Domenica 8 dicembre 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 1-0

Da LazioWiki.

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8 dicembre 1974 1832. Campionato di Serie A 1974/75 - IX giornata - inizio ore 14,30

LAZIO: Pulici, Ghedin, Martini, Wilson, Oddi, Nanni (46' Franzoni), Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, Badiani. (12 Moriggi, 13 Petrelli). All. Maestrelli.

BOLOGNA: Buso, Roversi, Cresci, Caporale, Bellugi, Maselli, Ghetti, Pecci, Savoldi (I), Massimelli, Brugnera (46' Colomba). (12 Adani, 14 Paris). All. Pesaola.

Arbitro: sig. Mascali di Desenzano.

Marcatori: 61' Franzoni.

Note: cielo coperto con lieve foschia, terreno leggermente allentato. Ammonito Roversi. Al 28' espulso Pecci per fallo su Ghedin. Angoli 12-3 per la Lazio. Sorteggio antidoping negativo.

Spettatori: 40.000 circa (18.242 paganti). Incasso £. 60.388.400.

Un'azione in area felsinea
Una spettacolare rovesciata di Chinaglia
Chinaglia e Maestrelli a fine gara (Telefoto AP)
Chinaglia esce dal campo
Il biglietto della gara

E' stata la vittoria della volontà. I campioni hanno « voluto » vincere e ci sono riusciti. L'uno a zero non indica a sufficienza il divario di gioco fra Lazio e Bologna, ma c'è da ricordare come il Bologna abbia giocato per più di un'ora con un uomo in meno, rischiando per di più una difesa assurda di fronte agli assalti inconsulti, ma continui del laziali. Prima dell'espulsione di Pecci si erano registrati un tiro a rete del bolognesi (Savoldi) con Pulici in evidente difficoltà, un incidente a Nanni che per uno scontro con Massimelli doveva uscire dal campo per rientrarvi dopo sei minuti, una ammonizione di Roversi per fallo ed anche un « palo » colpito da Garlaschelli su azione Re Cecconi-Chinaglia.

E si giungeva al 28'. Nanni era rientrato e pareva in buone condizioni. Attaccava ancora la Lazio ma su contropiede Pecci e Savoldi filavano verso Pulici. Ghedin affrontava fallosamente Pecci, che cadendo scalciava Ghedin in reazione. Era un gesto d'istinto, senza dubbio il primo fallo di Pecci in tutta la partita. Mascali alzava il cartellino rosso dell'espulsione. Decisione giusta? Si è trattato di giustizia sommaria. Certo Mascali aveva perdonato prima e doveva perdonare poi infrazioni assai più gravi. Senza Pecci, il Bologna ha chiuso ancora di più il suo gioco, lasciando l'iniziativa alla Lazio. Una Lazio ancora in crisi, ma armata di volontà, decisa a chiudere un capitolo triste.

Il batti e ribatti in area emiliana era continuo. Chinaglia controllato da Bellugi. non trovava spazio per il tiro. Garlaschelli sbagliava due gol a porta vuota, Imitato anche da Badiani. C'era da chiedersi dove era D'Amico. Il più giovane, ma anche il più fresco della comitiva. D'Amico era in tribuna, ufficialmente perché indisposto, praticamente perché giudicato inadatto alla gara. Il Bologna pareva frastornato. Buso inanellava errori ad errori. Al 41' usciva a vuoto, ma Garlaschelli sbagliava la mira, poco dopo ancora Buso si buttava in anticipo su un pallone che Badiani sbucciava come un principiante.

Nella ripresa due sostituzioni in entrambi gli schieramenti: Nanni, infortunato, lasciava il posto a Franzoni, Brugnera, il peggiore degli ospiti, era sostituito da Colomba. La Lazio insisteva nel forcing, ma commetteva gli stessi errori di prima faceva più confusione che gioco. Era un vero assalto, ma nessuno tirava in porta. Buso aveva lavoro facile, ma si dimostrava più sicuro di prima. Come attenuante il portiere bolognese potrà ricordare l'errata posizione della barriera difensiva, troppo arretrata rispetto a qualsiasi tattica preordinata. Era come se i tedeschi avessero costruito la linea Sigfrido alle porte di Berlino. Batti e ribatti la Lazio passava (61'). Frustalupi calciava una punizione sul lato sinistro della rete di Buso: la palla giungeva a Re Cecconi che la restituiva al compagno. Frustalupi azzeccava un passaggio dosato a Franzoni il quale tirava subito in gol. La palla, colpita con il collo del piede, percorreva una traiettoria rientrante, batteva sul palo sinistro e finiva in rete a destra. Un gol bellissimo e meritato. Il Bologna reagiva, ma i suoi assalti erano asfittici, mancavano del necessario respiro. Savoldi non era mai servito, Ghetti svolazzava a destra ed a sinistra, ma senza idee.

Così l'unica occasione da gol per il Bologna veniva all'85': Maselli centrava da destra. Wilson tentava l'aggancio obbligando Pulici ad una grande parata per evitare l'autogol ed il pareggio. Sarebbe stato enorme. La Lazio non è più la fresca squadra dello scorso anno, ma ha pienamente meritato di vincere. Non si è visto Frustalupi, o almeno si sono visti troppi suoi errori. Re Cecconi corre senza costruire, Badiani fa rimpiangere D'Amico. Così la Lazio con una difesa in difficoltà sui contropiede, ha palesato lacune anche a centrocampo e all'attacco. Chinaglia ha la fascia di capitano, ma la Lazio ora ha un capitano in più ed un goleador in meno. In 90 minuti, giocati prevalentemente all'attacco, Chinaglia non ha effettuato un solo tiro in porta. Perché ritrovare il « vero » Chinaglia rimane il compito più urgente di Maestrelli. Il Bologna si è lamentato dell'arbitro. Un po' a torto un po' con ragione. Pesaola era esasperato: « Non parlo per evitare guai. Ma se la Lazio deve uscire dalla crisi, lasciate che esca da sola ».

Sono parole pesanti. Tutti i giocatori hanno lamentato la severità di Mascali. Guarda caso sempre contro gli ospiti. Però l'impostazione tattica troppo chiusa, gli errori di Buso, l'abitudine dei difensori di effettuare rimandi corti, la scarsa consistenza tecnica di molti centrocampisti (non basta essere giovani per essere bravi) e la giornata grama di Savoldi e specialmente di Ghetti sono difetti che portano inesorabilmente alla sconfitta.

Fonte: La Stampa