Sabato 4 ottobre 2025 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Torino 3-3

Da LazioWiki.

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4 ottobre 2025 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, VI giornata - inizio ore 15.00

LAZIO: Provedel, Hysaj, Gila, Romagnoli, Tavares (90' Lazzari), Cancellieri, Cataldi, Basic (67' Belahyane), Pedro (67' Isaksen), Dia (81' Noslin), Castellanos. A disposizione: Mandas, Furlanetto, Patric, Provstgaard, Pinelli, Farcomeni. Allenatore: Sarri.

TORINO: Israel, Tameze (70' Masina), Coco, Maripan, Pedersen (78' Dembelè), Asllani, Casadei, Lazaro (63' Nkounkou), Ngonge, Vlasic (70' Adams), Simeone (79' Gineitis). A disposizione: Paleari, Mihai, Ilkhan, Aboukhlal, Ilic, Biraghi, Zapate, Njie. Allenatore: Baroni.

Arbitro: Sig. Piccinini (Forlì) - Assistenti: Sigg. Capaldo e Laudato - Quarto uomo: Sig. Marinelli - V.A.R.: Sig. Ghersini - A.V.A.R.: Sig. Chiffi.

Marcatori: 16' Simeone, 24' Cancellieri, 40' Cancellieri, 73' Adams, 90'+3' Coco, 90'+13' Cataldi (rig.).

Note: ammoniti 35' Asllani, 47' Romagnoli, 60' Casadei, 87' Cataldi, 90'+6' Castellanos, 90'+12' Maripan . Angoli 3 a 5. Recuperi: 2' p.t., 13' s.t.

Spettatori: 38.000 circa.


Nuno Tavares
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Matteo Cancellieri scocca il tiro per il momentaneo 1-1
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Valentin Castellanos
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Toma Basic
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Tijjani Noslin
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Boulaye Dia
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Pedro in azione
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Mario Gila
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Danilo Cataldi, oggi capitano
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Il calcio di rigore trasformato da Danilo Cataldi per il definitivo 3-3
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I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: “Hanno aperto i Cancellieri”. Continua il quotidiano sportivo romano: “È successo di tutto nel finale: nel giro di pochi minuti dal 3-2 del Toro al pari di Cataldi su rigore (al 103’) deciso dal Var. La doppietta dell’esterno ribalta Baroni, poi il controsorpasso. E prima del pari scoppia la rissa”.

Ha dato le vertigini questo 3-3. Sarri è uscito provato, con i giramenti di testa, niente interviste. Baroni è esploso quando i toni sono saliti in conferenza. Ah, il calcio. Sogno e illusione. Ha premiato e punito Sarri e Baroni a turno per 103 minuti, in un finale caotico e rissoso, fino a quando ha concesso un salomonico punto. L’hanno quasi vinta e l’hanno quasi persa tutti e due. Il pareggiotto va di traverso a entrambi, ma consente a Sarri di non precipitare e a Baroni di tenersi la panchina. Folle la partita, di più l’altalena finale. Sarri è andato sotto dopo 16 minuti col gol del solito Simeone, dannazione della Lazio, top gun al nono gol contro. Mau ha sorpassato Baroni con uno sfrenato Cancellieri, doppietta di potenza e prepotenza in 16 minuti (dal 24'pt al 40'pt). Un giovane asso ripudiato per due anni. Baroni, dal 18'st al 25'st, con i cambi di Nkounkou, Adams e Masina, ha controsorpassato Sarri: gol dello scozzese e di Coco al 28'st e al 48'st. Sarri, senza conigli nel cilindro, prima di andare sotto 2-3, senza più nessuno da lanciare, ha chiamato Noslin, arrivato con Baroni alla Lazio, un patrimonio di 16 milioni buttato. E’ stato l’olandese a rubare palla a Dembelé, il cambio (33'st) che Baroni rimpiange, e a farsi abbattere da uno scellerato Coco al 94', dentro agli ultimi due gol. L’arbitro Piccinini non ha visto un rigore grosso quanto una casa. E’ stato assegnato dopo l’OFR. Cataldi, uomo-bandiera, con la fascia di capitano al braccio, ha centrato il 3-3 al 103'. E’ finita dopo 13 minuti di recupero, col 50 e 50 di possesso palla, con 16 tiri del Torino e 9 della Lazio, dopo errori clamorosi delle difese, con una sequenza da thriller.

Le chiavi. Sarri-Baroni, braccio di ferro da brividi. Sarri alla 300ª in A, con una squadra svuotata dalle assenze (8 out con Zaccagni), senza assi, con qualche giovane, con vecchi faticatori, riserve o giocatori in scadenza. Baroni di ritorno all’Olimpico. Diverse le trame. Sarri con un 4-2-3-1 modello Baroni, ma ha avuto poco da Taty e Dia. Baroni con un 3-5-1-1 che in fase difensiva diventava 4-4-2. Ngonge jolly di Baroni, tutti i palloni passavano da lui. Il Toro ha giocato: scambi tra le linee, cambi di fronte, anche palleggio corto. La Lazio ha fatto quello che poteva, ha sfruttato gli errori in contropiede, le riesce questo. L’idea di Baroni era pescare gli esterni, Lazaro e Pedersen, alle spalle di Nuno e Hysaj. Ngonge, Lazaro e Vlasic sono entrati nel gol di Simeone, tap-in dopo respinta corta di Provedel. Si è fatto perdonare salvando su Ngonge, innescato... da Pedro. Festival degli errori. Stop maldestro del Cholito, Pedro ha lanciato in porta Cancellieri: gol d’applausi. Dormita di Coco. L’1-1.

Il sorpasso. Sarri ha chiesto pressione. Dia ha rubato palla a Maripan, Basic ha sventagliato per Cancellieri, stop volante, sterzata e bolide. Dormita di Lazaro. Il 2-1 dell’intervallo. Al 18’st i cambi della scossa granata. Sarri ha lanciato Isaksen e Belahyane, ha spostato Cancellieri a sinistra. Ha perso corsa e centimetri. Masina, Nkounku e Adams hanno organizzato il 2-2, sfruttando l’errore di Gila. Ecco Noslin per Dia. Provedel, al 92’, ha salvato su Adams, ma sull’incornata di Coco è andato molle. Lo stesso Coco ha regalato il rigore, poi lo scontro con Taty, la maxirissa. E l’Olimpico si è scagliato contro Lotito, già apostrofato dopo ognuno dei 6 gol.


Il Messaggero titola: “Cataldi scaccia l’incubo”. Continua il quotidiano romano: “Pareggio pazzo all’Olimpico: splendida doppietta di Cancellieri, ma il Torino nel finale si riporta avanti. Nel recupero Noslin conquista un rigore che il Var concede dopo 103 minuti (e una rissa): il capitano firma con freddezza il 3-3”.

La classe operaia andrà pure in paradiso, ma il 3-3 non beatifica nessuno: Lazio e Torino restano nel limbo. Sarri non santifica le 300 panchine in Serie A ed è pallido, ammutolito al triplice fischio, dopo il gol al 102'36, il più tardivo della storia biancoceleste nel nostro campionato. Baroni congela un eventuale esonero di Cairo, ma non centra la vendetta dell'ex contro Lotito e si consola solo con gli applausi e i cori dell'Olimpico. Meglio i granata, nei tiri (17 a 9) e nel possesso (52%), ma le difese traballano da una parte e dall'altra, e regalano una partenza e un finale da infarto. Cancellieri si conferma in stato divino e, con una doppietta (in due gare tre reti, tante quanto l'intero scorso anno a Parma), ribalta il vantaggio di Simeone, dopo un avvio biancoceleste sbadato e timoroso. Nella ripresa Adams subentra, trova il pareggio, e poi nel recupero succede di tutto: rete contestata di Coco e rigore (concesso solo all'on field review) trasformato da Cataldi sotto la Curva con la fascia al braccio, complice l'assenza contemporanea di Marusic e Zaccagni ko.

La nuova emergenza. La sorte è ancora contro: cinque infortunati e Guendouzi squalificato. In particolare, il forfait in extremis del capitano (sospetto stiramento nella rifinitura) costringe Sarri a ridisegnare ancora una volta la Lazio. Le fasce si restringono e convergono verso il centro. Stavolta, con il 38enne Pedro al posto di Zaccagni, il 4-4-2 somiglia molto di più a un 4-2-3-1. Dia arretra sulla trequarti in fase di non possesso. Provedel stoppa il primo tiro di un Ngonge scatenato. Inizialmente il Toro cerca di sfondare al centro, poi cambia spartito: Pedersen calcia in porta dalla destra, Provedel respinge sui piedi di Simeone, che trova il vantaggio. Il portiere si riscatta con una gran uscita su Ngonge, dopo un erroraccio in retropassaggio di Pedro. Anche lo spagnolo si fa perdonare subito: suo il lancio per il bolide di Cancellieri, che piega le mani a Israel e s'infila sotto l'incrocio. Baroni trasforma il 4-3-3 iniziale in una sorta di 3-5-2 con cui ha battuto la Roma all'Olimpico. Il Toro non molla, Provedel devia un tiro al volo di Asllani diretto all'angolino. Israel non vuole sfigurare e stoppa Cataldi, servito a centro area da Castellanos. All'improvviso ancora Cancellieri s'inventa un bis da standing ovation: gran palla recuperata da Dia, lancio millimetrico di Basic, stop di punta dell'esterno, controllo di testa, tacco a rientrare per eludere l'intervento di Lazaro, e palla sotto la pancia di Israel, uscito a vuoto.

I punti dalla panchina. Nessuna sostituzione dopo l'intervallo. Taty fa il regista d'attacco, ma è lezioso e poco incisivo. Tavares inizia ad allargarsi troppo, spesso dorme, e spalanca a Pedersen un corridoio pericoloso. Meno male che Cataldi doppia lo schermo sulle linee di passaggio. Sarri cerca più intensità, ma non la trova con Belahyane e Isaksen al posto Basic e Pedro. Baroni invece azzecca subito le mosse Nkounkou e Adams in attacco: il primo dribbla Hysaj e Isaksen, il secondo trafigge Provedel con un siluro. Stavolta Gila è colpevole, c’è un buco al centro. Nel finale è provvidenziale invece il cambio biancoceleste di Noslin per un Dia ormai spento. Israel si supera su una capocciata di Castellanos. Provedel riesce invece a salvare la Lazio solo su Adams, ma crolla sulla successiva testata ravvicinata di Coco sugli sviluppi del calcio d'angolo. Sulla sponda di Masina, Maripan è in fuorigioco e blocca Lazzari, ma il 3-2 viene comunque convalidato. Da eroe a reietto, Coco: praticamente sul gong atterra Noslin in area, ma l’arbitro Piccinini non vede il rigore netto e si scatena la corrida all'Olimpico. Il penalty viene assegnato dopo la revisione al Var, Cataldi lo trasforma sotto la Nord. Ci sono gli applausi dell'Olimpico, la contestazione resta solo per Lotito e un misero punto di ridimensionamento. A Sarri gira la testa, guardando la classifica e ritrovandosi così in basso.


Il Tempo titola: “La Lazio non svolta”. Continua il quotidiano romano: “La doppietta di Cancellieri ribalta il solito gol di Simeone. Adams segna il 2-2 poi il 2-3 di Coco prima del caos finale. Cataldi trasforma al 103’ il rigore del pari: il Var salva l’arbitro Piccinini dal clamoroso errore. Il modulo col doppio attaccante rende la manovra più frizzante, ma la difesa va in sofferenza”.

I minuti sono 103 alla fine, Lazio-Torino finisce 3-3 tra i rimpianti di tutti e il retrogusto amaro di due squadre piene di difetti. Almeno, però, Sarri può sperare negli assenti, troppi per reggere tutta la partita con l'ex Baroni all'ultima spiaggia per salvare la panchina. Senza Marusic, Gigot e Pellegrini in difesa, a centrocampo Dele-Bashiru, Guendouzi (scontava l'ultima giornata di squalifica), Vecino e Rovella, più Zaccagni in attacco fermatosi nella rifinitura, non si poteva fare di più. Una squadra rabberciata, troppo offensiva che ha pagato anche la giornata storta dei due attaccanti Dia e Castellanos, bloccati dalla difesa granata. Buon per Sarri che nel suo 4-2-3-1 è sbocciato il giovane Cancellieri autore di una doppietta capace di ribaltare la rete iniziale del solito Simeone (decimo sigillo ai biancocelesti che dice di portare nel cuore per il papà Diego, bah!). Due ripartenze letali con assist di Pedro e Basic nel cuore di un primo tempo in cui il Toro ha giocato e la Lazio segnato. Nella ripresa ospiti all'arrembaggio con i cambi decisivi di Baroni, lui ne aveva a disposizione: dentro Adams, Nkounkou, Gineitis, Masina e Dembele. Sarri si è affidato sul 2-1 a Isaksen e Belahyane, fuori Pedro e il faticatore Basic uscito tra gli applausi dei quarantamila dell'Olimpico. Partita in controllo ma proprio Adams sfrutta l'errore della fascia destra formata dal danese e Hysaj. Sul 2-2 il Toro ha scelto di chiudersi e rischiato in qualche mischia soprattutto dopo l'ingresso di Noslin.

La Lazio è calata ma di nervi ha attaccato fino all'angolo maledetto: minuto 92, cross di Asllani, sponda di Masina e testa vincente di Coco tra le proteste laziali per il fuorigioco di posizione di Maripan e una spinta sul Taty. Partita finita? Nemmeno per sogno perché, all'ultimo secondo dei quattro minuti di recupero concessi dall'incerto arbitro Piccinini, Dembele ha regalato il pallone a Noslin che è entrato in area ed è stato steso da Coco: rigore solare ma l'arbitro a tre metri ha fatto giocare lo stesso. Si è scatenata una rissa, lo stadio ha protestato, il Var Ghersini è riuscito ad evitare una figuraccia al direttore di gara. Lo ha richiamato per vedere l'intervento in ritardo e il fallo del difensore del Torino. Piccinini non si è convinto subito, ha impiegato almeno 5 minuti poi si è piegato con la buffonata dell'annuncio che non si sente e senza nemmeno indicare il dischetto. Tant'è Cataldi al 103' è stato freddo, ha segnato il 3-3 ma la gioia è stata contenuta fin troppo seppure sarebbe stata giustificata dall'aver evitato una sconfitta immeritata. Il 3-3 finale forse ha salvato la panchina di Baroni e di sicuro ha regalato poche certezze alla Lazio. La classifica resta anonima, l’avvio di stagione sofferto anche per colpa dei troppi infortuni, la sensazione che col modulo col doppio attaccante si segni di più ma la difesa resti troppo vulnerabile. Manca equilibro a meno che gli attaccanti non si sacrifichino in fase difensiva e non sempre accade. Per fortuna ora c'è la sosta per capire quale sia la formula migliore, recuperare i giocatori migliori e scegliere uno spartito: sono giorni di riflessione per Sarri e la Lazio.


La Gazzetta dello Sport titola: “Beffa Toro, Lazio parti al 103’”. Continua il quotidiano sportivo: “Granata ripresi all’Olimpico con un rigore nel pazzo recupero. Sei reti: apre Simeone, poi la doppietta di Cancellieri e la rete di Adams, Coco piazza il 3-2 al 93’ ma non basta. Maxi-rissa prima del 3-3 di Cataldi”.

Beata gioventù, si dice. È un modo per esaltare la bellezza di quegli anni, ma anche tutta l’ingenuità che li accompagna. Quell’ingenuità che ti può portare anche a pareggiare una partita già vinta. Errori di gioventù, si dice ancora. Come quello di Ali Dembélé da Villepinte, Francia, 21 anni, che al 6° minuto di recupero sulla linea di fondo, invece di buttare via la palla, se la fa sfilare da Noslin permettendo agli avversari di trovare il rigore che vale il pari al minuto 103. E Lazio-Torino finisce 3-3, con aggiunta di rissa nell’assalto finale dei biancocelesti. Marco Baroni manca così per un soffio il colpo doppio all’Olimpico di Roma, dopo aver messo ko i giallorossi di Gasperini giusto tre settimane fa, in quella che oggi resta l’unica vittoria dei granata in questo campionato.

Ricostruzione. Nonostante il risultato sia diverso, il Torino contro la Lazio ha giocato un calcio migliore del Torino contro la Roma. Anzi, il migliore visto in questo campionato e probabilmente anche in una buona fetta di quello precedente. Ed è da qui che il tecnico, che nella sua prima volta contro la Lazio dopo l’addio ha ricevuto dai tifosi biancocelesti un affettuoso e sonoro coro, vuole ripartire. Rispetto alla sconfitta di Parma è diminuito il possesso palla, ma sono cresciuti i passaggi riusciti: il Toro ha conquistato un punto pesante, mostrando determinazione, costruendo meglio, arrivando su più palloni, tirando in porta 8 volte e riuscendo a non farsi abbattere dalla rimonta della Lazio. Errori di gioventù a parte. Quello che però può - o meglio deve - ancora migliorare è la difesa. Anche ieri gli errori evitabilissimi sono stati troppi e sono arrivate da gente ben più esperta di Dembélé: basta pensare che il migliore del reparto è stato Tameze, un centrocampista.

Verticali. La squadra di Sarri non è rimasta a guardare. Anzi. Non che sia stata la sua partita migliore, ma in un’emergenza infortuni per cui varrebbe la pena fare un viaggio in qualche santuario - l’ultimo a fermarsi è stato Zaccagni, non esattamente un passante - ha comunque saputo restare in partita fino all’ultimo secondo (e non è un modo di dire), in parte rinunciando - ancora una volta dopo Genova - al possesso palla che storicamente fa parte del repertorio (sempre meno) integralista di Sarri e riuscendo ad ottimizzare la manovra soprattutto con precise verticalizzazioni a tagliare il campo. Merito pure di un Matteo Cancellieri in stato di grazia, che dopo il primo gol stagionale al Genoa, confeziona la prima doppietta in A.

La sfida. La Lazio rinuncia ancora al 4-3-3 e propone un 4-2-3-1 con Basic e Cataldi e, dietro a Castellanos, Cancellieri, Dia e Pedro. Baroni resta con la difesa a tre, nonostante l’assenza di Ismajli, e piazza Tameze a destra in un 3-4-2-1 con Simeone vertice offensivo e Vlasic e Ngonge alle sue spalle. Un modulo che diventa poi 4-4-2 in fase difensiva e 3-4-1-2 nel finale, quando entra Adams e va a far coppia con Simeone. Ed è proprio il Cholito a sbloccare la gara: una bella azione che parte da Vlasic, impegna Pedersen sul cui tiro Provedel respinge corto: Simeone è a due passi, pure troppo facile. Anche perché la difesa della Lazio è messa malissimo e lascia ai granata margini di manovra pressoché totali. Siamo appena al 16’ e 8 minuti dopo Ngonge ha l’occasione per chiudere l’incontro dopo essere stato servito da... Pedro. Un retropassaggio senza senso che rischia di costare carissimo. Lo spagnolo si rifà subito dopo, con un lancio perfetto per Cancellieri che passa tra Lazaro e Coco e fa partire il sinistro: 1-1. Israel avrebbe potuto fare di più? Sì. Mentre può poco sul raddoppio - che arriva dopo una grande doppia parata su Cataldi e Dia (ma era fuorigioco): Cancellieri, servito da Basic, si beve Lazaro e con classe piazza la palla alle spalle del portiere in uscita. Gran gol.

Il secondo tempo è tutto un valorizzare gli innesti di Baroni: Adams tre minuti dopo il suo ingresso devia chirurgicamente in porta la palla di Nkounkou (altro subentrato); nel finale - tre minuti dopo il 90’ - Masina (inserito per Tameze) di testa serve Coco che la piazza alle spalle di Provedel. Il gol del 3-2 è da var check per un fuorigioco che non c’è, il recupero di 4 minuti si allunga. E al 96’ arriva l’ingenuità di Dembélé, con Noslin che se ne va, Coco che lo atterra, l’arbitro Piccinini che fa segno che non c’è niente: si scatena il putiferio, Castellanos se la prende con Casadei, Maripan con Castellanos, l’arbitro tira fuori un paio di cartellini, poi corre al video: rigore. Cataldi, il capitano, è implacabile. Finita. Maurizio Sarri non verrà in sala stampa: "Ha avuto dei giramenti di testa". Con un finale così...


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.

Parlano i due protagonisti della rimonta biancoceleste. Cancellieri: “Sono migliorato, non mi fermo”. L’ala: “Il pareggio ci sta stretto”. Il regista: “Sono tornato a casa”. Cataldi: “Il rigore? Era giusto che lo tirassi io. Un primo tempo da grande Lazio”.

È sempre più la Lazio di Cancellieri. Il gol che ha sbloccato la partita con il Genoa lunedì, la doppietta che ribaltato il primo vantaggio del Torino all'Olimpico ieri. Se è vero che tre indizi fanno una prova, la maglia da titolare sulla corsia di destra adesso è sua. Terzo gol in meno di una settimana, il trofeo di MVP per la seconda gara consecutiva e, più in generale, la sensazione di essere di fronte a un giocatore totalmente diverso rispetto a quello della prima esperienza laziale, a prescindere dal fatto che la gara con il Toro si sia chiusa con un pareggio: "Penso che ci saremmo potuti portare la vittoria a casa, ma è un pari che ci prendiamo anche se ci sta un po' stretto. Il primo tempo si è vista una grande Lazio, nel secondo siamo calati leggermente, ma ci può stare".

MVP. Oggi Cancellieri è un ragazzo più maturo, responsabilizzato, disciplinato e consapevole dei suoi mezzi: "Sicuramente i due anni in prestito mi hanno aiutato tanto, mi hanno fatto maturare prima. Ma in generale è proprio il calcio uno sport che ti porta a bruciare le tappe. Mi sento maturato, ho voglia di crescere, di seguire quello che dice il mister e piano piano migliorare sempre di più". I risultati si stanno già vedendo, l'ennesima conferma è arrivata dalla prestazione di ieri. Due gol diversi, ma allo stesso tempo simili, in cui ha messo in mostra potenza, tecnica e doti atletiche importanti. Nel primo caso, innescato da Pedro, si è costruito la possibilità di calciare di sinistro da fuori area, nel secondo, su una sventagliata di Basic, ha controllato alla perfezione il pallone ed è arrivato in progressione dentro l'area di rigore, per poi spedirlo alle spalle di Israel. In estate era rientrato alla base e aveva lasciato la valigia disfatta solo a metà, pronto per trasferirsi altrove nel caso in cui non avesse convinto. Poi, il mercato bloccato e le prestazioni nelle amichevoli hanno spinto la Lazio a confermarlo in rosa, a dargli fiducia: "Ci speravo, ma è vero anche che ho lavorato per riuscirci. Penso di aver lavorato bene, così come tutta la squadra. Ci toglieremo tante soddisfazioni nel campionato, non dobbiamo focalizzarci solo sul pareggio, ma su quello che arriverà".

Rigore. E se la sua doppietta non è stata inutile, buona parte del merito è di Cataldi (l'altro rientrato in estate dopo un anno in prestito), che al 103', dopo un check infinito tra arbitro e Var, si è preso la responsabilità di calciare dagli 11 metri un pallone imbottito di cemento: "Pesava tanto - ha ammesso il romano, ieri capitano per via dell'assenza di Zaccagni - soprattutto per come era andata la partita. Ho deciso di tirare il il rigore perché pensavo fosse giusto in in quel momento. Mi sentivo di tirarlo e per fortuna è andata bene. Perderla sarebbe stato un peccato, ma al tempo stesso il rigore non allevia la delusione per non essere riusciti a portare a casa un'altra vittoria. Ci prendiamo comunque il punto e una Lazio che, nonostante sia andata sotto due volte, è riuscita a riprenderla. Questa squadra ha un'anima. Nelle ultime due partite, anche senza essere bella, ha dimostrato di avere attributi". Così come lo ha dimostrato lui, che con quel rigore e la fascia di capitano al braccio ha rimesso le cose a posto dopo l'addio dell'estate 2024: "Non è una rivincita, perché con la Lazio non posso avere rivincite. Sicuramente l'anno scorso ci sono stati dei momenti particolari, in cui doveva andare così. Forse ha fatto bene a tutti e due. La mia storia con la Lazio è così, un tira e molla, come in amore. E adesso sono contento di essere tornato a difendere i miei colori e di poter dare una mano alla mia squadra".



La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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