Re Cecconi Luciano: differenze tra le versioni
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==Biografia |
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Luciano Re Cecconi nasce a Nerviano (MI) il [[1 dicembre]] [[1948]] in una famiglia numerosa e povera. |
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Il padre Alfredo lavora come operaio e la madre Cecilia è una casalinga che alleva con dignità i suoi quattro figli. Il suo cognome originario è Cecconi e il "Re" davanti fu dono di Vittorio Emanuele II che volle sdebitarsi con gli abitanti di Nerviano che lo accolsero con tutti gli onori. Il Re concedette così la possibilità di aggiungere al cognome proprio la parola reale per manifestare la fedeltà alla Corona. |
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[[image:cecco3.jpg|left|thumb|170px|Luciano Re Cecconi]] |
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[[image:cecco1.jpg|right|thumb|Ai tempi della Pro Patria (1967)]] |
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[[image:cecco2.jpg|left|thumb|170px|Con la maglia del Foggia]] |
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[[image:cecco7071.jpg|left|170px|thumb|Re Cecconi in azione (1970)]] |
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[[image:cecco22.jpg|left|thumb|170px|La rete al Milan]] |
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[[image:cecco21.jpg|left|thumb|170px|In azione a Verona]] |
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[[image:cecco41.jpg|left|thumb|170px|il giorno del trionfo]] |
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[[image:cecco42.jpg|left|thumb|170px|Estate 1974 a Pievepelago]] |
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[[image:cecco15.jpg|left|thumb|170px|Con lo scudetto sul petto]] |
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[[image:Re Cecconi nazionale.jpg|left|thumb|170px|In maglia azzurra]] |
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[[image:cecco6.jpg|left|thumb|170px|Il Messaggero scrive della tragedia]] |
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[[image:cecco8.jpg|left|thumb|170px|Il giorno dei funerali]] |
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[[image:Vianitti.jpg|left|thumb|170px|In Via Nitti, in luogo del negozio di Ottica, vi era la gioielleria in cui avvenne la tragedia]] |
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===La giovinezza e i primi passi da calciatore=== |
===La giovinezza e i primi passi da calciatore=== |
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[[image:cecco1.jpg|left|thumb|150px|Ai tempi della Pro Patria 1967]] |
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L'infanzia di Luciano è fatta di scuola al mattino e di lavoro al pomeriggio. Servono soldi in casa e lui inizia presto a guadagnare qualcosa prima come calzolaio, poi come garzone in un negozio di frutta e verdura ed infine come meccanico. |
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Luciano Re Cecconi, nasce a Nerviano (Mi) il [[1 Dicembre]] [[1948]] in una famiglia numerosa e povera. |
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Il padre Alfredo lavora come operaio, e la madre Cecilia è una casalinga che alleva con dignità i suoi quattro figli. |
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Con le macchine se la cava bene e si costruisce una Fiat 500 praticamente partendo dalla sola scocca. Ma il calcio è la sua vera passione ed appena il tempo glielo concede va a giocare nell'Aurora Cantalupo, sua prima squadra, in prima categoria. Si alza alle quattro del mattino per andare al lavoro ed alle 15.00 eccolo in campo. |
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Il suo cognome originario è Cecconi, e il "Re" davanti fu dono di Vittorio Emanuele II, che volle sdebitarsi con gli abitanti di Nerviano, che lo accolsero con tutti gli onori, e quindi concedette loro la possibilità di aggiungere al cognome proprio la parola reale per manifestare la fedeltà alla Corona. |
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L'infanzia di Luciano è fatta di scuola, al mattino, e di lavoro al pomeriggio. |
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Viene notato da alcuni osservatori per la sua corsa senza mai sosta. Nel [[1965]] arriva un'offerta dalla [[Pro Patria]] e Luciano accetta di giocare con la gloriosa squadra di Busto Arsizio con la speranza che le porte del calcio si aprano anche per lui. Deve attendere la stagione [[1967/68]] per esordire in [[Serie C]], e in quella stagione colleziona solo 3 presenze, ma il suo contributo in campo è sempre di alto livello. |
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Servono soldi in casa, e lui inizia presto a guadagnare come calzolaio prima, poi in un negozio di frutta e verdura come garzone, ed infine come meccanico. |
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Con le macchine se la cava bene e si costruisce una Fiat 500 praticamente partendo dalla sola scocca. |
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La stagione seguente diventa titolare e ottiene 33 presenze su 38 e, grazie al suo contributo, riesce ad ottenere un decoroso 13° posto con la sua squadra. Conosce anche una ragazza, Cesarina, che diventerà sua moglie. |
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Ma il calcio è la sua vera passione e appena il tempo glielo concede va a giocare nell'Aurora Cantalupo, sua prima squadretta, in prima categoria. |
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La squadra di Busto Arsizio non se la passa economicamente bene e deve vendere i suoi giocatori migliori scontentando i propri tifosi. Luciano è stato notato dal [[Us Foggia|Foggia]] allenato da [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] e le due società si accordano per il trasferimento che Re Cecconi accetta con non poche perplessità, anche se l'avventura in [[Serie B]] lo entusiasma. |
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Si alza alle 4 del mattino per andare al lavoro, e alle 15.00 eccolo in campo. |
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Viene notato da alcuni osservatori per la sua corsa senza mai fermarsi. |
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Nel [[1965]] arriva un'offerta dalla [[Pro Patria]], e Luciano accetta di giocare con la gloriosa squadra di Busto Arsizio, con la speranza che le porte del calcio si aprano anche per lui. |
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Deve attendere la stagione [[1967/68]] per esordire in [[Serie C]] e in quella stagione colleziona solo 3 presenze, ma il suo contributo in campo è sempre di alto livello. |
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La stagione seguente diventa titolare e ottiene 33 presenze su 38 e grazie al suo contributo riesce ad ottenere un decoroso 13° posto con la sua squadra. |
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Conosce anche una ragazza, Cesarina, che diventerà sua moglie. |
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La squadra di Busto Arsizio non se la passa economicamente bene, e deve vendere i suoi giocatori migliori, scontentando i suoi tifosi. |
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Luciano è stato notato dal [[Us Foggia|Foggia]] allenato da [[Maestrelli Luciano|Maestrelli]], e le due società si accordano per il trasferimento, che Re Cecconi accetta con non poche perplessità,anche se l'avventura in [[Serie B]] lo entusiasma. |
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===Dalla Pro Patria al Foggia=== |
===Dalla Pro Patria al Foggia=== |
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[[image:cecco2.jpg|left|thumb|150px|Con la maglia del Foggia]] |
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[[image:cecco7071.jpg|right|150px|thumb|Re Cecconi in azione 1970]] |
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Con molta umiltà, Re Cecconi si allena e con la maglia rossonera dei pugliesi colleziona 14 presenze nella stagione [[1969/70]] che vede la promozione in [[Serie A]]. |
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Maestrelli lo sprona sempre a fare meglio e Luciano lo segue con fiducia. |
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Si allena entrando in campo per primo e uscendo per ultimo. |
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Maestrelli ogni tanto gli affida i suoi gemellini [[Maestrelli Massimo|Massimo]] e [[Maestrelli Maurizio|Maurizio]] che lui porta al cinema o ad un vicino parco di divertimenti per bimbi. |
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Per Luciano si aprono le porte della prima squadra da titolare ed in [[Serie A]]. Il [[4 Ottobre]] [[1970]] avviene il suo esordio nella massima serie in Foggia-Milan 1-1. |
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Re Cecconi colleziona 26 presenze ed una rete,segnata alla Lazio nella partita di andata vinta per 5-2, ma il Foggia pur giocando un ottimo calcio, retrocede in [[Serie B]] per differenza reti. |
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Maestrelli, che lo aveva valorizzato, se ne va alla Lazio mentre lui rimane al Foggia per giocare la terza stagione in rossonero. |
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Una stagione amara di soddisfazioni, perchè la squadra chiude al 9°posto, ma su di lui si sono posati gli occhi di diverse squadre tra cui il [[AC Torino|Torino]] e la Lazio che grazie al suo allenatore [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] è tornata in A. |
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Con molta umiltà Re Cecconi si allena e con la maglia rossonera dei pugliesi colleziona 14 presenze nella stagione [[1969/70]] che vede la promozione dei satanelli in [[Serie A]]. [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] lo sprona sempre a fare meglio e Luciano lo segue con fiducia, entrando in campo per primo e uscendo per ultimo durante gli allenamenti. |
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===L'Arrivo alla Lazio=== |
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[[image:cecco3.jpg|left|thumb|200px|In maglia biancazzurra nel 1973]] |
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[[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] ogni tanto gli affida i suoi gemellini [[Maestrelli Massimo|Massimo]] e [[Maestrelli Maurizio|Maurizio]] che lui porta al cinema o ad un vicino parco di divertimenti per bimbi. |
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Per avere Re Cecconi alla Lazio, Maestrelli, costringe [[Lenzini Umberto|Lenzini]] a fare una superofferta, per sbaragliare la concorrenza e costringe un dirigente ad andare in Puglia per far firmare il contratto al presidente dei satanelli Fesce, che è ammalato. |
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Per Luciano si aprono le porte della prima squadra da titolare in [[Serie A]]. Il [[4 ottobre]] [[1970]] avviene il suo esordio nella massima serie in Foggia-Milan 1-1. |
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Dopo un anno di distanza Re Cecconi ritrova l'allenatore che più di tutti lo ha valorizzato ed apprezzato. |
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[[image:cecco21.jpg|right|thumb|200px|In azione a Verona]] |
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Re Cecconi colleziona 26 presenze ed una rete segnata alla Lazio nella partita di andata vinta per 5-2, ma il Foggia, pur giocando un ottimo calcio, retrocede in [[Serie B]] per differenza reti. [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]], che lo aveva valorizzato, se ne va alla Lazio mentre lui rimane al Foggia per giocare la terza stagione in rossonero. Sarà una stagione amara di soddisfazioni perchè la squadra chiude al 9° posto ma su di lui si sono posati gli occhi di diverse squadre tra cui il [[AC Torino|Torino]] e la Lazio che, grazie al suo allenatore [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]], è tornata in [[Serie A]]. |
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Luciano, prende alloggio alla pensione "Paisiello" ai Parioli, assieme a [[Pulici Felice|Pulici]] ed a altri giocatori appena acquistati. |
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Nella Lazio ritrova anche un compagno d'armi, con cui aveva legato fortemente e con cui era rimasto in contatto: [[Martini Luigi|Martini]]; inevitabile la felicità di ritrovarsi nella stessa squadra. |
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===L'arrivo alla Lazio=== |
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Gli inizi alla Lazio sono tutt'altro che facili, perchè la squadra non gira e lui stesso si trova spaesato con compagni dai caratteri difficili da contenere. |
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In [[Coppa Italia]] la squadra naufraga, sconfitta da squadre di [[Serie B]] e addirittura dal [[Brindisi** che militava 3 mesi prima nella [[Serie C]]. |
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Per avere Re Cecconi alla Lazio, [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] costringe [[Lenzini Umberto|Lenzini]] a fare una super-offerta per sbaragliare la concorrenza e costringe un dirigente ad andare in Puglia per far firmare il contratto al presidente dei satanelli Fesce che è ammalato. |
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I tifosi rumoreggiavano prendendosela con lui, Pulici e altri neo acquisti non ritenuti all'altezza della massima serie, ma Maestrelli gli fece coraggio e gli consigliò di non preoccuparsi. |
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Il calendario aveva riservato alla Lazio un inizio "impossibile", ma già alla prima giornata contro l'[[Inter FC|Inter]], la musica cambiò e i nerazzurri furono molto fortunati a portare a casa un pareggio. |
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Dopo un anno di distanza Re Cecconi ritrova l'allenatore che più di tutti lo ha valorizzato ed apprezzato. Luciano prende alloggio alla pensione "Paisiello" ai Parioli assieme a [[Pulici Felice|Pulici]] ed a altri giocatori appena acquistati. Nella Lazio ritrova anche un compagno d'armi con cui aveva legato fortemente e con cui era rimasto in contatto: [[Martini Luigi|Luigi Martini]]. Inevitabile la felicità di ritrovarsi nella stessa squadra. |
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Re Cecconi fu il migliore in campo, con le sue discese e sfiorando anche la rete. |
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La Lazio era trasformata e Luciano pure; sfornava partite superbe e faceva volare la squadra in testa al campionato, cosa che non succedeva dal [[1936/37]]. |
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Gli inizi alla Lazio sono tutt'altro che facili perchè la squadra non gira e lui stesso si trova spaesato con compagni dai caratteri difficili da contenere. In [[Coppa Italia]] la squadra naufraga, sconfitta da squadre di [[Serie B]] e addirittura dal [[Brindisi]] che militava 3 mesi prima nella [[Serie C]]. I tifosi rumoreggiavano prendendosela con lui, [[Pulici Felice|Pulici]] e altri neo acquisti non ritenuti all'altezza della massima serie, ma [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] gli fece coraggio e gli consigliò di non preoccuparsi. |
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I tifosi cominciavano a chiamarlo [[Cecco]] o Cecconetzer, in onore del campione della Germania Ovest. |
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La sua bionda chioma spaziava per tutto il campo e neanche gli infortuni sembravano fermarlo. |
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Il calendario aveva riservato alla Lazio un inizio "impossibile", ma già alla prima giornata contro l'[[Internazionale FC|Inter]] la musica cambiò e i nerazzurri furono molto fortunati a portare a casa un pareggio. Re Cecconi fu il migliore in campo con le sue discese e sfiorando anche la rete. La Lazio era trasformata e Luciano pure. Sfornava partite superbe e faceva volare la squadra in testa al campionato, cosa che non succedeva dal [[1936/37]]. |
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Veniva convocato nella Lega Nazionale Italiana (una partita) e nella nazionale Under 23, all'epoca l'anticamera della nazionale maggiore, giocando 2 gare. |
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La Lazio volava in campo e batteva gli avversari senza remore. |
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I tifosi cominciavano a chiamarlo [[Cecco]] o "Cecconetzer", in onore del campione della Germania Ovest. La sua bionda chioma spaziava per tutto il campo e neanche gli infortuni sembravano fermarlo. Veniva convocato nella Lega Nazionale Italiana (una partita) e nella nazionale Under 23, all'epoca l'anticamera della nazionale maggiore, giocando 2 gare. |
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A [[Tor Di Quinto]] intanto si erano create delle rivalità e la squadra era spaccata in clan e Lui era con l'inseparabile Martini, che lo stava anche spingendo a fare del paracadutismo. |
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Dall'altra parte [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] e capitan [[Wilson Giuseppe|Wilson]] che non si lasciavano scappare l'occasione per stuzzicarlo. |
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La Lazio volava in campo e batteva gli avversari senza remore. A [[Centro Sportivo Tor di Quinto-Tommaso Maestrelli|Tor Di Quinto]] intanto si erano create delle rivalità e la squadra era spaccata in clan e lui era con l'inseparabile [[Martini Luigi|Martini]] che lo stava anche spingendo a fare del paracadutismo. Dall'altra parte [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] e capitan [[Wilson Giuseppe|Wilson]] che non si lasciavano scappare l'occasione per stuzzicarlo. |
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Ma in campo si era un sol uomo e la Lazio a 90° minuti dalla fine lotta per vincere lo [[Scudetto]]. |
Ma in campo si era un sol uomo e la Lazio a 90° minuti dalla fine lotta per vincere lo [[Scudetto]]. |
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A [[Domenica 20 maggio 1973 - Napoli, stadio San Paolo - Napoli-Lazio 1-0|Napoli]] però va tutto storto e all'ultimo minuto svaniscono i sogni di gloria. |
A [[Domenica 20 maggio 1973 - Napoli, stadio San Paolo - Napoli-Lazio 1-0|Napoli]], però, va tutto storto e all'ultimo minuto svaniscono i sogni di gloria. Luciano forse sente troppo la tensione e non gioca bene e negli spogliatoi ha una crisi di pianto. |
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Luciano forse sente troppo la tensione e non gioca bene e negli spogliatoi ha una crisi di pianto. |
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===Campione d'Italia=== |
===Campione d'Italia=== |
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[[image:cecco22.jpg|left|thumb|200px|La rete al Milan]][[image:cecco41.jpg|right|thumb|200px|il giorno del trionfo]] |
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Dopo le vacanze estive, Re Cecconi si ritrova con tutta la squadra nel ritiro di [[Pievepelago]] per preparare la stagione [[1973/74]]. |
Dopo le vacanze estive, Re Cecconi si ritrova con tutta la squadra nel ritiro di [[Pievepelago]] per preparare la stagione [[1973/74]]. La voglia di riscatto dalla cocente delusione della stagione appena conclusa è enorme e la squadra si compatta anche se rimangono i clan interni con le loro piccole ripicche e lotte intestine che la Domenica magicamente scompaiono. |
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La voglia di riscatto dalla cocente delusione della stagione appena conclusa è enorme e la squadra si compatta anche se rimangono i clan interni con le loro piccole ripicche e lotte intestine che la Domenica magicamente scompaiono. |
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Stavolta la [[Coppa Italia]] è più tranquilla e la qualificazione al turno successivo avviene facilmente. |
Stavolta la [[Coppa Italia]] è più tranquilla e la qualificazione al turno successivo avviene facilmente. |
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Il campionato inizia alla grande per Re Cecconi che va a segno alla prima giornata a [[Domenica 7 ottobre 1973 - Vicenza, Stadio Romeo Menti - L.R. Vicenza-Lazio 0-3|Vicenza]] in una gara vinta 3-0. |
Il campionato inizia alla grande per Re Cecconi che va a segno alla prima giornata a [[Domenica 7 ottobre 1973 - Vicenza, Stadio Romeo Menti - L.R. Vicenza-Lazio 0-3|Vicenza]] in una gara vinta 3-0. |
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Sembra un'altra cavalcata trionfale ma presto la squadra perde punti preziosi. Già a Natale, però, riprende la testa della classifica. |
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Poi arriva la gara contro il [[30 dicembre 1973 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 1-0|Milan]] il [[30 |
Sembra un'altra cavalcata trionfale ma presto la squadra perde punti preziosi. Già a Natale, però, riprende la testa della classifica. Poi arriva la gara contro il [[30 dicembre 1973 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Milan 1-0|Milan]] il [[30 dicembre]] [[1973]], attesa da oltre 80.000 tifosi bagnati ed infreddoliti in una giornata di pioggia battente. La Lazio attacca, gioca bene, ma non passa. Al 90° è proprio Re Cecconi su passaggio di [[Frustalupi Mario|Frustalupi]] a segnare e a correre pazzo di gioia sotto la tribuna Monte Mario, tra l'ovazione dei tifosi che lanciano persino alcuni ombrelli in campo in una bolgia indescrivibile. |
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La Lazio attacca, gioca bene, ma non passa. |
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La Lazio vince e questa partita passerà alla storia come una delle più importanti di quella stagione. Re Cecconi è sugli scudi, euforico e galvanizzato da questa importante rete, ma la sfortuna è li ad attenderlo. Infatti contro il [[Domenica 13 gennaio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Torino 0-1|Torino]] il [[13 gennaio]] [[1974]] s'infortuna gravemente al ginocchio e deve restare fermo 4 settimane. |
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Al 90° è proprio Re Cecconi su passaggio di [[Frustalupi Mario|Frustalupi]] a segnare e a correre pazzo di gioia sotto la tribuna Monte Mario, tra l'ovazione dei tifosi che lanciano persino alcuni ombrelli in campo in una bolgia indescrivibile. |
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La Lazio vince e questa partita passerà alla storia come una delle più importanti di quella stagione. |
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Purtroppo una nuova ricaduta lo tiene fuori per oltre 2 mesi e alla fine perderà 8 gare del campionato dove, però, la Lazio va bene, guadagna punti, e non soffre la sua assenza. Rientra in squadra a Milano dove la squadra perde con l'[[Domenica 17 marzo 1974 - Milano, stadio San Siro - Inter-Lazio 3-1|Inter]] e [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] ne chiede l'esclusione ma [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]], con fermezza, dirime la situazione e Luciano torna a giocare ai suoi livelli contribuendo non poco alla conquista dello [[Scudetto]] che avviene proprio contro la sua ex squadra: il [[Domenica 12 maggio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 1-0|Foggia]]. |
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[[image:cecco42.jpg|right|thumb|150px|Estate 1974, a Pievepelago]] |
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Re Cecconi è sugli scudi, euforico e galvanizzato da questa importante rete, ma la sfortuna è li ad attenderlo. |
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La gara è spigolosa ma alla fine la Lazio vince il suo primo [[Scudetto]] e Luciano viene bloccato dall'invasione festosa dei tifosi. Rientra a fatica negli spogliatoi solo con le mutande, un calzettone ed uno scarpino. Per lui la stagione trionfale continua con la convocazione per i [[X^ Coppa del Mondo - Germania Ovest 1974|Mondiali di Germania]] ma con la Nazionale non avrà molta fortuna. I laziali convocati sono solo tre, [[Oddi Giancarlo|Oddi]] e [[Pulici Felice|Pulici]] vengono esclusi, [[Martini Luigi|Martini]] è fuorigioco per un infortunio. |
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Infatti contro il [[Domenica 13 gennaio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Torino 0-1|Torino]] il [[13 Gennaio]] [[1974]] s'infortuna gravemente al ginocchio e deve restare fermo 4 settimane. |
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Purtroppo una nuova ricaduta lo tiene fuori per oltre 2 mesi e alla fine perderà 8 gare del campionato dove, però, la Lazio va bene, guadagna punti, e non soffre la sua assenza. |
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Luciano non le manda a dire e critica apertamente i "Senatori" che sono ostili nei riguardi dei cosidetti "meridionali". Pur facendo parte del "clan rivale" nella Lazio, non esita a difendere [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] dopo il gestaccio a [[Valcareggi Ferruccio|Valcareggi]] e con [[Wilson Giuseppe|Wilson]] e il napoletano Juliano contesta le decisioni del C.T. della Nazionale. Soffre in panchina e vede l'eliminazione dell'[[Nazionale Italiana|Italia]] da parte della Polonia. |
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Rientra in squadra a Milano, dove la squadra perde con l'[[Domenica 17 marzo 1974 - Milano, stadio San Siro - Inter-Lazio 3-1|Inter]], e [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] ne chiede l'esclusione, ma [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] con fermezza dirime la situazione e Luciano torna a giocare ai suoi livelli contribuendo non poco alla conquista dello scudetto che avviene proprio contro la sua ex Squadra: il [[Domenica 12 maggio 1974 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 1-0|Foggia]]. |
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La gara è spigolosa, ma alla fine la Lazio vince il suo primo [[Scudetto]], e Luciano viene bloccato dall'invasione festosa dei tifosi. |
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Finiti i Mondiali torna a casa per godersi il meritato riposo dopo un campionato esaltante ma massacrante e dopo che la Lazio aveva rifiutato un'offerta del Torino che l'avrebbe ricoperta d'oro pur di averlo in granata. |
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Rientra a fatica negli spogliatoi solo con le mutande, un calzettone e uno scarpino. |
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Per Lui, la stagione trionfale continua con la convocazione per i [[X^ Coppa del Mondo - Germania Ovest 1974|Mondiali di Germania]], ma con la Nazionale non avrà molta fortuna. |
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I Laziali convocati sono solo 3, [[Oddi Giancarlo|Oddi]] e [[Pulici Felice|Pulici]] vengono esclusi, [[Martini Luigi|Martini]] è fuorigioco per un infortunio. |
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Luciano non le manda a dire e critica apertamente i "Senatori" che sono ostili nei riguardi dei cosidetti "meridionali". |
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Pur facendo parte del "clan rivale" nella Lazio, non esita a difendere [[Chinaglia Giorgio|Chinaglia]] dopo il gestaccio a [[Valcareggi Ferruccio|Valcareggi]], e con [[Wilson Giuseppe|Wilson]] e il napoletano Juliano, contesta le decisioni del C.T. della Nazionale. |
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Soffre in panchina e vede l'eliminazione dell'[[Nazionale Italiana|Italia]] da parte della Polonia. Finiti i Mondiali torna a casa per godersi il meritato riposo dopo un campionato esaltante ma massacrante e dopo che la Lazio aveva rifiutato un'offerta del Torino che l'avrebbe ricoperta d'oro pur di averlo in granata. |
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===Anni difficili=== |
===Anni difficili=== |
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[[image:cecco15.jpg|right|thumb|200px|Con lo scudetto sul petto]] |
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La stagione [[1974/75]] sembrava ricalcare quella precedente |
La stagione [[1974/75]] sembrava ricalcare quella precedente con la Lazio in testa a lottare per vincere un nuovo [[Scudetto]] ma, ad un certo punto, qualcosa s'inceppò e si cominciarono a perdere punti preziosi fino ad allonatanarsi irrimediabilmente dalle posizioni di vertice. Per Re Cecconi arriva comunque l'esordio in Nazionale il [[28 settembre]] [[1974]] in una gara persa 1-0 a Belgrado contro la Jugoslavia. |
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Per Re Cecconi, arriva comunque, l'esordio in Nazionale il [[28 Settembre]] [[1974]] in una gara persa 1-0 a Belgrado contro la Jugoslavia. |
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Lo aveva convocato il neo C.T. [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] che lo aveva sempre ammirato. Inoltre assieme all'inseparabile compagno [[Martini Luigi|Martini]] inizia a praticare il lancio con il paracadute. E' un modo di mettersi alla prova e vincere le paure ma Re Cecconi, anche se non lo dimostra, un pò di timore a lanciarsi da un aereo in quota ce l'ha. Un pomeriggio, assieme a [[Martini Luigi|Martini]], si lanciano sopra [[Centro Sportivo Tor di Quinto-Tommaso Maestrelli|Tor Di Quinto]] e atterrano al centro del campo tra lo sguardo attonito di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] che non sa se piangere o chiamare il manicomio per farli rinchiudere. |
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Lo aveva convocato il neo C.T. [[Bernardini Fulvio|Bernardini]] che lo aveva sempre ammirato. |
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Inoltre assieme all'inseparabile compagno [[Martini Luigi|Martini]] inizia a praticare il lancio con il paracadute. |
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Nel Marzo [[1975]] arriva intanto la doccia fredda della malattia dell'allenatore. Anche Re Cecconi viene messo al corrente delle condizioni estremamente gravi di [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] e scoppia in un pianto a dirotto. Non passa giorno che non vada in clinica a trovarlo o a prendersi cura dei gemellini. La stagione finisce con un onorevole 4° posto e con la consapevolezza che senza l'amato allenatore non sarà più come prima. |
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[[image:Re Cecconi nazionale.jpg|left|thumb|150px|In maglia azzurra]] |
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E' un modo di mettersi alla prova e vincere le paure, ma Re Cecconi, anche se non lo dimostra, un pò di timore a lanciarsi da un aereo in quota ce l'ha. |
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Neanche a lui piace il nuovo allenatore [[Corsini Giulio|Corsini]] e guarda perplesso lo smembramento della squadra che aveva vinto lo [[Scudetto]]. Solo con il ritorno clamoroso di un [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] sofferente in panchina, la Lazio riesce a salvarsi dopo un'annata disastrosa che coinvolge un pò tutti, lui compreso. |
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Un pomeriggio, assieme a Martini, si lanciano sopra [[Tor Di Quinto]] e atterrano al centro campo, tra lo sguardo attonito di Maestrelli che non sa se piangere o chiamare il manicomio e farli rinchiudere. |
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Nel Marzo [[1975]] arriva, intanto la doccia fredda della malattia di Maestrelli. |
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[[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] lascia, ormai provato dalla malattia che lo sta divorando, ed al suo posto arriva [[Vinicio (Luís Vinícius de Menezes)|Luis Vinicio]] e Re Cecconi sembra trovare nuovo entusiasmo anche se la mente è sempre rivolta al suo vecchio allenatore. La nuova stagione sembra iniziare bene per lui che segna una [[Domenica 3 ottobre 1976 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 2-3|magnifica rete]] alla [[Juventus FC|Juventus]] nella 1^ di campionato che vede i biancazzurri uscire sconfitti con onore per 3-2. |
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Anche Re Cecconi viene messo al corrente delle condizioni estremamente gravi dell'allenatore e scoppia in un pianto dirotto. |
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Non passa giorno che non vada in clinica a trovarlo o a prendersi cura dei gemellini. |
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Poi il [[24 ottobre]] il ginocchio cede durante la gara con il [[24 ottobre 1976 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 3-0|Bologna]] e la diagnosi è di almeno tre mesi di convalescenza. Un duro colpo per uno come Re Cecconi abituato a lottare in campo e non a guardare gli altri giocare. Passano i mesi ed inizia la rieducazione. A Febbraio dovrebbe essere di nuovo in campo ma intanto il [[2 dicembre]] [[1976]] muore [[Maestrelli Tommaso|Maestrelli]] ed ai funerali è uno di quei ragazzi che lo portano a spalla fuori dalla chiesa davanti a oltre 20.000 tifosi e piange come un bambino. |
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La stagione finisce con un onorevole 4° posto e con la colsapevolezza che senza l'amato allenatore non sarà più come prima. |
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Neanche a lui piace il nuovo allenatore [[Corsini Giulio|Corsini]] e guarda perplesso lo smembramento della squadra scudetto. |
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Solo con il ritorno clamoroso di un Maestrelli sofferente in panchina, la Lazio riesce a salvarsi dopo un'annata disastrosa che coinvolge un pò tutti, Lui compreso. |
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Maestrelli lascia,ormai provato dalla malattia che lo sta divorando e al suo posto arriva [[Vinicio Luis de Menezes|Vinicio]] e Re Cecconi sembra trovare nuovo entusiasmo, anche se la mente è sempre rivolta al suo vecchio allenatore. |
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La nuova stagione sembra iniziare bene per Lui che segna una magnifica rete alla [[3 ottobre 1976 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 2-3|Juventus]] nella 1^ di campionato che vede i biancazzurri uscire sconfitti con onore per 3-2. |
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Poi il 24 Ottobre il ginocchio cede durante la gara col [[24 ottobre 1976 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Bologna 3-0|Bologna]] e la diagnosi è di almeno 3 mesi di convalescenza. |
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Un duro colpo per uno come Re Cecconi abituato a lottare in campo e non a guardare gli altri giocare. |
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Passano i mesi ed inizia la rieducazione. A Febbraio dovrebbe essere di nuovo in campo, ma intanto il [[2 Dicembre]] [[1976]] muore Maestrelli ed ai funerali è uno di quei ragazzi che lo portano a spalla fuori dalla chiesa davanti a oltre 20.000 tifosi e piange come un bambino. |
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===L'assurda tragedia della sua morte=== |
===L'assurda tragedia della sua morte=== |
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[[image:cecco6.jpg|left|thumb|150px|Il Messaggero scrive della tragedia]] |
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La sera del [[ |
La sera del [[18 gennaio]] [[1977]] Re Cecconi, dopo l'allenamento, si trova in compagnia dei compagni di squadra [[Rossi Renzo |Rossi]] e [[Ghedin Pietro|Ghedin]] nel quartiere Fleming nel negozio di profumeria di un amico comune, Giorgio Fraticcioli. Ad un certo punto, come scriverà [[Il Messaggero]] nella cronaca dell'accaduto, [[Rossi Renzo|Rossi]] saluta la compagnia per fare degli acquisti, mentre Fraticcioli comunica a Re Cecconi e [[Ghedin Pietro|Ghedin]] che deve portare due flaconi di profumo ad un amico gioielliere che si trova in Via Francesco Saverio Nitti. |
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A un certo punto, come scriverà [[Il Messaggero]] nella cronaca dell'accaduto, Rossi saluta la compagnia per fare degli acquisti, mentre Fraticcioli comunica a Re Cecconi e Ghedin che deve portare due flaconi di profumo ad un amico gioielliere che si trova in Via Francesco Saverio Nitti. |
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I due si offrono di accompagnarlo e rimangono indietro mentre il profumiere si fa riconoscere dal gioielliere che gli apre la porta. A questo punto Re Cecconi, che aveva avvisato [[Ghedin Pietro|Ghedin]] dello scherzo che stava per fare, esclama: ''"Mani in alto, questa è una rapina!"'' con il bavero del cappotto alzato a celare il volto. Il gioielliere, Bruno Tabocchini, non riconoscendolo, estrae una pistola e fà fuoco colpendo in pieno petto il biondo centrocampista biancoceleste. |
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[[image:cecco8.jpg|right|thumb|150px|Il giorno dei funerali]] |
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[[image:Vianitti.jpg|right|thumb|150px|In Via Nitti, in luogo del negozio di Ottica, vi era la gioielleria in cui avvenne la tragedia]] |
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La prontezza di riflessi permette a [[Ghedin Pietro|Ghedin]], che alza le mani, di non fare la stessa fine di Luciano. La tragedia è però compiuta. Luciano cade a terra in una pozza di sangue e viene trasportato in ospedale su una macchina di passaggio. Ma non c'è più niente da fare: morirà intorno alle 20.00. E' il telegiornale della sera a dare per primo la ferale notizia che fà il giro della Capitale in un attimo. Nel libro [[Lui era mio padre: Re Cecconi]] edito nel [[2008]] e scritto dal figlio [[Re Cecconi Stefano|Stefano]], questa versione dei fatti viene ritenuta poco credibile da [[Martini Luigi|Martini]] e [[D'Amico Vincenzo|D'Amico]] che hanno sempre ritenuto che Re Cecconi con gli estranei avesse sempre mantenuto le sue. I compagni di squadra, increduli, sono i primi ad accorrere in ospedale, ma solo [[Pulici Felice|Pulici]] riesce a vederlo nell'obitorio. |
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I due si offrono di accompagnarlo e rimangono indietro mentre il profumiere si fa riconoscere dal gioielliere che gli apre la porta. |
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A questo punto, Re Cecconi, che aveva avvisato Ghedin dello scherzo che stava per fare, esclama: ''Mani in alto, questa è una rapina!'' con il bavero del cappotto alzato a celare il volto. |
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Re Cecconi lascia a poco più di 28 anni una moglie e due figli in tenera età. Ai suoi funerali accorreranno oltre 15.000 tifosi increduli per una tragedia figlia di quei tempi martoriati, ma sopratutto per la morte assurda che portava via uno dei massimi campioni che abbiano mai indossato la maglia biancoceleste. Gli è stato intitolato lo stadio polifunzionale di Nerviano, sua città natale, un impianto dove fino alla metà degli anni '80 veniva disputato un torneo giovanile a suo nome (categoria Allievi) che aveva riscosso notevole successo in ambito europeo, con Lazio e [[Pro Patria]] come squadre obbligatoriamente sempre presenti oltre a [[Milan AC|Milan]] ed [[Internazionale FC|Inter]], che richiamava sugli spalti migliaia di sportivi. |
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Il gioielliere, Bruno Tabocchini, non riconoscendolo, estrae una pistola e fa fuoco colpendo in pieno petto il biondo centrocampista biancoceleste. |
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La prontezza di riflessi permette a Ghedin, che alza le mani, di fare la fine di Luciano. |
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Uno stadio in cui anche la [[Pro Patria]] ha giocato una gara ufficiale, quella del campionato di Eccellenza [[1992/93]]. |
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La tragedia è compiuta. Luciano cade a terra in una pozza d'acqua e viene trasportato in ospedale su una macchina di passaggio; ma non c'è più niente da fare: morirà intorno alle 20.00 |
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E' il telegiornale della sera a dare per primo l ferale notizia che fa il giro della capitale in un attimo. |
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Nel libro [[Lui era mio padre:Re Cecconi]] edito nel [[2008]], e scritto dal figlio [[Re Cecconi Stefano|Stefano]], questa versione dei fatti viene ritenuta poco credibile da [[Martini Luigi|Martini]] e [[D'Amico Vincenzo|D'Amico]] che hanno sempre ritenuto che Re Cecconi, con gli estranei avesse sempre mantenuto le sue. |
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Cronaca: [[La tragedia della morte di Re Cecconi]] |
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I compagni di squadra, increduli, sono i primi ad accorrere in ospedale, ma solo [[Pulici Felice|Pulici]] riesce a vederlo nell'obitorio. |
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Re Cecconi lascia a 29 anni una moglie e due figli in tenera età. |
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Ai suoi funerali, accorreranno oltre 15.000 tifosi increduli di una tragedia figlia di quei tempi martoriati ma sopratutto per la morte assurda che portava via uno dei massimi campioni che abbiano mai indossato la maglia biancazzurra. |
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Gli è stato intitolato lo stadio polifunzionale di Nerviano, sua città natale; un impianto dove fino alla metà degli anni 80' veniva disputato un torneo giovanile (cat. Allievi) a suo nome che aveva riscosso notevole successo in ambito Europeo; con Lazio e Pro Patria come squadre obbligatoriamente sempre presenti, oltre a Milan ed Inter, che richiamava sugli spalti migliaia di sportivi. Uno stadio in cui anche la Pro Patria ha giocato una gara ufficiale, quella del campionato di Eccellenza [[1992/93]]. |
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Versione delle 08:10, 29 set 2008
Biografia
Luciano Re Cecconi nasce a Nerviano (MI) il 1 dicembre 1948 in una famiglia numerosa e povera. Il padre Alfredo lavora come operaio e la madre Cecilia è una casalinga che alleva con dignità i suoi quattro figli. Il suo cognome originario è Cecconi e il "Re" davanti fu dono di Vittorio Emanuele II che volle sdebitarsi con gli abitanti di Nerviano che lo accolsero con tutti gli onori. Il Re concedette così la possibilità di aggiungere al cognome proprio la parola reale per manifestare la fedeltà alla Corona.













La giovinezza e i primi passi da calciatore
L'infanzia di Luciano è fatta di scuola al mattino e di lavoro al pomeriggio. Servono soldi in casa e lui inizia presto a guadagnare qualcosa prima come calzolaio, poi come garzone in un negozio di frutta e verdura ed infine come meccanico.
Con le macchine se la cava bene e si costruisce una Fiat 500 praticamente partendo dalla sola scocca. Ma il calcio è la sua vera passione ed appena il tempo glielo concede va a giocare nell'Aurora Cantalupo, sua prima squadra, in prima categoria. Si alza alle quattro del mattino per andare al lavoro ed alle 15.00 eccolo in campo.
Viene notato da alcuni osservatori per la sua corsa senza mai sosta. Nel 1965 arriva un'offerta dalla Pro Patria e Luciano accetta di giocare con la gloriosa squadra di Busto Arsizio con la speranza che le porte del calcio si aprano anche per lui. Deve attendere la stagione 1967/68 per esordire in Serie C, e in quella stagione colleziona solo 3 presenze, ma il suo contributo in campo è sempre di alto livello.
La stagione seguente diventa titolare e ottiene 33 presenze su 38 e, grazie al suo contributo, riesce ad ottenere un decoroso 13° posto con la sua squadra. Conosce anche una ragazza, Cesarina, che diventerà sua moglie. La squadra di Busto Arsizio non se la passa economicamente bene e deve vendere i suoi giocatori migliori scontentando i propri tifosi. Luciano è stato notato dal Foggia allenato da Maestrelli e le due società si accordano per il trasferimento che Re Cecconi accetta con non poche perplessità, anche se l'avventura in Serie B lo entusiasma.
Dalla Pro Patria al Foggia
Con molta umiltà Re Cecconi si allena e con la maglia rossonera dei pugliesi colleziona 14 presenze nella stagione 1969/70 che vede la promozione dei satanelli in Serie A. Maestrelli lo sprona sempre a fare meglio e Luciano lo segue con fiducia, entrando in campo per primo e uscendo per ultimo durante gli allenamenti.
Maestrelli ogni tanto gli affida i suoi gemellini Massimo e Maurizio che lui porta al cinema o ad un vicino parco di divertimenti per bimbi. Per Luciano si aprono le porte della prima squadra da titolare in Serie A. Il 4 ottobre 1970 avviene il suo esordio nella massima serie in Foggia-Milan 1-1.
Re Cecconi colleziona 26 presenze ed una rete segnata alla Lazio nella partita di andata vinta per 5-2, ma il Foggia, pur giocando un ottimo calcio, retrocede in Serie B per differenza reti. Maestrelli, che lo aveva valorizzato, se ne va alla Lazio mentre lui rimane al Foggia per giocare la terza stagione in rossonero. Sarà una stagione amara di soddisfazioni perchè la squadra chiude al 9° posto ma su di lui si sono posati gli occhi di diverse squadre tra cui il Torino e la Lazio che, grazie al suo allenatore Maestrelli, è tornata in Serie A.
L'arrivo alla Lazio
Per avere Re Cecconi alla Lazio, Maestrelli costringe Lenzini a fare una super-offerta per sbaragliare la concorrenza e costringe un dirigente ad andare in Puglia per far firmare il contratto al presidente dei satanelli Fesce che è ammalato.
Dopo un anno di distanza Re Cecconi ritrova l'allenatore che più di tutti lo ha valorizzato ed apprezzato. Luciano prende alloggio alla pensione "Paisiello" ai Parioli assieme a Pulici ed a altri giocatori appena acquistati. Nella Lazio ritrova anche un compagno d'armi con cui aveva legato fortemente e con cui era rimasto in contatto: Luigi Martini. Inevitabile la felicità di ritrovarsi nella stessa squadra.
Gli inizi alla Lazio sono tutt'altro che facili perchè la squadra non gira e lui stesso si trova spaesato con compagni dai caratteri difficili da contenere. In Coppa Italia la squadra naufraga, sconfitta da squadre di Serie B e addirittura dal Brindisi Football 1912 che militava 3 mesi prima nella Serie C. I tifosi rumoreggiavano prendendosela con lui, Pulici e altri neo acquisti non ritenuti all'altezza della massima serie, ma Maestrelli gli fece coraggio e gli consigliò di non preoccuparsi.
Il calendario aveva riservato alla Lazio un inizio "impossibile", ma già alla prima giornata contro l'Inter la musica cambiò e i nerazzurri furono molto fortunati a portare a casa un pareggio. Re Cecconi fu il migliore in campo con le sue discese e sfiorando anche la rete. La Lazio era trasformata e Luciano pure. Sfornava partite superbe e faceva volare la squadra in testa al campionato, cosa che non succedeva dal 1936/37.
I tifosi cominciavano a chiamarlo Cecco o "Cecconetzer", in onore del campione della Germania Ovest. La sua bionda chioma spaziava per tutto il campo e neanche gli infortuni sembravano fermarlo. Veniva convocato nella Lega Nazionale Italiana (una partita) e nella nazionale Under 23, all'epoca l'anticamera della nazionale maggiore, giocando 2 gare.
La Lazio volava in campo e batteva gli avversari senza remore. A Tor Di Quinto intanto si erano create delle rivalità e la squadra era spaccata in clan e lui era con l'inseparabile Martini che lo stava anche spingendo a fare del paracadutismo. Dall'altra parte Chinaglia e capitan Wilson che non si lasciavano scappare l'occasione per stuzzicarlo.
Ma in campo si era un sol uomo e la Lazio a 90° minuti dalla fine lotta per vincere lo Scudetto. A Napoli, però, va tutto storto e all'ultimo minuto svaniscono i sogni di gloria. Luciano forse sente troppo la tensione e non gioca bene e negli spogliatoi ha una crisi di pianto.
Campione d'Italia
Dopo le vacanze estive, Re Cecconi si ritrova con tutta la squadra nel ritiro di Pievepelago per preparare la stagione 1973/74. La voglia di riscatto dalla cocente delusione della stagione appena conclusa è enorme e la squadra si compatta anche se rimangono i clan interni con le loro piccole ripicche e lotte intestine che la Domenica magicamente scompaiono.
Stavolta la Coppa Italia è più tranquilla e la qualificazione al turno successivo avviene facilmente. Il campionato inizia alla grande per Re Cecconi che va a segno alla prima giornata a Vicenza in una gara vinta 3-0.
Sembra un'altra cavalcata trionfale ma presto la squadra perde punti preziosi. Già a Natale, però, riprende la testa della classifica. Poi arriva la gara contro il Milan il 30 dicembre 1973, attesa da oltre 80.000 tifosi bagnati ed infreddoliti in una giornata di pioggia battente. La Lazio attacca, gioca bene, ma non passa. Al 90° è proprio Re Cecconi su passaggio di Frustalupi a segnare e a correre pazzo di gioia sotto la tribuna Monte Mario, tra l'ovazione dei tifosi che lanciano persino alcuni ombrelli in campo in una bolgia indescrivibile.
La Lazio vince e questa partita passerà alla storia come una delle più importanti di quella stagione. Re Cecconi è sugli scudi, euforico e galvanizzato da questa importante rete, ma la sfortuna è li ad attenderlo. Infatti contro il Torino il 13 gennaio 1974 s'infortuna gravemente al ginocchio e deve restare fermo 4 settimane.
Purtroppo una nuova ricaduta lo tiene fuori per oltre 2 mesi e alla fine perderà 8 gare del campionato dove, però, la Lazio va bene, guadagna punti, e non soffre la sua assenza. Rientra in squadra a Milano dove la squadra perde con l'Inter e Chinaglia ne chiede l'esclusione ma Maestrelli, con fermezza, dirime la situazione e Luciano torna a giocare ai suoi livelli contribuendo non poco alla conquista dello Scudetto che avviene proprio contro la sua ex squadra: il Foggia.
La gara è spigolosa ma alla fine la Lazio vince il suo primo Scudetto e Luciano viene bloccato dall'invasione festosa dei tifosi. Rientra a fatica negli spogliatoi solo con le mutande, un calzettone ed uno scarpino. Per lui la stagione trionfale continua con la convocazione per i Mondiali di Germania ma con la Nazionale non avrà molta fortuna. I laziali convocati sono solo tre, Oddi e Pulici vengono esclusi, Martini è fuorigioco per un infortunio.
Luciano non le manda a dire e critica apertamente i "Senatori" che sono ostili nei riguardi dei cosidetti "meridionali". Pur facendo parte del "clan rivale" nella Lazio, non esita a difendere Chinaglia dopo il gestaccio a Valcareggi e con Wilson e il napoletano Juliano contesta le decisioni del C.T. della Nazionale. Soffre in panchina e vede l'eliminazione dell'Italia da parte della Polonia.
Finiti i Mondiali torna a casa per godersi il meritato riposo dopo un campionato esaltante ma massacrante e dopo che la Lazio aveva rifiutato un'offerta del Torino che l'avrebbe ricoperta d'oro pur di averlo in granata.
Anni difficili
La stagione 1974/75 sembrava ricalcare quella precedente con la Lazio in testa a lottare per vincere un nuovo Scudetto ma, ad un certo punto, qualcosa s'inceppò e si cominciarono a perdere punti preziosi fino ad allonatanarsi irrimediabilmente dalle posizioni di vertice. Per Re Cecconi arriva comunque l'esordio in Nazionale il 28 settembre 1974 in una gara persa 1-0 a Belgrado contro la Jugoslavia.
Lo aveva convocato il neo C.T. Bernardini che lo aveva sempre ammirato. Inoltre assieme all'inseparabile compagno Martini inizia a praticare il lancio con il paracadute. E' un modo di mettersi alla prova e vincere le paure ma Re Cecconi, anche se non lo dimostra, un pò di timore a lanciarsi da un aereo in quota ce l'ha. Un pomeriggio, assieme a Martini, si lanciano sopra Tor Di Quinto e atterrano al centro del campo tra lo sguardo attonito di Maestrelli che non sa se piangere o chiamare il manicomio per farli rinchiudere.
Nel Marzo 1975 arriva intanto la doccia fredda della malattia dell'allenatore. Anche Re Cecconi viene messo al corrente delle condizioni estremamente gravi di Maestrelli e scoppia in un pianto a dirotto. Non passa giorno che non vada in clinica a trovarlo o a prendersi cura dei gemellini. La stagione finisce con un onorevole 4° posto e con la consapevolezza che senza l'amato allenatore non sarà più come prima.
Neanche a lui piace il nuovo allenatore Corsini e guarda perplesso lo smembramento della squadra che aveva vinto lo Scudetto. Solo con il ritorno clamoroso di un Maestrelli sofferente in panchina, la Lazio riesce a salvarsi dopo un'annata disastrosa che coinvolge un pò tutti, lui compreso.
Maestrelli lascia, ormai provato dalla malattia che lo sta divorando, ed al suo posto arriva Luis Vinicio e Re Cecconi sembra trovare nuovo entusiasmo anche se la mente è sempre rivolta al suo vecchio allenatore. La nuova stagione sembra iniziare bene per lui che segna una magnifica rete alla Juventus nella 1^ di campionato che vede i biancazzurri uscire sconfitti con onore per 3-2.
Poi il 24 ottobre il ginocchio cede durante la gara con il Bologna e la diagnosi è di almeno tre mesi di convalescenza. Un duro colpo per uno come Re Cecconi abituato a lottare in campo e non a guardare gli altri giocare. Passano i mesi ed inizia la rieducazione. A Febbraio dovrebbe essere di nuovo in campo ma intanto il 2 dicembre 1976 muore Maestrelli ed ai funerali è uno di quei ragazzi che lo portano a spalla fuori dalla chiesa davanti a oltre 20.000 tifosi e piange come un bambino.
L'assurda tragedia della sua morte
La sera del 18 gennaio 1977 Re Cecconi, dopo l'allenamento, si trova in compagnia dei compagni di squadra Rossi e Ghedin nel quartiere Fleming nel negozio di profumeria di un amico comune, Giorgio Fraticcioli. Ad un certo punto, come scriverà Il Messaggero nella cronaca dell'accaduto, Rossi saluta la compagnia per fare degli acquisti, mentre Fraticcioli comunica a Re Cecconi e Ghedin che deve portare due flaconi di profumo ad un amico gioielliere che si trova in Via Francesco Saverio Nitti.
I due si offrono di accompagnarlo e rimangono indietro mentre il profumiere si fa riconoscere dal gioielliere che gli apre la porta. A questo punto Re Cecconi, che aveva avvisato Ghedin dello scherzo che stava per fare, esclama: "Mani in alto, questa è una rapina!" con il bavero del cappotto alzato a celare il volto. Il gioielliere, Bruno Tabocchini, non riconoscendolo, estrae una pistola e fà fuoco colpendo in pieno petto il biondo centrocampista biancoceleste.
La prontezza di riflessi permette a Ghedin, che alza le mani, di non fare la stessa fine di Luciano. La tragedia è però compiuta. Luciano cade a terra in una pozza di sangue e viene trasportato in ospedale su una macchina di passaggio. Ma non c'è più niente da fare: morirà intorno alle 20.00. E' il telegiornale della sera a dare per primo la ferale notizia che fà il giro della Capitale in un attimo. Nel libro Lui era mio padre: Re Cecconi edito nel 2008 e scritto dal figlio Stefano, questa versione dei fatti viene ritenuta poco credibile da Martini e D'Amico che hanno sempre ritenuto che Re Cecconi con gli estranei avesse sempre mantenuto le sue. I compagni di squadra, increduli, sono i primi ad accorrere in ospedale, ma solo Pulici riesce a vederlo nell'obitorio.
Re Cecconi lascia a poco più di 28 anni una moglie e due figli in tenera età. Ai suoi funerali accorreranno oltre 15.000 tifosi increduli per una tragedia figlia di quei tempi martoriati, ma sopratutto per la morte assurda che portava via uno dei massimi campioni che abbiano mai indossato la maglia biancoceleste. Gli è stato intitolato lo stadio polifunzionale di Nerviano, sua città natale, un impianto dove fino alla metà degli anni '80 veniva disputato un torneo giovanile a suo nome (categoria Allievi) che aveva riscosso notevole successo in ambito europeo, con Lazio e Pro Patria come squadre obbligatoriamente sempre presenti oltre a Milan ed Inter, che richiamava sugli spalti migliaia di sportivi.
Uno stadio in cui anche la Pro Patria ha giocato una gara ufficiale, quella del campionato di Eccellenza 1992/93.