Domenica 19 ottobre 2025 - Bergamo, New Balance Arena - Atalanta-Lazio 0-0
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19 ottobre 2025 – Bergamo, New Balance Arena - Campionato di Serie A, VII giornata - inizio ore 18.00
ATALANTA: Carnesecchi, Djimsiti, Hien, Ahanor (67' Scalvini), Zappacosta, Ederson, Pasalic (67' De Roon), Bernasconi, De Ketelaere, Sulemana (67' Krstovic), Lookman (82' Maldini). A disposizione: Rossi, Sportiello, Musah, Scamacca, Samardzic, Obric, Brescianini, Zalewski. Allenatore: Juric.
LAZIO: Provedel, Marusic (86' Lazzari), Gila, Romagnoli, Nuno Tavares (86' Provstgaard), Guendouzi, Cataldi, Basic (75' Vecino), Cancellieri (22' Isaksen), Dia, Zaccagni (75' Pedro). A disposizione: Mandas, Furlanetto, Patric, Noslin, Belahyane, Hysaj. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. Collu (Cagliari) - Assistenti: Sigg. Rossi L. e Politi - Quarto uomo: Sig. Colombo - V.A.R.: Sig. Gariglio - A.V.A.R.: Sig. Meraviglia.
Note: Terreno di gioco in buone condizioni. Ammoniti 29' De Ketelaere, 39' Sulemana, 53' Pasalic, 62' Hien. Angoli 7 a 2. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 22.342, per un incasso di 537.799,02 euro.
► I calciatori convocati per la partita odierna
► La classifica dopo la VII giornata di campionato
• Il Corriere dello Sport titola: “Lazio, la Dea è benevola”. Continua il quotidiano sportivo romano: “I biancocelesti perdono subito Cancellieri, uscito per infortunio, poi nella ripresa subiscono il forcing dell’Atalanta: vengono salvati dal palo e da Provedel. Una partita di carattere per la squadra di Sarri che ritrova Basic. Zaccagni uomo chiave: si sacrifica anche come terzino dopo appena quattordici giorni dallo stiramento”.
È una Lazio di cuori selvaggi. Di un portiere tornato a miracolare. La manona di Provedel, che salva il bolide di Lookman, deviato dal ginocchio di Marusic, è l’ala di un angelo. È la Lazio di un Gila gladiatorio. Di un Basic mostratosi dopo 5 anni. Di Zaccagni che si immola 14 giorni dopo lo stiramento e fa anche il terzino nella difesa a 5. È la Lazio di questi tempi. Lo spirito fa aggio sullo stile. Gli schemi sono dettati dall’anima. Le geometrie non incanteranno mai i puristi sarristi, trasudano disciplina ferrea, generosità spinta al sacrificio. È la Lazio più tosta, è uscita da Bergamo con un punto di ferro e con un altro ferito: Cancellieri è l’ottavo stirato, ultimo sventurato. Sarri continua a imprecare, ma non può ridurre tutto alla casualità, alle macumbe o ai campi. Non ha santi in paradiso, questo è vero. Ma ha una squadra che resiste. Nel secondo tempo è finita sotto al rullo dell’Atalanta: 60,4 per cento di possesso, 14 tiri a 2 per la Dea (16 a 4 totali), 5 nello specchio a 0 (6-1 totali), compreso il palo di Zappacosta e un gol divorato da Ahanor. L’unico tiro in porta che ha contato Mau è stato quello di Basic, una punizione con il mancino (30’). Il croato, in campo per 75’, ha ricevuto gli applausi del Comandante. Ha lavorato d’uncinetto, andando in collisione, è stato bravo nei ripiegamenti difensivi, nel recupero palla, nel pressing, nelle salite per attaccare la profondità. Palla avanti e pedalare: Sarri ha sostituito il fioretto con lo spadone. Ma senza colpo ferire. Non ha Castellanos e Dia non punge. Ha perso Cancellieri, ha ritrovato un Isaksen di corsa, senza sgommate e dribbling. Ora c’è la Juve.
L’avvio. Carica emotiva per l’Atalanta, 118 anni da festeggiare. Juric è partito con Pasalic e con Lookman falso 9 nel 3-4-2-1. Sarri con il 4-3-3, si è fatto il segno della croce forzando Zaccagni. Si abbassava fino a formare una linea a 5 con i difensori (5-4-1). Letture difensive da subito eccellenti. E poi tutti a pedalare in branco, dentro alla metà campo dell’Atalanta. Palleggio a uno-due tocchi nei primi minuti. La Dea ci ha messo un po’ a carburare. Pasalic ed Ederson a turno bassi per costruire, Djimsiti si allargava, Zappacosta saliva. Uomo chiave Sulemana: costringeva Marusic ad anticiparlo per colpirlo. Gila ha iniziato ad attivare tackle come lame. Lookman tagliato fuori. Basic uomo decisivo di Sarri: palla a Provedel veniva cercato con il lancione. E Zaccagni, entrando dentro al campo, gli lasciava la profondità. Il ko di Cancellieri è arrivato dopo un affondo con anticipo di Hien. Fuori dopo 22 minuti, flessore sinistro. Dentro Isaksen. Qui l’Atalanta si è presa la metà campo della Lazio, ma erano goffi gli ingorghi sulla trequarti e quanti errori in costruzione. Il primo tiro è stato di Basic su punizione (30’). Il primo dei nerazzurri di Zappacosta al 43’.
La ripresa. È iniziato l’assalto. Incornata di Lookman, i 5 tiri nello specchio, il colpo salvato da Provedel, il liscione di Ahanor, il palo di Zappacosta. La Lazio, bassa, non gestiva un pallone. Isaksen ha tentato un paio di raid. Juric ha messo Krstovic, De Roon e Scalvini, poi Maldini. Sarri con Vecino e Pedro. Furia di Mau a fine recupero: l’arbitro Collu, al 93’, ha fischiato la fine a corner conquistato. Crudeli gli dei. Era stata benevola la Dea.
• Il Messaggero titola: “Bunker Lazio è un pari d’oro”. Continua il quotidiano romano: “A Bergamo finisce 0-0 dopo una prova di grande sacrificio. Provedel decisivo, difesa di ferro, ma si fa male Cancellieri. Assedio dell’Atalanta che non sfonda, palo di Zappacosta. Squadra attenta e compatta, quarta porta inviolata in sette gare. Zaccagni recuperato, segnali da Isaksen”.
La Dea bendata sbatte sulla Lazio. Invalicabile il fortino costruito da Sarri al New Balance Arena, un ulteriore bunker dentro lo stadio. Non c'è assedio che non tenga, nemmeno quello forsennato della corazzata Atalanta nel secondo tempo. l nerazzurri restano aggrappati ai rimpianti (14 tiri, ma 13 nella ripresa, cinque nello specchio) e fermi al palo. l biancocelesti si godono invece un punto d'oro in un frangente delicato. Fate un monumento a Provedel e Gila, a Basic bisogna chiedere scusa in ginocchio. Ancora una volta (la quarta in sette giornate) la porta inviolata diventa un fattore aggiunto (sette punti su otto), anche se questa squadra (e non è una sorpresa per Mau) resta nel limbo della classifica con Cagliari, Udinese e Torino. Questa è la dimensione o il ridimensionamento. Era però fondamentale uscire da questo turno, dopo la sosta, con il morale alto e maggior fiducia in vista del prossimo big match all'Olimpico contro la Juventus. Aspettando gennaio, adesso servono cuore, carattere e tanto equilibrio.
Il ritorno al 4-3-3. Il capitano incarna lo spirito di questa Lazio. Recupero lampo (in 14 giorni) da una lesione di primo grado. Zaccagni insiste e gioca dall'inizio. Sarri può così tornare al 4-3-3, anche se Basic resta più alto rispetto a Cataldi e Guendouzi a centrocampo. De Ketelaere e Lookman si alternano come falsi nove nel 3-4-2-1 di Juric per non dare punti di riferimento. Djimsiti fa il braccetto, Pasalic ed Ederson si abbassano a costruire gioco. L'Atalanta prende subito campo, la Lazio fa ancora i conti col Fato avverso: l'uomo del momento, Cancellieri, sente tirare il flessore sinistro e al 20' Isaksen prende il suo posto sull'esterno destro. Il danese non è al top, ha il freno a mano tirato, ma insieme ai compagni costruisce un schermo anti-accerchiamento. Le linee sembrano tracciate da Mau col righello e non si sbiadiscono. Gila impeccabile sugli scambi Sulemana-Lookman, davanti a Provedel non c'è mai un buco. Difesa e contropiede, è questo il nuovo vestito della Lazio: funziona, ma manca un goleador. Quando Tavares accelera, De Ketelaere lo mette giù: la punizione di Basic impegna Carnesecchi sul secondo palo. Una scorrazzata di Zaccagni a sinistra libera l'esterno di Guendouzi, ma è ben oltre l'incrodo. Manca la mira alla Lazio, la compattezza dietro invece è da standing ovation. Solo due sbavature di Tavares regalano il primo tiro ai nerazzurri sul finale del primo tempo: Provedel è reattivo sul siluro di Zappacosta diretto all’angolino basso.
L'assalto sventato. Aumenta subito il ritmo dell'Atalanta con il possesso (57%) dopo l'intervallo. Trema, Provedel, su una capocciata alta di Lookman, ma è forse l'unica volta in cui viene dimenticato al centro. Ederson può fare molto meglio su un rigore in movimento, invece il piattone è piatto. Tavares mura Zappacosta in angolo, Ahanor calcia fuori da un metro. l biancocelesti soffrono, sono in affanno, ma i nerazzurri sciupano di tutto di più, e rischiano persino su un paio di sgommate di Isaksen che dà minimi segnali di risveglio. Juric inserisce Krstovic per dare una scossa all'attacco, ma anche lui si divora un'altra palla-gol: Provedel lo mura, aiutato da una deviazione di Gila, sovrumano sino all'ultimo recupero.
Il volo e il destino. Strepitoso invece il portiere friulano su un rasoterra di Lookman, anche perché coperto. Il finale è un assedio della Dea, la Lazio è schiacciata e non esce più perché anche Dia ormai rintana verso il basso. Sarri toglie Basic e Zaccagni, inserisce Vecino e Pedro per provare a domare i nerazzurri, ma ormai serve solo un aiuto divino sino al triplice fischio. E infatti un palo pieno ferma Zappacosta, poi c'è ancora Provedel sul subentrato De Roon, quindi un fuorigioco. La sorte stavolta è al fianco di Mau, che chiude la sfida con Provstgaard terzino destro. Non ditegli più come schierare questa squadra senza mercato. In questo pareggio c'è tutta l'abilità di un tecnico che non cerca lo spettacolo senza i mezzi per farlo. Per la Lazio è un punto bendato.
• Il Tempo titola: “Un punto d’oro”. Continua il quotidiano romano: “I biancocelesti soffrono e respingono agli assalti dei nerazzurri. Buon avvio poi l’Atalanta dilaga ma sbatte su Gila e Provedel. Classifica ancora negativa per la Lazio, anche Cancellieri va ko e domenica c’è la Juve”.
Col cuore in gola e con la voglia di non mollare nonostante un altro infortunio dopo venti minuti, stavolta di Cancellieri. Una Lazio operaia, lotta e torna a casa da Bergamo con un punto d'oro frutto di un'ottima prestazione difensiva (siamo a tre clean sheet in sette gare giocate). Certo, l'Atalanta domina tutta la ripresa, chiude i biancocelesti nella propria area di rigore ma non si può chiedere di più a una squadra con i cerotti e a Sarri che sta facendo di tutto per rialzare questo gruppo dopo una falsa partenza. Il fortino regge stavolta per merito di uno strepitoso Gila, della tenuta del centrocampo in cui Cataldi e soprattutto Basic entusiasmano per dedizione e lucidità. Qualche traccia di sarrismo nella prima fase di gara, il tentativo di palleggiare si è visto, poi la Lazio paga la maggiore forza fisica di un avversario che in questo momento, complici infortuni e rientri affrettati, dimostra di essere più avanti. La squadra di Sarri arretra troppo col passare dei minuti ma dà sempre la sensazione di essere pronta a ribattere colpo su colpo. Stavolta si può solo applaudire, perché dopo il derby, sono arrivati cinque punti nonostante l'emergenza continua: la strada è quella giusta.
Primo tempo equilibrato ma funestato per la Lazio dall'ennesimo infortunio muscolare: si ferma Cancellieri, l'uomo più in forma dopo solo una ventina di minuti: dentro Isaksen ma siamo al nono problema di questo tipo, serve una riflessione seria per capire i motivi di questi guai in serie. L'Atalanta spinge senza punta centrale, Juric sceglie Lookman (per fortuna perché è un errore del tecnico croato) in mezzo Sulemana e De Ketelaere. Una formula che toglie punti di riferimento alla coppia centrale Romagnoli-Gila ma che punge poco tanto che in tutto il primo tempo solo Zappacosta dalla parte del solito Tavares, bravo in attacco ma distratto in fase difensiva, riesce a impegnare Provedel in una parata degna di questo nome. La Lazio si difende e riparte con il portoghese e il recuperato Zaccagni, Guendouzi pure lui al rientro, non prende la porta di Carnesecchi da buona posizione. Dopo l'intervallo l'Atalanta si trasforma e pressa a tutto campo mettendo in seria difficoltà la difesa della Lazio. Sfiorano il gol Lookman, Ederson e Aahanor, poi l'assalto al fortino diventa totale con i cambi di Juric che inserisce Kristovic, De Roon, Scalvini e Maldini. Paratona salva risultato di Provedel sul campione nigeriano dell'Atalanta finalmente riportato a sinistra, Sarri prova a spezzare l'assedio con Pedro, Vecino, Lazzari e Provstgaard. Quando l'arbitro Collu fischia la fine della sfida negando l'ultimo angolo a Isaksen, i 1300 tifosi laziali tirano un sospiro di sollievo e festeggiano il pari prezioso. Ora la Juve domenica sera per provare a risalire la classifica che recita un modesto undicesimo posto. Ma con la voglia mostrata a Bergamo la rimonta è possibile.
• La Gazzetta dello Sport titola: “Dea al palo. La Lazio si salva”. Continua il quotidiano sportivo: “L’Atalanta spinge ma è un altro pari. Sarri, punto ok. Nerazzurri ancora imbattuti e infelici: Zappacosta sfiora il gol, Provedel para tutto”.
Imbattuta e infelice. Perché certi record ingrassano la classifica fino ad un certo punto, e lì anche ieri l’Atalanta si è fermata: senza perdere, ma senza riuscire a vincere. È l’unica squadra del campionato a non aver ancora assaggiato il sapore della sconfitta - e nella top Europa va a braccetto solo con il Bayern Monaco - ma anche quella che ha pareggiato di più (e vinto meno di quanto avrebbe potuto): cinque volte, come solo il Celta Vigo, sempre parlando di tornei continentali. E con quello di ieri sono tre di fila. Con uno score di sei tiri in porta a uno, in totale 13-3, ma senza lo straccio di un gol. Non le succedeva da aprile: così ha chiuso una striscia di 13 gare con almeno un’esultanza e così è scivolata all’ottavo posto. Un dato che dopo sette partite lascia il tempo che trova e soprattutto lascia il tempo di recuperare, ma pure di riflettere su quello che poteva essere e non è stato. O è stato sprecato, un po’ per sfortuna ma un po’ anche per sue colpe. Non solo ieri.
Resistenza. Sicuramente ieri ha sciupato il primo tempo, per buona sorte della Lazio che di questo pareggio invece può essere soddisfatta, anche se la fa andare avanti piano (cinque punti nelle ultime cinque partite). È un punto che pesa per l’emergenza in cui è arrivata a questa gara, non solo per gli indisponibili ma anche per le condizioni non ottimali di chi ha giocato comunque (soprattutto Zaccagni e Isaksen). Ma pesa soprattutto per come la partita si è sviluppata, in particolare nella ripresa. Che per la Lazio è stata quasi esclusivamente una prova di resistenza: promossa, seppure schiacciata nella sua trequarti, aggrappata ad un Gila formato extralarge, alle parate di Provedel, al palo che l’ha salvata (colpito in pieno da Zappacosta), agli errori nerazzurri nell’ultima giocata o nel mirare la porta. L’unico rimorso, per la quarta partita su sette chiusa senza segnare, sta nell’aver gestito male due-tre ripartenze favorite da regali nerazzurri, visto che al momento la sua verticalità improvvisa è una necessità, più che una scelta: rimpianto sicuramente inferiore alla sensazione di pericolo scampato rimasta dopo i secondi 45 minuti, trascorsi asserragliata a difesa del risultato di 0-0.
Primo tempo bloccato. Altrettanto coperta, ma decisamente meno in difficoltà, era stata nel primo tempo: molto bloccato, con la netta sensazione che solo un episodio potesse stappare la partita. Sarri, con il recupero in extremis di Zaccagni, aveva cercato un po’ di palleggio riproponendo il suo 4-3-3, spalmato in realtà in un 4-5-1 ad alto tasso di compattezza, con gli esterni offensivi molto larghi e pronti ad abbassarsi, per chiudere le fasce all’Atalanta. Il progetto ha rischiato di andare in crisi quando il tecnico dopo 20’ ha perso anche Cancellieri, in teoria l’uomo più in forma, ma in realtà non sono diminuite le difficoltà della Dea: non così intensa nel pressing, troppo intermittente nello sbocco sulle corsie (più a destra, su Zappacosta), dunque ingorgata nel traffico che si è creato in mezzo e penalizzata dai suoi troppi errori, che hanno sempre rallentato le connessioni con i tre uomini offensivi. Tutti piuttosto spenti nelle intuizioni, con Lookman molto ingabbiato nelle funzioni di riferimento centrale. La frazione, per dire del calcio faticoso giocato da entrambe le squadre, si è chiusa con 64 palle perse dall’Atalanta e 51 dalla Lazio: un’enormità. E con due soli veri tiri in porta: una punizione di Basic e un tentativo di Zappacosta.
Monologo Dea. La ripresa, con l’inevitabile calo biancoceleste, è stata una specie di monologo Atalanta, che anche con pazienza ha continuato a tormentare la Lazio: con l’aggiunta di forze fresche (De Roon, e Scalvini in versione centrocampista aggiunto), la crescita di De Ketelaere e soprattutto di Lookman, tolto - altra scelta discutibile - nel suo momento migliore. Il nigeriano in avvio di tempo ha fallito di poco l’1-0 di testa ed è tornato tanto più velenoso quando - con l’ingresso di Krstovic - è ritornato alla sua posizione più naturale, decollante da sinistra. La porta di Provedel ha rischiato almeno altre cinque volte: un piattone troppo morbido e centrale di Ederson, un tiro di Zappacosta deviato da Tavares, un tap in di Ahanor mancato di poco a porta aperta, una fuga di Krstovic vanificata da Gila e da un po’ di egoismo del montenegrino, una rasoiata di Lookman che ha esaltato il portiere. Ed è sopravvissuta anche alla doppia chance più clamorosa, quando il palo ha detto no a Zappacosta e ancora Provedel a De Roon. Un martellamento che ha lasciato un’impressione chiara: se l’Atalanta è quella del secondo tempo, con tutto il suo arsenale offensivo, il meglio deve ancora venire. A patto di diventare un po’ più “cattiva”.
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.
Sarri: “Sul mercato basta prese in giro”. Il tecnico elogia la squadra e stuzzica Lotito e Fabiani “Mi avevano detto che avrei deciso io ma in estate era chiuso. A gennaio forse sarà del tutto libero”.
È passato per credulone una volta, non lo consentirà più. Sono giorni che Sarri stuzzica Lotito e Fabiani: "Sono venuto e mi hanno detto che il mercato l’avrei deciso io, ma era chiuso. Mi stanno dicendo che chi andrà via lo deciderò io, probabilmente mi staranno riprendendo per il c.... (risata, ndi)". Ridendo, scherzando e punzecchiando, Sarri lancia frecce avvelenate. Ha parlato con Fabiani, aspetta altri vertici più affidabili, ma ha confermato che il mercato di gennaio potrebbe essere sbloccato totalmente: "Le notizie che ho io è che forse sarà completamente libero, le altre domande vanno fatte al presidente. Sarò l’allenatore più contento se l’1 gennaio i miei giocatori saranno cresciuti tanto e a Lotito potrò rispondere “non prendere nessuno”". Sarri vuole costruire una Lazio competitiva, è d’accordo Lotito? Tra gli incedibili, per paradosso, oggi c’è Basic: "Quando avremo certezze sul mercato di gennaio vedremo di gettare le basi. Le altre sono in crescita. Alcuni giocatori per noi sono fondamentali, ma vanno ringraziati anche altri. Di incedibile oggi direi Basic. Fuori rosa un anno, va dentro, si fa trovare pronto, coinvolto emotivamente. Mette in mostra valori morali elevati. Come giocatore con me aveva fatto più di 30 presenze, magari da 20 minuti, ma l’ho trovato molto migliorato a livello di personalità, più sicuro, piu cosciente dei propri mezzi. Vedo che prende in mano le situazioni in campo con consapevolezza. Tanti di cui sono contento sono giocatori che hanno potenzialità superiori a quelle espresse, cercheremo di tirarle fuori".
Obiettivi e difficoltà. Sarri ha tutto il peso della Lazio adosso, aspetta al varco Lotito. A chi ieri chiedeva quali possono essere gli obiettivi ha risposto lanciando un’altra frecciata: "Allora siete come il presidente che non ascolta (risata, ndi). L’obiettivo è creare basi per una squadra competitiva per livelli importanti. Se do un obiettivo materiale prendo per il c... i tifosi e i giocatori. Stiamo giocando con i superstiti. Sono state le tre partite da gestire più difficili della mia carriera. Un allenatore esce contento dopo una partita così al di là del risultato. A livello di gruppo stiamo diventando un gruppo vero, a livello tattico e tecnico dobbiamo ancora crescere. In un momento drammatico va fatto un plauso a questi ragazzi, hanno portato a casa due pareggi e una vittoria e non era scontato. Cancellieri? Speriamo sia un infortunio tendineo e non muscolare. Abbiamo perso il giocatore più in condizione, il più velenoso per l’Atalanta, l’avevamo preparata sugli attacchi degli spazi con lui. Per fortuna Isaksen inizia a crescere, tutto sommato ha fatto una buona partita. Gila? Si vedeva che poteva esplodere".
In un altro articolo:
Basic e Gila sicuri “Punto importante”. Il croato e lo spagnolo concordano. Provedel decisivo: “La squadra ci crede, vogliamo fare un campionato importante”. Isaksen contento: “Finalmente mi sento bene e ora migliorerò”.
Prima fuori rosa, ai margini del progetto, sempre più lontano dalla Lazio. Poi il cambio di rotta, rafforzato dalla solida prestazione di ieri, un'occasione colta al volo, come gli aveva suggerito Maurizio Sarri. A sottolineare l'importanza del punto strappato all'Atalanta è stato Toma Basic al termine del match: "Abbiamo fatto un gran lavoro in difesa, nel primo tempo abbiamo gestito bene il palleggio, potevamo costruire meglio, ma abbiamo fatto un buon punto. Ora la prossima sarà importante". Il centrocampista croato è tornato poi sul momento negativo attraversato la scorsa stagione: "Ho già parlato di me - ha aggiunto -, non ne voglio parlare tanto. Io come professionista devo sempre lavorare, ho parlato con mister Sarri, mi ha detto che sarebbe potuta arrivare un’occasione del genere". L'encomio è arrivato dal tecnico in conferenza stampa: "Chi può essere incedibile? Ti direi Basic, si è fatto trovare coinvolto emotivamente, l'ho trovato un giocatore sicuro, cosciente dei propri mezzi".
Tanti infortuni. Quella della New Balance Arena è stata dunque una gara di sacrificio e di abnegazione, come ribadito da Gila, nominato player of the match: "È un punto importantissimo, era difficile ottenerlo qui a Bergamo, nel secondo tempo loro hanno dimostrato la qualità che hanno, ma siamo stati capaci a soffrire. Dobbiamo prendere questa partita come esempio". Il difensore spagnolo ha poi scherzato sul numero degli infortuni: "Abbiamo avuto sfortuna, magari qualcuno ha fatto una magia nera con noi. Dobbiamo sistemare questo aspetto e dobbiamo imparare da questa partita, è stata molto importante".
Gruppo. Tra i migliori in campo anche Ivan Provedel, decisivo sul tiro di Ademola Lookman che avrebbe potuto cambiare le sorti della gara: "Per fortuna non era troppo angolata, sono riuscito ad arrivarci, sono lì per quello. Purtroppo l'anno scorso non sono riuscito ad avere un rendimento che fosse degno della Lazio, non ho avuto equilibrio, però ho sempre lavorato per essere al meglio. Cerco sempre di migliorarmi e farmi trovare pronto, scendo in campo per questo". Sugli obiettivi, invece, l'estremo difensore biancoceleste ha voluto alzare l'asticella: "La squadra ci crede, vogliamo fare un campionato importante, vogliamo tenere la Lazio dove giusto che sia. Abbiamo iniziato in un modo un po' travagliato, ma non sono alibi, stiamo cercando di trovare solidità, si è vista abbastanza, deve essere un punto fermo per noi. Nell'ultimo periodo ci siamo parlati più volte, l'unica cosa da fare è stare a testa bassa e seguire il mister". Prima gara in stagione durata più di un'ora per Gustav Isaksen, entrato al 22' del primo tempo al posto dell'infortunato Cancellieri e reduce da un periodo complesso: "Sono contento di essere tornato, finalmente mi sento bene, le gambe per fare anche meglio ci sono. Abbiamo preso un punto e sono felice perché nel secondo tempo è mancato qualcosa in fase offensiva. Affrontare Tudor? Sarà uno stimolo giocare con la Juventus, con uno stadio pieno e con una grande atmosfera".
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
Dal sito http://www.legaseriea.it/it/serie-a/ |
Dal sito http://www.legaseriea.it/it/serie-a/ |
• La classifica dopo la VII giornata del campionato di Serie A:
| Classifica | Punti | GG | V | N | P | GF | GS | DR | Punti C | VC | NC | PC | Punti F | VF | NF | PF |
|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
| Milan | 16 | 7 | 5 | 1 | 1 | 11 | 4 | 7 | 9 | 3 | 0 | 1 | 7 | 2 | 1 | 0 |
| Inter | 15 | 7 | 5 | 0 | 2 | 18 | 8 | 10 | 9 | 3 | 0 | 1 | 6 | 2 | 0 | 1 |
| Napoli | 15 | 7 | 5 | 0 | 2 | 12 | 7 | 5 | 9 | 3 | 0 | 0 | 6 | 2 | 0 | 2 |
| Roma | 15 | 7 | 5 | 0 | 2 | 7 | 3 | 4 | 6 | 2 | 0 | 2 | 9 | 3 | 0 | 0 |
| Bologna | 13 | 7 | 4 | 1 | 2 | 11 | 5 | 6 | 9 | 3 | 0 | 0 | 4 | 1 | 1 | 2 |
| Como | 12 | 7 | 3 | 3 | 1 | 9 | 5 | 4 | 8 | 2 | 2 | 0 | 4 | 1 | 1 | 1 |
| Juventus | 12 | 7 | 3 | 3 | 1 | 9 | 7 | 2 | 8 | 2 | 2 | 0 | 4 | 1 | 1 | 1 |
| Atalanta | 11 | 7 | 2 | 5 | 0 | 11 | 5 | 6 | 6 | 1 | 3 | 0 | 5 | 1 | 2 | 0 |
| Sassuolo | 10 | 7 | 3 | 1 | 3 | 8 | 8 | 0 | 6 | 2 | 0 | 1 | 4 | 1 | 1 | 2 |
| Cremonese | 10 | 7 | 2 | 4 | 1 | 8 | 9 | -1 | 5 | 1 | 2 | 0 | 5 | 1 | 2 | 1 |
| Udinese | 9 | 7 | 2 | 3 | 2 | 7 | 10 | -3 | 2 | 0 | 2 | 1 | 7 | 2 | 1 | 1 |
| Lazio |
8 | 7 | 2 | 2 | 3 | 10 | 7 | 3 | 4 | 1 | 1 | 1 | 4 | 1 | 1 | 2 |
| Cagliari | 8 | 7 | 2 | 2 | 3 | 6 | 8 | -2 | 4 | 1 | 1 | 2 | 4 | 1 | 1 | 1 |
| Torino | 8 | 7 | 2 | 2 | 3 | 6 | 13 | -7 | 4 | 1 | 1 | 1 | 4 | 1 | 1 | 2 |
| Parma | 6 | 7 | 1 | 3 | 3 | 3 | 7 | -4 | 4 | 1 | 1 | 1 | 2 | 0 | 2 | 2 |
| Lecce | 6 | 7 | 1 | 3 | 3 | 5 | 10 | -5 | 2 | 0 | 2 | 2 | 4 | 1 | 1 | 1 |
| Verona | 4 | 7 | 0 | 4 | 3 | 2 | 9 | -7 | 2 | 0 | 2 | 1 | 2 | 0 | 2 | 2 |
| Fiorentina | 3 | 7 | 0 | 3 | 4 | 5 | 10 | -5 | 0 | 0 | 0 | 3 | 3 | 0 | 3 | 1 |
| Genoa | 3 | 7 | 0 | 3 | 4 | 3 | 9 | -6 | 2 | 0 | 2 | 2 | 1 | 0 | 1 | 2 |
| Pisa | 3 | 7 | 0 | 3 | 4 | 3 | 10 | -7 | 2 | 0 | 2 | 2 | 1 | 0 | 1 | 2 |
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