Domenica 3 ottobre 2021 - Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Bologna-Lazio 3-0

Da LazioWiki.

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3 ottobre 2021 – Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Campionato di Serie A, VII giornata - inizio ore 12.30


BOLOGNA: Skorupski, Medel, Soumaoro, Theate, De Silvestri, Dominguez, Svanberg, Hickey (87' Bonifazi), Soriano, Arnautovic (85' Santander), Barrow (88' Vignato). A disposizione: Bardi, Bagnolini, Binks, Orsolini, Sansone, Skov Olsen, Mbaye, Van Hooijdonk, Cangiano. Allenatore: Mihajlović.

LAZIO: Reina, Marusic, Luiz Felipe, Acerbi, Hysaj (58' Lazzari), Milinkovic (58' Basic), Leiva (71' Cataldi), Luis Alberto (71' Akpa Akpro), Pedro, Muriqi (77' Patric), Felipe Anderson. A disposizione: Strakosha, Adamonis, Radu, Escalante, André Anderson, Raul Moro, Romero. Allenatore: Sarri.

Arbitro: Sig. Massa (Imperia) - Assistenti Sigg. Pagliardini e Scatragli - Quarto uomo Sig. Maggioni - V.A.R. Sig. Maresca - A.V.A.R. Sig. Bresmes.

Marcatori: 14' Barrow, 17' Theate, 68' Hickey.

Note: espulso al 76' Acerbi per doppia ammonizione. Ammonito al 52' Milinkovic, al 66' Pedro, al 75' Lazzari, al 76' Acerbi, al 90'+1' Luiz Felipe, al 90'+3' De Silvestri tutti per gioco falloso, al 52' Soumaoro per comportamento non regolamentare. Angoli 3-3. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 12.975 per un incasso di Euro 237.994,00.


Adam Marusic
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Sergej Milinkovic-Savic
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Lucas Leiva e Francesco Acerbi
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Il saluto del tecnico rossoblù Sinisa Mihajlovic ai tifosi biancocelesti
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Felipe Anderson in un'azione d'attacco
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Felipe Anderson
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Elseid Hysaj
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Toma Basic
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Vedat Muriqi
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Pedro
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Bologna, una baby sinfonia. La Lazio è irriconoscibile. Barrow (22 anni), Theate (21) e Hickey (19) risvegliano i rossoblù. I biancocelesti mai in partita. Espulso Acerbi".

Continua la "rosea": Come si dirà "Tiraggiro" in gambiano non si sa, ma di certo come si pronuncia il sarrismo in casa Lazio, per ora, è un "Lost in translation", una traduzione persa, un test di compatibilità che - dopo un derby esaltante - ieri non s’è visto. Il Bologna piega i biancocelesti come e più di un anno fa (da 2-0 a 3-0), confezionandosi il regalo di compleanno per i suoi 112 anni, rendendo di fatto carta-straccia certe voci di sostituti di Mihajlovic e rivalutando un po’ il concetto di ritiro, anche se quello di Sinisa (o forse proprio per questo) è stato un ritiro a metà. Di sicuro ne è uscito un Bologna preparato, da tempesta perfetta: il gambiano Musa Barrow ha aperto i giochi, il resto è stato un lento progredire bolognese e regredire laziale. Baby terribili. Dopo una settimana turbolenta e piena di tutto (infortuni e falsi positivi: Dijks e Soumaoro), Sinisa ha ricompattato i suoi cambiando al quarto anno il sistema di gioco: 3-4-2-1, una tre mascherata che ripiega in 5-3-2 e che - ecco il concetto - ha disinnescato una Lazio (poi rimasta in 10 per una parola di troppo di Acerbi) che dei giochi preziosi di Sarri sembra aver smarrito la password.

In tutto questo, il banco lo hanno fatto saltare tre ragazzotti: Barrow (anni 22, pungente anche su Leiva), Theate (21) e Hickey (19). Segnali. Quelli mai visti dai senatori che popolano i biancocelesti: senatori senza portafogli, nel senso che l’incedere sempre uguale, pigro e lento, non ha mai pagato contro il calcio più accorto e anche un po’ antico (chiusura e ripartenze, anche con lanci lunghi verso Arnautovic) del Mihajlovic che ha studiato mosse, contromosse e annodato un Sarrismo comunque molto latente, ieri. Sinisa stravince. Già, perché la domanda sulla quale "zoomare" subito è la seguente: è stato Mihajlovic a incartare Sarri o la Lazio si è proprio annodata da sola? Ottanta-venti, a livello di percentuali: perché l’impianto accusatorio di Sinisa (squadra compatta, 5-3-2 in fase di ripiegamento rapido, contropiede della Lazio mai ammesso, linee di gioco altrui chiuse, aggressione al portatore di Barrow) non è mai stato smontato da Sarri: la sua Lazio palleggiava lenta, spenta, senza sbocchi e - va detto - anche senza il suo mattatore, ovvero quel Ciro Immobile che fino a qui ha segnato 6 dei 15 gol totali.

Mihajlovic ha avuto dai suoi il famoso "Aic" (atteggiamento, intensità, concentrazione) e a questo ha abbinato il senso di killeraggio che in passato ha fatto difetto o cilecca: ha colpito coi suoi sbarbatelli e ha completato il quadro della resurrezione coi suoi gladiatori stanchi, nel senso che Arnautovic, Soriano, De Silvestri e anche Medel (sempre più imprescindibile) hanno messo quei macrogranuli di esperienza e sana malizia nei momenti del bisogno anche se visibilmente sfibrati e provati da partite consecutive. Alibi? Un anno fa Sinisa battè la "sua" Lazio 2-0. Ieri ha spinto il tasto del turbo dando un’accelerazione alla gradevolezza con tre gol tutti belli, da Barrow (14’, tiro a giro dal vertice sinistro su lancio di Theate), Theate (17’, colpo di testa su angolo di Barrow con Hysaj che dorme tappando Reina) e Hickey (23’ s.t., apertura intelligente di Musa, Lazzari mangiato, colpo di destro per lo scozzesino mancino). In tutto questo la Lazio era moscia, morbida: o lo era inconsciamente - creandosi alibi sottotraccia - perché "Mau" aveva polemizzato per i tempi stretti da una gara all’altra fra Coppa e campionato? Un esempio: il Rennes ha giocato giovedì sera in Olanda in Coppa e ieri all’una battendo il Psg. Quindi...


► Il Corriere dello Sport titola: "Troppo Sinisa per Sarri. Barrow e Theate in 3', nella ripresa chiude Hickey: Mihajlovic riscopre l'attenzione e l’intensità dei suoi. Lazio senza equilibrio: l'effetto derby è già finito. Il Bologna riparte alla grande, biancocelesti in diff‌icoltà per l'assenza di Immobile e per il gioco che ancora latita".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Mihajlovic si è ripreso il Bologna o forse non lo aveva mai perso, a giudicare dal ritmo, dalla fame e dalla reazione emotiva dei rossoblù. Dopo le dimissioni di Sabatini, hanno salvato la panchina di Sinisa, vecchio laziale e con i tre figli romani in tribuna che non sapevano se festeggiare il padre o disperarsi per la squadra del cuore. Sarri invece ha smarrito l'effetto derby,di solito moltiplicatore di entusiasmo, o forse non ha ancora trovato la Lazio, piccola per mentalità se si squaglia in questo modo dopo aver dato tre gol alla Roma e non ancora dominante nel gioco. Restano i soliti sospetti: se manca Immobile, se togli campo, profondità e contropiede, i biancocelesti faticano a creare pericoli e diventano vulnerabili, scoprendo i difetti di equilibrio e di corsa del centrocampo. Leiva cammina, Milinkovic e Luis Alberto soffrono le marcature individuali, dietro diventa un tormento se Luiz Felipe e Acerbi (espulso, salterà l'Inter) non sono al top e sarebbe opportuno riflettere sui frequenti balck out di Reina, non irreprensibile sui prime due gol e colpevole sul terzo. Un tiro a giro di Barrow, un colpo di testa di Theate (classe Duemila) e il tris dello scozzese Hickey (2002). Tre assegni in bianco. Chissà che tipo di Bologna avrebbe allestito Saputo se il suo diesse non gli avesse fatto spendere qualche soldo per quei tre ragazzi, rivendibili a cifre superiori. Walter, con un eccesso di responsabilità, non ha resistito all'atto nobile delle dimissioni: se ogni direttore sportivo applicasse lo stesso metro di auto-valutazione nel rapporto tra budget disponibile e costruzione squadra, in Serie A non si salverebbe quasi nessuno.

Tripletta. Sotto il sole estivo del Dall'Ara, però, ieri hanno fatto la differenza spirito, motivazioni e atteggiamento. Il Bologna era affamato, la Lazio si guardava allo specchio. Le fotografie dei tre gol spiegano. Il primo, nato da un lancio di Theate, è arrivato dopo un'interruzione di gioco e una palla restituita da Luis Alberto. La Lazio era ferma, scoperta e immobile senza pensare a Ciro, fiaccato da troppe partite ravvicinate e dalle vacanze cortissime. Barrow è filato via, tenuto in gioco da Acerbi, e ha scherzato con Luiz Felipe e Reina: palla all'incrocio, chapeau. Dopo altri tre minuti, il raddoppio con un calcio d'angolo lungo, ma non troppo alto, sul secondo palo. Reina scavalcato, Hysaj inchiodato a terra. Theate ha impattato di testa. Bravissimo il difensore belga, anche in fase di rottura. Il terzo, nella ripresa, la Lazio lo ha preso dagli sviluppi di un fallo laterale. Barrow si è liberato in slalom e ha servito il cambio gioco sul lato opposto, dove Hickey in velocità è riuscito a dribblare Lazzari e ha preso la mira con il destro (non il suo piede). Reina ha completato la frittata, facendosi scappare la palla: non era un tiro irresistibile.

Copertura. Non c'è stata partita. Il Bologna l'ha vinta in poco più di un quarto d'ora, la Lazio non è mai riuscita a riaprirla, povera di idee, di movimento senza palla e di un finalizzatore, anche se in questa circostanza sarebbe ingeneroso rimpiangere Caicedo come vice Immobile. Ieri avrebbe perso chiunque avesse giocato e non ha mai impensierito una squadra che nelle ultime tre giornate aveva incassato 12 gol. Mihajlovic, coprendosi meglio del solito, ha indovinato l'assetto. Difesa a tre con Medel per niente intimorito dall'altezza di Muriqi, Soriano su Luis Alberto. Svanberg incollato a Milinkovic, Dominguez a dirigere il traffico, De Silvestri e Hickey a tutta fascia, Arnautovic a duellare con Acerbi e Barrow in costante disturbo su Leiva: il 3-4-2-1 in fase difensiva diventava 5-3-2. Così Sinisa ha tolto respiro, iniziative e folate alla Lazio. Persino quel folletto di Felipe, l'unico a correre e inventare, si è arreso e non ci ha creduto più dopo l'intervallo.


Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:


► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Il Sarri del confronto nello spogliatoio e il Sarri commentatore tecnico-tattico. I suoi interventi sono divisibili in due parti. Confessata la squadra, in tv ha affrontato gli altri temi legati al crac. In settimana aveva attaccato la Lega per via del calendario ravvicinato, è pronto a battagliare per far sì che non accada più, che non capitino partite da giocare nel giro di 63 ore così come successo tra giovedì e ieri. Ma ha detto ai suoi che questo non può essere un alibi: "Siamo arrivati scarichi sotto tutti i punti di vista, le energie mentali erano a zero, più di quelle fisiche. Quando sei stanco lo è tutto l'ambiente - ha ammesso il tecnico - è stanco lo staff, lo sono i fisioterapisti e questa stanchezza la attacchi anche a chi ha giocato meno. Siamo l'unica squadra d'Europa ad aver giocato dopo poco più di 60 ore dall'impegno di Coppa, è chiaro che ha influito. Ho detto ai giocatori che faremo una lotta contro la Lega, ma questo non deve essere un alibi. Noi eravamo pigri e spenti dall'inizio". Sarri ha ammesso che la rosa non garantisce ampie manovre di turnover: "Qualche criticità c'è per forza ma è giusto parlarne all'interno dello spogliatoio".

Il campo. Non era in vena di analisi tattiche. Di fronte a squadre arroccate, pronte al contropiede, la Lazio si blocca, è un dato di fatto: "La squadra gli spazi se li è chiusi da sola. In Europa abbiamo sviluppato tutto per vie esterne, a Bologna 11 giocatori volevano la palla addosso. Sarebbe finita così anche con Ciro". Nel suo Napoli, che viene sempre preso a riferimento (è un bene e un male), c'erano centrocampisti capaci di trovare invenzioni nelle partite più bloccate. Luis Alberto e Milinkovic nell'idea di gioco di Sarri devono dare di più, a suo avviso non sono ancora completi: "Devono diventare centrocampisti totali, sono poco portati alla fase difensiva e al sacrificio nelle fasi di rientro, sono molto portati a giocare palla al piede. Le qualità per farlo ce l'hanno ma dipende molto da loro due". E' stata una Lazio anche nevrastenica, il rosso di Acerbi complica i piani di Lazio-Inter del 16 ottobre: "Un quarto d'ora prima in panchina ho detto che era la classica partita che avrebbe portato ad un'espulsione, accade quando giochi con la testa fra le nuvole". Sarri non s'è negato una frecciata all'arbitro Massa: "Non ha influito sul risultato, ma certe scene di protagonismo le vedo da parte degli arbitri italiani e basta". Mau ha ringraziato i tifosi, arrivati in duemila, mai un fischio, solo tifo: "Ho visto un pubblico stupendo con la squadra "morta" sotto di tre gol".



La formazione biancoceleste:
Reina, Muriqi, Luiz Felipe, Acerbi, Milinkovic-Savic, Luis Alberto;
Hysaj, Pedro, Felipe Anderson, Leiva, Marusic
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

  • Portieri: ;
  • Difensori: ;
  • Centrocampisti: ;
  • Attaccanti: .
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I convocati in grafica






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