Domenica 31 agosto 2025 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Hellas Verona 4-0

Da LazioWiki.

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31 agosto 2025 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, II giornata - inizio ore 20.45

LAZIO: Provedel, Marusic (85' Hysaj), Gila, Provstgaard, Nuno Tavares (66' Pellegrini), Guendouzi, Rovella, Dele-Bashiru (78' Belahyane), Cancellieri, Castellanos (78' Dia), Zaccagni (66' Pedro). A disposizione: Mandas, Furlanetto, Noslin, Basic, Lazzari, Cataldi. Allenatore: Sarri.

HELLAS VERONA: Montipò, Nuñez, Nelsson, Ebosse (46' Frese), Cham (46' Bella Kotchap), Serdar, Bernede (69' Belghali), Bradaric, Harroui (46' Al Musrati); Giovane, Sarr (77' Mosquera). A disposizione: Perilli, Toniolo, Oyegoke, Slotsager, Kastanos, Niasse, Ajayi, Vermesan. Allenatore: Zanetti.

Arbitro: Sig. Crezzini (Siena) - Assistenti: Sigg. Costanzo e Garzelli - Quarto uomo: Sig. Colombo - V.A.R.: Sig. Pezzuto - A.V.A.R.: Sig. Maresca.

Marcatori: 3' Guendouzi, 9' Zaccagni, 41' Castellanos, 81' Dia.

Note: nessun ammonito. Angoli 8-1. Recuperi: 1' p.t., 2' s.t.

Spettatori: 40.000 circa di cui 29.163 abbonati. Incasso non comunicato.


Fisayo Dele-Bashiru
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Matteo Cancellieri
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Oliver Provstgaard
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Matteo Guendouzi sblocca il match
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Il tocco vincente di Mattia Zaccagni per la rete del 2-0
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Il Taty Castellanos sigla la terza rete biancoceleste
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La rete del definitivo 4-0 di Boulaye Dia
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Pedro in azione
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Reda Belahyane
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Matteo Guendouzi
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Il Mister biancoceleste Maurizio Sarri saluta i tifosi a fine gara
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La rabona di Valentin "Taty" Castellanos, assist per la rete di Mattia Zaccagni
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I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: "Lazio, scatto d’orgoglio. Dalla prova "di serie C" a Como al ritmo travolgente che stende un Verona fragile: Guendouzi e Zaccagni a segno in dieci minuti, poi i sigilli di Castellanos e Dia. Una notte dominata dalle prodezze di Taty (una rete e due assist) riporta serenità nella squadra biancoceleste: il ritorno di Sarri all’Olimpico è perfetto. E il pubblico passa dalla contestazione a Lotito agli applausi per i giocatori".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: È stata la notte del Taty e del ritorno del Comandante, accolto come un eroe dai quarantamila dell’Olimpico a 538 giorni dalle dimissioni firmate il 12 marzo 2024. Quattro gol per schienare il Verona, cancellare il tracollo di Como e sbucare da un’estate durissima, senza acquisti, piena di critiche e di contestazioni. I fischi a Lotito, collegato in tv da Cortina d’Ampezzo, per 90 minuti sono stati superati dagli applausi alla Lazio. Serviranno conferme e prove più dure, ma qualcosa si è visto, al netto delle fragilità del Verona. La ricerca costante della profondità è un marchio di fabbrica del nuovo Sarri. Gli inserimenti dei centrocampisti (Guendouzi a segno, assist di Belahyane) hanno funzionato. Zaccagni è tornato al gol, non solo l’erede di Immobile, a digiuno per l’intero precampionato e protagonista con due assist. La Lazio non vinceva in campionato all’Olimpico dal 9 febbraio con il Monza, unica vittoria di Baroni da fine novembre 2024 a maggio (8 pareggi e 3 sconfitte nelle altre 11 partite interne). Pensate cosa sarebbe successo se Sarri avesse bucato anche il debutto in casa. Il poker gli consentirà di lavorare con tranquillità durante la sosta in attesa di ritrovare Isaksen, Vecino e Romagnoli, tre titolari.

DOPPIO ASSIST. Sì, si può alzare la palla e lanciare, cercando il contropiede o la sponda del Taty, a maggior ragione se ti manca la fantasia di Luis Alberto e Felipe e hai un centravanti elegante, più portato a rifinire che finalizzare. Il senso del possesso rivisto e corretto. Verticalizzare subito, appena possibile. È la richiesta di Mau, come si era visto durante le amichevoli estive, anche perché ora allena un gruppo con meno qualità e più velocità di prima. Conta l’interpretazione, non il modulo: bisogna salire a rimorchio, seguendo l’azione. Neppure tre minuti per sbloccarla con un lancio di Rovella. Taty ha messo giù e ha appoggiato per il rigore in movimento di Guendouzi. Sorpresa la difesa del Verona. Servivano energia e un atteggiamento diverso rispetto a Como. La tigna di Castellanos, non solo la classe, ha fatto la differenza per il raddoppio. Palla recuperata con l’aiuto di Dele-Bashiru. Roba da cineteca il triangolo con Zaccagni, servito di rabona. Una prodezza balistica dell’argentino, trequartista mascherato o falso 9 alla Mertens, come diranno gli orfani della narrazione sarriana. L’azzurro ha stoppato dolcemente in corsa e ha infilato Montipò: 2-0 in dieci minuti.

POKER. Sarri si era imbufalito per le statistiche da Serie C esibite di fronte a Fabregas. La Lazio ieri ha aumentato l’intensità e la pressione, migliorando la precisione dei passaggi (92%) e il possesso (70%). Il Verona è venuto fuori solo nei rari momenti in cui i biancocelesti hanno staccato la spina. Alla mezz’ora il palo timbrato da fuori da Bernede e il tentativo di Giovane. Ci ha pensato il Taty, con uno stacco prepotente di testa, a portare la Lazio sul 3-0 sul finire del primo tempo. Grave errore di Montipò sulla punizione di Rovella. Zanetti ha provato invano a rianimare il Verona con tre cambi (Frese, Bella-Kotchap, Al Musrati) dopo l’intervallo. La Lazio si stava divertendo. Sarri ha finito in bellezza con l’ingresso di Belahyane e Dia. L’ex play del Verona si è inserito con i tempi giusti e il senegalese ha calato il poker. Sarebbe troppo immaginare che Mau ieri sera abbia trovato la mezzala.


Il Messaggero titola: "Taty scatenato la Lazio è viva. Un gol e due assist nel primo tempo: l’argentino è il trascinatore contro il Verona. Guendouzi e Zaccagni subito in rete in dieci minuti. Nel finale Dia entra e firma il 4-0".

Prosegue il quotidiano romano: Esplosione d'orgoglio e tabù Olimpico distrutto dall'uragano Castellanos. Devastante in terra e in cielo: due assist dell'argentino per le prime due reti di Guendouzi e Zaccagni (il 2-0 nel primo quarto d'ora mancava da aprile 2024 con Tudor), quindi il tris personale sul finale del primo tempo. Il poker di Dia completa la festa di fine agosto. La Lazio torna a vincere e a convincere all'Olimpico contro il Verona, 203 giorni dopo l'ultima volta (guarda caso firmata Taty anche col Monza, il 9 febbraio) e soprattutto dopo la disfatta di Como. Prova di grinta, forza e cuore per i tifosi, dopo un'estate di fuoco, senza mercato. Rimane viva la contestazione contro Lotito in un corteo da Ponte Milvio allo stadio, ma poi c'è il lungo striscione motivazionale per aiutare Sarri (al ritorno un anno e mezzo dopo) da parte della Curva Nord: "Bisogna credere in ciò che si fa. Dovete obbedire al comando di chi è rimasto su quella panchina. Avete l'obbligo di combattere per la Lazio e la sua gente. Non si faccia un passo indietro, non si ceda neanche un metro".

IL DOMINIO. Un richiamo sentito, invocato anche da Mau, che cambia infatti due soli uomini rispetto a Como: fuori Lazzari e Cataldi, dentro Marusic e Rovella per aiutare il riscatto. Ironia del destino, è proprio il regista a regalare il primo lancio lungo per il Taty, che stoppa e sistema il pallone per il piattone di Guendouzi all'angolino. Primo timbro casalingo (e bis annullato per fuorigioco) in Serie A per il francese, partenza col turbo. Anzi di più. Il Verona, già schierato da Zanetti in assetto anti-sommossa con il 3-5-2, si rintana tutto dietro, ma non regge l'urto esagerato della Lazio. Un, due, tre, Zaccagni-Castellanos da urlo: cioccolatino di rabona dell'argentino e secondo assist dell'incontro (furono tre in tutto lo scorso campionato). Il capitano (sino alla sera prima con la febbre a 38) raddoppia, trova il quarto centro da ex e sblocca il suo digiuno casalingo lungo 279 giorni (non segnava dal 24 novembre, data anche dell’ultimo clean sheet interno). Sarri esulta manco fosse in finale di Champions, libera la rabbia e l'amarezza dell'esordio. Tavares ha voglia, ma è sempre troppo impreciso e distratto e, poco prima della mezz'ora, anche Guendouzi commette un erroraccio: prima Bernede colpisce il palo con un tiro al volo, poi Provedel neutralizza Giovane da un metro. I biancocelesti si spaventano, ripartono e cercano di addormentare la sfida con il palleggio. Taty si conquista una punizione (battuta da Rovella) e finalmente si va a prendere la gloria di testa, quasi sul finale di un primo tempo da standing ovation (letterale, poi, al momento del cambio).

LA FAME. Altro debutto casalingo da sogno per Castellanos: proprio con Sarri il numero 11 aveva sfornato gol e assist con l'Atalanta, il primo anno. L'ultima rete del numero 11 risaliva alla trasferta di Genoa (23 aprile), all'Olimpico proprio al successo col Monza (9 febbraio) Il Taty rilancia ancora la Lazio, che finalmente è attenta e mai sazia, nemmeno dopo l'intervallo. Perfetta stavolta l’occupazione dello spazio, ottime le verticalizzazioni di Rovella, sempre vigile nella lettura delle linee di passaggio. In una superprestazione così va trovato il pelo per migliorarsi in futuro: Cancellieri deve diventare più lucido e cattivo, Dele-Bashiru continua a vagare troppo per il campo senza mai trovare il suo posto. Al 65’ Sarri preserva Zaccagni e Tavares, e inserisce Pellegrini e Pedro. Proprio sulla fascia sinistra, però, il Verona crea l’unico vero pericolo: Bernede sfiora un altro legno. Ancora decisiva la copertura di Provstgaard, che cresce di giorno in giorno: quasi un peccato debba lasciare il posto a Romagnoli (rientrante dalla squalifica) contro il Sassuolo. Meglio Belayane in 4’ di Dele-Bashiru: suo l’assist il 4-0 finale di Dia, anche lui subentrato al 78’. Ci sarà tutta la sosta per riparlarne tranquillamente, fortunatamente con un altro umore e un altro spirito ritrovato.


Il Tempo titola: “Poker servito. Primi sprazzi di calcio sarriano e un Taty in grande spolvero: abbattuto il tabù Olimpico. La Lazio si ritrova dopo il ko di Como e strapazza il Verona. Apre Guendouzi poi Zaccagni, Castellanos e la firma di Dia”.

Prosegue il quotidiano romano: Riecco la Lazio, bentornata nel mondo del calcio. Cala il poker contro il Verona e si riprende l'Olimpico dopo 203 giorni di digiuno. Una squadra sarriana che regala spettacolo e quattro reti grazie allo show di di Castellanos, due assist per le reti di Guendouzi e Zaccagni e sigillo di testa al tramonto di un primo tempo con i fiocchi. Nel finale poi si sblocca anche Dia per la festa di uno stadio ritrovato. Sarri ne cambia due rispetto alla pessima prestazione di Como: dentro Marusic e Rovella al posto di Lazzari e Cataldi, per il resto fiducia a quelli provati durante l'estate con Cancellieri accanto a Castellanos e Zaccagni. A proposito del capitano, gioca nonostante la febbre di sabato che ne aveva messo in dubbio la presenza. Zanetti presenta il miglior Verona possibile, peraltro reduce dal buon pareggio di Udine. Sarr guida le ripartente giallo-blu, da tenere d'occhio il fantasista brasiliano Giovane. L'ambiente è carico, quarantamila anime laziali che sostengono la squadra ma, com'era ampiamente prevedibile, piovono cori contro il presidente Lotito. Ovazione al nome di Sarri che torna all'Olimpico dopo 538 giorni: il pubblico lo vede come ancora di salvezza dopo un'estate tormentata. Si parte e comincia lo show di Castellanos, ispirato come mai si era visto con la maglia biancoceleste. Sono passati appena tre minuti e il Taty fa diventare oro il lancio di Rovella confezionando l'assist per Guendouzi che trova subito la rete del vantaggio.

Al 10' sempre il centravanti argentino decide di rabona di mandare in porta Zaccagni. Una perla tecnica e un gol da applausi che fa stropicciare gli occhi ai presenti. Approccio giusto peccato che, nel cuore di un primo tempo dominato, la Lazio riesca a regalare un paio di occasioni al Verona per rientrare in partita. Sbaglia Dele Bashiru e, prima Harroui e poi Bemede (palo a Provedel battuto) falliscono l'appuntamento. A quel punto Castellanos, sempre lui, decide di chiudere l'ottimo primo tempo della squadra di Sarri segnando di testa sulla punizione di Rovella. Siamo 3-0 al 41' e Taty ritrova il gol che manca dal 23 aprile. Si va al riposo col pubblico tutto in piedi a gridare il nome di Sarri. Dopo l'intervallo Zanetti inserisce i neo acquisti Al Musrati, Bella Kotchap e Frese per dare più brio alla manovra offensiva. Il Verona ci prova con Serdar, Cancellieri spreca da ottima posizione poi anche i cambi di Sarri nel cuore di una ripresa più equilibrata della prima frazione: fuori Tavares e Zaccagni (sfinito per la febbre), tocca a Luca Pellegrini e Pedro. Poi a 12 minuti dalla fine la meritata dose di applausi per Taty che lascia il campo a Dia (esce anche Dele Bashiru e si rivede Belahyane). I due nuovi entrati confezionano l'azione del poker: bella percussione del marocchino, appoggio nella porta veronese del senegalese. Finisce 4-0, la Lazio si mette alle spalle un periodo nero.


La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio travolgente. Castellanos gol e assist. Il Verona crolla in fretta. Due gol nei primi 10 minuti ispirati da Taty che poi si sblocca di testa. Segna anche Dia. Che reazione dopo la sconfitta a Como".

Continua la "rosea": I numeri stavolta sono da parte alta di Serie A. Con una prestazione maiuscola, 4 gol e altre occasioni create, la Lazio supera il Verona, interrompe (dopo 203 giorni, dal 5-1 al Monza del 9 febbraio) il digiuno di vittorie nei match casalinghi di campionato e, soprattutto, volta pagina dopo la brutta partenza di Como. Sarri aveva chiesto grinta, determinazione e gioco per cancellare la prova opaca dell’esordio. Li riceve tutti assieme, il Comandante, anche oltre quello che si sarebbe aspettato. Un’ottima notizia per lui e ancor di più per una Lazio che, dopo una estate senza acquisti, deve cercare di trovare in fretta la sua esatta dimensione. Alla tempestiva rinascita della formazione biancoceleste contribuisce però pure un Verona talmente fragile da non sembrare vero. Subito sotto (due gol presi nei primi dieci minuti) e mai in partita, i veneti dovranno attentamente riflettere su questa sconfitta senza attenuanti. In vista di un campionato (ma questo si sapeva) che si preannuncia in salita.

Taty mattatore. Il 4-3-3 di Sarri stavolta non è statico (aveva ragione il tecnico quando diceva che a Como il problema non era stato il sistema di gioco, ma l’atteggiamento), la Lazio aggredisce subito la partita con la carica e la lucidità giuste. Le linee sono strette, il giro palla veloce e in più c’è un Castellanos in serata di grazia. Il gol che sblocca la gara arriva dopo appena tre minuti. Lancio di Rovella per Taty che addomestica la palla, favorisce l’inserimento di Guendouzi e scarica per il piatto chirurgico del francese. Ma il capolavoro Castellanos lo confeziona sette minuti dopo quando con una rabona chiude il triangolo chiesto da Zaccagni, che deve solo depositare in rete (per il capitano primo gol stagionale e quarto alla sua ex squadra). Due assist che valgono quanto altrettanti gol per l’argentino. Che, però, poco prima dell’intervallo, decide che è anche meglio farla, una marcatura. Così sull’angolo di Rovella stacca più in alto di tutti e deposita in rete rompendo finalmente il ghiaccio (non segnava da aprile). Il primo tempo della Lazio rasenta la perfezione in entrambe le fasi. Rasenta e non tocca, soltanto perché i biancocelesti si concedono un piccolo black-out attorno alla mezzora, quando nel corso della stessa azione il Verona colpisce prima un palo con Bernede e poi si divora un gol con Giovane (Provedel è attento, ma l’attaccante brasiliano doveva far meglio).

A senso unico. La serata del Verona è tutta lì, in quei sessanta secondi nei quali ha due opportunità per riaprire la partita. Ma, visto quanto fa prima e dopo, sarebbe servito a poco. La formazione gialloblù sembra avere una discreta idea di gioco quando deve proporsi in avanti (grazie al movimento e agli inserimenti dei centrocampisti), ma è lenta e impacciata quando si tratta di difendere. E per una squadra che ha come obiettivo la salvezza è un particolare decisamente preoccupante. Dopo il primo tempo-horror Zanetti prova a rimescolare con uomini diversi il suo 3-5-2, ma non cambia praticamente nulla. Nella parte finale del match fa pure esordire gli ultimi due arrivati, Al Musrati e Bella Kotchap. Entrambi sono da rivedere in situazioni meno complicate. Anche perché gli ospiti col passare dei minuti tirano i remi in barca, anziché provare in qualche modo a reagire. E così per la Lazio arriva pure il poker, confezionato da tre dei nuovi entrati: Pellegrini lancia Belahyane che serve Dia per il gol che chiude i conti (e così si sblocca pure il senegalese, dopo Castellanos). La Lazio finisce col morale finalmente buono e la sensazione che, se avesse voluto, avrebbe potuto segnare anche altri gol. Presto per dire che sia stata imboccata la strada giusta, ma ora il futuro pare meno incerto.


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Sarri: "Serve una crescita individuale e collettiva. Prendiamo il buono della vittoria, ma con le molle. Tanti giocatori sono libri da scrivere". Il tecnico si è ripreso l’Olimpico "Mi era mancato moltissimo". E chiede calma: "C’è ancora molto da fare. Castellanos? Ha più gol in canna dell’anno scorso. I tagli? Vediamo".

La richiesta di reazione di Sarri, alla vigilia, sembrava il messaggio del naufrago sull’isola deserta: "Tornare a vincere in casa dopo mesi era l’aspetto che mi premeva di più, gravava sui ragazzi e sulla nostra gente. È stata una molla". Sarri s’è ripreso l’Olimpico, ha ritrovato la Lazio, è stato il vero inizio di tutto: "L’Olimpico mi era mancato moltissimo, me lo sono goduto poco. Nella testa avevo solo la vittoria da ridare ai tifosi". La Nord, sul 2-0, ha invocato il suo nome. Prima ancora gli aveva dedicato uno striscione: "Qualcosa di forte", l’emozione di Mau. Non c’era stata partita, non c’era stata reazione, non c’era narrazione, mancavano le frasi, era caduta ogni parola |a Como. Sarri ha ritrovato certezze e i colpi di Taty: "Secondo me ha più gol in canna dell’anno scorso, deve imparare a fare quelli brutti, gli chiederei questo, può crescere nei numeri. Ha fatto anche un paio d’assist di livello elevato. La rabona è roba seria. Sta crescendo di condizione, vediamo dove può arrivare tra un mese o due". Anche Guendouzi è in vena di gol: "Non ha mai segnato tanto in carriera, qualcosa in più dei 2-3 gol che fa solitamente li può fare".

L’analisi. Sarri ha promosso l’impatto: "Nei primi 20-30 minuti abbiamo portato in campo tutto quello che era stato provato per muovere i loro centrocampisti. Così abbiamo trovato qualche spazio in più. Ho visto attaccare gli spazi più del solito". E’ una Lazio tutta da scrivere, come dice Mau: "Abbiamo giocatori che sono libri da scrivere. Dele-Bashiru non si sa che giocatore può diventare. Anche Belahyane. Tanti ragazzi hanno possibilità di crescere. Dico Cancellieri, l’ho trovato molto maturato. C’è da fare una crescita collettiva e individuale". Como è cancellata: "Una prestazione completamente diversa. E’ una fase di stagione in cui si possono alternare prestazioni, capita a tante squadre. Non abbiamo fatto un dramma dopo Como, prendiamo quello che c’è di buono in questa vittoria. Ma con le molle. Bisogna avere la consapevolezza che c’è ancora molto da lavorare". Ecco cosa manca: "Questa squadra più che di qualità manca in logicità nelle scelte, questo la porta a fare errori che sembrano tecnici, ma sono di scelte. Dobbiamo crescere molto". La difesa, i difetti: "La linea difensiva nelle esercitazioni lavora benissimo, in partita qualcosa da mettere a posto c’è. Siamo scomposti nelle fughe, in ritardo nei tempi quando ci attaccano la profondità". Provstgaard ha retto bene: "Sta facendo bene, ha tutte le caratteristiche di uno da Premier".

Gli altri. Sarri ha rilanciato Rovella: "Ci dà energia, ha fame, voglia. Sarò contento quando gli vedrò fare quello che ha fatto con un tocco in meno". I portieri: "Provedel l’ho ritrovato un po’ sottotono all’inizio, poi è cresciuto. Spero sia destinato a tornare velocemente quello di qualche anno fa". I prossimi tagli: "Uno è Gigot, l’altro vedremo, sarà variabile. Abbiamo due slot, li useremo secondo necessità". Noslin resta: "A volte sembra esterno, altre seconda punta. Se Dia andrà in Coppa d’Africa ci servirà. Ha gamba e istinto del gol". Belahyane mezzala: "Me l’aspettavo più lento, ha inserimenti, non è male nel ruolo. Da centrale è ancora confusionario". Insigne è una tentazione per i prossimi mesi: "La società mi ha detto che non può aumentare il monte stipendi finché non sarà liberata dalla sanzione. L’ultima cosa che voglio è studiare la finanza sportiva".

In un altro articolo:

Castellanos trascinatore "L’obiettivo è l’Europa". L’attaccante rompe il digiuno con il gol e regala anche due assist: "Dobbiamo puntare il più in alto possibile, abbiamo una squadra forte e la stagione è lunga".

Una serata per cancellare un'estate intera. Erano state maledette le amichevoli, il digiuno si era prolungato a Como, con un altro gol annullato come nel test con l'Avellino. Castellanos s'è sbloccato e scatenato con il Verona: 2 assist che hanno preceduto la gioia personale, infilando di testa una punizione di Rovella. Gli applausi già a fine primo tempo erano per l'intera squadra, ma tra tutti è spiccata la prestazione del Taty. Efficace nella doppia veste, da bomber e rifinitore. Tutto ciò che era mancato finora, soprattutto nel debutto al Sinigaglia. Ci si era messa anche la sfortuna e quel fuorigioco millimetrico di spalla. Alla fine ha parlato con il premio di "man of the match" in mano: "Sono felice, il gruppo ha fatto un lavoro incredibile, dobbiamo continuare così. La stagione è lunga", ha detto l'attaccante a Dazn. La Lazio non vuole fare da comparsa in campionato: "Dobbiamo puntare il più in alto possibile, abbiamo una squadra forte, vogliamo tornare in Europa".

DI QUALITÀ. Ieri sera è filato tutto liscio, meglio di così non poteva rispondere ai mugugni per l'astinenza. Subito in palla, dapprima come suggeritore: scatto al 3', stop perfetto sul lancio di Rovella, ha alzato lo sguardo e premiato l'inserimento di Guendouzi, preciso con il destro. Il secondo passaggio decisivo, dopo 10 minuti, ancora più bello: uno-due con Zaccagni, gliel'ha riconsegnata di rabona, spedendo il capitano a tu per tu con Montipò. Da stropicciarsi gli occhi: "È un gesto che faccio spesso. Non avendo un buon sinistro, mi riesce meglio di rabona. Se è già l'assist dell'anno? Speriamo", ha commentato. La gara di qualità, poi, doveva essere arricchita da una rete: eccola, al 41', staccando alle spalle del portiere gialloblù.

VOGLIA. La fame non si è placata, la sua è stata una partita totale. Andrà confermata dopo la sosta, da trascorrere a Formello vista la mancata convocazione della nazionale argentina. È stato un messaggio anche al ct Scaloni. Buon per Sarri, potrà seguirlo da vicino durante la pausa del campionato. La prova di Castellanos l'ha rassicurato e ha contribuito a rendere il più dolce possibile il suo ritorno all'Olimpico, quasi un anno e mezzo dopo la cocente sconfitta con l'Udinese. Il Taty ha convinto fino alla sostituzione, arrivata al 78' con l'ingresso di Dia.

PRESTAZIONE. Determinazione e fantasia, il pacchetto completo. Castellanos ha lottato e inventato, pressato e timbrato. Ha attaccato la profondità ed è venuto incontro, ha concluso e aperto gli spazi servendo i compagni sulla corsa. Splendido soprattutto il filtrante per Cancellieri nel primo tempo. Ci ha riprovato da fuori nella ripresa, la conclusione è uscita di poco. Un tentativo in rovesciata, invece, è stato respinto col corpo (forse con un braccio) da Frese sugli sviluppi di un corner. Aveva trovato in un attimo la coordinazione giusta. S'è preso la standing ovation al momento del cambio, mancava poco meno di un quarto d'ora. Applausi meritati per una serata magica che ha allontanato i dubbi di un'intera estate deludente.



La formazione biancoceleste:
Provedel, Gila, Cancellieri, Dele-Bashiru, Provstgaard, Nuno Tavares
Rovella, Guendouzi, Castellanos, Marusic, Zaccagni
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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