Venerdì 3 marzo 2023 - Napoli, stadio Diego Armando Maradona - Napoli-Lazio 0-1

Da LazioWiki.

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3 marzo 2023 – Napoli, stadio Diego Armando Maradona - Campionato di Serie A, XXV giornata - inizio ore 20.45


NAPOLI: Meret, Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Olivera (90'+3' Zedadka), Anguissa (71' Elmas), Lobotka (84' Ndombelè), Zielinski (84' Simeone), Lozano (71' Politano), Osimhen, Kvaratskhelia. A disposizione: Marfella, Gollini, Juan Jesus, Bereszynski, Ostigard, Demme, Zerbin, Gaetano. Allenatore: Spalletti.

LAZIO: Provedel, Marusic, Patric, Romagnoli, Hysaj, Milinkovic, Vecino, Luis Alberto (88' Cataldi), Felipe Anderson (58' Pedro), Immobile, Zaccagni (84' Cancellieri). A disposizione: Maximiano, Adamonis, Lazzari, Gila, Radu, Pellegrini, Fares, Marcos Antonio, Basic, Romero.. Allenatore: Sarri.

Arbitro: Sig. Pairetto (Nichelino) - Assistenti Sigg. Lombardo e Rossi C. - Quarto uomo Sig. Orsato - V.A.R. Sig. Chiffi - A.V.A.R. Sig. Marinelli.

Marcatori: 67' Vecino.

Note: ammonito 22' Patric, 64' Osimhen, 89' Elmas, 90'+4' Marusic. Angoli . Recuperi: 0' p.t., 5' s.t.

Spettatori: .


Sergej Milinkovic-Savic
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Adam Marusic
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Sergej Milinkovic-Savic in una fase di gioco
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Luis Alberto
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Patric in azione
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Felipe Anderson
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Matteo Cancellieri
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Un'uscita alta di Ivan Provedel
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Ciro Immobile
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L'esultanza di Matias Vecino dopo la marcatura
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I due tecnici: Maurizio Sarri e Luciano Spalletti
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Ivan Provedel e Patric in un abbraccio di gioia a fine gara
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La formazione iniziale

I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: "Sarri vede Napoli e poi vola. Perfetta la prestazione difensiva della Lazio, Vecino azzecca il tiro che manda ko gli azzurri al Maradona dopo 14 risultati positivi di fila. Sconfitta indolore per la capolista, biancocelesti ora al secondo posto in attesa delle gare di Milan e Inter. Osimhen centra la traversa, ma su punizione anche Milinkovic colpisce un palo".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Clamoroso al "Maradona": la Lazio s’inventa un capolavoro, vince in uno stadio che da undici mesi non conosceva sconfitte in campionato (12 vittorie, 2 pari), si lancia con autorevolezza nella corsa alla Champions League e lascia un retrogusto vagamente amaro, per una notte, nella stagione esemplare del Napoli. Degli amici conviene non fidarsi mai troppo, soprattutto nel calcio, e Maurizio Sarri, che con Spalletti ha un rapporto di straordinaria simpatia e a Napoli ha costruito la sua ascesa nell’olimpo degli dei, si regala la partita perfetta, anestetizza la capolista e la strapazza con una rasoiata di Vecino, l’uomo del match per il gol e per varie altre cose.

Incredibile ma vero. Come all’andata, la Lazio si prende la partita, la interpreta - ovviamente - in maniera diversa, esprime la propria (straordinaria) organizzazione difensiva, soffoca Lobotka rinchiuso in un triangolo (Vecino-Milinkovic-Immobile), se ne sta in trenta metri e non offre per 95' mai angoli di passaggio al Napoli per andare tra le linee. In quello specchio, spesso uomini contro nelle zone, Spalletti invoca ritmo sul giro di palla, e non riesce a trovarne, e Sarri non indietreggia mai seriamente, semmai governa.

Il segnale. È una notte che sa di Lazio, e s’intuisce immediatamente, al primo "rimpianto" (5') sulla punizione di Luis Alberto, spettinata da Vecino verso l’angolo lontano, "coperto" da un Di Lorenzo prodigiosamente sensitivo, capace d’andare a sbattere il pallone fuori dalla porta. Il Napoli è ibrido, viene scomposto e snaturato, soffre, ringrazia Kim (20') sulla sventola di Milinkovic da metri undici. Prima e dopo, è un conflitto ideologico, attraverso letture sporcate dalla Lazio e mai completamente ripulite dal Napoli, avvitato su se stesso dinnanzi a quella rigorosa opposizione, ad uno scivolamento altrui sempre inappuntabile sugli esterni e con palleggiatori costretti ad anticipare i tempi e a sbagliare parecchio.

L’equilibrio. La pressione del Napoli va ingrossandosi, senza mai esondare, dopo mezz’ora, con Di Lorenzo che entra (di più) sulla corsia e Lozano, stessa fascia, padrone di qualche spazio che un Hysaj insospettabile gli nega non solo nelle profondità: però la rapidità di pensiero è un fattore e (30') nell’unica chiusura apparentemente tardiva il messicano arriva ad Osimhen, scippato d’una chanche dalla manona di Provedel. Più Lazio nelle due fasi, mentre il Napoli piomba tra gli umani, insegue qualcosa di sé, una velocità nel proprio calcio, una libertà negatagli, le illuminazioni di Lobotka o le accelerazioni di Zielinski e di Kvara, anestetizzati dall’altra parte dall’ubiquità di Vecino e dalla reattività di Patric, mai inchiodato ossessivamente al proprio dettato.

Boom. Ma è una Lazio coraggiosa e intraprendente, se ne sta alta e fiera, non si spaventa (13') sulla percussione di Zielinski, l’unico brano che sa veramente di Napoli e poi, boom, osa con Vecino (22') - il Protagonista - su un pallone che gli arriva da Kvara, eh sì, e che diventa un missile terra-terra, bello e impossibile da prendere per Meret. Il Napoli c’è nell’orgoglio, mani nella lucidità, accerchia la Lazio ma non le fa mai male, e prima di spingersi oltre (4-2-4) con i cambi, annusa l’aria scarabocchiando un contropiede con Elmas (30'), sbattendo contro la traversa con Osimhen (34') e poi imprecando al vento sulla prodezza di Provedel che da terra smanaccia la botta secca di Kim. È sempre una sfida piena di materia grigia, che la Lazio sparge nelle ampiezze, nelle preventive, nella ferocia di Romagnoli, nell’umiltà di Milinkovic (che spazzola un montante, 45') e di Luis Alberto. Al Napoli restano graffi sulla pelle, che non sembra possano far male; e nel calice di Sarri e della Lazio ci sono bollicine d'uno champagne che si chiama Champions.


Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano: .


Il Tempo titola: .

Prosegue il quotidiano romano: .


La Gazzetta dello Sport titola: .

Continua la "rosea":


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Tutti in piedi per il divino Sarri, tutto ai suoi piedi il Maradona fischiante. S’è tolto lo sfizio più bello, s’è ripreso il suo stadio, ha sbancato l’inviolabile Maradona un anno dopo l’ultima sconfitta (aprile 2022). Ha fermato il Napoli dell’onnipotenza, che vinceva e segnava sempre, facendo torto alla bellezza di Spalletti. Mau arriva a Dazn e ha le pupille allucinate, è anche l’effetto della febbre che l’ha colpito e con cui ha convissuto 90 minuti e oltre: "Queste sono partite che danno soddisfazione agli allenatori e ai tifosi. Tutti i ragazzi sono stati a disposizione del collettivo, queste situazioni danno gioia". Complimentissimi a tutti, a Mau e alla Lazio. E’ stata un’impresa, davvero un’impresa. E’ una medaglia d’oro, al valore, battere il Napoli nella reggia maradoniana. Di fronte c’era l’Everest, scalato e conquistato in una notte di luna piena. Serviva la Lazio perfetta, et voilà. E’ finita con la gioia di Sarri e con gli olè dei 600 laziali presenti, non credevano ai loro occhi, hanno cantato fino a mezzanotte. L’eco rimbombava mentre Sarri faceva il giro delle interviste: "Sono punti importantissimi. La squadra ha fatto una partita di alto livello, di attenzione, di dedizione, di determinazione. Ma sono dell’idea che la Lazio può fare qualcosa di meglio da un punto di vista tecnico".

Il balzo. E’ una vittoria pesantissima, è un colpaccio da secondo posto: "E’ una vittoria, significa tre punti - taglia corto Mau - sono importanti perché sono presi contro una squadra che sta facendo un campionato a parte, che in casa aveva centrato 11 vittorie e un pareggio. Ai ragazzi ho consigliato di cancellare velocemente questa vittoria, dobbiamo rigiocare fra tre giorni e dobbiamo avere testa". Vecino regista è stata una mossa stregonesca, firmata Sarri: "Negli ultimi tempi Vecino lasciava la sensazione che avesse energie sotto tutti i punti di vista. Non lo volevo lasciare fuori. Andava bene anche da regista visto il tipo di partita che poteva venire fuori". Sarri non è stupito da questa Lazio, si stupisce quando crolla improvvisamente: "Il problema per noi non è mai stata la singola partita, gare di questo livello le facciamo. Il problema nostro è la continuità. Rispetto all’anno scorso i difetti sono limitati, ci succede molto raramente di arrivare scarichi. Speriamo di aver preso la strada giusta". E’ stata splendida l’idea di squadra espressa dalla Lazio. Grappoli, corpo a corpo, rimpalli, tamponamenti, spazi ostruiti, corse e rincorse. Sarri ha celebrato Felipe e Zaccagni: "Anche Pedro e Cancellieri hanno fatto bene. Per gli esterni era una partita difficile, di sacrificio contro il palleggio del Napoli e contro terzini che si alzavano continuamente. Il livello di spirito di sacrificio è stato elevatissimo". E stata una settimana diversa, corta. Sarri ha moltiplicato riunioni e discorsi: "Volevo inculcare alla squadra la convinzione che potevamo fare punti a Napoli. Ci hanno creduto alla grande. Venire a giocare qui e non battere ciglio di fronte agli arrembaggi del Napoli vuol dire avere personalità". Sarri se l’è voluta giocare: "Chi viene qui e pensa di chiudersi prima o poi perde la partita. Se dobbiamo lasciarla al Napoli almeno giochiamo anche noi. Abbiamo concesso pochissimo ad una squadra che segnava ripetutamente in casa".

La classifica. Sarri non sbircia il secondo posto: "La classifica mi fa pensare che è l’ora di andare a letto, giochiamo in Coppa martedì e ci teniamo, è inutile guardare la classifica adesso". Si è tolto un sassolino dalla scarpa e ha consacrato Spalletti: "Nelle ultime tre partite abbiamo utilizzato 21 giocatori. Ormai da qualche anno si dice "Sarri non cambia". Non cambiavo a Napoli, ma la panchina che ha oggi il Napoli non è quella che avevo io. Se io qui ero il capopopolo, Spalletti dopo questa stagione diventerà il re. Vincere è bello ovunque, vincere a Napoli è particolare. Sono contento per Luciano, si toglierà questa soddisfazione". Una se l’è tolta anche Sarri. Grandissima.



La formazione biancoceleste:
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

  • Portieri: Adamonis, Maximiano, Provedel;
  • Difensori: Fares, Gila, Hysaj, Lazzari, Marusic, Patric, Pellegrini, Radu, Romagnoli;
  • Centrocampisti: Basic, Cataldi, Luis Alberto, Marcos Antonio, Milinkovic, Vecino;
  • Attaccanti: Cancellieri, Felipe Anderson, Immobile, Pedro, Romero, Zaccagni.
I convocati in grafica






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