Domenica 10 ottobre 1976 - Firenze, stadio Comunale - Fiorentina-Lazio 0-1

Da LazioWiki.

Stagione

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1903. Campionato di Serie A 1976/77 - II giornata

FIORENTINA: Mattolini, Galdiolo, Rossinelli (58' Restelli), E.Pellegrini, Della Martira, S.Zuccheri, Casarsa, Caso, Desolati, Antognoni, Bertarelli. A disp. Ginulfi, Tendi. All. Mazzone.

LAZIO: F.Pulici, Ammoniaci, Ghedin, Wilson, Manfredonia, Cordova, Garlaschelli, Re Cecconi, Giordano (43' R.Rossi), D'Amico, Badiani (I). A disp. Garella, Agostinelli. All. Vinicio.

Arbitro: sig. Barbaresco di Cormons.

Marcatori: 33' Giordano.

Note: giornata di sole, terreno in perfette condizioni. Ammoniti: Ghedin, Wilson e D'Amico. Angoli 10-5 per la Fiorentina.

Spettatori: 40.000 circa. Incasso £. 55.803.700.

Antognoni e Wilson scambiano i gagliardetti
Antognoni fra Ghedin e Badiani
La rete di Giordano
(Gent.conc. Francesco Di Salvo)
Manfredonia in azione
Il programma ufficiale della gara
La pagina sportiva di Momento Sera

Basta una settimana a capovolgere tutto: la Lazio, che domenica scorsa aveva giocato bene, eppure era stata sconfitta in casa dalla Juventus, oggi fa un passo indietro sul piano del gioco, ma ne fa uno importante in avanti su quello della classifica, perché vince in trasferta: la Fiorentina, che invece aveva vinto a Cesena - e meritatamente - ne fa due indietro, perché perde la partita e anche il filo del gioco. Vinicio è soddisfatto, dice che i viola gli hanno restituito ciò che i bianconeri gli avevano tolto: Mazzone, invece, parla di sfortuna, ma la fortuna bisogna meritarsela, e la Fiorentina, oggi, è uscita dal campo tra i fischi. Sembrava un'altra squadra, rispetto a Cesena. La brutta copia di se stessa, soprattutto in avanti, dove Desolati (autore domenica scorsa di due gol) vagava come un'ombra: mai uno scatto deciso, mai uno smarcamento fatto con intelligenza: sempre in ritardo all'appuntamento con il pallone.

Caso ha cominciato discretamente, ma poi si è spento, fino a scomparire del tutto negli ultimi venti minuti: Casarsa e Bertarelli hanno corso molto, ma col paraocchi, senza un minimo di inventiva. La partita avrebbe potuto durare 180 minuti, anziché 90, ma il pareggio molto difficilmente sarebbe arrivato. Perché ad una squadra così non è neppure necessario mettere le briglie, se le mette da sola. E Antognoni ? Avrebbe potuto giocare anche peggio, visto che intorno aveva dei fantasmi, o quasi. E' entrato in campo nervoso, la sua polemica a distanza con Bearzot e le critiche che ne sono derivate lo hanno scosso. Ha cominciato con una gran voglia di strafare, di mettere a tacere tutti con una partita capolavoro. Ma è stata proprio questa voglia di strafare che in parte lo ha tradito: perché ha alternato passaggi al millimetro a stucchevoli dribblings prolungati, superava un difensore poi si faceva regolarmente mettere a terra, o perdeva palloni che il vero Antognoni non dovrebbe perdere.

Nella ripresa è stato il solo a capire che contro una difesa chiusa come quella della Lazio bisognava eliminare i fronzoli e cercare il tiro da lontano, di sorpresa. Non ha segnato, ma almeno lui ci ha provato. Neppure la Lazio ha giocato bene, ma almeno ha l'attenuante - se così si può chiamare - di aver vinto. Due sconfitte consecutive all'inizio del campionato potevano voler dire, almeno agli occhi dei tifosi, odore di crisi, e questo è un odore che spaventa tutti. E allora Vinicio, che in genere vuole il risultato attraverso il gioco, oggi ha adeguato il gioco al risultato. Dopo il gol di Giordano, alla mezz'ora, la Lazio - che, secondo il suo allenatore, non sa fare il catenaccio - ha imparato subito la lezione: tutti in difesa a far mucchio e a prendere letteralmente il pallone a calci. Se poi qualcuno ha cominciato a gridare "Serie B", Vinicio deve aver pensato che quelle urla erano dirette soltanto alla Fiorentina. O, almeno, gli faceva comodo pensarlo.

D'altra parte, oggi, sul banco degli imputati, ci sono i viola in blocco, non certo la Lazio, che, se non altro, ha segnato un gol regolarissimo (e in precedenza ne aveva sfiorato un altro, salvato da Della Martira a porta vuota). Inoltre, nella Lazio del primo tempo - prima delle barricate, per intenderci — qualcosa di buono si è pur visto, soprattutto a centro campo, dove Re Cecconi macinava chilometri senza mai sprecare palloni e Cordova - pur non possedendo il suo ritmo - gli dava un valido aiuto. Dall'altra parte, Antognoni, quasi solo, e per di più a corrente alternata. Ora Mazzone deve recuperare in fretta Gola, per dare un po' di ordine a questa squadra, che, all'improvviso, si è messa a giocare all'insegna dell'anarchia. Eppure la Fiorentina aveva cominciato bene, sfiorando il gol dopo appena un quarto d'ora: Pellegrini a Caso, cross per Desolati, ma Pulici si tuffa sui suoi piedi e riesce a salvare. La Lazio gioca aperta e rischia, I viola, premono, Antognoni e Caso (per ora) si intendono bene, anche Zuccheri si porta avanti. Ma è un fuoco di paglia.

Garlaschelli, che ha firmato in extremis il contratto ed evidentemente vuol dimostrare subito di meritarsi i milioni in più che ha avuto, avanza, scarta tutti, anche Mattolini, e tira a porta vuota: ma arriva di corsa Della Martira, e, al volo, riesce a respingere. Un grosso brivido, ma la Fiorentina non si scuote affatto, gioca senza mordente. Chissà perché. E al 32' arriva il gol. Ammoniaci riceve da Garlaschelli, e, dalla destra, effettua un cross per Giordano, che ha il tempo di colpire la palla di testa aggiustando per bene la mira, perché nessuno si fa sotto: e il pallone, dopo aver picchiato contro il palo alla sinistra del portiere, si infila in rete. Mattolini non ha neppure il tempo di tentare la parata, la Lazio è in vantaggio.

I tifosi cominciano ad aspettare la riscossa della Fiorentina, e invece per i viola è quasi come se non fosse successo nulla. Ripresa. La Lazio, che dal 43' ha sostituito Giordano (stiramento inguinale) con Rossi, arretra sempre di più. Sale di tono Antognoni, scende di tono il gioco, in certi momenti fino agli sbadigli, perché i viola non danno retta al bimbo d'oro, giocano, anzi, non giocano, ciascuno per conto suo. Qualche attacco, sì: ma sono colpi di spillo, la Lazio ha i due punti ben chiusi In cassaforte. L'unico grosso pericolo, per Pulici, arriva al 76' quando Restelli passa a Della Martira, che centra in pieno il palo. Poi, un mancato intervento di Desolati a pochi passi dalla porta (85') ed un gran tiro di punizione di Antognoni a un minuto dalla fine. Vinicio abbraccia tutti quelli che gli capitano a tiro e negli spogliatoi dice: D'accordo, ci siamo chiusi in difesa, ma oggi contavano i due punti: per la classifica e anche per il morale, perché la sconfitta contro la Juventus era rimasta sullo stomaco a tutti. Speriamo che adesso, dopo averla digerita, la Lazio torni a giocare come sa.

Fonte: La Stampa