Domenica 4 febbraio 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Avellino 0-0

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4 febbraio 1979 - 1990 - Campionato di Serie A 1978/79 - XVII giornata

LAZIO: Cacciatori, Ammoniaci, Martini, Wilson, Manfredonia, Cordova, De Stefanis (72' Viola), Agostinelli, Giordano, A.Lopez, Cantarutti. A disp.: Fantini, Tassotti. All. Lovati.

AVELLINO: Piotti, Reali, Romano (II), Boscolo, Cattaneo, Di Somma, Piga, Montesi, De Ponti, Lombardi (72' Tacchi), Tosetto. A disp.: Cavalieri, Massa. All. Marchesi.

Arbitro: Tonolini (Milano).

Note: giornata di sole, terreno in buone condizioni. Ammoniti Giordano, Montesi, Di Somma.

Spettatori: 40.000 circa (24.632 paganti). Incasso £. 147.000.000.

Una Lazio sotto tono, senza ritmo e senza idee, come ha riconosciuto lo stesso allenatore Lovati, si è fatta intrappolare facilmente da un abile Avellino che se avesse conquistato il successo pieno non avrebbe certo fatto gridare allo scandalo. La squadra di Marchesi è apparsa una delle realtà più interessanti nella zona di media classifica. Gli irpini hanno impostato una gara intelligente sfruttando una difesa attenta e tempestiva, un centrocampo mobile, valido nel filtro, pericoloso trampolino di lancio per il contropiede che ha tenuto costantemente in allarme i laziali. La compagine di Lovati ha svolto una mole di gioco superiore, ma è mancata clamorosamente sul piano della qualità.

Ancora una volta Giordano è venuto a trovarsi solo a combattere nell'area avversaria. Cantarutti, che avrebbe dovuto fargli da spalla, non è quasi mai riuscito ad entrare nel vivo della manovra offensiva. Anche De Stefanis, che, come mezza punta in sostituzione di D'Amico, era atteso in veste di suggeritore, ha giocato una partita da dimenticare. Il merito di frenare gli attacchi avversari è stato però anche dell'Avellino. Marchesi ha capito che bisognava marcare stretto Giordano per non correre rischi. Reali ha assolto in pieno il suo compito e per i biancoazzurri, in zona gol, è stata notte fonda.

Agostinelli, Cordova, Lopez hanno corso tanto ma sempre a vuoto. Inutili si sono rivelati anche gli inserimenti di Manfredonia e Martini. Gli attacchi venivano portati frontalmente controllati agevolmente dal «muro» avellinese. Tuttavia gli uomini di Marchesi non si sono limitati a difendersi. Tosetto e in particolare De Ponti, sorretti da vicino da un ottimo Lombardi, riuscivano spesso ad infilarsi con i loro rapidi contropiede negli ampi corridoi, creando grossi problemi alla retroguardia biancoazzurra.

Il primo tempo è filato quasi tutto ricalcando un tema scontato fin dai primi minuti: Lazio protesa in attacchi sconclusionati e Avellino ben organizzato dietro e pericolosissimo nei contrattacchi. L'unica emozione si è avuta al 30' quando il portiere Piotti, distendendosi in tuffo su un forte tiro di Lopez, deviava la palla sul palo. Ma al 42' Mario Piga, colto di sorpresa da un invitante pallone, non faceva in tempo a girarsi per spedire la sfera in gol.

Nella ripresa, la Lazio si svegliava, la sua manovra, anche se imprecisa nella geometria dei passaggi, appariva più autorevole sul piano dell'agonismo. Al 50' Piotti sventava in volo un gran tiro di Giordano. Il portiere si ripeteva respingendo un pericoloso rasoterra di Manfredonia, sganciatosi improvvisamente in avanti. Ma l'Avellino, pur compresso nella sua area, era sempre in agguato con il suo insidiosissimo contropiede. Al 58' falliva d'un soffio la marcatura per la bravura di Cacciatori il quale ricacciava dall'incrocio dei pali un magnifico colpo di testa, scagliato da De Ponti da corta distanza. L'offensiva biancoazzurra durava poco più di venti minuti. Poi i laziali tornavano a giocare sul mediocre standard del primo tempo.

L'inserimento di Viola, al posto dello spento De Stefanis, portava una nota di vivacità, però Marchesi con abile contromossa ammoniva i biancocelesti a non osare troppo. Il trainer irpino faceva entrare a sorpresa l'attaccante Tacchi al posto del centrocampista Lombardi. La scelta tattica otteneva lo scopo di alleggerire la pressione della Lazio che doveva guardarsi con maggiore attenzione dal contropiede avversario cresciuto di numero. Più tardi Marchesi ha confessato che con Tacchi sperava addirittura di portarsi via i due punti. Con un pizzico di convinzione in più, gli irpini avrebbero potuto riuscirci anche se occorre sottolineare che il risultato di parità è parso pienamente legittimato nel secondo tempo dai due episodi di maggior rilievo: ad un miracoloso salvataggio di Manfredonia, che precedeva De Ponti appostato davanti a Cacciatori, replicava successivamente Agostinelli, spedendo sopra la traversa da ottima posizione.

Fonte: La Stampa





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