Domenica 24 agosto 2025 - Como, stadio Giuseppe Sinigaglia - Como-Lazio 2-0

Da LazioWiki.

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24 agosto 2025 – Como, stadio Giuseppe Sinigaglia - Campionato di Serie A, I giornata - inizio ore 18.30

COMO: Butez, Van der Brempt (70' Smolcic), Ramon, Kempf, Valle, Da Cunha, Perrone (78' Caqueret), Vojvoda, Paz (78' Sergi Roberto), Rodriguez (90'+2' Kuhn), Douvikas (70' Morata). A disposizione: Lopes Menke, Vigorito, Goldaniga, Sergi Roberto, Gabrielloni, Fellipe Jack, Alberto Moreno, Baturina, Cutrone, Monzon. Allenatore: Fabregas.

LAZIO: Provedel, Lazzari (60' Marusic), Gila, Provstgaard, Nuno Tavares (66' Pellegrini), Guendouzi, Cataldi (66' Rovella), Dele-Bashiru (75' Dia), Cancellieri (60' Pedro), Castellanos, Zaccagni. A disposizione: Mandas, Furlanetto, Noslin, Belahyane, Hysaj, Basic. Allenatore: Sarri.

Arbitro: Sig. Manganiello (Pinerolo) - Assistenti: Sigg. Meli e Alassio - Quarto uomo: Sig. Turrini - V.A.R.: Sig. Aureliano - A.V.A.R.: Sig. Chiffi.

Marcatori: 47' Douvikas, 73' Paz.

Note: ammoniti 17' Paz, 30' Zaccagni, 38' Van der Brempt, 73' Castellanos, 75' Guendouzi. Angoli 6-0. Recuperi: 0' p.t., 5' s.t.

Spettatori: 12.055 presenti.


Il saluto tra Sarri e Fabregas
Taty Castellanos
Foto Getty Images
Provstgaard e Cataldi cercano di contenere le offensive lariane
Foto Getty Images
Un perplesso Maurizio Sarri
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Tavares contrastato da un avversario
Castellanos a terra, l'arbitro non vede un rigore
Cataldi affrontato dal comasco Valle
Foto ANSA
Dele-Bashiru, una prova non esaltante
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Lazzari attaccato al limite dell'area
Il capitano Mattia Zaccagni
Sarri osserva la sua Lazio in difficoltà
Foto Getty Images
Uscita bassa di Provedel
Foto ANSA
Nico Paz aggira Tavares e serve Douvikas in profondità
Gila prova a contenere lo scatto di Douvikas
L'attaccante comasco resiste e firma l'1 a 0
Il pari di Castellanos annullato dalla revisione VAR per un millimetrico fuorigioco
L'arbitro Manganiello comunica al pubblico l'annullamento del gol di Castellanos. E' la prima volta in Serie A.
Dele-Bashiru circondato dagli avversari
Il raddoppio su punizione di Nico Paz
Foto LaPresse
La delusione a fine partita
Foto ANSA
Sotto il settore dei tifosi biancocelesti
Foto LaPresse

I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: “Lazio ferma all’incrocio”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “La squadra di Fabregas domina grazie ai colpi dell’argentino con un gioco spettacolare: solo Provedel evita il tracollo. La certezza: questo Como fa paura a tutti. Il pareggio di Taty annullato per alcuni millimetri, poi chiude i giochi la punizione da urlo di Nico Paz che aveva già ispirato il vantaggio di Douvikas. Per Sarri il debutto-bis è tutto da dimenticare”.

L’opulenza del Como di Fabregas: gioca alla Sarri, ha il fenomenale Nico Paz, tutto il futuro e la gioventù davanti, Da Cunha, Rodriguez, Perrone, Valle e Vojvoda. La pochezza della Lazio di Sarri: ha l’inadeguato Dele-Bashiru, deve trasformare alcuni fichi secchi in giocatori, vive un rimpicciolimento dovuto agli indici bloccati di Lotito. I limiti sono evidenti, conosciuti. Cesc ha visto investire 104 milioni. Sarri zero, guida una squadra ancora indecifrabile. L’opulenza del Como è una realtà, ma ha colpito l’impotenza della Lazio. Il 2-0 è sacrosanto. Non c’è stato paragone su ogni piano, non possono essere categorie così diverse.

La chiave. Fabregas è partito con Douvikas centravanti. Sarri con Lazzari e Cataldi perché Rovella era diventato padre nella notte e ha raggiunto il ritiro ieri a pranzo. Per Cesc s’è sviluppata subito la partita più facile del mondo. Moduli e ruoli cambiati continuamente. Tre assetti diversi: costruzione con il 3-4-2-1, fase di non possesso con un 4-2-3-1 che si trasformava in 4-3-3 così: Perrone e Da Cunha a turno bassi in mezzo ai centrali, Nico Paz da trequartista a mezzala destra. La mossa decisiva. Cataldi in costruzione veniva stretto da Nico Paz e da Douvikas. Vojvoda, ala destra, murava Tavares. Valle e Jesus Rodriguez assalivano Lazzari a destra. Dele-Bashiru inadatto al gioco, ai ritmi. Aggressione, riaggressione. Erano in cinque quelli del Como ad attaccare la linea a 4 della Lazio. Cesc ha scatenato un’onda di furore, al 20' si registrava il 73% di possesso. La Lazio, informe e legnosa. Squadra corta, mai lavorava sull’uomo e il Como dominava in lungo e in largo, in avanti e all’indietro. Sarri ha potuto vedere solo le timide ripartenze di Guendouzi e Cancellieri. Il francese s’è trovato addosso fino a tre marcatori. Zaccagni era disperso. Taty nella terra di nessuno. Non s’è mai verticalizzato.

Ripresa. La ripresa sembrava incoraggiante. Unica costruzione sarriana riuscita: da Provstgaard a Zaccagni, da Dele-Bashiru a Cancellieri, tiro moscio. Il Como ha colpito subito costruendo dal portiere, poi Jacobo Ramon ha innescato Nico Paz. È il movimento provato per tutto il primo tempo: Nico mezzala, giravolta su Tavares, salito oltre il centrocampo, e genialata per Douvikas. Palla scoperta, si scappa all’indietro. Provstgaard, fino a quel momento bravo a reggere, imbambolato. Gila s’è fatto bruciare. Provedel ha sbucciato il tiro. La Lazio ha rischiato più volte il 2-0, ma clamorosamente ha trovato il pareggio, annullato per fuorigioco a Taty (per una spalla). Gila l’aveva trovato con un fuoricampo. I cambi di Sarri (Pedro, Marusic, Dia, Rovella, Pellegrini) non hanno dato nulla. Nico Paz, su punizione, di sinistro da sinistra, ha centrato l’incrocio. Aveva il 5% di possibilità di segnare, c’è chi può e lui può. Taty s’è fatto ammonire per proteste, un vizio. Guendouzi per un fallo. Traversa di Vojvoda. Sarri ha chiuso con il 4-2-3-1 di Baroni. Decidete voi cos’è stato peggio per lui.


Il Messaggero titola: “Falsa partenza”. Prosegue il quotidiano romano: “Lazio mai in partita contro il Como, trascinato dal gioiello Paz: assist e gol per il 2-0. Pressing soffocante dei giovani di Fabregas, annullato dal Var il centro di Castellanos”.

La ricchezza del Como, la povertà di qualità e grinta della Lazio. Impossibile così rivedere un barlume di Sarrismo. Mau paga subito il blocco del mercato al suo ritorno in Serie A (529 giorni dopo il suo addio), ma è furioso soprattutto per la mancanza assoluta di quello spirito, forgiato fra gli schemi per oltre un mese a Formello. Neanche a dirlo, le doti tecniche e le freschezza dei ragazzacci dell'allievo Fabregas affondano il maestro sul lago. Traumatico, questo primo crollo, senza una reazione dei biancocelesti, senza mezzo conato d'orgoglio dopo un'estate di fuoco. I diciannove tiri a cinque per i lombardi e il 64% di possesso non lasciano scampo. Nico Paz sembra già un fenomeno al secondo anno (sperando rimanga, col Tottenham in agguato) nel nostro campionato: prima fa ballare il sirtaki a Douvikas, poi sfodera una perla all'incrocio. Finisce 2-0, spettacolo casalingo al Sinigaglia, tutto esaurito. Fabregas salta e salpa già verso l'Europa, la Lazio chiede scusa sotto il settore Ospiti con la testa all'ingiù.

L’arrembaggio. Il futuro a Formello ora è indecifrabile, dopo questo esordio. Manca la qualità, ma anche il ritmo. Il Como corre il doppio. Troppo debole il centrocampo, con la prima sorpresa nel vertice basso: Cataldi gioca dall'inizio, dopo la nottata passata da Rovella in ospedale per la nascita della figlia Venere e il ritorno a mezzogiorno. Provedel si riprende la porta, cinque mesi dopo, ma non può essere promosso. Lazzari a destra è un azzardo, anche se Sarri congela inizialmente Marusic in panchina, come unica alternativa al tandem di centrali Gila-Provstgaard, con Romagnoli squalificato e Patric ai box. Ancora applausi alla personalità di Oliver, al debutto da titolare in A, subito decisivo in scivolata su un tiro di Douvikas, deviato sul fondo. Fabregas riparte da un 4-2-3-1 camaleontico e costantemente proiettato all'assalto: palleggia senza ruoli fissi, è padrone del campo. Gila si immola davanti alla porta su Rodriguez, che di testa sfiora anche il palo. Provedel vola su un bolide esterno di Vojvoda subito dopo. La Lazio tiene le linee strette, ma arretra e non accompagna mai con le mezz'ali il pressing solitario di Castellanos. Il Taty invoca un rigore (braccato da Perrone) e ha una sola chance con un timido pallonetto. Zaccagni non è ancora al top, Cancellieri troppo lezioso, non salta mai l'uomo. Sarri urla e impreca, è spaventato dalla mancanza di intensità della Lazio. Tavares sgomma due volte, ma non ci crede sino in fondo.

Gli errori. L'unico sussulto biancoceleste è un rasoterra di Cancellieri a inizio secondo tempo. Anzi, è un abbaglio. Perché un istante dopo Paz aggira Tavares, s'inventa un filtrante visionario fra Provstgaard e Gila, e Douvikas fa centro. Ci sono anche le responsabilità di Provedel, poco reattivo col piede di richiamo. C'è lo spettro della maledizione di Baroni, un altro gol subito a inizio ripresa (dodici lo scorso anno). Dele-Bashiru continua a vagare a vuoto, Da Cunha e Vojvoda sfiorano il raddoppio con un siluro al volo e un piattone a fil d'incrocio. Dopo un'ora, Sarri ricorre a un doppio cambio: fuori Lazzari e Cancellieri, dentro Marusic e Pedro. All'improvviso Gila fa partire un lancione, su cui si avventa il Taty per il pari, ma la rete viene annullata dal Var per un fuorigioco millimetrico. Dentro anche Rovella e Pellegrini per Cataldi e Tavares al 66', ma il gioiello Nico Paz fa calare il sipario: magia nel sette dalla trequarti, Provedel resta impietrito. La Lazio non prendeva gol da punizione diretta dal 2002 in campionato. Sarri inserisce Dia al posto di Dele-Bashiru e passa a un disperato 4-2-4, ma Vojvoda colpisce una clamorosa traversa con gli avversari sbilanciati all'attacco. Provedel limita i danni nel finale con un tuffo su Da Cunha, deviato in angolo. I ragazzacci di Fabregas aggrediscono e prendono a schiaffi i biancocelesti sino all'ultimo minuto. Il coraggio del Como, la resa totale della Lazio.


Il Tempo titola: “Zero Lazio”. Prosegue il quotidiano romano: “La squadra di Sarri in difficoltà per tutto il match. Annullato un gol a Castellanos. I biancocelesti dominati dal Como di Fabregas alla prima. Decidono Douvikas e la splendida punizione di Nico Paz”.

Prova modesta, risultato legittimo. La Lazio perde la prima partita di campionato contro il Como senza particolari rimpianti: troppa la differenza tra le due formazioni, troppo il divario tecnico - tattico - atletico a favore della squadra di Fabregas che si presenta - spumeggiante e volitiva - agli occhi dei propri tifosi. È il nuovo che avanza, un progetto studiato e applicato con programmazione, capacità e risorse economiche. Al cospetto dei lariani, la Lazio appare come una nobile decaduta; della gloriosa squadra che fu, restano soltanto il nome e i colori sociali: tutto il resto è qualcosa di indecifrabile agli occhi degli impagabili tifosi che anche in riva al lago non hanno fatto mancare il loro supporto e il loro amore.

Al Sinigallia finisce due a zero per i padroni di casa, ma il punteggio sarebbe potuto essere più largo considerando le occasioni create dalla formazione lariana e sventate dall'estremo difensore laziale Provedel. In campo c'è stata soltanto una squadra, limitata con sofferenza e sacrificio da una Lazio applicata e tenace; la formazione di Sarri ha retto soltanto per un tempo, poi - in avvio di ripresa - è bastata una svista collettiva per aprire al greco Douvikas: Nico Paz si porta a spasso Nuno Tavares, Cataldi non chiude la linea di passaggio, i due centrali di difesa si fanno infilare dal centravanti ellenico, Provedel anticipa l'uscita e non riesce a opporsi al destro incrociato dell'attaccante lariano. Oltre all'assist, Nico Paz firma il raddoppio con una splendida punizione all'incrocio dei pali: sinistro sublime, e partita chiusa. Tra i due gol dei lariani, c'è la rete annullata a Castellanos per un fuorigioco millimetrico che lascia più di qualche dubbio.

La sconfitta laziale è meritata, la squadra ha giocato sotto ritmo per tutta la partita, non è mai stata in grado di arginare il centrocampo comasco, né di produrre qualcosa di costruttivo nella metà campo avversaria; il portiere Butez non ha compiuto alcuna parata nell'arco dei novanta minuti: al netto della rete annullata, Castellanos non ha mai tirato in porta. La Lazio nel corso degli ultimi anni ha perso qualità e ambizioni, sta lentamente scivolando alle spalle di squadre che hanno sviluppato una programmazione più lungimirante: Como, Bologna, Atalanta e Fiorentina che - oltre ad avere delle capacità economiche di molto superiori al club biancoceleste - hanno una progettualità che viene portata avanti con capacità imprenditoriali e conoscenze tecniche in cui le azioni fanno seguito alle idee. Dalle parti di Formello è tutto fermo, dal Flaminio allo sponsor, dal mercato al merchandising. L'aquila è scivolata nel limbo del campionato, la Lazio - piaccia o no - è tornata Lazietta.


La Gazzetta dello Sport titola: “Como show. Che lezione a Sarri”. Continua la "rosea": “Super Paz Fabregas ride. Lazio mai in partita. La squadra di Cesc gioca a memoria, aggredendo i biancocelesti Douvikas segna l’1-0, poi la punizione magica di Nico”.

I pronostici dell’estate, figli degli oltre 100 milioni spesi sul mercato e di un progetto cominciato lo scorso anno, erano unanimi. Ma poi, spesso e volentieri, il campo si diverte a ribaltarli, ridimensionarli se non cancellarli del tutto. E invece no. Il Como tiene fede all’etichetta di “rivelazione annunciata” del campionato e alla prima non stecca. Anzi, dà letteralmente una lezione di calcio ad una Lazio appesantita, svogliata e mai in partita. Il 2-0 finale è riduttivo per quanto i padroni di casa fanno dall’inizio alla fine. Quella di Fabregas è una squadra che sembra giocare assieme da anni per quanto i meccanismi sono sincronizzati ed efficaci. E non una formazione che, dopo la semina dell’anno scorso, è chiamata a raccogliere quest’anno con nuovi interpreti. Che però si sono già ampiamente amalgamati con chi c’era la scorsa stagione.

Senza storia. La partita è un monologo del Como che prende la Lazio per il collo sin dai primissimi istanti e non molla l’avversario fino al triplice fischio di Manganiello. Che la formazione di Sarri riesca ad andare al riposo sullo 0-0 è un mezzo miracolo. Frutto di una gran parata di Provedel su Vojvoda e degli errori sottomisura dei giocatori del Como. Di tutti, non dei soli attaccanti. Perché il bello dei padroni di casa è che arrivano tutti alla conclusione, con ruoli che si scambiano, continue sovrapposizioni, variazioni sul tema che disorientano la Lazio. Il modulo di Fabregas è di base un 4-2-3-1, ma appunto solo di base. Perché in fase di possesso Valle sale sulla linea dei centrocampisti (mentre gli altri tre difensori restano bloccati), i due esterni Paz e Rodriguez (di gran lunga i migliori in campo) fanno quello che vogliono, facendo impazzire i difensori biancocelesti. Il Como è bello da vedere, ma anche efficace, proprio perché libera l’uomo al tiro con disarmante facilità. E La Lazio? Resta a guardare, attonita. A livello fisico sembrano esserci due categorie di differenza tra le squadre. Il 4-3-3 di Sarri risulta statico e si consegna alle scorribande dei padroni di casa. Così l’allievo, Fabregas, surclassa il maestro, Sarri (tra i due un abbraccio bello e sincero prima della partita). Ma se i meriti della sontuosa prova del Como sono soprattutto del tecnico spagnolo, le colpe della Lazio non possono essere imputate (non tutte, quanto meno) al Comandante, costretto ad affrontare la prima di campionato dopo una estate senza rinforzi (causa mercato bloccato) e con varie assenze.

Sentenza Como. Dopo un primo tempo a mille, senza però raccogliere nulla, sugli spalti del Sinigaglia serpeggia il timore di un’occasione mancata. E invece il Como riparte nella ripresa ancora più forte e stavolta senza sbagliare sottoporta. Il gol che rompe l’equilibrio e chiude definitivamente i giochi (perché la Lazio non si rialzerà) arriva già al 2’ grazie ad una geniale imbucata di Paz per Douvikas che non perdona (anche se Provedel non appare impeccabile). Poi è Paz a raddoppiare con una perla direttamente su punizione. E la recita non finisce qui perché nel finale i lariani sfiorano varie volte il terzo gol (la traversa di Vojovda l’occasione più nitida). Va vicino al gol anche il nuovo entrato Morata, la ciliegina sulla torta di una squadra che fa già sognare. I rimpianti della Lazio sono tutti legati all’annullamento per fuorigioco (di una spalla) del gol di Castellanos quando si era sull’1-0. Decisione illustrata all’altoparlante da Manganiello. È infatti il primo caso in Serie A. Per la Lazio (anche se la cosa suona beffarda) ci sarà almeno qualcosa da ricordare: è la prima squadra per la quale viene spiegato un provvedimento arbitrale allo stadio.


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.

Sarri: “Se questa è la realtà non andremo molto lontano. Sono tornato qui per amore. Bisogna crescere tanto”. Il tecnico molto deluso e amareggiato dopo il ko “Grazie ai tifosi. Noi dobbiamo essere degni della maglia”.

Cancellato da Fabregas, anche Sarri. C’è paura nelle sue parole: "Speriamo che sia stata una brutta giornata da parte nostra perché se questa è la realtà non siamo messi benissimo. Possiamo essere scarsi, ma non quelli di oggi. Dobbiamo analizzare la partita sperando sia episodica e non un segnale di un limite grande". Ha ringraziato i laziali, quasi mille, che hanno cantato anche sul 2-0: "I tifosi sono talmente innamorati di questa maglia che non c’è bisogno di riconquistarli, hanno fatto 29mila abbonamenti. Siamo noi a dover essere degni di questa maglia. Sento l’amore, la responsabilità della gente verso la Lazio. Tornare è qualcosa che ho fatto volentieri sapendo dell’annata sofferta, il popolo ha risposto in maniera straordinaria e gliene sono più che grato. Sono tornato per amore e non per i risultati".

I limiti. Sarri è rimasto spiazzato dalla squadra: "Era pronta per fare un altro tipo di calcio, ma oggi era da pochi tipi di calcio. Ho visto una differenza tecnica che mi aspettavo, ma non a questi livelli. Se il differenziale è questo diventa tutto problematico. Archiviamo subito, è la prima giornata e ci può stare. Cerchiamo di crescere e stop". È mancato tutto: "Non abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, siamo stati mediocri e disastrosi dal punto di vista tecnico. Errori tecnici abbinati anche a errori di scelte cervellotiche per fare cose semplici. Speriamo che il gap tecnico sia solo frutto di questa giornata. L’approccio poteva essere come volevi, se il differenziale era quello in campo non c’era margine di salvezza. È mancata qualità da parte nostra, la loro era di un’altra categoria".

Il bilancio. Sarri ha usato parole dure: "Mi aspettavo che la squadra fosse meno propensa all’errore tecnico, più lineare nelle scelte, che sono state catastrofiche. Nelle uscite dovevamo muovere la palla velocemente per trovare spazi e invece l’abbiamo ripersa dopo un passaggio. Se ci siamo sorpresi delle qualità tecniche del Como siamo stati distratti, ha fatto una crescita esponenziale, con giocatori giovani e forti, io me lo aspettavo un Como di alto livello tecnico". Ad inizio ripresa subito palloni in profondità, anche il gol di Taty è nato da un lancio da dietro: "È una delle cose di cui abbiamo parlato nell’intervallo. Nel primo tempo avevo visto che potevamo metterli in difficolta con la palla sopra la linea". Il giudizio su Provstgaard, sostituto di Romagnoli, che fino all’errore di movimento sul gol s’era fatto valere: "Credo che sia destinato a crescere e a fare bene ma tante altre cose da salvare non ne vedo. Abbiamo fatto una gara timorosa dall’inizio, scelte illogiche. Per tutta la settimana abbiamo detto di muovere velocemente la palla e invece siamo usciti sempre in modo caotico". Sul gol di Taty annullato per fuorigioco poche recriminazioni: "Ci sarebbe da discutere come della distanza della barriera sul secondo gol (troppo lontana a dire di Sarri sulla punizione di Nico Paz, ndi), ma sarebbe inutile. Loro hanno vinto e lo hanno fatto meritatamente, avrebbero vinto lo stesso".



La formazione biancoceleste:
Provedel, Gila, Dele-Bashiru, Provstgaard, Castellanos, Nuno Tavares
Cataldi, Lazzari, Cancellieri, Guendouzi, Zaccagni
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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