Domenica 8 febbraio 1981 - Palermo, stadio Comunale - Palermo-Lazio 0-2

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1 febbraio 1981 - 20 - Campionato di Serie B 1980/81 - XX^ giornata

PALERMO: Frison, Ammoniaci, Volpecina, Bencina (72' Vailati), Di Cicco, Silipo, Montesano, De Stefanis, Calloni, Lopez, Lamia Caputo (72' And.Conte). A disp. Oddi, Borsellino, Pasciullo. All. Veneranda.

LAZIO: Nardin, Spinozzi, Citterio, Perrone, Pighin, Sanguin, Viola (79' Ghedin), Bigon, Chiodi, Mastropasqua, Greco. A disp. Marigo, Perrone, Cenci, Garlaschelli. All. Castagner.

Arbitro: Sig. Casarin (Milano).

Marcatori: 16' Bigon, 65' Greco.

Note: giornata primaverile, terreno buono. Ammoniti Chiodi e Viola. Angoli 14-3 per il Palermo.

Spettatori: 35.000 circa di cui 23.396 paganti.

Citterio consola Frison ferito (Gent. conc. Michele Basta)
Chiodi e Viola prima della gara (Gent. conc. Francesco Di Salvo)

Bigon al 16' e Greco al 65' hanno umiliato il Palermo che alla Favorita puntava al colpaccio e cercava di cominciare il girone di ritorno con un franco successo dopo la sconfitta a Lecce. La Lazio si è confermata big della B ed è stata perentoria: ha accantonato i sussulti polemici serpeggiati durante la settimana, sfociati nell'aperta contestazione dei giocatori che avevano inutilmente bussato alla cassa. I trentamila accorsi alla Favorita in una splendida giornata di sole che ha rimesso le cose a posto a Palermo se non per il calcio almeno per il clima, dopo il freddo dei giorni scorsi, sono andati via chiaramente delusi. Ma sportivamente, alla Lazio non sono mancati gli applausi a scena aperta, così come all'ingresso in campo Casarin, è stato salutato calorosamente e «con rispetto», con tanto d'onore insomma per un arbitro internazionale, stavolta ospite della provincia calcistica.

I motivi per accendere la gara erano obiettivamente molti. Ma la pessima vena dei siciliani li ha praticamente vanificati: non c'è stata quasi lotta, ma una gara a senso unico, con la Lazio a dettar legge qua e là (nel pessimo campo, mal coltivato) e con il Palermo inesistente a centrocampo, capace soltanto di alcuni sprazzi neppure tanto luminosi. In queste condizioni, Castagner si è concesso il lusso di una tranquilla domenica di sole ed i laziali hanno potuto tranquillamente provare parecchi meccanismi di gioco che, in più di un momento, hanno fatto somigliare l'incontro ad un allenamento dei biancazzurri. Ilario Castagner ha commentato: «Abbiamo ritrovato la giusta concentrazione. Ora aspettiamo curiosi Sampdoria-Cesena e ovviamente contiamo di battere il Verona». I siciliani sono partiti col piede sbagliato sin dalle prime battute e del loro avvio affannoso certamente i laziali si sono accorti, venendo fuori lestamente con una prova maiuscola specialmente di Bigon, Spinozzi e Mastropasqua. Nel Palermo è ben presto crollato il centrocampo con l'ex Lopez, che pure aveva tutte le ragioni per proporre una prova polemica, autore di una delle sue più scialbe prestazioni in Sicilia. D'altronde è andato pessimamente anche Bencina pupillo di Veneranda che soltanto al 71 ' il tecnico si è deciso a sostituire con Vailati mentre, sempre al 71', Conte ha rilevato Lamia Caputo. Castagner invece al 78' ha mandato negli spogliatoi Viola acciaccato e ha schierato Ghedin. Belle le due reti.

La prima, al 16': duetto Viola-Mastropasqua e palla a Bigon; elegante folata del capitano laziale e imprendibile diagonale. Frison ha potuto solo raccogliere la palla in fondo alla rete. Quindi al 65': ancora una manovra di Mastropasqua, Chiodi e Greco che conclude con un dosato pallone a mezz'altezza sorprendendo Frison da una ventina di metri. II Palermo non ha proprio nulla da recriminare. Tre belle occasioni le ha avute, ma le ha sciupate con Silipo al 18', che di testa ha concluso alto, e con Calloni che al 40' e al 57' ha graziato Nardin. Emozioni nel finale con Greco che calcia una punizione quasi dal limite, deviazione della barriera e palla sulla traversa e proprio al 90' per un intervento in acrobazia di Ghedin che sfiora l'autogol. Cinque gli ex di turno: De Stefanis (il migliore ieri nel Palermo, verace prodotto del vivaio laziale), Ammoniaci e Lopez nel Palermo; Citterio e Pighin nella Lazio. Il più emozionato è apparso decisamente Citterio, già idolo della «Favorita» che ieri è sembrato irriconoscibile perché solo un paio di volte ha accennato le sue veloci discese verso l'area avversaria. Comunque Citterio ha l'attenuante di aver rispettato le consegne di Castagner: il tecnico infatti gli aveva raccomandato cautela e di restare in fase di copertura. Castagner evidentemente, alla viglia, aveva temuto le sarabande di Montesano e Lamia Caputo, risultati invece più che sotto tono, quasi nulli.

Fonte: La Stampa