Domenica 15 febbraio 1981 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Verona 1-0

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8 febbraio 1981 - 21 - Campionato di Serie B 1980/81 - XXI^ giornata

LAZIO: Nardin, Spinozzi, Citterio, Perrone, Pochesci, Sanguin, Viola, Bigon (75' Garlaschelli), Chiodi, Mastropasqua, Greco (82' Ghedin). A disp. Marigo, Pighin, Simoni. All. Castagner.

VERONA P.Conti, Joriatti, Fedele (61' Franzot), Piangerelli, Carm.Gentile, Tricella, Ferri, Guidolin, D'Ottavio, Scaini, Capuzzo (46' L.Venturini). A disp. Paleari, Roversi, Valentini. All. Cadè.

Arbitro: Sig. Castaldi (Vasto).

Marcatori: 7' Mastropasqua.

Note: giornata primaverile, terreno buono. Ammonito Citterio. Angoli 7-7.

Spettatori: 25.000 circa di cui 11.842 paganti.

Lo sciopero del tifo

«Sembra impossibile che una squadra possa trasformarsi nello spazio di appena una settimana, come è accaduto alla Lazio. Fortunatamente abbiamo incontrato un Verona forte solo a centrocampo, altrimenti ci avrebbe segnato gol a ripetizione come e quando avesse voluto». Con questo duro giudizio espresso negli spogliatoi dell'Olimpico, Castagner, nonostante il successo di stretta misura, ha fotografato perfettamente una delle più deludenti prestazioni della sua squadra, rimproverata aspramente dallo stesso tecnico. In effetti i biancazzurri possono compiacersi solo dei due punti conquistati, il che tuttavia non è poco. Per il resto è stata una giornata totalmente negativa. Si è giocato in uno stadio avvolto dal silenzio, semideserto (poco più di 11 mila paganti) per lo sciopero messo in atto dai gruppi più rumorosi della tifoseria laziale, i quali hanno fatto mancare il loro incitamento dalla famosa curva Nord.

La protesta era diretta contro i Lenzini. accusati di aver condotto la società sull'orlo dell'abisso economico e della disorganizzazione. Neppure l'avvento di Sbardella, considerato un palliativo per guadagnare tempo, è valso a calmare la piazza. Il comportamento della squadra non ha certo aiutato a ripristinare un'atmosfera di serenità. La partita con il Verona era cominciata sotto i migliori auspici: al 7', in seguito ad azione di calcio d'angolo battuto da Viola. Mastropasqua centrava la porta avversaria con un magnifico colpo di testa. Ma da quel momento, fra i biancazzurri, si spegneva improvvisamente la «luce». La squadra di Cadè prendeva saldamente in pugno le redini della gara fino al 90'.

Però i veneti, pur giostrando piacevolmente fino al limite dell'area avversaria, ribadivano in termini allarmanti l'incapacità di concretizzare in gol la loro netta superiorità. Guidolin, Tricella, Piangerelli, ma soprattutto Scaini, migliore in assoluto, conquistavano autorevolmente il controllo del centro campo, dove di solito si costruiscono i successi. La Lazio non è riuscita ad opporre neppure una pallida resistenza. Soltanto Spinozzi, preciso e autoritario Citterio, che nel primo tempo si è impegnato in lunghe galoppate sulla fascia sinistra, Sanguin, valido incontrista, il portiere Nardin, sicuro nei pochi interventi, hanno praticamente tenuto in piedi la barcollante baracca. Nonostante la giornata negativa, in cui è incappata collettivamente, la Lazio ha sfoderato qualche momento felice facendo fare bella figura a Paolo Conti che tornava con proposito di rivincita nello stadio Olimpico dove ha giocato per tanti anni con la Roma. Ma si trattava di episodi sporadici, che avevano il carattere più della casualità che di una manovra ragionata. Tuttavia sono serviti a bilanciare la cronica sterilità offensiva dei veneti che hanno perduto solo per colpa loro.

Fonte: La Stampa