorsa contro la Fiorentina, nonostante le assenze di Chinaglia e di Massa, e non hanno perciò costituito una sorpresa.

Sotto la spinta di un Nanni che sembra aver trovato d'incanto il timbro del giocatore eccezionale, e di un Gritti che se avesse giocato sempre così non sarebbe certamente già stato rispedito al Lecco, e dello stesso Martini, il Napoli è rimasto soffocato ed oltre al gol messo a segno - un'autentica prodezza di Gritti, un tiro come se ne vedono pochi in un anno intero - la Lazio ha avuto un altro gol di Chinaglia, annullato al 37', ed ha marcato, vale la pena di ripeterlo, una nettissima superiorità.

Il gioco si fa più equilibrato nel secondo tempo. Il Napoli va alla ricerca del pareggio e la Lazio diventa naturalmente più prudente. Ciò nonostante, è ancora la Lazio che guadagna un calcio d'angolo al 7' (ed è il sesto della serata), mentre il Napoli non è ancora riuscito a racimolarne nemmeno uno. Applausi a scena aperta per una ammiratissima intesa D'Amico-Gritti-Oddi conclusa con un rasoterra violento ma fuori di poco al 9'.

Il 2-0 al 15' è un gioiello: Massa apre sulla destra e Gritti si incunea sulla fascia laterale, con rara tempestività; sul cross a rientrare, D'Amico azzecca una girata al volo, che lo consacra fra le più fulgide promesse del calcio nazionale. D'Amico, badate bene, non ha ancora diciotto anni!

Bandoni anticipa Manservisi su un invito di Sormani al 10'. La Lazio passa ancora al 30'. Fallo di Zurlini su Chinaglia. Massa tocca il pallone a Long John, che conclude con un rasoterra che Zoff non vede nemmeno. Nel finale Manservisi fallisce il gol della bandiera per il Napoli, ma il risultato è esatto anche nelle sue grosse proporzioni. Il girone meridionale della Coppa Italia è ancora tutto da giocare.


Il Messaggero titola: “La Lazio si scatena per la festa della promozione – All’Olimpico travolto il Napoli (3-0) - Le reti  segnate da Gritti, D'Amico e Chinaglia – Medaglie e… invasione”:

Non poteva riuscire meglio la festa del ritorno della Lazio in serie A: premiazione in campo, con medaglie per tutti, banda, esibizioni di majorettes, più di trentamila spettatori sugli spalti, nonostante i prezzi salatucci... e tre gol al Napoli. Sono stati questi tre gol che hanno poi determinato la pacifica invasione di campo, invasione che a parer nostro ci sarebbe stata comunque, ma è stato il modo come questi gol sono stati segnati che ha reso genuino il trionfo. Il Napoli proprio non ci voleva stare a perdere.

Pensava alla finale di Coppa Italia, finale che fino a ieri gli era a portata di mano e dopo la partita non più, anche in conseguenza della vittoria della Fiorentina sul Bologna. Al massimo, era propenso a dividere la posta, anche per non guastare la festa, visto e considerato che proprio i suoi giocatori prima della partita avevano offerto ai biancazzurri i fiori del “grande ritorno”... Ma, dato il via, questo Napoli si è trovato di fronte ad una squadra scatenata, che voleva il gol, che voleva ad ogni costo cancellare il ricordo della partita di andata, quando al San Paolo si era presentata con quattro soli titolari, in quanto aveva ancora in bilico la faccenda della promozione.

Prima sconcertato, poi seccato, quindi decisamente toccato nei nervi, il Napoli ha cercato di reagire, ha tentato di porre un argine alla furia dei romani. Non è passato alla controffensiva solo perché non lo poteva, perché era compresso nella propria area. Qui rischio di perdere si è detto il Napoli. E allora ha optato per la maniera forte. Anche su questo piano, però, si è trovato a dover duellare con una squadra rotta a ben altre battaglie, quelle della serie B e quando Zurlini e Wilson sono quasi venuti alle mani verso il ventesimo minuto di gioco, non c'è stata più tregua. Da quel momento in avanti la battaglia è diventata entusiasmante per gli spettatori, interessante per I critici.

Fino alla fine del primo tempo, pur contro un avversario deciso a non cedere, la partita è andata via veloce, ma è stata la Lazio a tenere sempre e comunque l'iniziativa. Mancava, è vero, a questa Lazio decisa, intenzionata a dar l'anima pur di arrivare al traguardo del gol, una mente capace di distribuire le forze e di calibrare gli sforzi. Ci fosse stata “mente”, la Lazio avrebbe sommerso l'avversario sotto una valanga di gol. Ma forse è stato addirittura meglio, perché nella sofferenza di tutti, nell'impegno, nella foga, nello sforzo collettivo, la squadra ha mostrato un volto che era sconosciuto persino a noi.

Non faremo molta cronaca. Diremo soltanto che il primo gol della Lazio è venuto dopo trentotto minuti di arrembaggio. Già al 35' era stato annullato un gol di Chinaglia per fuorigioco, già l'arbitro si era distinto, in senso negativo, per decisioni sballate, quasi tutte a sfavore della Lazio, e per aver ignorato due rigori, uno per parte. Ma il Napoli aveva fatto proprio ben poco. Qualche punizione di Sormani, uno o due tiri da fuori area. Niente di più. La Lazio aveva pigiato sull’acceleratore. Aveva avuto due tre palle gol. È stata la fine dell'incubo, quando, su punizione da trenta metri, Gritti ha piegato le mani a Zoff prima di mandare la palla in rete. Da quel momento il controllo della partita non è più sfuggito alla Lazio.

Soltanto all'inizio della ripresa il Napoli ha avuto una certa reazione, facilitato anche dalla voglia della squadra romana di prendere un po’ di respiro. La prima palla gol, il Napoli se l'è procurata all'8’, quando su lancio di Improta, Manservisi ha messo a lato di poco. Ma è stato come un campanello d'allarme per la Lazio. La squadra è tornata all'attacco e subito dopo Oddi ha sbagliato un gol. Poco male. Dopo qualche altro minuto, al 15' per l'esattezza, da una triangolazione Massa-Gritti-D'Amico è venuto il gol del “primavera”, un gran gol. perché l’azione è stata impostata e conclusa tutta di prima intenzione.

A questo punto la partita si è equilibrata. Il Napoli ha mancato un gol fatto, in quanto su cross di Sormani, Manservisi da distanza ravvicinatissima, ha permesso a Bandoni di parare. Il Napoli l’avrebbe anche meritato il gol della bandiera, ma la Lazio doveva pur dare soddisfazione al centravanti della nazionale e così, quando al 30' c’è una punizione appena fuori area, su palla toccata da Massa, Chinaglia ha sferrato un gran fendente. Per il Napoli è stata notte fonda.


La Gazzetta dello Sport titola: "Un Napoli (0-3) esausto sommerso dalla Lazio".

La Lazio restituisce al Napoli il 5 a 1 subito due settimane orsono a Fuorigrotta, glielo restituisce al termine di una partita che i romani vincono con pieno merito e con entusiasmante progressione. La Lazio, scesa in campo galvanizzata per i festeggiamenti per il suo ritorno in serie A, ha affrontato l'avversario senza alcuna soggezione e rapidamente ha assunto il comando della gara, che si è svolta praticamente a senso unico con una sola squadra, la Lazio, nel ruolo di mattatrice.

Forse il fatto di non aver voluto controllare freddamente le veementi folate offensive della Lazio e la convinzione di poter bloccare gli avversari a centrocampo, addormentando il ritmo della contesa, hanno messo nei guai il Napoli, un Napoli per altro mollacchioso, arruffone, pasticcione, un Napoli senza nerbo che alla distanza si è spento completamente evidenziando una tenuta atletica da... fine stagione.

Dinanzi ad un Napoli così mal conciato, la Lazio ha giocato in scioltezza ed in bellezza, è apparsa più intraprendente, più decisa, più manovriera, con tutti i reparti funzionanti alla perfezione, anche se una citazione di merito la pretendono Gritti, tiratore di eccezionale potenza e precisione, Chinaglia, Martini e Polentes.

Ne è venuta fuori da parte della Lazio una gara maiuscola, bellissima, vibrante, una vittoria limpida, ancorché agevolata dalla scarsa potenza tecnica ed atletica del Napoli. Insomma, la partita ha divertito ed ha entusiasmalo i sostenitori laziali accorsi in cinquantamila alla passerella d'addio degli uomini di Maestrelli. Bene, anzi benissimo dunque la Lazio, ma il Napoli, che delusione!

SI festeggia il ritorno della Lazio in Serie A. Lo si festeggia a suon di musica con la banda degli sbandieratori di Monterotondo, la mascotte, le medaglie per Maestrelli e per i giocatori, il tutto condito da una strana cantata di uno sfiatato tenore. Il ruolo di “Babbo Natale” lo assume Lenzini che scende sul prato dell’Olimpico per procedere alla formalità degli abbracci e della consegna dei premi, nel mentre sugli spalti è tutto uno sventolio di bandiere biancazzurre.

Ultimate le cerimonie, Branzoni dà il fischio d'inizio per il penultimo atto della Coppa Italia. Contro la Lazio c'è il Napoli, al quale basta un pareggio per assicurarsi al novanta per cento il diritto a disputare la finale. La Lazio si batte con orgoglio e con determinazione. L'obiettivo della Coppa Italia può considerarsi ormai sfumato, ma c'è da' vendicare un 5-1 di due settimane or sono a Fuorigrotta, in una partita che ebbe, come si ricorderà, risvolti drammatici per l'infortunio occorso a Chinaglia dopo appena tre minuti di gioco.

Il Napoli presenta la formazione migliore, la Lazio... invece pure, dato che risulta assente il solo Moschino, peraltro egregiamente rimpiazzato dal giovane D'Amico. La Lazio, in maglia granata, parte subito sparata e impone la iniziativa, il Napoli risponde come può evidenziando un certo affanno, comunque al 3' è proprio il Napoli a determinare una situazione ingarbugliata in area laziale; doppia finta di Sormani che lancia bene Macchi sul quale intervengono al limite... del consentito Wilson e Facco, rimpallo e sfera di ritorno per Sormani che conclude alto da posizione favorevole.

Nel frattempo, la Lazio cerca le contromisure e gradatamente prende il controllo della vicenda, tanto da trasformarla in un monologo laziale che il Napoli cerca di rompere con qualche sporadico contropiede. Zoff all'8' blocca un diagonale di Gritti e si ripete il portiere napoletano al 10' effettuando una pronta uscita su Nanni, il quale Nanni al 15', dopo una prolungata azione personale, effettua un cross a rientrare molto insidioso che coglie fuori tempo Zoff; rimedia, sfiorando l'autogol, Zurlini puntando in angolo rasente il palo.

Poi è Chinaglia ad infiammare lo stadio con una travolgente galoppata, fermata con deciso intervento di Zurlini. Si sgancia molto bene Wilson al 23', scarta due avversari, sta per entrare in area, ma Zurlini lo mette giù con notevole decisione, la qual cosa non è gradita dal laziale che arma lì per lì una mezza lite che Branzoni riesce a sedare a fatica. Il susseguente tiro di punizione di Gritti, un'autentica fucilata, si infrange sulla barriera.

L'intendimento del Napoli a metà, tempo, quello di addormentare il ritmo dell'incontro, comincia a delinearsi nettamente. Gli uomini di Chiappella fanno argine a centrocampo, quasi mai vanno alla ricerca di proiezioni offensive; al 32' tocca a Vianello, sganciatosi dalle retrovie, a sorbirsi il "trattamento" di Wilson, il quale lo atterra spietatamente. Stavolta la “scena madre” del principio di lite la interpreta il napoletano, ma non succede niente, per fortuna, anche se l'ambiente comincia a farsi acceso. Al 35' triangolazione Gritti-Chinaglia, il centravanti realizza, ma è in fuorigioco abbondantemente fischiato in anticipo dall'arbitro.

Comunque, è il preludio al gol “vero” che arriva al 38'. Fallo di Vianello su Polentes a tre quarti di campo; nessuno fa la barriera considerata la distanza, si ingobbisce Gritti, prende una breve rincorsa e lascia partire un tiro di una potenza inaudita, una autentica folgore che Zoff nemmeno vede. Spettacoloso. Un gol che premia meritatamente la Lazio per tutto quello che ha saputo esprimere nella prima fase della contesa.

Ripresa con la partita ancora tutta da scoprire? Il Napoli continua ad esprimere una certa difficoltà, anche se il ritmo della Lazio non è più quello frenetico dei primi 45'. Al 50' Juliano regala una palla-gol a Chinaglia, ma questi, che non si aspetta siffatto dono, ci pasticcia sopra e Vianello può metterci una pezza: al 52' il Napoli arriva in area laziale: centrata di Sormani, deviazione di testa di Manservisi che lambisce il montante. Al 55' apertura di Gritti per Martini, non sfruttata dal mediano che spara sulla rete esterna, ma al 60' c'è il raddoppio; l'azione è lineare e precisa, da Massa a Gritti, splendida apertura, stupendo il cross e altrettanto fulminea è la deviazione di D'Amico che trafigge senza scampo Zoff. Due a zero e ci sta tutto.

La reazione d'orgoglio del Napoli si esprime con una pulita triangolazione Sormani-Juliano e incornata da distanza ravvicinata di Manservisi che Bandoni è bravo, ancorché fortunato, a ribattere a pugni uniti. Insiste il Napoli approfittando di un lieve calo della Lazio, ma la sua è una pressione sterile e senza convinzione.

Al 65' Maestrelli manda dentro Fortunato in sostituzione di Gritti che esce fra gli applausi. Anche il Napoli opera una sostituzione. Saccoccio per Panzanato, ma la mossa di Chiappella non appare molto felice perché al 67’ il terzo pallone finisce alle spalle di Zoff: Vianello atterra Chinaglia al limite dell’area di rigore; punizione che D'Amico tocca lateralmente per Chinaglia, rasoterra che filtra nella barriera sulla destra del portiere, proteso in vano tuffo.

La Lazio insiste alla ricerca del quarto gol, che sfiora all'84', ma al tiro di Martini è deviato fortunosamente in angolo. Più nulla fino alla fine, nel mentre bande di “commandos” laziali si apprestano a precipitarsi sull’Olimpico per solennizzare il trionfo dei biancazzurri.


Il Tempo titola: “Euforico arrivederci della Lazio – Olimpico in festa per promozione e vittoria sul Napoli – Ritmo assai sostenuto dei biancazzurri – Gritti “apre” con una punizione da 30 metri – Nella ripresa gli altri gol: azione Massa-Gritti conclusa da D'Amico; calcio piazzato toccato da Massa a Chinaglia”.

Doveva essere il festoso congedo dal suo pubblico di una Lazio ritornata agli onori della serie A e lo è stato sotto tutti i punti di vista: dalla coreografia e forse un po’ ingenua messinscena che ha preceduto l’incontro, alla travolgente galoppata che ha dapprima frastornato e poi annichilito un Napoli che s’aspettava una squadra euforica, ma non così indemoniata.

Per una buona mezz’ora sul tappeto dell’Olimpico si erano esibiti dapprima una Banda ai cui allegri motivi si muovevano graziose ragazze, poi gli atleti e i dirigenti biancazzurri, che hanno ricevuto ognuno la loro brava dose di applausi, con il presidente Lenzini in mezzo al gruppo commosso fino alle lacrime.

Con queste premesse, c’era da aspettarsi sì una partita impegnata da parte della Lazio, ma non proprio alla morte, visto, tra l’altro, che la situazione di classifica concedeva ben scarse probabilità per la qualificazione alla finale (e tali restano nonostante il vistoso successo sul Napoli e l’affermazione viola a Bologna). Invece i biancazzurri sembravano pervasi da un sacro fuoco, che non li ha abbandonati mai: una sarabanda che ha mandato nel pallone i placidi napoletani, i quali avevano tentato d’avviare un discorso tranquillo e ordinato.

Il Napoli, in definitiva, l’ha fatta da spettatore, anche se nel gran correre non è che la Lazio abbia svolto chissà quale gran gioco. Ed il pericolo di questo 3-0 che i tifosi biancazzurri si sono goduti fino all’ultimo, sparando a raffica con i clacson per le vie della città, sta proprio nell’illudersi che sia tutto oro, che la Lazio che è venuta in serie A possa, cioè, senza opportuni e adeguati ritocchi, rimanervi con onore e tranquillità. Perché il Napoli bisrattato ieri non sarà facile ritrovarselo in campionato: e, come lui, altre squadre.

Fatta questa premessa, è doveroso dire tutto il bene possibile della Lazio di ieri sera, nel senso che non è facile vedere un complesso giostrare ad un ritmo tanto sostenuto per novanta minuti, non abbattendosi mai per un’azione sfumata, né per un pericolo corso, ma provvedendo subito a riportare la minaccia verso l’area avversaria, non importa in quale modo, comunque bene quando poteva metterci lo zampino Nanni, che, almeno finché non è andato a chiudergli la zona Massa, ha mostrato lucidità di idee e abilità di esecuzione. E dire che alla Lazio mancava, dei consueti cursori; Martini, incappato in una serata negativa, anche se non si è ugualmente fermato un momento, combattendo con la leonina volontà in cui è stato forgiato.

Già dopo sette minuti la Lazio aveva mostrato le sue intenzioni, con un’insistente azione di Gritti, il quale superava con un pallonetto Perego e costringeva Zoff a una difficoltosa parata a terra. E le aveva ribadite – anche sotto l’aspetto della decisione – al 21’, accendendo con Wilson la scintilla di un battibecco con Zurlini, che sul campo veniva sedato da Branzoni, mentre proseguiva per un bel po’ sugli spalti tra le opposte fazioni.

Al 35’ la Lazio coronava la sua netta superiorità sfruttando con Gritti un errore di Panzanato; ma Chinaglia raccoglieva in fuorigioco e, quindi, la sua staffilata vincente sull’uscita di Zoff non aveva valore. L’aveva invece tre minuti dopo una impressionante bordata di Gritti: per un fallo di Pogliana su D'Amico, la palla veniva posta lateralmente ad almeno trenta metri dalla porta di Zoff. In area napoletana si formavano i soliti mucchietti di giocatori. All’ultimo momento qualche partenopeo aveva l’intuizione di tentare di formare la barriera. Troppo tardi perché, intanto Gritti aveva preso una lunga rincorsa e sparava una cannonata incredibile, contro la quale Zoff opponeva goffamente il pugno sinistro. Risultato: palla violentemente in rete sotto la traversa.

Se fino allora il Napoli aveva opposto alla furia laziale qualche ordinata discesa, da quel momento spariva dalla circolazione, limitandosi, al 9’ della ripresa, a un tentativo di insidiare Bandoni con capocciata di Manservisi su centro di Improta. Ma erano sempre i biancazzurri a menare la danza, con una serie di vertiginosi spostamenti e frequenti inserimenti in avanti di Oddi, eccellente nella doppia veste di difensore e attaccante. Al 15’ proprio Oddi portava avanti la palla, cedendola a Massa, che la smistava prontamente sulla destra a Gritti; volata sul fondo e intelligentissimo centro all’indietro sul quale piombava D'Amico che d’interno destro batteva senza remissione Zoff.

Il tempo di far fare bella figura anche a Bandoni per due salvataggi su deviazione di testa di Manservisi e correzione indietro di Wilson e, al 3’, la Lazio metteva a segno il terzo gol. Zurlini fermava fallosamente al limite Chinaglia. Massa toccava a Chinaglia che infilava rasoterra.

La Lazio finiva così in bellezza (incassando un gol di Esposito in netto fuorigioco, prima concesso, poi annullato allorché Branzoni s’accorgeva della segnalazione del guardalinee) e poteva concedersi al tripudio dei suoi tifosi, che hanno così festeggiato il ritorno in A e la vendetta dell’1-5 di Napoli, incassato peraltro in maniera alquanto strana.

Una Lazio che ha confermato come il lavoro svolto da Maestrelli abbia dato i frutti al momento giusto, con un crescendo che ha significato coesione e gioco e, quindi, giustamente, soddisfacenti risultati. Ora però la Lazio è in A e bisognerà quindi vederla in questa nuova prospettiva, dando a Maestrelli la possibilità di continuare nella sua opera e di farlo, ovviamente, con “materiale” migliore e soprattutto più in fretta, perché la massima divisione è un’altra cosa. Come, peraltro, la bella Lazio di ieri sera.

Paese Sera titola: "Una Lazio favolosa - Grande festa ieri sera all'Olimpico per l'addio stagionale dei biancazzurri - Battuto seccamente il Napoli (3 - 0) e vendicata la sconfitta per 5-1 nell'andata di Coppa Italia - Gol di Gritti, D'Amico e Chinaglia - Eccellente prova dei centrocampisti romani subito padroni della situazione"

La festa non poteva essere più completa. La banda, le ragazze in mini, l’esplosione di tanti petardi, le medaglie per tutti, un tre a zero rotondo e strameritato colto ai danni del Napoli nel penultimo turno della Coppa Italia, questo l’eccezionale bilancio della serata d’addio della Lazio al pubblico capitolino accorso in buon numero a salutare il ritorno della squadra biancazzurra nella massima divisione.

Tommaso Maestrelli era tornato finalmente a schierare la sua formazione migliore e i partenopei, probabilmente illusi dal cinque a uno facilmente colto contro i rincalzi della Lazio allo stadio di Fuorigrotta nella partita di andata, non hanno potuto che prendere atto della strepitosa condizione atletica e dello slancio agonistico che a questo punto della stagione assiste ancora i giocatori romani. I più grossi meriti la Lazio se li è acquisiti con un eccezionale secondo tempo, ma già nella prima parte Chinaglia e compagni si erano aperti con bella autorità la strada al successo, passando in vantaggio con un bolide di punizione scagliato alle spalle di Zoff dall’interno destro Gritti da circa 35 metri. Hanno arrotondato il punteggio nella ripresa prima il giovanissimo D'Amico e poi Chinaglia ancora sfruttando un calcio piazzato.

Si è trattato di una eccezionale esibizione collettiva di tutta la squadra biancazzurra, da Bandoni ai terzini, ai centrocampisti, per finire agli attaccanti, i quali, sebbene abbiano faticato più degli altri a venire alla ribalta, alla lunga hanno messo in crisi la retroguardia avveraria filtrando da ogni parte. Ci pare comunque che un posto di assoluto rilievo in una serata come questa lo meriti il poco più che diciassettenne D'Amico, che, si può dire, ha conquistato in maniera definitiva un posto nella squadra biancazzurra anche per il prossimo campionato di massima divisione. Molto bene le cose sono andate soprattutto nella metà campo nella quale Gritti e Nanni hanno giocato ad altissimo livello.

La festa imponeva alla Lazio un atteggiamento autoritario se non addirittura spregiudicato, c’era tra l’altro da vendicare l’umiliazione partita allo stadio San Paolo, e i biancazzurri hanno mostrato rapidamente di saper tenere fede all’impegno, in ciò aiutati anche dalla prudenza (a volte addirittura esagerata) del Napoli che a questa partita chiedeva, come vedremo con scarsissimi risultati, invece il punto necessario a consolidare il primato nella classifica del girone meridionale di Coppa. Con Macchi e Sormani di punta, entrambi molto bene controllati da Facco e Polentes, e Manservisi leggermente arretrato e messo nella condizione di non nuocere, da un Oddi che cresce a vista d’occhio ad ogni partita, la squadra ospite si è attestata all’altezza della propria tre quarti campo e non ha potuto fare altro che subire il maggiore dinamismo e la rabbiosa spinta dei biancazzurri.

Fra i romani non sempre limpido era l’ultimo passaggio in zona conclusiva, dove gli spazi per Chinaglia (specialmente nel primo tempo) risultavano sempre assai angusti, ma il gioco si è sviluppato ugualmente in maniera piacevole perché, seppure Martini fosse sensibilmente sotto tono rispetto alla formidabile prova di tre giorni prima a Firenze, il solito sorprendente Nanni di queste ultime gare della stagione, Gritti e il citato D'Amico garantivano lucidità e pericolosità alla pressione laziale.

Dopo un quarto d’ora scivolato via abbastanza tranquillo e con due buoni tentativi biancazzurri operati con Gritti e Massa, il secondo dei quali salvato in angolo da Vianello forse con l’aiuto di un braccio, dalla scena è sparito il clima festaiolo e si sono affacciate talune pericolose rudezze. Tutto fortunatamente si è risolto senza gravi danni, non era proprio il caso, anche se, come si può capire, il cinque a uno subito a Napoli non si conciliava troppo con la serenità di spirito dei giocatori biancazzurri. Non era, comunque, la Lazio a pagare il periodo di tensione che ha caratterizzato la seconda metà del primo tempo, poiché proprio in questa fase i biancazzurri hanno, e più che giustamente, guadagnato il gol del vantaggio con l’incredibile calcio piazzato da 35 metri trasformato da Gritti al 38’.

Prima di quest’episodio, provocato da un fallo di Pogliana sul vivacissimo D'Amico, la Lazio aveva già più volte tentato il colpo e fatto anche la sua prova generale con un gol di Chinaglia (servito ottimamente da Gritti) annullato per fuori gioco del centravanti.

Nella ripresa si è avuto per un po’ un cambio di situazione. Ma puramente formale. Il Napoli, che non poteva altrimenti, ha tentato di allargarsi in avanti, con il solo risultato evidente di spalancare ancora altre occasioni all’attacco laziale che a spazi più larghi filtrava ora molto agevolmente. Prima dello spettacolare raddoppio di D'Amico, messo a segno al quarto d’ora del secondo tempo, i biancazzurri avevano offerto agli ospiti una sola possibilità e Bandoni, all’8’, era stato bravissimo ad annullare un colpo di testa di Manservisi liberato sotto rete dal cross di Improta dalla sinistra.

Che fosse più facile alla Lazio giungere in gol per la seconda e per la terza volta lo si era visto invece al 7’ e al 10’ minuto con due belle iniziative di Chinaglia e Gritti svanite per un soffio. Il due a zero arrivava, appunto, grazie ad un’altra bellezza del numero otto che trovava puntualissimo all’appuntamento D'Amico. L’iniziativa è partita da Massa che, dopo aver controllato un pallone a centrocampo e fintato il lancio a Chinaglia, faceva partire Gritti in posizione di ala destra. Sul centro tesissimo del numero otto si proiettava come un falco D'Amico che, al volo, batteva Zoff da pochi passi.

Il secondo successo affondava definitivamente i napoletani, i quali, dopo aver perso letteralmente la testa su un paio di vertiginosi affondo di Chinaglia, subivano il terzo gol alla mezz’ora, su calcio di punizione provocato da un fallo di Zurlini sul centravanti biancazzurro e insaccato raso terra alla sinistra di Zoff dallo stesso Chinaglia.


L'Unità titola: "La Lazio surclassa il Napoli: 3 - 0 - Degnamente festeggiata la promozione in Serie A".

Nell'ultimo impegno stagionale a Roma, grande festa all'Olimpico per festeggiare il ritorno in serie A. Dopo un'esibizione di una banda musicale e la sfilata delle majorettes, entrano in campo, tra le ovazioni dei tifosi laziali, i calciatori, lo staff tecnico e i dirigenti. Inizia quindi la partita con la Lazio in maglia rossa che subito, ormai libera dalle preoccupazioni del Campionato, getta in campo coraggio e determinazione. Il Napoli appare impacciato e subisce l'intraprendenza dei capitolini. Al 7' Zoff deve esibirsi in una grande parata su Gritti che si era liberato con un pallonetto dalla guardia di Perego. Al 35' lo stesso Gritti serve in profondità Chinaglia che fulmina Zoff in uscita, ma Branzoni annulla per fuorigioco.

Tre minuti più tardi arriva il meritato vantaggio. Punizione a trenta metri dalla porta per un fallo di Pogliana su D'Amico. I napoletani, vista la distanza considerevole, non approntano una barriera folta e Gritti scarica così un autentico missile terra aria che gonfia la rete partenopea. Lazio spumeggiante con belle trame e una smagliante condizione atletica.

Nella ripresa solo al 54' il Napoli si affaccia dalle parti di Bandoni con un colpo di testa senza esito dell'ex Manservisi. Al 60' Oddi, che sta spingendo molto bene sulla fascia, mette in moto Massa, il quale allunga sulla destra a Gritti che vola sul fondo e crossa all'indietro per l'accorrente D'Amico che con un elegante interno destro mette alle spalle di Zoff. E' questo il primo goal segnato in prima squadra dal giovanissimo talento.

Al 75' la terza rete. Punizione dal limite toccata da Massa per Chinaglia che con un rasoterra forte e preciso supera Zoff. Grande gioia per il bomber, fresco papà di un maschietto a cui è stato dato il nome di Giorgio junior. Finisce tra gli applausi del pubblico che omaggia una bellissima Lazio.

Nell'altra partita del girone, la Fiorentina passa al Comunale di Bologna per due reti a zero, rimettendo tutto in discussione circa la finalista della Coppa Italia. A un turno dalla fine, Napoli in testa con 6 punti, quindi Lazio e Fiorentina con 5 e Bologna a chiudere la classifica con 4 punti.