Frustalupi Mario: differenze tra le versioni
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Nella provincia romagnola, Frustalupi sembra rinato per l'ennesima volta. |
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Gioca a livelli eccelsi, incantando le platee e divenendo un idolo anche per i tifosi bianconeri. |
Gioca a livelli eccelsi, incantando le platee e divenendo un idolo anche per i tifosi bianconeri. |
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Prima della gara di ritorno contro i biancazzurri è al centro di uno spiacevole [[L'indagine federale su Cesena Lazio 1975/76|episodio]] che per poco non costa caro alla Lazio. |
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Infatti i dirigenti biancazzurri, prima dell'incontro, ingenuamente vogliono saldare delle pendenze con lui ed [[Oddi Giancarlo|Oddi]] riguardanti le stagioni trascorse in biancazzurro. |
Infatti i dirigenti biancazzurri, prima dell'incontro, ingenuamente vogliono saldare delle pendenze con lui ed [[Oddi Giancarlo|Oddi]] riguardanti le stagioni trascorse in biancazzurro. |
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La faccenda viene scambiata per un tentativo di illecito e finisce sotto l'occhio del ciclone. |
La faccenda viene scambiata per un tentativo di illecito e finisce sotto l'occhio del ciclone. |
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Versione delle 22:12, 14 giu 2008
Biografia
Dai primi passi all'Inter


Nasce a Orvieto il 12 settembre 1942, da una famiglia numerosa composta da otto figli, cinque femmine e tre maschi. Comincia a giocare nella squadra della sua città, l’Orvietana. Tifoso interista, da piccolo si presenta ad un provino per la Lazio. Alla fine della prova l’allenatore Bernardini gli dice Ragazzo mio, tu non vai. Sei troppo piccolo, fragile. Ripassa, per favore. Frustalupi avrà modo di farlo ricredere più avanti, quando lo ritroverà come allenatore a Genova. Lo stesso gli dirà poco tempo dopo l’allenatore del Milan Gipo Viani. A sedici anni e mezzo, dopo un provino di venti minuti sul campetto di Cornigliano, viene invece preso dalla Sampdoria. Dopo tutta la trafila nel campionato Primavera e De Martino e dopo una parentesi nel 1962 all’Empoli in Serie C per farsi le ossa, nel 1963 torna sotto la Lanterna. Vince con la Sampdoria il Torneo di Viareggio, dove si mette in luce. Un mese dopo debutta in prima squadra contro il Torino, 4-2, segnando un goal. Gioca otto stagioni consecutive con la Sampdoria, in questo periodo conosce la moglie Carla mentre assiste ad una gara di sci. Nell'estate 1970 viene richiesto da Juventus, Milan e Inter: quest'ultima riesce ad aggiudicarselo. Con i nerazzurri, pur non essendo titolare fisso, vince subito lo scudetto e l'anno successivo arriva alla finale di Coppa dei Campioni, persa contro l'Ajax di Johan Cruijff. L'Inter nell'estate del 1972 lo cede alla Lazio in cambio di Massa e un conguaglio di 400 milioni di lire.
Alla corte di Maestrelli

Frustalupi arriva alla Lazio all'età di 32 anni, e al posto dell'idolo Massa, tanto basta per i tifosi, per accoglierlo freddamente. "E' vecchio"", ""verrà qui a svernare per poi attaccare gli scarpini al chiodo" dicono i sostenitori biancazzurri infuriati con il presidente Lenzini e per nulla convinti. L'unica cosa che piace ai sostenitori biancazzurri è il suo cognome, che nella rivalità cittadina è tutto un programma. Dopo il ritiro a Pievepelago va ad alloggiare temporaneamente alla pensione "Paiesello" ai parioli. La nuova squadra non gira, lui gioca male e non si adatta ai nuovi schemi scontrandosi spesso con Re Cecconi a centrocampo. Le prestazioni in Coppa Italia aumentano le critiche, e anche l'allenatore è messo in discussione ed a rischio esonero. Frustalupi non lega con nessun clan, va avanti per la sua strada cercando di uscire dal tunnel prima dell'inizio del campionato. Intelligentemente, Maestrelli opera alcune modifiche, arretrando Re Cecconi, e dando la regia a lui, e la Lazio comincia a giocare alla grande affrontando le grandi da pari a pari. Il campionato 1972/73 vede i biancazzurri giocare un calcio divino e letale per le avversarie. I biancazzurri vanno addirittura in testa, e dopo un piccolo calo nella parte centrale del campionato, infila otto vittorie consecutive. Frustalupi è sempre tra i migliori, non salta una gara ed è addirittura osservato per la Nazionale, anchese chiuso da mostri sacri come Mazzola e Rivera. Bernardini, futuro C.T. della Nazionale, disse: “…Frustalupi è un giocatore che usa piedi e cervello o meglio cervello e piedi, e che quindi non deve faticare tanto a giocare, perché è intelligente”. La Lazio sfiora lo scudetto, perduto negli ultimi minuti dell' ultima giornata di campionato. Frustalupi è ormai un idolo dei tifosi conquistato grazie alla serietà e alla visione di gioco che in campo illumina la squadra. Segna anche 2 reti. L'anno seguente, quando tutti non davano i biancazzurri tra i favoriti, la Lazio conquista il suo primo scudetto. Frustalupi è la mente del gioco della squadra, trascina alla vittoria i biancazzurri i molti occasioni. E' sempre presente, ed esce dal campo ogni volta esausto dopo aver dato tutto nella gara. Diviene campione d'Italia da grande protagonista ad un'età dove molti suoi colleghi hanno già da tempo preso il viale del tramonto. Mario Corso dopo lo scudetto: “Quando Frustalupi venne ingaggiato dalla Lazio, io ho sostenuto che quello sarebbe stato, a lungo andare, il più importante colpo del mercato. Adesso credo che siano tutti a darmi ragione. Ma io non sono un indovino, sono uno che il calcio lo conosce abbastanza per poter definire Frustalupi un campione”. L'anno seguente, la Lazio, dopo una iniziale partenza lanciata, si perde, anche per via della malattia dell'allenatore che sconvolge gli equilibri della squadra. Lenzini, mal consigliato, prese l'allenatore Corsini che l'obbligò a stravolgere la squadra dandogli il bensevito, perchè ritenuto ormai spremuto.
Dalla Lazio al Cesena

Frustalupi va al Cesena, una provinciale al suo secondo anno nella massima serie, in cambio di Ammoniaci e Brignani. Una decisione decisamente contrastata da Maestrelli ed un grosso errore che costerà caro alla Lazio e farà la fortuna del Cesena. Grazie proprio a Frustalupi, Cera e Rognoni ed all'allenatore Marchioro, il Cesena si piazza al 6° posto, conquistando così una storica qualificazione in Coppa UEFA. La Lazio invece riuscirà a salvarsi soltanto all'ultima giornata di campionato. Nella provincia romagnola, Frustalupi sembra rinato per l'ennesima volta. Gioca a livelli eccelsi, incantando le platee e divenendo un idolo anche per i tifosi bianconeri. Prima della gara di ritorno contro i biancazzurri è al centro di uno spiacevole episodio che per poco non costa caro alla Lazio. Infatti i dirigenti biancazzurri, prima dell'incontro, ingenuamente vogliono saldare delle pendenze con lui ed Oddi riguardanti le stagioni trascorse in biancazzurro. La faccenda viene scambiata per un tentativo di illecito e finisce sotto l'occhio del ciclone. Fortunatamente la Procura Federale capisce che si trattava solo di soldi arretrati e assolve tutti, ma la leggerezza poteva costare il deferimento al giocatore e la retrocessione a tavolino ai Laziali. Purtroppo nella stagione 1976/77 il miracolo non si ripete e i romagnoli retrocedono tra i cadetti fanalino di coda della classifica.
Gli ultimi anni e la prematura scomparsa


Il Cesena decide di cederlo nell'ottobre del 1977 alla Pistoiese. Con gli arancioni, alla terza stagione, conquista la prima storica promozione in serie A per i toscani. E così il vecchio "Frusta" si ritrova a 37 anni, da capitano a giocare in Serie A la stagione 1980/81. La squadra retrocede subito, ma lui è sempre tra i migliori in campo. Terminata la carriera lavorò nella società toscana come dirigente e osservatore. Il 14 aprile 1990, mentre raggiungeva la famiglia in vacanza per la Pasqua, perse la vita in un tragico incidente stradale presso Ovada. Assieme a lui perirono altre persone coinvolte nell'incidente. Ci vollero ore per estrarlo dalle lamiere della sua auto andata in fiamme dopo l'urto. Fu un trauma per tutti i suoi amici e compagni di carriera che lo avevano sempre stimato ed apprezzato. Un'altro pezzo di quella Lazio del primo scudetto, che se ne andava come in una maledizione.