Domenica 24 gennaio 1993 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 1-1

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24 gennaio 1993 - 2548 - Campionato di Serie A 1992/93 - XVII giornata - calcio d'inizio ore 15.00

LAZIO: Orsi, Corino, Favalli, Bacci, Luzardi, Cravero, Fuser, Doll, Riedle, Winter, Signori. A disp.: Fiori, Bergodi, Sclosa, Stroppa, Neri. All. Zoff.

JUVENTUS: Peruzzi, Torricelli, D.Baggio, Conte, Kohler, Carrera, Di Canio (83' Casiraghi), Galia, Vialli, R.Baggio, Moeller (46' De Marchi). A disp.: Rampulla, Marocchi, Ravanelli. All. Trapattoni.

Arbitro: Sig. Nicchi (Arezzo).

Marcatori: 14' R.Baggio, 41' Cravero.

Note: ammoniti Corino, Favalli, Fuser, Kohler, Conte. Antidoping: Luzardi, Stroppa, Conte, Marocchi.

Spettatori: paganti 35479; incasso 1.733.405.000 lire; abbonati 30269, quota 789.467.000 lire.

Platt e Gascoigne in tribuna
Una fase della gara
Una fase della gara
Una fase della gara


"Ladri, ladri". La Juve esce dall'Olimpico tra i cori rabbiosi dei tifosi laziali ma ringrazia. Ringrazia Peruzzi, il suo portiere di gomma, che l'ha salvata almeno tre volte, compreso un rigore. Ringrazia Kohler, che ha imbavagliato il folletto Signori con una gagliarda dimostrazione di tempismo e decisione. Ringrazia anche la traversa, che ha respinto una prodezza balistica di Doll. E ringrazia pure Riedle, deputato alle conclusioni aeree ma incapace di inquadrare la porta bianconera anche nelle circostanze più propizie. Se i 90' di una sfida che doveva indicare la terza forza del campionato e lanciare l'inseguimento al secondo posto dell'Inter hanno premiato...l' Atalanta, chi può rammaricarsene è soltanto la Lazio. Opposto ancora una volta al proprio passato, Zoff ha schierato una squadra che le sue brave occasioni ha saputo costruirle. Merito della lucidità di Winter (ecco un tipo che farebbe molto comodo alla Juve), della mobilità di Doll e della spinta di Bacci. Più avanti, però, è mancato chi doveva concretizzare il gran lavoro del trio, cioè Signori e Riedle, il tedesco assai più del compagno. La Juve no, la Juve può rimpiangere poco o nulla, anche se sono stati i bianconeri a passare in vantaggio per primi con una sapiente invenzione lungo l'asse Torricelli Roberto Baggio e la lampante complicità di Corino e Cravero. Al di là di lacune ormai croniche (il centrocampo presidiato da due oscuri gregari come Conte e Galia e una difesa che continua a patire più del lecito la lunga assenza di Julio Cesar), la Juve ha badato a complicarsi la vita anche per le sconcertanti scelte di Giovanni Trapattoni. L'impressione più maliziosa è che l'allenatore bianconero, dopo aver vivacemente replicato in settimana alle intenzioni azzurre di Sacchi (Dino Baggio centrocampista, Casiraghi o Vialli punta di peso), abbia voluto confezionare un dispetto al c.t. della nazionale, che aveva scelto l'Olimpico per il suo osservatorio domenicale. Pur di non schierare Casiraghi (utilizzato soltanto nei 7' finali, quando Sacchi se n'era già andato), Trapattoni ha esposto Di Canio ai fischi incessanti dei suoi ex sostenitori e ha mandato in campo un Moeller visibilmente acciaccato, salvo sostituirlo dopo 45' (con un difensore, manco a dirlo). Ma non basta. Pur di escludere Dino Baggio dalla zona nevralgica del prato, il mister bianconero è tornato a dirottarlo sulla fascia difensiva, un ruolo sgradito allo stesso giocatore. Impacciata e soggiogata laddove il gioco dovrebbe nascere, perché tecnicamente Winter e Doll sovrastano di qualche spanna Conte e Galia, la Juve all'Olimpico non ha potuto giovarsi neppure degli spunti di Roberto Baggio (gol a parte, bloccato prima da Corino e poi da Bacci) e delle iniziative di Vialli. Il caso dell'ex sampdoriano sta diventando ormai un rebus. Lui si impegna, lotta, scatta, sgomita, corre. Ma gli esiti sono inversamente proporzionali alla sua solerzia, chissà se per colpa della scarsa assistenza dei compagni o per la confusione tattica cui lo ha esposto Trapattoni con il singolare dilemma punta o centrocampista. Tutelata dopo appena 4' da Peruzzi (incauto retropassaggio di Carrera, rovinosa uscita del portiere su Riedle, sinistro angolato di Signori dal dischetto e prodezza del ventiduenne numero uno bianconero), la Juve è passata sorprendentemente in vantaggio alla sua seconda apparizione dalle parti di Orsi (lancio profondo di Torricelli, difesa laziale immobile, scatto e conclusione di Roberto Baggio). Il comprensibile sbandamento biancoceleste consentiva alla Juve di confezionare il suo periodo migliore. Era un fuoco di paglia, però. Appena la Lazio si riorganizzava e riprendeva a premere, il pareggio giungeva inevitabile e meritato (angolo di Signori e intelligente assist di Doll per l'inzuccata vincente di Cravero). Quello che non arrivava era il gol della vittoria. Lo cercava quasi esclusivamente la Lazio, che si imbatteva anche in una traversa prima di scontare alla distanza il gran ritmo sprigionato per oltre un'ora. La Juve poteva distribuire i suoi ringraziamenti.

Zoff piange sulle occasioni sciupate: "Abbiamo fatto molto per vincere, ci siamo andati vicini. Ma non è bastato. Abbiamo disputato un primo tempo alla grande: dispiace, ma bisogna accettare questo pareggio". Zoff non sorride mai. Impossibile aspettarsi che lo faccia ora: "Gascoigne in tribuna? Sapevo che sarebbe stata una battaglia", taglia corto spiegando l'esclusione. Poi dice ancora: "Nel secondo tempo, in certi momenti, abbiamo fatto un po' di confusione". Trapattoni, invece, trova un ostacolo quasi insormontabile nello spiegare l'esclusione di Casiraghi a favore di Moeller. "Era un pedaggio da pagare. Volevo cercare di vincere e ho scelto la formazione migliore per farlo", dice. E poi, su Vialli: "Ha disputato la solita, generosa partita, ma al di sotto del suo rendimento abituale. Forse è stata la pressione che ha intorno, gli parlerò. Tornerà a centrocampo? Ne riparleremo, ci saranno alcune partite in cui magari potrà tornare in quel ruolo".

Fonte: Corriere della Sera