Sabato 16 ottobre 2021 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Inter 3-1

Da LazioWiki.

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16 ottobre 2021 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, VIII giornata - inizio ore 18.00


LAZIO: Reina, Marusic, Luiz Felipe, Patric, Hysaj (66' Lazzari), Milinkovic, Leiva (85' Cataldi), Basic (66' Luis Alberto), F. Anderson (85' Akpa Akpro), Immobile, Pedro (75' Zaccagni). A disposizione: Strakosha, Adamonis, Radu, Vavro, Escalante, Akpa Akpro, Cataldi, Moro, Muriqi. Allenatore: Sarri

INTER: Handanovic, Skriniar, de Vrij, Bastoni (67' Dumfries), Darmian, Barella (85' Calhanoglu), Brozovic, Gagliardini (67' Vecino), Dimarco, Perisic (67' Correa), Dzeko (75' Lautaro). A disposizione: Radu, Cordaz, Ranocchia, Kolarov, D'Ambrosio, Satriano. Allenatore: S. Inzaghi

Arbitro: Sig. Irrati (Pistoia) - Assistenti Sigg. Perrotti e Palermo - Quarto uomo Sig. Manganiello - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Preti.

Marcatori: 12' Perisic (rig.), 64' Immobile (rig.), 83' Felipe Anderson (L), 90'+1' Milinkovic.

Note: ammonito al 27' Basic, al 36' Gagliardini, al 63' Bastoni, all'83' Milinkovic, all'83' Felipe Anderson, all'83' Dumfries, all'83' Lautaro, all'87' Correa, al 90' Darmian. Espulso a fine gara Luiz Felipe. Angoli . Recuperi: 1' p.t., 6' s.t. Prima dell'inizio della partita si è esibito Briga che ha cantato "I giardini di marzo" di Lucio Battisti.

Spettatori: .


Felipe Anderson in azione
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Ciro Immobile
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Sergej Milinkovic-Savic
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Toma Basic al tiro
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Il calcio di rigore trasformato da Ciro Immobile
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La bagarre scatenata dopo la rete di Felipe Anderson
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Adam Marusic
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Luiz Felipe
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Briga canta "I giardini di marzo"
Briga canta "I giardini di marzo" davanti alla Curva Nord

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Inter, crollo e far west. Perisic-gol illude Inzaghi. Tris Lazio per il ribaltone. Che scintille dopo il 2-1. I nerazzurri non chiudono il match, poi affondano: è il primo k.o. Rissa per il gol del vantaggio di Anderson, con Dimarco a terra".

Continua la "rosea": E' cominciata a tarallucci e vino, con il grande ex Simone Inzaghi sotto la curva laziale a ricevere premi e a dispensare baci e abbracci. Ed è finita male, malissimo, come nei peggiori bar di Caracas, una caccia all’uomo per via di un gol forse "sbagliato" per etica, ma corretto per regolamento. Sull’1-1, quando sembrava incanalata verso il pari della pace, Lazio-Inter è diventata una maionese impazzita, una guerra per bande. La scintilla all’81’: Dimarco è rimasto a terra dopo uno scontro con Lucas Leiva, però la palla è arrivata lo stesso a Martinez e l’argentino l’ha giocata. Irrati ha lasciato correre per il vantaggio, anche perché l’"infortunato" non era stato colpito alla testa, unico motivo per cui l’arbitro deve fermare il gioco. Sul rovesciamento di fronte Anderson ha segnato il 2-1 laziale, con Dimarco ancora a contorcersi, e in campo si sono accesi tumulti. Interisti furiosi, focolai di lotta, diluvio di cartellini. La Lazio doveva buttar fuori il pallone? In un mondo ideale forse, però è stata l’Inter a proseguire l’azione quando Dimarco era giù. E poi diciamolo, Dimarco non è rimasto vittima di un incidente serio.

Placatisi i tafferugli, il difensore ha ripreso il gioco senza problemi. Difficile stabilire dove stia la verità, ammesso che una verità assoluta esista. Ci pare una vicenda abbastanza infantile, con l’equivoco molto italiano del giocatore a terra da santificare sempre con la palla in fallo laterale. È l’arbitro che decide se interrompere il match, soltanto lui ha questa facoltà. Il resto è galateo, fairplay, buon senso, tutte cose molto relative e interpretabili. Passata la tempesta, all’Inter resta la classifica dolente. Se oggi il Napoli vincerà, la squadra di Inzaghi scivolerà a meno sette dalla cima. Da fascia a fascia. Sorpresa nella Lazio, Sarri ha escluso Luis Alberto dalla formazione iniziale. Scelta tecnica, le alchimie sarriane non sono compatibili con i virtuosismi dello spagnolo, meglio la corsa e il fisico di Basic, lungagnone croato. Partita a sviluppo laterale, Inter abile a far ballare le linee laziali con gli spostamenti di palla da destra a sinistra e viceversa. Emblematica l’azione che ha portato al rigore del vantaggio nerazzurro. È nata con una costruzione dal basso – quel che è giusto è giusto – ed è proseguita con Dimarco bravo da inistra a pescare Darmian sulla destra.

Il tocco di testa dell’esterno nerazzurro ha permesso a Barella di prendere posizione su Hysaj e di far cadere l’avversario nella tentazione di un tocco piede su piede. Rigore inevitabile, con trasformazione esemplare di Perisic (la prima in Serie A con il destro dopo le due col sinistro). Gruppi di giocatori sugli esterni. La Lazio spingeva per lo più a destra, dove fiammeggiava Felipe Anderson. Dimarco, più spingente che respingente, faticava a riallinearsi in non possesso e così le lunghe leve di Bastoni si consegnavano al passo svelto e ai dribbling di Anderson. Dall’altra parte Pedro partecipava poco alle operazioni di contrasto e così Darmian e Barella, astuto nel sovrapporsi, mettevano in mezzo il povero Hysaj, con Basic incerto sul da farsi. Due squilibri hanno prodotto un discreto equilibrio di occasioni, fino all’intervallo la gara è oscillata tra l’1-1 e lo 0-2. Due tiri di Basic disattivati da Handanovic, una botta di Perisic sventata da Reina. L’Inter però era più sicura di sé, agganciata a superiori certezze. Lazio in piena traversata identitaria, non più inzaghiana e non ancora sarriana.

In controllo, poi... L’Inter ha iniziato la ripresa in controllo totale. Disponeva della partita, trasmetteva una sensazione di potere sugli eventi e forse qui è nascosto l’errore cruciale dei campioni d’Italia, non aver chiuso il match quando poteva farlo. Lo 0-2 avrebbe affondato la Lazio, l’avrebbe colpita nell’animo, ne avrebbe compromesso ancora di più la fiducia nel sarrismo. Non è successo, la Lazio è sopravvissuta e un episodio l’ha rimessa in sesto. Un gomito largo di Bastoni in contrasto aereo su Patric, il pallone che sbatte sopra, il rigore inevitabile perché nel calcio di oggi questi sono rigori, ed è inutile appellarsi alle leggi della fisica o della termodinamica dei corpi. Immobile dal dischetto ha realizzato l’1-1 e Sarri è stato lesto ad aggiungere tecnica e velocità con gli inserimenti di Luis Alberto e Lazzari. Inzaghi ha risposto con un cambio triplo, Dumfries, Correa e Vecino dentro tutti assieme. L’Inter ha riguadagnato metri, la Lazio ha assunto sembianze più contropiediste. Una parità sottile, sarebbe bastato niente per incrinarla e quel niente è stato un tutto, il fattaccio del gol di Anderson con Dimarco "rantolante". Lì l’Inter ha smarrito se stessa, è diventata instabile nella psiche e Milinkovic di testa l’ha abbattuta in via definitiva. In coda la bella pensata di Luiz Felipe, la "cintura" dello sfottò all’ex compagno Correa: rosso sacrosanto e lacrime di coccodrillo. Luiz Felipe, l’amico geniale.


► Il Corriere dello Sport titola: .

Prosegue il quotidiano sportivo romano:


Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:


► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:



La formazione biancoceleste:
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La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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