Domenica 27 febbraio 1983 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Sambenedettese 1-1

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27 febbraio 1983 - 2155 - Campionato di Serie B 1982/83 - XXIII giornata

LAZIO: Orsi, Podavini, Saltarelli, Vella, Miele, Perrone, Surro, Manfredonia, Giordano, D'Amico (65' Montesi, 82' Pochesci), Tavola. A disp. Moscatelli, Sciarpa, Ambu. All. Clagluna.

SAMBENEDETTESE: Minguzzi, Ipsaro Passione, Petrangeli, G.Ferrante, Cagni, Minoia (53' Minuti), Perrotta, Colasanto (77' Lunerti), Caccia, B.Ranieri, Catto. A disp. M.Bianchi, Rossinelli, D'Angelo. All. Sonetti.

Arbitro: Facchin (Udine).

Marcatori: 34' Giordano (rig), 90' Perrotta.

Note: giornata nuvolosa, terreno in buone condizioni. Grave infortunio per Montesi che riporta la frattura della tibia della gamba destra. Ammonito Minoia per scorrettezze. Calci d'angolo 9-9 (5-2 per la Lazio p.t.).

Spettatori: 23.000 circa.

Il biglietto della gara
Lionello Manfredonia tenta la via della rete
Surro in una fase della gara
Surro in azione
Vincenzo D'Amico in azione
Il calcio di rigore trasformato da Bruno Giordano
L'intervento di Caccia su Montesi
L'infortunio di Montesi

All'Olimpico la Samb ringrazia i laziali che hanno fornito una disarmante dimostrazione di fragilità e i marchigiani ne hanno approfittato raggiungendo il pari al 90'. Giordano ha segnato su rigore e Perrotta allo scadere del tempo dopo appena pochi secondi trascorsi da una miracolosa parata del portiere marchigiano che aveva evitato il 2 a 0 respingendo una palla deviata su punizione calciata dallo stesso Giordano. Tuttavia va sottolineato che la Sambenedettese ha meritato la divisione dei due punti, non tanto per la sua bravura, quanto per l'assenza dell'avversario. Nel primo tempo la formazione marchigiana aveva dimostrato di essere una delle squadre più deboli del campionato, giostrando con Perrotta unica punta e con gli altri ammassati dietro a frenare, anche con una certa energia, i caotici tentativi biancocelesti.

E' bastato nella ripresa accennare a qualche manovra condotta con più coraggio in avanti, per provocare il panico nelle fila della difesa laziale. L'inserimento di Minuti al posto di Minoia ha dato una maggiore vivacità alla reazione del marchigiani, i quali, per almeno venti minuti, hanno letteralmente dominato il campo. E' stato a questo punto che è emersa più marcata l'assoluta inconsistenza degli uomini di Clagluna, incapaci di fronteggiare un avversario che tentava soltanto di salvare in qualche modo la faccia. La gara, assai brutta, non sembrava aver più storia, quando al 90' minuto arrivava la doccia fredda per la Lazio: Minuti pescava con un lunghissimo passaggio a spiovere il compagno Perrotta che colpiva di testa infilando a fil di palo, con la netta complicità di Perrone che non era riuscito ad intercettare il cross, la palla del pareggio.

La Lazio si era portata in vantaggio nel primo tempo, quando al 36' l'arbitro Facchin concedeva un calcio di rigore per un plateale atterramento di Surro in area da parte di Ipsaro. Giordano non falliva dal dischetto con un tiro forte e preciso. Però lo stesso centravanti sbagliava più tardi una facilissima conclusione mandando la palla a sbattere sul portiere da cortissima distanza. Anche Surro, Tavola e Vella andavano vicini al bersaglio. Ma si trattava di episodi casuali e non di una manovra ragionata che praticamente non è mai esistita fra gli uomini di Clagluna, vivacemente contestati dal pubblico al fischio di chiusura.

Un calcio di rigore trasformato da Giordano al 36' non è stato sufficiente alla Lazio per battere all'Olimpico la Sambenedettese e per uscire dal tunnel di una crisi che va assumendo aspetti sempre più allarmanti. Le cifre contribuiscono a fornire il quadro non certo allegro per la formazione di Clagluna. La squadra non vince da sei giornate. Ha subito sconfitte contro avversarie come Campobasso e Monza. In altre occasioni ha incontrato notevoli difficoltà, nel salvare il risultato. Alla base del malessere laziale c'è la mancanza quasi totale di un gioco dalla precisa fisionomia. Anche ieri, opposta ad una Sambenedettese non certo trascendentale, la compagine biancoceleste ha fornito una disarmante sensazione di fragilità. I brillantissimi spunti di Giordano, qualche felice iniziativa del giovane Surro. L'assiduo sostegno di Vella a centrocampo hanno costituito i pochi elementi positivi di una giornata da dimenticare in fretta. Manfredonia è sembrato ancora una volta un pesce fuor d'acqua nel ruolo di mezz'ala che non si addice alle sue caratteristiche. Sono mancati anche i suggerimenti di D'Amico, sostituito nella ripresa da Montesi che per un grave infortunio ha dovuto lasciare a sua volta il posto a Pochesci contribuendo a rendere ancora più problematica la faticosa ricerca della manovra. Infine, pure la fortuna sembra aver voltato le spalle alla Lazio.

L'atmosfera di disagio che si respirava in seno alla Lazio dopo il pareggio interno contro la Sambenedettese, si è accentuata con il gravissimo infortunio di cui è rimasto vittima Maurizio Montesi. Il centrocampista, in uno scontro fortuito con un avversario, ha riportato la frattura della tibia della gamba destra, la stessa che subì un delicato intervento chirurgico che costrinse Montesi a rimanere per lungo tempo lontano dai campi di gioco. E' tornata a farsi difficile anche la permanenza di Clagluna alla guida della squadra. Il presidente Casoni non ha voluto sbilanciarsi. Si è limitato a dire che questa sera si riunirà il consiglio direttivo.

Fonte: La Stampa