Domenica 2 aprile 1995 - Cremona, stadio Giovanni Zini - Cremonese-Lazio 0-0

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2 aprile 1995 - 2647 - Campionato di Serie A 1994/95 - XXV giornata

CREMONESE: Turci, Garzya (72' Cristiani), Milanese, Dall'Igna, Gualco, Pedroni, Ferraroni, Giandebiaggi, Chiesa, Sclosa (63' Tentoni), Florijancic. A disp.: Razzetti, Pirri (I), Pirri (II). All. Simoni.

LAZIO: Marchegiani, Negro (72' Nesta), Chamot, Di Matteo, Bergodi, Cravero, Rambaudi (58' Bonomi), Fuser, Boksic, Winter, Casiraghi. A disp.: Orsi, Bacci, Venturin. All. Zeman.

Arbitro: Bettin (Padova).

Note: ammoniti Fuser, Cravero e Winter per la Lazio. Espulso al 58' Bergodi. Calci d'angolo: 11-6.

Spettatori: 8.500 circa con un incasso di £.247.000.000.

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La comprensibile amarezza di Gigi Simoni e la spietata sincerità di Gianfranco Fini. "Partite come questa sono da vincere" commenta sconsolato l'allenatore della Cremonese, che non riesce ad allontanarsi dal terz'ultimo gradino della classifica. "Una Lazio inguardabile" taglia corto il presidente di Alleanza nazionale, tifoso biancoceleste, che a Cremona era venuto per incitare la squadra del cuore prima di assistere a una delle sue peggiori esibizioni stagionali. Può darsi che la Cremonese riesca a salvarsi ma, come sottolinea Simoni, è necessario che non dilapidi i punti come ha fatto contro una Lazio in versione gita turistica. Una superiorità costante, a tratti un'autentica lezione di calcio, una velocità vertiginosa e la confezione di almeno sei palle gol, un paio sventate dalla bravura di Marchegiani e le altre sciupate a turno da Chiesa, Giandebiaggi, Sclosa e Milanese. La Lazio può soltanto consolarsi con un pareggio letteralmente scippato ma che le ha consentito di evitare la quarta sconfitta consecutiva in trasferta. E magari può anche dar retta al suo impareggiabile allenatore, che dalla panchina deve aver visto un'altra partita. "Nel primo tempo abbiamo comandato il gioco" è stato infatti lo stupefacente commento di Zeman, che il predominio della Cremonese, bontà sua, lo ha riconosciuto soltanto nell'ultima mezz'ora, allorché la Lazio era rimasta in dieci per un fallo da ultimo uomo di Bergodi su Giandebiaggi. In realtà, una parvenza di equilibrio in campo è durata una ventina di minuti. Il tempo necessario alla Cremonese per intuire che le assenze degli squalificati Verdelli e De Agostini e dell'infortunato Nicolini non erano poi così pesanti e che la Lazio attraversava uno di quei pomeriggi che hanno consolidato la sua fama di squadra nevrotica e discontinua. Se Pedroni era un decoroso "libero" d'emergenza, Dall'Igna e Garzya imbavagliavano facilmente Boksic e Rambaudi, il primo addirittura irritante nel defilarsi a sinistra e il secondo incapace di mettere insieme una giocata decente. Andava così a finire che l'unico attaccante della Lazio in grado di pungere fosse Casiraghi, contro il quale Gualco era talvolta in affanno. Per la Lazio le cose non andavano meglio a centrocampo, dove Winter era soltanto un fantasma e Di Matteo poco di più. Non ci fosse stato Fuser a tenere in piedi la baracca, probabilmente le sei palle gol costruite dalla Cremonese sarebbero diventate il doppio. Come se non bastasse, Simoni aveva preparato una mossa tattica che avrebbe finito per frastornare definitivamente una retroguardia che invulnerabile non lo è mai stata, sistemando Milanese (un marcantonio sul quale hanno già messo gli occhi Juve, Lazio, Fiorentina, Samp e Inter) sulla fascia sinistra col compito di arginare le incursioni di Negro e di appoggiare il veloce Florjancic e l'incontenibile Chiesa. Propiziate da Milanese, fioccavano le occasioni per la Cremonese, che colpiva anche la traversa (deviazione di Marchegiani sulla conclusione di Chiesa) e mandava a bersaglio Florjancic, pescato però in evidente fuorigioco. Niente da fare. Con pochi meriti e molta fortuna, sotto gli sguardi di Gascoigne, la Lazio evitava la nona sconfitta stagionale, aggrappandosi a un pareggio che la mantiene almeno in corsa per la zona Uefa.

Fonte: Corriere della Sera