Domenica 10 dicembre 2006 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 3-0

Da LazioWiki.

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10 dicembre 2006 - 3.221 - Campionato di Serie A 2006/07 - XV giornata - inizio ore 20.30

LAZIO: Peruzzi, Oddo, Siviglia, Cribari, Zauri, Mudingayi, Ledesma, Mutarelli, Mauri (90' Manfredini), Pandev (72' Makinwa), Rocchi (84' Foggia). A disposizione: Ballotta, Stendardo, Belleri, Firmani. Allenatore: D.Rossi.

ROMA: Doni, Panucci, Mexes, Chivu, Tonetto (62' Vucinic), De Rossi, Pizarro, Taddei, Perrotta, Mancini, Totti. A disposizione: Curci, Cassetti, R.Defendi, Rosi, Virga, Montella. Allenatore: Spalletti.

Arbitro: Sig. Rosetti (Torino).

Marcatori: 44' Ledesma, 52' Oddo (rig), 73' Mutarelli.

Note: osservato un minuto di raccoglimento in ricordo del giornalista Alberto D'Aguanno scomparso il giorno precedente. Ammoniti: Mutarelli, Cribari, Mudingayi, Zauri e Mauri, Doni e Totti per gioco scorretto. calci d'angolo: 3-5. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 61.000 circa di cui paganti 48.032 per un incasso di 1.209.555,00 euro e 12.783 abbonati per una quota di 169.794,40 euro.


Il biglietto della gara su carta "listicket"
Il biglietto della gara su carta "sslazio"
Il minuto di silenzio in onore del giornalista Alberto D'Aguanno
La rete di Cristian Ledesma
L'esultanza dell'argentino
Rosetti a colloquio con Ayroldi: sarà rigore per la Lazio
Il rigore calciato da Massimo Oddo
Un'altra immagine del calcio di rigore trasformato da Massimo Oddo
La gioia del capitano biancoceleste
Ammucchiata sotto la Nord dopo la terza rete di Massimo Mutarelli
Il tabellone dell'Olimpico a fine gara
Il tris servito da Massimo Mutarelli

La notte del 10 dicembre 2006 passa alla storia per l’impresa dei biancocelesti che infliggono un perentorio 3-0 ai cugini della Roma grazie alla miglior tattica messa in campo da Delio Rossi. Mai nella storia della stracittadina, limitatamente al Campionato, la Lazio aveva avuto un margine così ampio nelle marcature segnate. L’impresa, poi, è amplificata dal fatto che la difesa della Roma è la migliore di tutta la Serie A. Prima della gara le due formazioni si schierano a centrocampo per un minuto di raccoglimento in ricordo del giornalista Mediaset Alberto D'Aguanno, tifoso giallorosso, scomparso prematuramente a 42 anni. La Lazio vince la partita a centrocampo dove su tutti spicca la prestazione di Ledesma, autore, tra l’altro, di una magistrale rete da fuori area di sinistro, con il pallone che s’insacca sotto l’incrocio dei pali con Doni che può solo osservarne la traiettoria. La Roma più di una volta sembra naufragare e solo Totti si salva, anche se il capitano giallorosso eccede talvolta nelle reazioni. La Roma è imbottigliata dalla disposizione in campo della Lazio con Ledesma che gioca basso, quasi a ridosso di Cribari e Siviglia, con Mudingayi e Mutarelli che si sacrificano sia in fase propositiva sia nel ripiego, ma anche con Oddo e Zauri che restano molto bassi.

Il tutto per arginare Totti quale punta atipica e Perrotta che gioca dietro al proprio capitano, ma anche per limitare le scorribande di Mancini e Taddei sempre abili a sfruttare le fasce. Considerando inoltre che Mauri gioca da trequartista e può sfruttare i varchi creati al centro da Pandev e Rocchi, è così spiegato "l’ingabbiamento" creato da Rossi per arginare e neutralizzare la formazione giallorossa. Infatti, con il trascorrere dei minuti, la Roma non trova i consueti sbocchi ed è sempre più Totti-dipendente. I giallorossi impensieriscono seriamente Peruzzi solo con Pizarro verso la fine del primo tempo con un tiro da fuori. Poi la Lazio trova due acuti: da un pallone spiovente da un calcio d’angolo, Cribari azzecca il colpo di testa vincente ma Doni, aiutato dalla traversa, riesce a ricacciare dalla rete. Poco dopo Ledesma, come già raccontato, indovina la parabola vincente che porta la Lazio in vantaggio ed al riposo sull'uno a zero.

La ripresa inizia subito con un episodio che coinvolge la terna arbitrale. Pandev è abile a rubare la palla dopo un errore di Mexes, penetra in area e Doni lo falcia colpendolo con la gamba alta. Rosetti in prima battuta non assegna il rigore apparso netto. Le proteste laziali sono veementi, l’arbitro consulta il proprio collaboratore e, dopo un breve consulto, assegna il penalty alla formazione biancoceleste ed espelle Doni. Stavolta le proteste sono dei giallorossi e l’arbitro torinese torna sui propri passi convertendo il cartellino da rosso a giallo. Il calcio di rigore è battuto da Oddo che spiazza Doni e raddoppia per la Lazio. La Roma, sotto così di due reti, reagisce solo sul piano nervoso ma senza lucidità ed incassa la terza rete laziale grazie ad un’azione che vede protagonista Mauri che colpisce la traversa; la sfera, ribattuta dal legno, giunge a Mutarelli che, in mezza girata, segna la rete del tre a zero per quello che sarà un tripudio tutto biancoceleste. Delio Rossi, per mantener fede ad una promessa fatta a Suor Paola, dovrà fare un bagno al fontanone del Gianicolo.


La Gazzetta dello Sport titola: "Storico derby Lazio. Roma sgretolata. Capolavoro tattico di Rossi, Spalletti non trova le contromisure. I biancocelesti volano: Ledesma, Oddo su rigore e Mutarelli".

Continua la "rosea": Nella storia dei derby romani di campionato, lunga 127 partite, mai la Lazio aveva vinto con tre gol di scarto. Avviene contro la difesa fin qui meno battuta dell'intera serie A. Ledesma, Oddo su rigore e Mutarelli mettono in ginocchio la Roma, uccidono il campionato che diventa proprietà privata dell'Inter e incorniciano con i loro gol una prestazione super, che porta la firma di un piccolo grande stratega, Delio Rossi. E' una Lazio perfetta, che vince la partita a centrocampo, dove su tutti brilla la stella di Ledesma, al suo primo centro con la maglia della Lazio. Un argentino che fa la felicità della nutritissima colonia di connazionali dell'Inter, e che sblocca il match con un tiro straordinario. Per restare in tema nerazzurro, alla Stankovic. Quello della Roma è un naufragio, dal quale si salva, eccessi temperamentali a parte (al limite dell'espulsione) solo Totti. Quanto all'arbitro Rosetti, può ringraziare il suo assistente Stefano Ayroldi, che lo salva in occasione del giusto rigore del 2-0 (ma il cambio di cartellino da rosso a giallo è probabilmente sbagliato). Delio Rossi ha studiato a fondo la Roma del Totti centravanti atipico e del suo guardaspalle Perrotta. Così si spiega il Ledesma centrale bassissimo, uno stopper aggiunto pochi metri avanti a Siviglia e Cribari. Uno stopper dai piedi buoni, beninteso. Anzi, come scoprirà a proprie spese Doni, buonissimi.

Con Ledesma in quella posizione, chiedendo e ottenendo da Mudingayi e Mutarelli un match di sacrificio, aggressività e dinamismo, Rossi ottiene il risultato di chiudere la Roma in una specie di scatola. Mentre Mudingayi e Mutarelli pressano, assaltano e poi ripiegano, anche Oddo e Zauri restano molto bassi. Un modo di temere, rispettare e sterilizzare Mancini e Taddei, che invano chiedono il soccorso di Tonetto e Panucci. La piccola opera d'arte laziale è completata dal Mauri trequartista, al quale Pandev e Rocchi, correndo a perdifiato sulle diagonali, aprono invitanti varchi al centro. Imprigionata in questo disegno tattico assai astuto, la Roma di Spalletti diventa più che mai Totti-dipendente. Francesco mostra di stare piuttosto bene e in un primo tempo che per quaranta minuti si srotola con la Roma che fa la partita, ma trova solo la palla-gol del tiro da fuori di Pizarro (non ce ne saranno altre) respinto da Peruzzi, c'è solo lui a dettare i tempi di una manovra che non trova sbocchi. Sono però gli ultimi cinque minuti di quel primo tempo, quelli che contano e indirizzano il match. Il sinistro a uscire di Ledesma dai 25 metri, alla prima sortita nella metà campo altrui dopo un mezzo miracolo di Doni (più traversa) su Cribari è di quelli che non perdonano. Doni ne rimane ipnotizzato. Sarà ancora il portiere giallorosso, all'inizio della ripresa, a travolgere Pandev, scappato via dopo un macroscopico errore di Mexes. Rosetti titubante è aiutato da Ayroldi, Oddo trasforma il rigore e la Roma reagisce solo sul piano nervoso, senza lucidità. Quando in contropiede Mutarelli ribadisce in gol il pallonetto di Mauri finito sulla traversa, Vucinic è entrato da un bel po' al posto di Tonetto, per un 3-2-3-2 che non funzionerà mai. E così, il Montella che a partita finita si allena sul prato deserto dell'Olimpico diventa un atto d'accusa. L'imputato, per una volta, è Spalletti.


A fine partita il tecnico riminese si esprime così in merito alla scommessa e sulla partita: "Non so come sia venuta fuori questa storia, doveva restare un segreto. Comunque ho mantenuto la promessa, anche perché l'ho fatta a una religiosa. I ragazzi sono stati eccezionali, soprattutto nel rispettare tutte le consegne. Abbiamo un po' sofferto nel primo tempo, ma contro una grande squadra come la Roma è normale. Però sono convinto che è stato in quel frangente che abbiamo posto le basi del successo. Un elogio particolare va ai centrocampisti che hanno corso e lottato dall'inizio alla fine, ma tutti sono stati bravissimi". Rossi poi "tira le orecchie" ad un'inserviente laziale che, a fine partita, ha provocato i giocatori giallorossi: "Ha sbagliato, quel gesto andava evitato". Smentisce inoltre di aver insultato i giocatori romanisti: "Non ho offeso nessuno, però è anche vero che non ho dimenticato quello che loro hanno fatto nella scorsa stagione dopo il derby di ritorno".

Il capitano Massimo Oddo: "Voglio restare, però per fare i matrimoni bisogna essere in due. E la società non so che intenzioni abbia. Non è una questione di volontà, ma di possibilità. Io sono disposto a venire incontro alle esigenze del club, però lo stesso deve fare Lotito nei miei confronti. Abbiamo dimostrato di essere una grande squadra. La Roma è più forte sul piano tecnico, ma siamo riusciti a prevalere grazie alla determinazione. Dedico questa vittoria ad Alberto D'Aguanno".

Il presidente Lotito: "Grandissima vittoria. Il successo è meritatissimo e il punteggio poteva essere più largo. Il tifo? Vorrei che l'Olimpico fosse sempre così, pieno di bandiere".

Francesco Totti: "C'ho un taglio sulla gamba, guardate qui. Qualcuno della Lazio non doveva finire la partita, ma l'arbitro evidentemente non ha visto. Rosetti non è stato all'altezza, io non mi sento tutelato. Sette punti dall' Inter sono tanti, ma noi continuiamo a crederci. Noi lottiamo per lo scudetto, a differenza di altri".

Il tecnico romanista Spalletti: "Non ho appunti da fare ai miei calciatori. Se hanno commesso qualche errore, è stata colpa della troppa voglia di fare. La squadra stava facendo la partita, non ha sfruttato due o tre episodi favorevoli, poi c'è stato quel gran gol di Ledesma. E nel secondo tempo il rigore ci ha tagliato le gambe. Le squadre forti si vedono proprio nei momenti di difficoltà."


Nota[modifica | modifica sorgente]

La vittoria odierna rappresenta il record per quanto riguarda il maggior scarto di reti in un derby di campionato contro i rivali storici dell'AS Roma. Il precedente massimo risultato ottenuto dalla Lazio è stato 3-1 in diverse occasioni.



Il minuto di raccoglimento della formazione biancoceleste: Oddo, Mudingayi, Siviglia, Pandev, Cribari, Mauri, Peruzzi, Ledesma, Mutarelli, Rocchi, Zauri