Mercoledì 28 ottobre 2015 - Bergamo, stadio Atleti Azzurri d'Italia - Atalanta-Lazio 2-1

Da LazioWiki.

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28 ottobre 2015 - Campionato di Serie A - X giornata - inizio ore 20.45

ATALANTA: Sportiello, Masiello, Stendardo, Paletta, Dramé (58' D'Alessandro), Carmona, De Roon, Kurtic (46' Raimondi), Maxi Moralez (77' Cherubin), Pinilla, A. Gomez. A disposizione: Radunovic, Bassi, Migliaccio, Denis, Cigarini, Conti, Brivio, Monachello, Grassi. Allenatore: Reja.

LAZIO: Marchetti, Basta, Hoedt, Gentiletti, Lulic, Onazi (80' Klose), Biglia, Candreva, Milinkovic Savic, Felipe Anderson, Matri (64' Djordjevic). A disposizione: Berisha, Patric, Braafheid, Mauri, Morrison, Radu, Konko, Cataldi, Mauricio, Kishna. Allenatore: Pioli.

Arbitro: Sig. Irrati (Pistoia) - Assistenti Sigg. Meli e Carbone - Quarto uomo Sig. Alassio - Assistenti d'area Sigg. Gavillucci e Di Paolo.

Marcatori: 16' Biglia, 69' Basta (aut), 86' A. Gomez.

Note: ammoniti Masiello e Raimondi, Biglia, Onazi, Lulic e Milinkovic Savic. Angoli: 5-6. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.

Spettatori: paganti 3.982 per un incasso di euro 56.175,60, abbonati 10.537 per una quota partita di euro 150.056,63.


Felipe Anderson
Foto Getty Images
Il calcio di punizione vincente di Lucas Biglia
Foto LaPresse
Il centrocampista argentino festeggiato dopo la marcatura
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Senad Lulic
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Lucas Biglia in azione
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Alessandro Matri
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Dusan Basta
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Una fase di gioco
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Un momento della gara
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U'altra immagine del calcio di punizione vincente di Lucas Biglia
Foto Ansa

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio: Biglia non Basta. Papu benedice l'Atalanta. Ancora sconfitta in trasferta per Pioli che passa con l'argentino, però si fa male con l'autogol del serbo. Reja azzecca i cambi, decide Gomez".

Continua la "rosea": Il mal di trasferta si paga, l'aria di casa esalta. La Lazio è l'unica delle "seconde" a sbagliare l'appuntamento confermando le ormai croniche difficoltà esterne: quarta sconfitta su 5 viaggi lontano da Roma, bilancio troppo sottile per sperare di tenere il passo di quelle che puntano a stare lì davanti. Certo, rispetto alle altre la squadra di Pioli aveva l'impegno più difficile. Perché l'Atalanta scopre sempre di più Fort Bergamo: quarta vittoria su 5 gare, stadio ancora inviolato e classifica che, dopo la sconfitta con la Juve, torna a farsi interessante, perché Reja bussa alle spalle proprio della Lazio e del Sassuolo. Il settantenne tecnico friulano è poco glamour, ma sa il fatto suo e a Roma l'avevano capito già tempo fa. Incarta il più giovane collega Pioli nonostante debba affrontare la partita in salita, messo sotto nel primo tempo dal 4-2-3-1 biancoceleste. La batteria di trequartisti della Lazio non tiene quasi mai le posizioni di partenza: Anderson, Milinkovic Savic e Candreva stanno vicini e combinano dalla stessa parte (spesso la sinistra). Questo mette in crisi il 4-3-3 di Reja, nato proprio nella stagione scorsa contro la Lazio: con i due interni che vanno a braccare Onazi e Biglia, De Roon si ritrova solo a inseguire i fantasisti biancocelesti che sbucano da tutte le parti. Quando scappa Anderson e Masiello lo stende, Biglia trasforma a giro la punizione che ne segue (e che forse Sportiello vede solo quando passa sopra la barriera) e la Lazio è davanti.

In queste condizioni l'Atalanta non fa male. Il "rischio d'impresa" di Reja, che tiene alti i piccoletti Gomez e Moralez, paga poco. E allora a inizio ripresa l'Atalanta si ridisegna. E qui è la prima chiave della partita. L'ingresso di Raimondi segna il passaggio al 4-2-3-1: Carmona si affianca a De Roon: più filtro in mezzo e più soluzioni in uscita. Moralez si accentra, quindi più idee sulla trequarti avversaria. La Lazio prova a risistemarsi abbassando Biglia e allineando 4 uomini dietro Matri. Per Pioli, però, gli effetti non sono altrettanto benefici. I piedi buoni ora restano più lontani, le combinazioni diminuiscono quanto la determinazione, aumentano le corse palla al piede, gli sfoghi finiscono sempre sulle fasce, da lì a cross che più di qualche brivido non portano. Poi la seconda chiave, l'ingresso di D'Alessandro. L'aletta di Reja comincia a picchiare su Lulic, che finisce per impantanarsi più degli altri sotto la pioggia di Bergamo. Da quella parte arriva il cross che taglia l'area e arriva a Gomez che "costringe" Basta all'autorete dell'1-1, da quella parte arriva - da situazione quasi identica - il cross che Gomez stavolta controlla e sbatte in rete per la rete del sorpasso. La Lazio si ritrova sotto a partita praticamente finita, zuppa di pioggia, senza aver capito che era notte da gladiatori, e di gladiatori in biancoceleste se ne sono visti pochi. Anzi, il difetto principale della Lazio attuale è proprio la mancanza di determinazione, oltre a una condizione non brillantissima. In un campionato in cui quelli davanti corrono (ma anche dietro, vedi l'Atalanta) è un lusso non sostenibile.


Il Corriere dello Sport titola: "La magia di Biglia non Basta. La Lazio in vantaggio con l'argentino poi l'autogol e la rete di Gomez: Reja vince il braccio di ferro con Pioli".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: L'ha vinta Reja: ha rimontato con le sue mosse e la tigna dell'Atalanta. L'ha persa la Lazio, incapace di capitalizzare il gol di Biglia e di chiudere la partita. E' stata in vantaggio per settanta minuti, s'è fatta rimontare e ha perso: quarta sconfitta in cinque trasferte. Questa volta è colpevole anche Pioli, ha atteso troppo per i cambi, non ha messo forze fresche a centrocampo, ha inserito Djordjevic (in ritardo di condizione) e solo dopo Klose finendo con un improbabile 4-2-4. A volte ci si può accontentare di un pareggio, anche perché a Bergamo nessuno è riuscito a vincere e la benzina stava finendo. Una partita rovinata e con troppi rimpianti. Sono stati decisivi i cambi dell'Atalanta, ma la Lazio aveva una panchina irifinitamente più lunga e ricca di risorse. Su un campo così scivoloso era difficile controllare la palla e la Lazio in avvio ha faticato a impostare il gioco. Pochi spazi, cortissima anche l'Atalanta, aggressiva e pronta ad accorciare le marcature a centrocampo scegliendo, come previsto, i duelli individuali. Quasi subito gli anticipi e la lettura tattica di Biglia ha scavato una differenza. Carmona non aveva possibilità di ragionare, ancora peggio per De Roon. L'olandese soffriva la fisicità e la prepotenza di Milinkovic, ancora di più a suo agio su questo tipo di campo. Kurtic, invece, riusciva a prevalere su Onazi, ma tutta l'Atalanta pendeva a destra, persino Gomez cambiava fascia per avvicinarsi a Moralez.

Reja voleva attaccare dalla parte di Lulic. Marchetti ha bloccato un tiro centrale di Gomez e Masiello ha salvato, rischiando l'autogol, sull'incursione di Basta. La qualità conta e la Lazio ha trovato il gol su punizione al sedicesimo. Masiello ha atterrato Felipe al limite dell'area, Biglia ha indovinato la parabola all'incrocio dei pali, scavalcando la barriera. La partita è proseguita sullo stesso binario. La Lazio faceva girare palla con qualche difficoltà, l'Atalanta conteneva senza trovare il guizzo giusto per ripartire. Pinilla era isolato nella cerniera chiusa da Hoedt e Gentiletti, Moralez e Gomez non riuscivano a sgommare. Gli unici pericoli creati su due palle inattive conquistate per le ingenuità di Onazi, ammonito da Irrati. La Lazio è andata vicina al gol con un missile di Candreva da fuori area, ma non ha mai cercato il raddoppio con troppa convinzione. Reja ha cambiato e dopo l'intervaLlo ha tolto Kurtic e ha inserito Raimondi, passando al 4-4-2. Pioli ha risposto arretrando Milinkovic in linea con Onazi: 4-1-4-1. Biglia vertice basso. Moralez gli girava intorno e quel movimento creava dei vortici. La partita si è aperta. Il piccoletto dell'Atalanta ha creato subito un'occasione per Pinilla e poi ci ha provato da fuori. La Lazio ha avuto la possibilità di colpire e chiudere la partita, ma è sempre mancato l'ultimo passaggio. Servivano Cataldi o Mauri per ragionare o Radu con Lulic più avanzato, Pioli invece ha cambiato Matri con Djordjevic (punta per punta), senza ritmo. Era entrato anche D'Alessandro, un'altra ala, per Dramè e proprio l'ex romanista ha rovesciato la partita, asfaltando Lulic che non è un terzino.

Con un lungo traversone, ha scavalcato la difesa della Lazio. Gomez si è liberato di Candreva (c'è stato un leggero contatto) e ha crossato forte rasoterra: il pallone è sbattuto sulle caviglie di Basta ed è entrato. Mancavano 21 minuti alla fine, Pioli ne ha fatti passare altri undici prima di inserire Klose, ma la squadra si è sbilanciata troppo in avanti. Due punte, due esterni, un trequartista, solo Biglia mediano. Nessuno rientrava più. E l'Atalanta ha colpito in contropiede. Assist di D'Alessandro, Gomez lasciato solo, ha stoppato la palla e ha indovinato il destro del ko.


Il Corriere della Sera titola: "Non basta Biglia. L'Atalanta rimonta e stoppa la Lazio. Pioli si illude, ma Gomez decide nel finale".

Prosegue l'articolo: Lo scherzetto dell'ex Reja fa sprofondare la Lazio. Che a lungo, per quasi settanta minuti, aveva cullato il sogno di trascorre Halloween con il dolcetto di un tabù trasferta sfatato, missione esplicitamente indicata da Pioli, ieri 500 panchine in carriera, alla vigilia della gara contro l'Atalanta con l'obiettivo più o meno dichiarato di puntare in alto, molto in alto. Invece il 2-1 finale lo decide il "Papu" Gomez all'86' di una partita interamente giocata sotto il diluvio, con un campo super pesante e, per questo, forse congegnata da Reja proprio per l'affondo nel finale prevedibilmente fradicio e assai faticoso. Un modo ancora più amaro per rendere sempre più nutrito il partito dei nostalgici che, ogni volta che la Lazio sbanda in trasferta (solo lì, all'Olimpico è implacabile), rimpiangono l'ex tecnico biancoceleste. Il quale oggi si gode la sua piccola vendetta su chi a Roma lo ha definito "bollito", rendendo imbattibile, almeno in casa, la sorprendente Atalanta. Ora i punti dei nerazzurri sono 17, perfetto trailer di una stagione tranquilla con qualche soddisfazione in surplus da tentare. Mentre la Lazio, che non lo dice ma che allo scudetto un pensierino lo fa, inchioda a quota 18, un buon bottino su cui, però, grava la doppia ombra del tabù trasferte e della difficoltà negli scontri diretti, cioè i passepartout per una stagione fuori dalla mediocrità.

Perché il calo di personalità dei biancocelesti è andato ieri sera di pari passo con il guizzo d'astuzia dei nerazzurri, è lì che si vede la mano del tecnico navigato. Minuto 16: Masiello stende Felipe Anderson al limite dell'area, episodio discutibile che però Irrati cataloga come una punizione che Biglia trasforma in bello stile. Sembra la partita perfetta per ribaltare lo score che per la Lazio rappresenta l'handicap della stagione (5 trasferte, una vittoria e 4 ko con quello di ieri sera), il vantaggio promette praterie che le ali biancocelesti sono pronte a sfruttare. Invece è l'Atalanta, che in casa è un caterpillar (4 vittorie e un pari all'ultimo secondo col Verona), a tenere duro per 70' sotto gli attacchi (sempre col piede moscio però) di Felipe Anderson e Candreva fino all'episodio che capovolge gli equilibri: Gomez crossa rasoterra e Basta la combina grossa farfugliando un rinvio che si insacca nella sua porta. E' il segnale che Reja aspettava, un delitto perfetto completato dalle mosse (dentro Cherubin, Raimondi e D'Alessandro) che i laziali erroneamente interpretano come conservative. Così Pioli mette dentro Djordjevic e Klose, una dichiarazione di guerra, aprendo varchi invitanti al contropiede perfetto di Gomez, precisissimo nel dare il colpo di grazia alla Lazio.


Tratte dalla Gazzetta dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Un altro esame di maturità fallito. Un altro viaggio da incubo. Proprio nel momento in cui la Lazio sembrava pronta per spiccare il volo ecco l'ennesimo tonfo lontano da Roma. Stesso punteggio, 2-1, dell'ultima trasferta, quella di Reggio Emilia con il Sassuolo. Ma recriminazioni molto maggiori. Perché a Bergamo, contro un avversario difficile, la squadra biancoceleste è padrona del campo fino all'intervallo, sblocca la gara, dà l'impressione di poterla chiudere da un momento all'altro e poi naufraga nel finale. Il solito corto circuito, la solita incapacità di gestire le difficoltà che ogni partita presenta e che fuori casa sono maggiori perché gli avversari, di fronte al proprio pubblico, non possono e non vogliono arrendersi. Una delusione che Pioli e i giocatori fanno fatica a mandar giù. Un'amarezza espressa anche da Onazi che, tramite il proprio profilo Twitter, dichiara: "Siamo arrabbiati per il risultato. Lavoreremo a testa bassa per ripagare il vostro amore per questa maglia. Forza Lazio". Protagonista negativo Basta che, con un autogol, ha causato il pareggio atalantino. "Il terreno era scivoloso, la palla difficile da controllare, mi dispiace, purtroppo sono cose che possono capitare".

Il laterale serbo prova a spiegare così un k.o. che nessuno in casa laziale riesce ad accettare: "Secondo me ci è mancata un po' di esperienza. Siamo una squadra che prova sempre a fare la gara, che attacca in ogni circostanza. Dobbiamo imparare anche a gestire certi momenti, a temporeggiare quando le circostanze lo consentono. Dobbiamo leggere meglio certe situazioni. Ora però dobbiamo voltare pagina in fretta. Questa sconfitta è diversa dalle altre che abbiamo rimediato in trasferta. Con l'Atalanta non meritavamo di perdere. La classifica, nonostante il k.o., è ancora buona". Il problema è che fuori casa la Lazio continua a steccare. "Non riusciamo a spiegarcelo. Certe stagioni nascono così. Ma io sono fiducioso che torneremo a vincere anche in trasferta. E dobbiamo continuare a farlo in casa, a cominciare dalla partita con il Milan. Affronteremo un grande avversario che sta crescendo. Ma giocheremo davanti al nostro pubblico e ci teniamo a far bella figura".



Galleria di immagini sulle reti della gara
Lucas Biglia sblocca il risultato
Il pareggio atalantino
La rete-vittoria orobica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Stefano Pioli ha convocato i seguenti calciatori:




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