Mercoledì 29 novembre 2000 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Udinese 2-1

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29 novembre 2000 - 2922 - Coppa Italia 2000/01 - Quarti di finale - gara d'andata

LAZIO: Marchegiani, Pancaro (46' Favalli), Fernando Couto, Colonnese, Pesaresi, Lombardo (66' Berrettoni), Stankovic, Baronio, Nedved, Salas (46' S.Inzaghi II), Ravanelli. A disposizione: Orlandoni, Ola, D.Baggio, Ruggiu. All. Eriksson.

UDINESE: De Sanctis, Zamboni, Gargo, Bertotto, Alberto (79' Sottil), Pizarro (69' Bisgaard), Giannichedda, Fiore, Diaz, Sosa, Margiotta (53' Muzzi). A disposizione: Turci, Helguera, Pinzi, Gutierrez. All. De Canio.

Arbitro: Sig. Racalbuto (Gallarate).

Marcatori: 48' Margiotta, 86' Stankovic, 87' Nedved.

Note: espulsi Bertotto al 79' e Sosa all'88'.

Spettatori:

La rete del vantaggio friulano
Il pareggio di Dejan Stankovic
L'esultanza del calciatore biancoceleste
Il tiro vincente di Pavel Nedved
Roberto Baronio festeggia il centrocampista ceco dopo la marcatura
Pavel Nedved festeggiato dai compagni

Dal sito web Quotidiano.net:

"Eriksson sarà l'allenatore della Lazio fino al termine del campionato". Queste le parole del patron laziale Sergio Cragnotti durante la conferenza stampa di martedì nel quartier generale di Formello. Ma la violenta contestazione di un gruppo di tifosi laziali ai danni dei giocatori e del tecnico svedese, e la reazione poco ortodossa di Felice Pulici nei confronti di un operatore televisivo, avvenute nei giorni scorsi, sono comunque i sintomi di un ambiente tutt'altro che sereno nonostante le parole del suo massimo esponente. La Coppa Italia, competizione spesso snobbata, riesce così a riportare un minimo di sereno in casa biancazzurra grazie al seppur sofferto 2-1 rifilato all'Udinese. La compagine romana si presenta in campo priva di giocatori importanti, alcuni bloccati in infermeria, altri tenuti prudentemente a riposo. Di fronte l'Udinese di De Canio, piacevole sorpresa di un inizio di campionato mai come quest'anno nel segno delle provinciali.

La gara non è delle più entusiasmanti; l'inizio è per i padroni di casa che nei primi minuti vanno vicini al gol con Ravanelli, anticipato di un soffio dal portiere avversario. Il gioco della squadra biancoceleste si sviluppa soprattutto sulla fascia destra dove Lombardo e Pancaro hanno il predominio su Bertotto e Diaz. Al 17', sugli sviluppi di un calcio d'angolo, Sosa sottomisura appoggia in rete ma l'arbitro annulla per un fuorigioco dello stesso argentino. Nel finale della prima frazione di gioco è Nedved a suonare la carica, prima con una bella girata al volo che sfiora il gol, e poi servendo un'ottima palla a Ravanelli che manca il colpo di testa decisivo. Ad inizio di ripresa un'incredibile disattenzione della difesa laziale permette a Margiotta di mettere in rete un pallone proveniente dalla destra. Una parte della tifoseria biancoceleste comincia a spazientirsi e l'ingresso di Inzaghi sembra scuotere gli uomini di Eriksson anche se l'Udinese si difende bene e approfitta di qualche contropiede che la Lazio gli concede. Alla mezz'ora, per un fallo su Ravanelli, Bertotto riceve la seconda ammonizione e viene espulso. L'azione della squadra di casa si fa sempre più insistente e nei minuti finali un colpo di testa di Stankovic e un rasoterra di Nedved le danno la vittoria e rafforzano la panchina di Eriksson. Nel finale espulso anche Sosa per una gomitata a Couto.


Da Il Messaggero del 2 dicembre 2000:

All’inferno e ritorno. Un colpo di testa di Stankovic, una stoccata di Nedved: la Lazio è riuscita, nello spazio dei cinque minuti finali del match di coppa Italia con l’Udinese, a cancellare il fantasma di una crisi senza fine. Due gol tutt’altro che occasionali, quasi un messaggio del vento che sembra cambiato, che comincia a soffiare in poppa, avviando la rimonta della "barca" biancoceleste. Sì, il vento può davvero aver cambiato direzione. Lo suggerisce il calendario che regala, in successione, prima Reggina e Vicenza, poi Bari e Napoli con l’intervallo di un derby che sembra fatto apposta per il cambio di rotta. Il campionato va ad iniziare e non c’è handicap che tenga: c’è tempo, c’è modo, ci sono soprattutto mezzi e uomini per tornare a recitare un ruolo di primo piano. «Il gioco c’è, mancano i risultati» ha ripetuto Eriksson fino alla noia. Dalla coppa Italia è arrivato il piccolo messaggio legato al risultato. Non siamo convinti che il gioco ci sia, ma poco importa. I recuperi di Veron, Mihajlovic e compagnia non potranno che completare il quadro circa le prospettive in rosa. E pensando positivo, il pensiero corre al Leeds. Alla delicata, importante, forse decisiva gara di Champions League di martedì contro gli inglesi all’Olimpico. La Reggina di oggi nasconde mille insidie, proprio come i bianchi di O’ Leary. Ma la Lazio, la nuova Lazio, può marciare a testa alta, senza aver paura. Facendo paura.


Nota: causa sciopero delle testate giornalistiche, alcuni quotidiani non sono usciti nelle edizioni del 30 novembre e 1 dicembre 2000.